4-5# College/Room-Mates

 
Era il terzo anno di liceo.
Sebastian Smythe si era appena trasferito in Ohio, e per lui quel cambiamento, essendo di Parigi, era stato radicale.
Aveva deciso che non avrebbe più permesso a nessuno di entrargli dentro, di abbattere il muro che si era creato attorno, nessuno lo avrebbe più ferito, usato.
 
Attraversate le porte dell’accademia maschile Dalton, che avrebbe frequentato da lì in poi, si diresse a passo lento ma deciso verso la segreteria.
Non gli piacque affatto scoprire che avrebbe dovuto dividere la stanza con qualcuno.
Non perché fosse un ragazzo quel qualcuno, era l’unica cosa positiva, ma talmente era abituato a non dividere la propria stanza con qualcuno, quella scoperta non era positiva, almeno all’inizio dei fatti.
 
«Ciao sono Thad»
 
Aveva appena oltrepassato il corridoio, entrando nella stanza della segreteria, una voce l’aveva fatto sussultare appena.
Forse c’era qualcosa di…giusto in quelle tre semplici parole, qualcosa che entrambi avevano capito ancora prima di conoscersi.
 
«Piacere, Sebastian»
 
Fu quello il momento in cui conobbe il suo compagno di stanza.
Alla vista del piccoletto, Sebastian ne fu contento.
Nemmeno lo scoprire che Thad si proclamava etero l’aveva fatto desistere dal creare espedienti per farlo ingelosire, stuzzicandolo in qualsiasi maniera possibile.
 
E Sebastian, quando voleva qualcosa, la otteneva sempre.
Gli era bastato un semplice sguardo, voleva fare suo Thad.
Non voleva mettere in gioco i sentimenti, ma il corpo di quel ragazzo sarebbe stato suo, e c’era riuscito.
 
Erano bastati alcuni ragazzi che entravano in camera ad orari particolari, sussurri vicino all’orecchio, mani che sfioravano altri, e Thad odiava la cosa.
Non voleva cedere, ma quegli occhi verdi del francese, l’avevano preso dal primo istante.
 
Non avevano programmato nulla, né tanto meno il proclamarsi impegnati quando entrambi si resero conto di non riuscire più a vivere uno senza l’altro.
 
Era durata un anno la cosa.
Stesso anno di corso, stesso giorno del diploma, ma una leggera differenza.
Thad era entrato all’NYU, era il suo sogno, il suo sogno da sempre.
Il doversi recare al campus un mese prima del previsto, avrebbe limitato a lui e Sebastian il periodo da passare insieme, ma quest’ultimo, ormai il suo ragazzo, sapeva cosa ciò volesse dire.
 
Finsero entrambi sorrisi durante la cerimonia del diploma, e solo all’ultimo, quando ormai Thad, di fronte a casa sua, stava salendo sull’auto, lui e Sebastian si dissero cosa provavano reciprocamente.
 
Bastarono un bacio dolce e uno sguardo, e quello era il momento più adatto per dire quelle paroline.
 
«Ti amo Bas» «Ti amo anche io Thad»
 
***
Era passata solo una settimana.
Una lunga settimana per Sebastian.
Sarebbe dovuto andare a Princeton, aveva scelto quella come università, per quanto fosse entrato praticamente ovunque.
 
C’era una cosa però che non riusciva a farlo stare tranquillo.
Thad ormai gli era entrato dentro, aveva abbattuto il muro che aveva attorno, entrandogli dentro, scoprendo quelle parti di lui che per tanto tempo aveva voluto tenere nascoste.
 
La scelta che Sebastian prese fu impulsiva, come tutto in lui.
Lui era impulsi, momenti, e anche se non sapeva cosa il futuro gli stesse riservando, quella decisione presa durante la notte non l’avrebbe mai rimpianta.
Fece i bagagli di corsa, correndo verso l’aeroporto.
Un biglietto di sola andata per New York.
 
Sapeva tutto nei minimi dettagli, dove avrebbe trovato Thad, la sua stanza, l’orario delle lezioni anticipate che stava seguendo.
 
Passò il volo guardando le foto che Thad gli aveva scattato durante quei quasi due anni di conoscenza.
Aveva guardato le loro foto, poche ma significative.
 
Un viaggio in taxi dal JFK diretto al campus dell’università, con un solo pensiero.
 
Camminò a passo deciso verso la stanza, 221d.
Prese un respiro profondo, scompigliandosi appena i capelli, bussando alla porta.
 
Due leggeri tocchi delle nocche contro il legno della porta, e la visione del suo piccolo Thad lì, sorridente, fece tornare tutto al proprio posto.
 
Non dissero nulla, ma come sempre, fu Sebastian a smorzare quel silenzio.
Posò a terra il bagaglio che aveva preparato, prendendo Thad per i fianchi, posando dolcemente le labbra sulle sue.
Nient’altro fu importante, se non loro due.
 
«C-cosa ci fai qui Bas?» chiese in un sospiro Thad, dopo essersi staccato da quelle labbra che sembrava non baciare da mesi.
 
«Sai cos’ho capito? Per tanto tempo ho impedito a qualcuno di conoscermi a fondo, tu invece ci sei riuscito, te ne sei fregato di ciò che facevo pur di infastidirti, non hai pensato “per lui non sarò solo il solito ragazzo con cui va a letto”, ci hai creduto prima di me, e ormai non posso più fare a meno di te»
 
Quelle parole suonavano dannatamente romantiche, e Sebastian non era abituato a parlare così, eppure lo stava facendo.
 
«Quindi, ho deciso di venire qui all’università, perché non riesco a stare km lontano da te»
 
E senza aggiungere altro, Sebastian prese di nuovo Thad tra le sue braccia, entrò dentro la stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Gli era mancato, davvero tanto, e l’unica cosa che voleva era vivere il momento con quel ragazzino che gli aveva sconvolto la vita.
 

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Buonasera a tutti.
Un po' in ritardo (decisa anche ad unire day 4 e 5) eccomi qui!
Non dico niente, odio parlare e dilungarmi troppo... Spero vi piaccia!
Alla prossima, anche con un mega ritardo(?) 
Bri♥