Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |      
Autore: jamiejd    02/05/2014    0 recensioni
- Noi, siamo un errore - gli ripeto nuovamente, ma lui non si mosse.
Rimase li fermo respirando sul mio viso.
- Facciamo questo errore. Al resto penseremo dopo, ora cci siamo solo noi. - mi dice.
Genere: Romantico, Thriller, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1.
LA RAGAZZA CHE NON PUO’ URLARE.

Non sembrava capire il mondo, non sembrava piu' quello di una volta, era arrivato in una lunga distesa e brutale discesa verso l'oblio piu' inquietante. Io conoscevo il mondo, l'avevo visto in tutte le sue sfaccettature, nei momenti belli e nei momenti brutti. Il mondo mi conosceva, ero amica a volte e allo stesso tempo il mondo per me provava quel sano disprezzo e quel risentimento che a me lasciava completamente indifferente. Non è colpa mia se sono quello che sono, nemmeno se faccio quello che faccio l'unica cosa che so è che prima o poi voi mi incontrerete e io sarò lieta di condurvi a una vita migliore di quella in cui vi ritrovate, in quella in cui vivete e in quella in cui vorreste vivere.
Purtroppo vedere il mondo cadere così in pezzi mi rende triste, forse è colpa anche mia non faccio niente per far cambiare le cose, sono stata amica delle peggiori guerre e nemica dei migliori uomini. Ma in molti mi hanno anche amata perchè sono arrivata nel momento giusto al momento giusto, a volte ho causato gioia e a volte molto dolore.
Mi considero testarda, non mi avvicino mai agl'uomini perchè per me la loro vita o la loro storia non è importante, non mi interessa se uno nel mondo diventerà il piu' grande scienziato o che nel duemila e cinquanta il sole non ci sarà piu', oppure che esisterà un medico che curerà ogni male per la sua bravura. No, non mi interessa. Ma è anche vero che il mondo ci riserva delle bellezze che non possiamo rifiutare di conoscere, lunghe storie che dobbiamo tenere con noi sempre e ricordarle. Per questo a volte vado contro ogni mio ideale e mi avvicino agl'uomini e ascolto.
Ascolto ogni loro respiro, ogni loro battito e ogni loro parola, pronta a saper raccontare storie, lunghe passionali e coinvolgenti.

Non mi ricordo perchè quel giorno mi trovavo ad Annapolis,Maryland in America, ma quella città mi era sempre piaciuta uno spirito moderno che apriva gl'occhi al suo immenso passato. Non so nemmeno perchè quella mattina Jamie Parker fosse nella biblioteca comunale quella mattina invece di essere a casa come tutti, la osservavo così da vicino che potevo captarne ogni minimo dettaglio.
I capelli lunghi e mori che cadevano sulle spalle delicatamente, la bocca carnosa e rossa, gl'occhi di un verde penetrante di chi guardava molto lontano, molto magra e  snella, leggeva con la testa piegata sul libro la storia di Anna Bolena, estremamente interessata. Non mi fermavo solo all'apparenza, scrutando nell'animo di Jamie riuscivo a sentire la sua continua e pesante insicurezza di non essere mai all'altezza della sua famiglia e delle aspettative della gente. Era consapevole di essere una bella ragazza, ma non le importava sapeva che nella vita quella era una cosa scontata, sapeva che dalla sua vita voleva molto di piu' che lavorare nell'azienda del padre e di rimanere nella casa della sua famiglia. Jamie, voleva radicalmente cambiare la sua vita, la sua storia e soprattutto il suo destino. Ma come fare contro il potere di un padre che aveva già scritto un contratto firmato e chiuso in un cassetto della sua vita? Jamie, la cara dolce Jamie non sapeva rispondere a certe domanda e decideva di andare avanti senza dire una parola di piu', lasciando solo sentimenti contrastati nel diario che teneva nel primo cassetto affianco al suo letto nella sua camera. Nel suo mondo e nei suoi sogni.
Erano quasi le undici e mezzo quel giorno e Jamie sapeva che doveva tornare a casa, così leggendo l'ultima riga dell'ultima pagina del libro chiude in quella biblioteca il suo momento di tranquillità da tutto il mondo, il momento in cui lei poteva essere se stessa, si alza facendo finta di nulla cerca lo scaffale giusto e appoggia il libro nell'unico posto vuoto che c'era. Jamie camminava lentamente per gli scaffali respirando ancora un ultima volta l'odore dei libri vecchi che si mischiavano con l'odore delle pagine dei libri nuovi. Respirava silenziosamente, respirava senza dire nulla rimanendo ancora nel suo mondo.

