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Autore: blackswam    01/05/2014    9 recensioni
Un bambino. Una madre single. Un padre di cui non si sa l'identità.
Una storia piena di vicende, avventure, amore e passione senza fine.
LeonxVioletta - MarcoxFrancesca - BrodwayxCamilla- LeonxCamilla- DiegoxLudmilla.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Il destino comanda e decide.


Casa Dominguez era famosa per la sua parlantina, per i lunghi schiamazzi e per le risate e urla troppe esagerate.
Però quella sera del 1 maggio tutto si era fatto sinistro, tetro, e silenzioso. Una moltitudine di voci bisbigliavano preoccupate. Esse decidevano sul da farsi, sulla decisione da prendere per affrontare la faccenda.
Ludmilla Ferro, la padrone di casa, si stringeva forte le mani voltandosi spesso a guardare il viso del marito, come per cercare del conforto. La sera precedente dopo aver raccontato tutto, Diego aveva subito cercato il telefono chiamando Francesca e Marco e avvisarli che l'inddomani dovevano incontrarsi per parlare di un argomento importante.
Ludmilla era contraria sin dall'inizio, ma poco attimi dopo è riuscita a farsi convincere dal marito che non tutto deve rimanere segreto specialmente se vogliano aiutare due amici idioti.
Francesca e Marco avevano appena ricevuto la notizia e ancora sdentavano a crederci che Leon, un così caro ragazzo, avesse potuto compiere un atto così impuro e disgustoso.
- Ammetto di essere molto incazzato con lui, però sono certa di quando adesso sia dispiaciuto.
Ludmilla annuisce. Lei, che ci aveva parlato aveva potuto leggere nei suoi occhi il pentimento e il terrore dell'atto che aveva commesso. Lei lo conosceva più di chiunque altro, era il suo migliore amico, e ci sarebbe sempre stata per lui.
- Bene adesso come ci muoviamo?
La bionda si volta verso Marco, che aveva posto la domanda, cercando di darsi una risposta. Anche lei se lo chiedeva. Adesso che loro sapevano che bisognava fare?
- Semplice dobbiamo farli incontrare.
- Si Francesca, ma come? Violetta ormai lo detesta non accetterà mai un incontro con lui.
Francesca sorrise malefica.
- E chi ti dice che lei debba saperlo? Fingeremo che sia un normale incontro tra amici, nessuno dei due saprà la presenza dell'altro, e il gioco è fatto.
Ludmilla sospira pensierosa. Poteva essere una buona idea, però qualcosa dentro di se gli diceva che sarebbe andato tutto storto, sentiva come un morso dentro lo stomaco, come se qualcosa di cattivo stesse per accadere.
- La fai facile tu. Chi ti dice che qualcosa non vada storto?
- Non essere pessimista Ludmilla, mi sono mai sbagliata oppure ti ho mai delusa?
La bionda sospira rassegnata peccato che quel brutto presentimento continuava a tormentarla.


