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Autore: metaldolphin    02/05/2014    4 recensioni
Spesso parliamo senza renderci conto di quanto le parole possano fare male a coloro che le ascoltano, soprattutto se sono persone che tengono a noi e al nostro parere.
Rendersene conto è il primo passo per migliorarsi e fare più attenzione a ciò che esprimiamo, per non ferire chi ci vuole bene.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franky, Nami, Nico Robin, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nami sbuffò, entrando in cabina, massaggiando le nocche doloranti dopo aver steso per l’ennesima lite, Cuoco e Spadaccino.

Seduta al tavolino della loro camera, Robin leggeva davanti ad una fumante tazza di the che sorseggiava per scaldarsi. Si avvicinavano ad un’isola invernale ed iniziavano ad avvertire il tipico freddo della sua zona climatica.
La mora sollevò il capo dalle pagine e sorrise all’espressione contrariata che leggeva in volto all’amica.
-Cosa succede, Navigatore?- chiese, con la solita pacatezza.
La ragazza più giovane si gettò sul letto e scosse la testa, stancamente: -Quei due erano alle solite: Sanji mi svolazza intorno servile e Zoro si innervosisce senza motivo.
Sorridendo, l’Archeologa socchiuse gli occhi, chiaramente divertita: -Sembra quasi che Bushido-san sia geloso…- affermò, quindi tornò alla sua lettura. Non era la prima volta che insinuava ciò, ma Nami non ne era convinta e lo ribadì.

Senza alzare gli occhi dal volume, l’amica le chiese a bruciapelo: -Credi che Zoro sia un ragazzo intelligente?
Prima di risponderle, Nami si pentì di aver preso quell’argomento: era difficile rispondere sinceramente, visto il rapporto semi-ostile che ostentava con lui, però, alla luce del fatto che Robin era una donna abbastanza riservata, si sforzò di farlo.
-Nonostante lo definisca solitamente idiota, non lo penso davvero. Più volte io e lui siamo stati gli unici a non essere ingannati dalle apparenze e a sfuggire a trappole che hanno ingannato gli altri. Di contro, in certi episodi non è stato il massimo della furbizia, come quando ha pensato e cercato di tagliarsi i piedi che aveva intrappolati nella cera di Mr.Three… però credo che del tutto scemo non sia: certamente, su questa nave, anche se non è difficile superare la media del Q.I., lui ci riesce tranquillamente.

Apparentemente soddisfatta dalla risposta, L’Archeologa annuì.
-E allora cosa pensi realmente di lui? Personalmente credo che sia serio, affidabile e possegga una certa empatia. Sei d’accordo?
-Sì…
-Però non lo ammetteresti mai, vero? Con gli altri, intendo.
-Ovvio che no!- esclamo, allarmata, Nami -Non lo dirai, vero?- si assicurò, leggermente minacciosa.
Agitando le palme davanti al viso, l’altra la rassicurò: -Non preoccuparti…

Più tardi, dopo cena, le due ragazze si trovarono a parlottare con Zoro e Franky, nella grande sala dell’acquario. Stavano affrontando i luoghi comuni che si incontrano nelle conversazioni.
-...E poi c’è quel detto che dice che le parole possono essere più taglienti delle spade…- declamò il Cyborg.
Mentre Nami e Robin annuivano saggiamente, lo Spadaccino, sentendosi più ferrato degli altri sull’argomento, scoppiò a ridere: parole e spade a paragone! Soltanto chi non ne aveva mai impugnata una, poteva affermare una cosa del genere… lo pensava e lo disse.
-Sei un idiota!- si affrettò a commentare Nami, acida.
-E perché mai?- le chiese quello, ilare -Basta passare il filo della peggiore delle spade sulla pelle, per vedere scorrere il sangue… chi ha mai visto qualcuno riuscirci con delle semplici parole?
La rossa lo guardò in modo strano… oltre alla rabbia, c’era cocente delusione nei suoi occhi? Zoro non ne era certo e la guardò alzarsi, dare una veloce buona notte a tutti ed a nessuno in particolare, per poi sparire verso camera sua.

Un perplesso Spadaccino si voltò verso i due: -Che ho detto di sbagliato?
Robin prese la parola: -Vedi, Bushido-san, ci sono svariati modi per ferire la gente e non tutte prevedono la fuoriuscita di sangue: se ci sono persone che tengono in considerazione il nostro parere, basta una sola parola per ucciderle dentro o ferirle in modo così doloroso che il suo spirito fatica a riprendersi.
Franky incrociò le gigantesche braccia ed annuì, mentre Zoro si voltava verso la direzione in cui era sparita la Navigatrice.

Che fosse davvero in grado di ferirla, anche se aveva sempre creduto di proteggerla? Forse non l’aveva trafitta con una lama affilata, ma ancora una volta, quello stesso giorno, avevano discusso ferocemente.
Anche a lui facevano male i suoi insulti, ma solo in quel momento si rese conto che, in un certo modo, era abituato a sentirsi disprezzare, grazie alla sanguinaria reputazione che si portava ancora dietro. Si trincerava dietro una dura corazza che gli permetteva di sopportare tutto ciò che gli veniva gettato addosso, compreso l’appellativo di demone: non gli faceva piacere sentirlo da civili, come se avesse mai ucciso solo per il gusto di farlo o fatto del male a degli innocenti…. Forse Nami non era forte quanto lui, e quel dolore di cui aveva parlato Robin la colpiva, ferendola in un modo così grave da far rimarginare troppo lentamente quelle ferite.


Zoro scattò in piedi e guardò i due compagni vicini e, mentre Robin annuiva sorridendo, Franky chiuse gli occhi, abbassando il capo.
-Vai, Bro.- lo incitò-
Lo Spadaccino si diresse verso la camera delle ragazze, con una certezza nuova nel cuore: se c’erano parole in grado di ferire, dovevano essercene anche in grado di guarire e lui si sarebbe impegnato per trovarle ed usarle: non poteva permettere che lei stesse male.

Si era appena accorto che se il cuore di lei sanguinava, anche il suo iniziava a spaccarsi.
   
 
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