Chiudendo un attimo gl'occhi, continua a camminare rimanendo retta con la schiena e fiera fin chè non va addosso a qualcuno o a qualcosa e apre gl'occhi sentendo un rumore forte, vede dei libri per terra e un ragazzo inginocchiato a raccoglierli
- Oddio, scusami davvero - le uniche parole che uscirono dalla sua bocca, che altro poteva dire in un momento imbarazzante come quello? - Ti do una mano - si inginocchia per terra prendendo due libri
- No, non ti preoccupare non ce nè bisogno. Sono cose che capitano. - il ragazzo dice alzando la testa e sorridendo, i loro sguardi si incontrano, eppure sembrava che si fossero conosciuti da sempre. Forse in una storia? In un sogno? O in un libro? Ma dove? Entrambi si posero quella domanda fatidica senza darsi risposta. Si alzarono da terra lei con due libri in mano e glieli porge
- Grazie - sussurra il ragazzo rimanendo sorridente, lei rimane in silenzio fin quando non guarda l'ora nell'orologio e si accorge di essere completamente in ritardo
- Devo scappare - disse correndo via - Scusami ancora- Jamie non riuscì a vedere la faccia di quel ragazzo. Rimasto li a contemplare il punto in cui lei se n'era andata. E pensare che non so nemmeno perchè lui fosse li, perché Harry Styles era li? Con cinque libri in mano? Aveva appena visto quella ragazza, per poi bloccarsi nel vuoto e velocemente ricomporsi per mettere bene i suoi libri nel posto giusto al nome giusto. Harry, con quei suoi occhi verdi - azzurri penetranti e intensi, i capelli castani riccioli che gli evidenziano la bellezza e le labbra che formano sempre un grande sorriso, di corporatura normale ma muscoloso. Aveva tutte le caratteristiche per essere un ragazzo che tutte vorrebbero, infatti tutte lo volevano ma lui non voleva nessuna. Era il tipico ragazzo che credeva nel vero amore, quell’amore che ti fa battere il cuore ogni giorno e che non svanisce mai. Nell’animo di Harry c’era molta pace, serenità e pazienza, qualche momento di sconforto e delusione ma Harry li faceva passare. Aveva dei genitori meravigliosi Peter e Abigail che lo amavano, una sorellina piu’ piccola Aurora di sei anni e il suo cane Serge un golden retriever. I suoi genitori lo hanno sempre incitato a fare quello che gli diceva il cuore senza esitare e senza aver paura.

Jamie a differenza di David non aveva una famiglia perfetta, suo padre Fabian era un uomo molto severo, sua madre Briana era poco presente nella sua vita, il suo fratellino Connor di quattro anni che amava e i suoi due cani Philip e Lucy un pastore tedesco e uno yorkshire terrier. Jamie aveva la grande sfortuna di essere ricca, viveva in una sontuosa villa con due maggiordomi, le sue uniche vere amiche erano Eva e Camilla, una abitava a poche case di distanza da lei e l'altra abitava proprio in centro alla città. Jamie si poteva solamente fidare di loro e di nessun altro al mondo.

- Sono a casa - urlò appena arrivata in casa, ma nessuna risposta apparte il rumore dei piedini del suo fratellino che correva verso di lei
- Tata tata - la vede e gli salta addosso, lei lo prende in braccio e se lo stringe a se, amava l'abbraccio del suo fratellino era così tenero e dolce, l'aveva cresciuto lei essendo che i suoi genitori non c'erano mai e lei si è ritrovata a crescere il suo fratellino, consapevole che l'avrebbe dovuto fare sempre.
- Connor, amore mio quanto mi sei mancato. Sei tutto vestito bene oggi - dice appoggiando la borsa sulla scrivania e portando il fratellino con lei in cucina dove sperava di trovare una bibita fresca. Arrivata in cucina, fa sedere il fratellino sulla mensola della cucina e lei intanto apre il frigorifero - Che dici Connor bevo acqua fresca o succo all'arancia fresco? - dice portando fuori entrambe le bottiglie, il bambino ingenuamente indica il succo all'arancia. - Bella scelta, l'avrei scelto anche io - nella stanza arrivò la cameriera, era una donna di cinquant'anni che Jamie chiamava Baba, ma il suo vero nome era Alicia, quella donna aveva cresciuto Jamie fin da bambina e Jamie la trattava come se fosse sua madre
- Buongiorno Baba, è arrivata posta per me? - la signora sorrise al suono di quelle parole.
- No, ma è arrivata una lettera per tuo padre sempre da Peter Styles. Povero uomo -
- Io non capisco perchè mio padre lo odi così tanto, quel povero uomo gli manda lettere di scuse o di che altro tutti i giorni e lui li cestina sempre -
- Penso che sia il momento che tu chieda a tuo padre il motivo. E' nel suo studio di sopra potresti andare a parlare con lui adesso. Sembra di buon umore - Jamie si avvicinò a Alicia e la baciò sulla guancia, prese il fratellino e glielo affidò tra le sue braccia sapendo che con lei, lui era al sicuro.

