Titolo: Hanami
Coppia: Nadeshiko/Fujitaka
Introduzione: Uno sguardo nel possibile passato…
Avvertenze: “La mattina dopo”, nonsense, tanto di quell’adorabile rossore, un
po’ di tristezza (più per il lettore che per i personaggi, a questo punto).
Note dell’Autrice: È risultata completamente diversa da come l’avevo pensata
all’inizio (sarebbe dovuta essere una nonsense, non una nonsense deprimente!)
____________________________________________________________________
La prima cosa di cui si rese conto fu il caldo raggio di sole sul suo viso.
Sbattè confusa le palpebre di fronte alla tenue luce dell’alba. Le ci volle un
momento prima che si concentrasse sulla stanza in cui si trovava, con le sue
pareti color dell’avorio e i mobili di legno. Disorientata, sbattè le palpebre
un’altra volta. Si pizzicò l’interno del braccio per convincersi di essere
effettivamente sveglia, solo… Aspetta, lo
sono? Con un sussulto si mise a
sedere, solo per poi trovare un braccio avvolto intorno al suo corpo. Si rilassò
solamente quando identificò il proprietario del suddetto braccio, mentre gli
eventi della notte precedente le inondavano la mente e, dimenticata la nudità,
si strinse al corpo accanto a lei.
Delle labbra si mossero sui suoi capelli:
-Nadeshiko.-.
Quel sussurro sospirato la fece rabbrividire, così aprì i suoi occhi verdi per
incontrare il suo sorriso sonnolento. Lei gli donò uno dei suoi sorrisi
splendenti finché non premette la bocca contro la sua.
-Buongiorno.-, disse allegra tirandosi indietro. Il sorriso stupidamente felice
che si allargò sul suo viso le fece ridere; lo baciò ancora, dopo che lui la
accolse accanto a sé. I minuti passavano e lei si ritrovò persa fra le sue
braccia, spensierata e beata, finché il suo stomaco brontolò e il suo bacio
divenne un ghigno.
-Vado a prendere qualcosa da mangiare?-.
Nadeshiko sorrise imbarazzata e annuì col capo. Fujitaka la baciò di nuovo
brevemente prima di alzarsi e indossare un paio di pantaloni e poi arrossì
quando notò che lei lo guardava mentre faceva ciò. La ragazza ridacchiò quando
lui si schiarì la gola e lasciò la stanza dicendo:
-Sarò di ritorno entro pochi minuti.-.
Lo aspettò per un po’, poi diede un’occhiata al luogo in cui lui aveva lasciato
gli occhiali, in cima ad una pila di libri accanto al futon. Li raccolse
aggrottando le sopracciglia per portarglieli, ma si fermò, se li posò sul naso
con curiosità infantile e cominciò a camminare alla cieca. Una risatina le fece
guardare oltre la montatura verso il suo fidanzato, che era proprio al di là
dell’uscio.
-Non ti stanno molto bene…-.
Nadeshiko sorrise, ancora nuda, e posse gli occhiali sul volto del ragazzo.
-Ora puoi vedere cosa stai facendo.-, lo prese in giro, notando il suo rossore
appena lui la guardò attentamente.
-Io… i toast…-. Lei lo vide allontanarsi e ridacchiò ancora un po’, ma le fece
tenerezza e così fece scivolare una maglietta sulle sue nudità.
Diede un’occhiata alla stanza in cui si trovava – una stanza in cui solo molto
recentemente aveva cominciato a passare la notte – e decise di esplorarla un
po’. Era molto diversa dalla sua casa in stile occidentale, molto tradizionale e
scarsamente decorata: un futon, un tavolino basso, un armadio, pareti scialbe…
Era tutto molto, molto diverso. Godendo nel percepire il ruvido tappetino del
tatami contro la pelle dei suoi piedi, Nadeshiko strofinò le dita sul dorso di
vari libri impilati sul tavolo. Ne prese uno e lo aprì, spaventata dal fatto che
fosse scritto in una lingua completamente diversa… e antica. Sembrava anche
molto vecchio, con la copertina rilegata in pelle che le arrossava i
polpastrelli e quell’odore particolare. Solo quando rimise a posto il libro notò
il vago odore di muschio nella stanza.
Nadeshiko arrossì quando si riscosse, dando uno sguardo alla finestra chiusa.
Dopo aver armeggiato per qualche secondo con il chiavistello, spalancò la
finestra e una boccata d’aria fresca soffiò nella stanza, mentre la brezza
gentile giocava con alcune ciocche dei suoi capelli. Un dolce profumo si librò
fino ad arrivare a lei che, impregnata di un’infantile allegria, aprì gli occhi
per vedere i fiori colorati lungo un ramo vicino. Allungò il collo fuori dalla
finestra per godere di una vista migliore, affacciandosi un po’ troppo oltre per
quanto fosse considerato lecito ad una signora. Lei non lo notò, ovviamente,
almeno finché un suono improvviso venne da dietro di lei e mani familiari erano
premute dove la maglietta era salita. La ragazza voltò il capo e rise per il
rossore che aveva cominciato a diffondersi di nuovo sulle guance di Fujitaka.
Lui cambiò argomento:
-Ti ho fatto un po’ di the.-, girò la testa verso il vassoio sul pavimento.
Nadeshiko gli baciò una guancia stringendo le mani attorno alla tazza di dolce
the rosso che le aveva passato e lo sorseggiò con un sospiro felice.
