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Autore: ale93    02/05/2014    4 recensioni
Prima classificata al contest "A voi la scelta".
In lontananza, un incendio si leva dalle cime d’un bosco, un fumo bianco e lattiginoso s’alza al cielo. Ted resta a guardarlo come se non lo vedesse davvero e James si chiede se quelli siano loro, una vampata rossa nel buio prima di ridursi in cenere, in piccole particelle disperse e sospese, troppo lontane le une dalle altre.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Sirius Potter, Teddy Lupin | Coppie: James Sirius/ Teddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Manca sempre un minuto
 


 
 
 
Forse è perché sorrido fuori tempo, non riesco ad adattarmi e galleggiare,
perso dentro guai di cui non provo neanche più a trovare un senso.
Ti cerco e vedo le tue mani allontanarsi alla deriva delle cose che non ho.
[Subsonica, Cose che non ho]
 
James raccoglie immagini del viso bianchissimo di Ted come istantanee scattate nascostamente, tratteggiate dalla luce fioca d’un lampione in fondo alla strada. Vede i suoi occhi lividi, le ciocche grigie su uno sfondo scuro di nubi.
E le sue mani, le sue mani, sul vetro freddo della bottiglia.
La Burrobirra che scende veloce nella gola di Ted, qualche goccia che resta agli angoli della sua bocca.
C'è qualcosa di bello e triste nel guardarlo. Questa sera c'è qualcosa di rotto in lui, qualcosa che James non potrà mai riparare.
Annaspa, annasperà anche domani, sempre, trattenendo la voglia di baciarlo sul tetto di casa sua e
«Ted, girati», bisbiglia finalmente, mentre vede le lacrime seccarsi sulle sue guance.
«Lei era la mia famiglia, James», una pausa sottile, tesa, nello spazio infinitesimale tra loro due, «e adesso è morta. Andromeda Black è morta. Ci credi?».

Si dipana, all’improvviso, la consapevolezza che questa è la vita, questo andare e venire infinito di gente, senza che si possa davvero impedire alle cose importanti di colare tra le dita.
«Non sei solo, Ted, non lo sarai mai».
La voce di James trema perché è tutto vero, perché lui dovrà esserci sempre per Ted, ma mai nel modo in cui vorrebbe.
Mai in una strada, a baciare i suoi silenzi, a leccare il dolore confuso della sua vita; mai sotto il sole, tra la gente, a fottere via la sua solitudine perpetua.
In lontananza, un incendio si leva dalle cime d’un bosco, un fumo bianco e lattiginoso s’alza al cielo. Ted resta a guardarlo come se non lo vedesse davvero e James si chiede se quelli siano loro, tutti loro, una vampata rossa nel buio prima di ridursi in cenere, in piccole particelle disperse e sospese, troppo lontane le une dalle altre.
«Lo so». Sulle labbra di Ted nasce un sorriso piccolo e pallido.
Ed è su quella bocca che James inciampa, è lì che cade, per succhiare via l’angoscia, per annullare ogni tristezza debole o intensa, per soffiare sulla morte. Si china a baciarlo piano, leccando il gusto di Burrobirra dalla sua lingua, succhiando via tutti i suoi dolori e le mancanze e i ricordi taglienti.
E poi trema, trema, trema, quando la mano di Ted gli sfiora il viso, leggera come un soffio di vento.
L’ha sentito davvero?
«Sarà meglio rientrare, Ted», sussurra James sul suo collo.
Sarà meglio che Ted torni a Victoire, alla sua bocca giusta; sarà meglio stipare il ricordo delle sue mani su di lui, al chiarore d’una candela, delle risate e dei baci a mezza bocca. Perché Ted è nei suoi primi ricordi e non riuscirà mai a levarsi di dosso la consistenza collosa dei suoi sguardi, ma vuole amarlo solo in silenzio, vuole che quello che hanno sia la loro piccola isola nascosta e James prende solo ciò che può. Finché può.
Lo asseconda, lo aiuta, non chiede mai nulla di più di quello che Ted ha da dargli. E non gli basta mai, ma allo stesso tempo va bene, è okay, perché quelle piccole gocce sembrano sempre troppo importanti.

«Ancora un momento, James».
Ted gli sfiora la spalla in un cenno d’intesa e James sente, sa, che questi momenti fintamente eterni, quest’istanti condivisi e bellissimi, pezzi del loro amore storto, devono finire.
Ted, alla fine, torna sempre alla sua vita perfetta, inquadrata.
Ted, alla fine, torna sempre a nascondersi.


(Ma ancora: baci, odore di eccitazione e mani sulle spalle, tra le gambe, sulla stoffa ruvida dei jeans.
Mani sugli occhi di Ted, che non deve piangere, non deve soffrire, non più, e sulle labbra rosse di James.
Mani, mani ovunque. E loro due sotto il cielo, solo per questa sera.
Poi torneranno a nascondersi, a negarsi perché «non sono disposto a perdere anche Harry»,
un sospiro breve, «ma resta lo stesso, ti prego, James».)



James lo sa: quello spazio vuoto che Ted si porta dentro sarà suo solo in una stanza buia. Deve accettarlo.
Ma manca sempre un minuto all’attimo in cui si deciderà a farlo.
 



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Note: Per leggere la valutazione della storia potete cliccare su questo link
http://freeforumzone.leonardo.it/d/10831615/A-Voi-La-Scelta/discussione.aspx/5?#last
Dirvi quanto mi abbia sorpresa questa vittoria mi sembra praticamente impossibile xD spero solo che sia una buona lettura! Alla prossima!
   
 
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