Il Ragazzo dagli occhi di perla entrò nella stanza.
Alice osservava immobile la città di fronte a lei, accarezzando distrattamente il gatto acciambellato sulle sue ginocchia.
“Cosa fai?” le chiese.
“Sembra che mi manchi sempre qualcosa…” gli rispose, attorcigliando una ciocca di capelli con il dito “Vorrei sentirmi speciale. Io voglio essere speciale…” 
“Ma tu lo sei Alice. Per me.”
Eppure la ragazza parve non udire le sue parole. Sbuffò, poggiando annoiata il capo sullo stipite.
Il Ragazzo dagli occhi di perla contemplò quella cascata di ricci biondi, ribelli e ammalianti mentre ricadevano sulla sua schiena inarcata.
Gli tornarono alla mente quelle lontane mattine di primavera, quando le margherite inondavano i prati e il sorriso della dolce Alice faceva ingelosire persino il sole.
Eppure, da troppo tempo un velo di noia ingrigiva il suo volto.
Il Ragazzo dagli occhi di perla indagava, ma senza capire il perché.
Così quel giorno, s’inginocchiò di fronte a Alice, le prese una mano tra le sue e le disse, dritto negli occhi:
“Dimmi cosa posso fare, per renderti felice.”
Un lampo guizzò in fondo ai suoi occhi glauchi.
“Arriva lassù!” mormorò lei al suo orecchio, indicando sognante l’immensità cerulea sopra le loro teste “E portami un grammo di nuvole. Così sarò felice.”  
Il Ragazzo dagli occhi di perla si alzò deciso e, poco prima di spiccare il volo e svanire nel blu, bisbigliò:
“Tornerò con quello che vuoi tu.”
Ma il giorno successivo, la bella Alice ripiombò nel suo universo di silenzio.
Il Ragazzo dagli occhi di perla la ritrovò accanto alla finestra, imbronciata, e con il gatto accoccolato ai suoi piedi.
“Alice, che cosa ti rende triste?”
Lei portò le ginocchia al petto e volse il suo sguardo cristallino verso l’infinito.
“Io voglio ancora di più.”
“E cos’altro potrei fare, per renderti felice?”
“Guarda più in alto. E arriva lassù, dove si nascondono le stelle. Portamene una. E a quel punto, sarò finalmente felice.”
Senza ulteriori indugi, il Ragazzo dagli occhi di perla si sollevò speranzoso.
“La catturerò per te, Alice. E un bel sorriso tornerà a rischiarare il tuo volto.”
Con un balzo prese il volo e raggiunto il cielo, vi catturò una stella, la più bella e scintillante di tutte.
La porse alla sua Alice, che ammirò incantata quel gioiello di luce tra i suoi piccoli palmi.
E sorrise, serena.
Ma fu solo per un minuto.
Poi tutto tornò come prima.
Il Ragazzo dagli occhi di perla si sedette al suo fianco, stanco e avvilito.
“Sai cosa mi renderebbe davvero felice?”
Lui guardò impaziente la piccola Alice.
“Un raggio di sole! Questa stella non è poi così luminosa…Ma il sole, oh il sole! E’ ciò di più splendente possa esistere! Ne voglio un pezzo, solo un raggio. Poi sì che sarò finalmente felice.”
Il Ragazzo dagli occhi di perla tuttavia, non rispose.
Diede ad Alice un debole bacio sulla fronte, poi la guardò.
La città si fece piccola in fondo ai suoi occhi blu, imprigionati in un mondo di folli illusioni da cui il ragazzo capì, non avrebbe potuto salvarla. 
Lui chinò il capo e spiegò piano le sue candide ali.
“Goodbye mia dolce meraviglia, questa volta volerò più in alto del blu.”
Il Ragazzo dagli occhi di perla si alzò da terra e volò su, più in alto e ancora più in alto…
Finché non raggiunse il sole.
E Alice restò per sempre alla finestra, immobile.
Sola.
E con un gatto blu.



Angolino dell’Autrice: Ciao a tutti! Ho scritto questa OS ispirata da una canzone di Annalisa, “Alice e il blu”, a mio avviso meravigliosa.
Vi invito ad ascoltarla, vi si cela un messaggio importante e mi auguro di averlo reso anche in questo breve racconto.
Grazie mille e un abbraccio! :)