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Autore: francy91    23/07/2008    2 recensioni
Uno sguardo nel possibile passato... Traduzione dall'omonima fanfiction di Pandora-chan. Per visualizzare la storia originale, questo è il sito: http://www.fanfiction.net/s/3920279/1/Hanami
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Fujitaka Kinomoto
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Senza nome 1

Titolo: Hanami

Coppia: Nadeshiko/Fujitaka

Introduzione: Uno sguardo nel possibile passato…

Avvertenze: “La mattina dopo”, nonsense, tanto di quell’adorabile rossore, un po’ di tristezza (più per il lettore che per i personaggi, a questo punto).

Note dell’Autrice: È risultata completamente diversa da come l’avevo pensata all’inizio (sarebbe dovuta essere una nonsense, non una nonsense deprimente!)

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La prima cosa di cui si rese conto fu il caldo raggio di sole sul suo viso. Sbattè confusa le palpebre di fronte alla tenue luce dell’alba. Le ci volle un momento prima che si concentrasse sulla stanza in cui si trovava, con le sue pareti color dell’avorio e i mobili di legno. Disorientata, sbattè le palpebre un’altra volta. Si pizzicò l’interno del braccio per convincersi di essere effettivamente sveglia, solo… Aspetta, lo sono?  Con un sussulto si mise a sedere, solo per poi trovare un braccio avvolto intorno al suo corpo. Si rilassò solamente quando identificò il proprietario del suddetto braccio, mentre gli eventi della notte precedente le inondavano la mente e, dimenticata la nudità, si strinse al corpo accanto a lei.

Delle labbra si mossero sui suoi capelli:

-Nadeshiko.-.

Quel sussurro sospirato la fece rabbrividire, così aprì i suoi occhi verdi per incontrare il suo sorriso sonnolento. Lei gli donò uno dei suoi sorrisi splendenti finché non premette la bocca contro la sua.

-Buongiorno.-, disse allegra tirandosi indietro. Il sorriso stupidamente felice che si allargò sul suo viso le fece ridere; lo baciò ancora, dopo che lui la accolse accanto a sé. I minuti passavano e lei si ritrovò persa fra le sue braccia, spensierata e beata, finché il suo stomaco brontolò e il suo bacio divenne un ghigno.

-Vado a prendere qualcosa da mangiare?-.

Nadeshiko sorrise imbarazzata e annuì col capo. Fujitaka la baciò di nuovo brevemente prima di alzarsi e indossare un paio di pantaloni e poi arrossì quando notò che lei lo guardava mentre faceva ciò. La ragazza ridacchiò quando lui si schiarì la gola e lasciò la stanza dicendo:

-Sarò di ritorno entro pochi minuti.-.

Lo aspettò per un po’, poi diede un’occhiata al luogo in cui lui aveva lasciato gli occhiali, in cima ad una pila di libri accanto al futon. Li raccolse aggrottando le sopracciglia per portarglieli, ma si fermò, se li posò sul naso con curiosità infantile e cominciò a camminare alla cieca. Una risatina le fece guardare oltre la montatura verso il suo fidanzato, che era proprio al di là dell’uscio.

-Non ti stanno molto bene…-.

Nadeshiko sorrise, ancora nuda, e posse gli occhiali sul volto del ragazzo.

-Ora puoi vedere cosa stai facendo.-, lo prese in giro, notando il suo rossore appena lui la guardò attentamente.

-Io… i toast…-. Lei lo vide allontanarsi e ridacchiò ancora un po’, ma le fece tenerezza e così fece scivolare una maglietta sulle sue nudità.

Diede un’occhiata alla stanza in cui si trovava – una stanza in cui solo molto recentemente aveva cominciato a passare la notte – e decise di esplorarla un po’. Era molto diversa dalla sua casa in stile occidentale, molto tradizionale e scarsamente decorata: un futon, un tavolino basso, un armadio, pareti scialbe… Era tutto molto, molto diverso. Godendo nel percepire il ruvido tappetino del tatami contro la pelle dei suoi piedi, Nadeshiko strofinò le dita sul dorso di vari libri impilati sul tavolo. Ne prese uno e lo aprì, spaventata dal fatto che fosse scritto in una lingua completamente diversa… e antica. Sembrava anche molto vecchio, con la copertina rilegata in pelle che le arrossava i polpastrelli e quell’odore particolare. Solo quando rimise a posto il libro notò il vago odore di muschio nella stanza.

Nadeshiko arrossì quando si riscosse, dando uno sguardo alla finestra chiusa. Dopo aver armeggiato per qualche secondo con il chiavistello, spalancò la finestra e una boccata d’aria fresca soffiò nella stanza, mentre la brezza gentile giocava con alcune ciocche dei suoi capelli. Un dolce profumo si librò fino ad arrivare a lei che, impregnata di un’infantile allegria, aprì gli occhi per vedere i fiori colorati lungo un ramo vicino. Allungò il collo fuori dalla finestra per godere di una vista migliore, affacciandosi un po’ troppo oltre per quanto fosse considerato lecito ad una signora. Lei non lo notò, ovviamente, almeno finché un suono improvviso venne da dietro di lei e mani familiari erano premute dove la maglietta era salita. La ragazza voltò il capo e rise per il rossore che aveva cominciato a diffondersi di nuovo sulle guance di Fujitaka.