****



Violetta era rimasta l'intera mattinata a lavorare.
Era appena uscita dal negozio, guardava frettolosa l'ora sul orologio da polso, mentre camminava come una pazza scatenata.
Il vento le spostava i capelli scompigliandoli più del dovuto, il respiro si era fatto sempre più pesante e il battito del cuore accelerava minuto dopo minuto.
Doveva correre a casa, doveva preparare la cena, altrimenti Camilla l'avrebbe ammazzata. Le donne incinte sono assai permalose.
Ricontrolla nuovamente l'orologio costatando di essere arrivata appena in tempo, apre frettolosa la porta e ci si fionda dentro troppo stanca anche per parlare. Lancia le chiavi sul divano, chiude la porta alle spalle, e con la schiena attaccata alla porta si lascia cadere sul pavimento. Sfinita non era la parola giusta, esausta nemmeno, insomma era letteralmente uccisa. Non riusciva a fare un passo che le gambe si facevano pesanti però sapeva che era il momento di mettersi a lavoro.
Il piccolo Manuel stava giocando ai videogiochi sul divano e stava divorando un pacchetto di patatine. Violetta detestava fare la mamma cattiva, ma in qualche modo doveva far imparare l'educazione al proprio figlio. Afferra il pacchetto tra le mani chiudendolo con un elastico.
- Fra poco è l'ora di pranzo non dovresti rimpiazzarti di queste schifezze. Non so quante altre volte devo ripetertelo.
Il bambino stizzito incrocia le braccia come sorta di protesta.
- Neanche mi hai dato un bacino, nemmeno mi hai detto un buongiorno, sei brava solo a sgridarmi.
Violetta sorride al cambio di umore del suo bambino. Era esattamente come lei, inizialmente si distacca a qualsiasi forma di affetto, ma quando non se li riceve per così tanto tempo ne si sente la mancanza.
La mora prende il volto del bambino tra le mani dandogli leggeri baci sulle guance e coccolandoselo al petto.
- Buongiorno bambinone.
Il bambino sorride accoccolandosi ancora di più alla sua mamma però rimanendo offeso del nomignolo che gli aveva dato la madre.
- La zia Camilla? Non è ancora scesa dalla sua camera?
- Sta ancora dormendo.
Violetta accarezza il capo del bambino chinandosi alla sua stessa altezza.
- Potresti andare a svegliarla?
Il bambino annuisce correndo contento nella stanza della sua nuova zia. Per lui tutti gli amici della mamma erano zie e zii. Si divertiva a dare questi appellativi perchè sentiva la sua famiglia più grande è più calda.
Violetta più serena incomincia a cucinare perchè tra pochi minuti il terremoto stava per aprire gli occhi.
- Violetta!.
Appunto...


****



- Prima dobbiamo andare a casa di Violetta e invitarla a cenare insieme a noi. Diremo che sarà un incontro per ricordare i vecchi tempi non accennando minimamente del fatto che ci sarà anche lui. Tutto chiaro?
- Si signora, come desiderate!
Ludmilla, Diego e Marco in posizione da combattenti di guerra era in posizione di saluto per salutare il capo Francesca.
- Smettetela e fate i seri. E' il momento ti attuare il piano e mi raccomando nulla deve andare storto. Sono anni che cerco di avvicinarmi alla mia vecchia amica Violetta, la rivoglio indietro esattamente come era un tempo.
- Non sei l'unica a pensarla in questo mondo. Tutto lo vogliamo.
Diego quando si trattava di questo argomento era abbastanza serio. Violetta era un amica molto importante, non perchè fosse ancora innamorato di lei, ma grazie a lei era riuscito a cambiare il suo orribile carattere, ed è riuscito a farsi degli amici. Non poteva restare a guardare mentre lei si allontanava da loro, restando da sola isolato da tutto ciò che respira e che ama.
- Diego su non farti così serio. Sono sicuro che tutto andrò bene fidati e adesso muovetevi lumache.
Francesca allegra incomincia a correre. Non vedeva l'ora di rivedere la sua amica, abbracciarla e parlarle come facevano un tempo.
- Forza lumaconi, muovete quei salsicciotti che avete apposto delle gambe.
- Francesca, aspetta, attenta!
Luce, clacson, suoni e urla. Persone che arrivano, che vanno via, e poi il buio più totale.


****



Camilla era parecchio agitata. Stringeva forte la mano di Violetta mentre camminava frettolosamente. Erano a distanza di pochi centimetri e avrebbero incontro il fantagomico principe dei sogni.
Violetta era assolutamente curiosa di sapere chi sia questo presunto principe e cosa abbia così attratto la sua amica.
Mancavano due centimetri, attraverso la porta trasparente poteva notare la figura di un uomo di spalle che aspettava in un tavolo. Camilla lo indicava elettrizzata. Violetta allunga la mano, stava per aprire la porta quando una voce la desta dal suo movimento.
- Violetta!
Violetta si volta verso la voce che l'aveva chiamata. Ludmilla era parecchio agitata e Diego era al suo fianco con le stesse medesime condizioni.
- Francesca ha avuto un incidente.



Nota autrice: Sono riuscita ad aggiornare. Non è un granchè ma... spero che almeno a voi piaccia.
Non potevo far andare tutto liscio, quindi come vi ho detto aspettatevi tutto.
  
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