Jamie con il cuore in mano salì lentamente le scale sapendo che parlare con suo padre non era facile e sopratutto toccare quell'argomento non era una cosa fattibile molto spesso, ma voleva sapere tutta la verità su quel fatto da suo padre.
Così busso alla porta e poi entrò, vide il padre con gl'occhiali che leggeva il suo solito giornale
- Ciao papà, senti ti volevo parlare -
- Dimmi - risponse lui molto freddamente, lei guardo la sedia e non sapeva se la mossa giusta era sedersi o rimanere in piedi, ma decise di sedersi
- Senti papà, prima è arrivata un altra lettera di Peter Styles. Perchè le cestini e non le leggi? Che ti ha fatto di così tanto male quell'uomo? - Fabian, al suono delle sue parole si irrigidì e appoggiò il giornale sul tavolo togliendosi persino gl'occhi, aveva la fronte che si stava aggrottando in una smorfia di disgusto e schifo, ripensando a quello che gli aveva fatto quell'uomo
- Jamie, quell'uomo era il mio migliore amico gli avevo detto tutto. Persino le cose piu' segrete dell'azienda e lui le ha usate contro di me cercando di mandarmi in rovina. Ecco che ha fatto! Stava cercando di mandarci sul lastrico, per questo cestino le sue lettere. Perchè dopo diciannove anni continua a dire che lui non ha fatto niente e che è innocente. Ma io non gli credo - pur essendo una risposta molto vaga, Jamie non disse nulla anzi rimase li a fissare il padre e a pensare a cosa dire. Perchè se chiedeva ancora spiegazioni il padre si sarebbe arrabbiato ma se non avesse detto nulla si sarebbe arrabbiato comunque.
- Papà, io penso che forse si è pentito... Sono passati anni come hai detto tu. Però rispetto la tua idea di essere ancora arrabbiato con lui - Jamie non poteva dire altro che questo, il padre non risponse facendogli semplicemente un gesto con la mano di andarsene.
Lei si alzò e velocemente uscì, erano quelle le solite e brevi discussioni con li padre. Aveva bisogno di sfogarsi e allora si chiuse nella sua camera sprofondando nel suo letto morbido e grande, prese il suo diario e scrisse tutto quello che pensava.
 
Caro diario, sono sempre io.
Sempre la stessa e sempre uguale, rimanendo qui non posso cambiare e io ho bisogno di evadere da questo mondo che non è il mio. Ormai discutere con mio padre è diventato noioso e banale, so già che non mi lascerà andare molto facilmente e so che non potrò mai imporre le mie idee e fare le mie scelte.
Che vita ho io? Una lugubre e spenta noia che si apre ogni giorno all'alba e si spegne a mezzanotte quando io ancora sveglia perdo sensibilità del mondo e mi perdo negl'incubi piu' orribili.
Oggi caro amico mio, ho visto un ragazzo in biblioteca sono rimasta molto colpita dai suoi occhi, erano così penetranti e belli erano occhi che mi sembrava di aver già visto e già conosciuto.
Caro diario sto sperando con tutto il cuore di rivederlo, ho sentito al cuore un qualcosa che non avevo mai provato e questa cosa mi piaceva, mi ero persino bloccata a guardarlo negl'occhi mi ero quasi spaventata.
Domani tornerò la, visto che mio padre non ci sarà tutto il giorno potrò sfruttare la cosa a mio vantaggio e ci riusciurò.

HO BISOGNO DI SCAPPARE, EVADERE E SENTIRMI VIVA.
HO BISOGNO CHE LA VITA MI SORRIDA COME UNA VOLTA, UN RAGGIO DI LUCE CHE MI TOCCHI E CHE MI PORTI FELICITA'.
 Amico caro adesso devo andare, ho il pranzo pronto e ho molta fame.
Ciao amico mio a dopo, la tua ragazza che non puo’ urlare.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: jamiejd