Lui cambiò argomento:

-Ti ho fatto un po’ di the.-, girò la testa verso il vassoio sul pavimento. Nadeshiko gli baciò una guancia stringendo le mani attorno alla tazza di dolce the rosso che le aveva passato e lo sorseggiò con un sospiro felice.

-Non mi hai mai detto che c’è un ciliegio qui fuori, Fujitaka.-, sorrise e si appoggiò al suo petto, -Tutto ciò che ho sempre visto sono stati il cortile davanti a questo edificio e il tuo appartamento. C’è un giardino qui dietro?-.

-È nel cortile dei vicini. Non possiamo entrarci, purtroppo.-.

-Ah… Beh, il nostro tetto è abbastanza stabile da sedercisi? Possiamo guardarlo da lì, almeno.-.

Fujitaka la guardò intimorito:

-Robusto o no, non permetterò alla mia neomoglie di arrampicarsi sulle finestre per sedersi sulla cima di un tetto spiovente solo per guardare dei fiori di ciliegio quando ce n’è un intero parco giù in strada.-.

-Ma questo è diverso! È nascosto, segreto… Saremo alcuni dei pochi ad ammirarlo nel suo splendore.-.

-Nadeshiko…-.

-E c’è qualcos’altro, qualcosa di speciale.-, guardò di nuovo fuori dalla finestra mentre un petalo volava nella brezza, -Qualcosa di importante…-.

Non si era accorta di stare aggrottando le sopracciglia finché un bacio non si posò sulla sua fronte. Delle labbra rosa per il the ai lamponi si incurvarono e Nadeshiko guardò suo marito:

-Qualcosa di importante?-, le fece eco il ragazzo. Lei annuì veementemente. Fujitaka sembrò rifletterci un momento, poi prese la tazza della moglie e la pose sul vassoio.

-Molto bene, ci proveremo, ma io andrò fuori per primo per controllare che sia sicuro.-. Quasi fece cadere il vassoio quando Nadeshiko gli buttò le braccia al collo e lo abbracciò da dietro.

-Grazie.-.

Fujitaka mise il vassoio a posto e sorrise, pur notando il toast ormai inzuppato di the, aspettando che lei lo lasciasse andare per girarsi di fronte a lei.

-Dovrai vestirti appropriatamente.-, dichiarò lui e Nadeshiko strillò quando le tolse la maglietta e la indossò lui stesso. –Il tuo vestito è sotto la sedia…-, cominciò.

Fu completamente vestita in un attimo e aspettava ansiosamente vicino alla finestra che il marito ritenesse il tetto sicuro per sedervisi. La sua mano la raggiunse e lei gli passò i cuscini prima di prendere la sua mano e arrampicarsi sulla finestra. Passarono lì buona parte della mattinata, acciambellati l’uno all’altro, contenti, mordicchiando lievemente qualche toast molle. Entrambi rimasero in silenzio venerando la bellezza dell’albero in fiore quando Nadeshiko improvvisamente esclamò:

-Ho deciso una cosa.-.

-Mmh?-.

Voltandosi per guardarlo, sorrise al marito:

-Chiamerò nostra figlia Sakura.-.

Fujitaka sbattè le palpebre:

-Nostra…-.

-Figlia.-, terminò la ragazza per lui, -La chiameremo Sakura.-.

-… Sei…?-.

Lei rise, scuotendo la testa:

-Siamo stati troppo attenti per quello, sciocco.-, il suo sguardo ritornò all’albero, -Intendo dire quando  avremo una figlia, quando cominceremo una fare insieme una famiglia di cui tu possa far parte.-.

Fujitaka taceva, ma sorridendo, e prese la moglie fra le braccia:

-Grazie, Nadeshiko.-, mormorò fra i suoi capelli, -Grazie.-.

Lei chiuse gli occhi e si appoggiò a lui:

-È un tuo desiderio e io sono qui per esaudirlo.-, rispose semplicemente, -Inoltre, so che avremo una figlia. L’ho capito da quando ci siamo conosciuto che ti avrei amato, sposato e che ti avrei dato una figlia.-.

-Qualche chance anche per un figlio?-.

-Certo! Un figlio ed una figlia di nome Sakura. E tu sarai un padre meraviglioso per loro…-.

-E tu una madre stupenda.-, la interruppe.

-… e loro ti vorranno bene proprio quanto ne vorrai tu a loro.-, sorrise alla sua interruzione quando terminò, -E avrai la famiglia che hai sempre desiderato.-.

-Sembra troppo bello per essere vero.-.

-Beh, lo voglio anch’io, così faremo sì che accada, insieme.-, dichiarò la ragazza.

-Beh, sono sicuro che tu abbia ragione.-.

Nadeshiko premette le labbra sulle sue:

-Certo che lo sono.-.

 

______________________________________________________________-

 

Salve, questa a dire la verità è la mia prima traduzione, quindi ho voluto provare con qualcosa di più semplice. Di conseguenza, chiedo scusa per eventuali errori (anche perché non ho avuto tempo nemmeno per rileggere). Spero di effettuare altre traduzioni, perché per me è stato davvero divertente.

Grazie per eventuali commenti e letture.

Ah, a proposito, ho scelto una fan fiction Nadeshiko/Fujitaka perché su questo sito ce ne sono davvero poche. Questa forse è un po’ smielata, ma penso che sia sicuramente realistica (almeno nei momenti in cui i due non litigano…).

Bene, allora a presto e grazie ancora.

Francy

 

   
 
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