-Non mi hai mai detto che c’è un ciliegio qui fuori, Fujitaka.-, sorrise e si
appoggiò al suo petto, -Tutto ciò che ho sempre visto sono stati il cortile
davanti a questo edificio e il tuo appartamento. C’è un giardino qui dietro?-.
-È nel cortile dei vicini. Non possiamo entrarci, purtroppo.-.
-Ah… Beh, il nostro tetto è abbastanza stabile da sedercisi? Possiamo guardarlo
da lì, almeno.-.
Fujitaka la guardò intimorito:
-Robusto o no, non permetterò alla mia neomoglie di arrampicarsi sulle finestre
per sedersi sulla cima di un tetto spiovente solo per guardare dei fiori di
ciliegio quando ce n’è un intero parco giù in strada.-.
-Ma questo è diverso! È nascosto, segreto… Saremo alcuni dei pochi ad ammirarlo
nel suo splendore.-.
-Nadeshiko…-.
-E c’è qualcos’altro, qualcosa di speciale.-, guardò di nuovo fuori dalla
finestra mentre un petalo volava nella brezza, -Qualcosa di
importante…-.
Non si era accorta di stare aggrottando le sopracciglia finché un bacio non si
posò sulla sua fronte. Delle labbra rosa per il the ai lamponi si incurvarono e
Nadeshiko guardò suo marito:
-Qualcosa di importante?-, le fece eco
il ragazzo. Lei annuì veementemente. Fujitaka sembrò rifletterci un momento, poi
prese la tazza della moglie e la pose sul vassoio.
-Molto bene, ci proveremo, ma io andrò fuori per primo per controllare che sia
sicuro.-. Quasi fece cadere il vassoio quando Nadeshiko gli buttò le braccia al
collo e lo abbracciò da dietro.
-Grazie.-.
Fujitaka mise il vassoio a posto e sorrise, pur notando il toast ormai inzuppato
di the, aspettando che lei lo lasciasse andare per girarsi di fronte a lei.
-Dovrai vestirti appropriatamente.-, dichiarò lui e Nadeshiko strillò quando le
tolse la maglietta e la indossò lui stesso. –Il tuo vestito è sotto la sedia…-,
cominciò.
Fu completamente vestita in un attimo e aspettava ansiosamente vicino alla
finestra che il marito ritenesse il tetto sicuro per sedervisi. La sua mano la
raggiunse e lei gli passò i cuscini prima di prendere la sua mano e arrampicarsi
sulla finestra. Passarono lì buona parte della mattinata, acciambellati l’uno
all’altro, contenti, mordicchiando lievemente qualche toast molle. Entrambi
rimasero in silenzio venerando la bellezza dell’albero in fiore quando Nadeshiko
improvvisamente esclamò:
-Ho deciso una cosa.-.
-Mmh?-.
Voltandosi per guardarlo, sorrise al marito:
-Chiamerò nostra figlia Sakura.-.
Fujitaka sbattè le palpebre:
-Nostra…-.
-Figlia.-, terminò la ragazza per lui,
-La chiameremo Sakura.-.
-… Sei…?-.
Lei rise, scuotendo la testa:
-Siamo stati troppo attenti per quello,
sciocco.-, il suo sguardo ritornò all’albero, -Intendo dire
quando
avremo una figlia, quando cominceremo una fare insieme una famiglia di
cui tu possa far parte.-.
Fujitaka taceva, ma sorridendo, e prese la moglie fra le braccia:
-Grazie, Nadeshiko.-, mormorò fra i suoi capelli, -Grazie.-.
Lei chiuse gli occhi e si appoggiò a lui:
-È un tuo desiderio e io sono qui per esaudirlo.-, rispose semplicemente,
-Inoltre, so che avremo una figlia. L’ho capito da quando ci siamo conosciuto
che ti avrei amato, sposato e che ti avrei dato una figlia.-.
-Qualche chance anche per un figlio?-.
-Certo! Un figlio ed una figlia di nome Sakura. E tu sarai un padre meraviglioso
per loro…-.
-E tu una madre stupenda.-, la interruppe.
-… e loro ti vorranno bene proprio quanto ne vorrai tu a loro.-, sorrise alla
sua interruzione quando terminò, -E avrai la famiglia che hai sempre
desiderato.-.
-Sembra troppo bello per essere vero.-.
-Beh, lo voglio anch’io, così faremo sì che accada, insieme.-, dichiarò la
ragazza.
-Beh, sono sicuro che tu abbia ragione.-.
Nadeshiko premette le labbra sulle sue:
-Certo che lo sono.-.
______________________________________________________________-
Salve, questa a dire la verità è la mia prima traduzione, quindi ho voluto
provare con qualcosa di più semplice. Di conseguenza, chiedo scusa per eventuali
errori (anche perché non ho avuto tempo nemmeno per rileggere). Spero di
effettuare altre traduzioni, perché per me è stato davvero divertente.
Grazie per eventuali commenti e letture.
Ah, a proposito, ho scelto una fan fiction Nadeshiko/Fujitaka perché su questo
sito ce ne sono davvero poche. Questa forse è un po’ smielata, ma penso che sia
sicuramente realistica (almeno nei momenti in cui i due non litigano…).
Bene, allora a presto e grazie ancora.
Francy