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Autore: GWUNCANKILLA    03/05/2014    1 recensioni
Questa fanfition parla di una ragazza Gwendoline con un passato oscuro che la condurrà ad un'orologi regalatogli in grado di fermare il tempo cosa succederà? riuscirà a sbloccare il tempo e a mettere in salvo la sua amata città? Lo scoprirete leggendolo...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Duncan, Gwen, LeShawna, Nuovo Personaggio, Trent | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen, Trent/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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IL MARCHINGEGNO FERMA TEMPO...

Capitolo 2
Misi apposto il mio orologio e cercai di addormentarmi il più presto possibile così che domani non mi sarei appisolata fra i banchi di scuola.

"Gwendoline! Sveglia è ora di andare a scuola!" la voce di mia madre mi risuonò nella testa. Senza farla urlare oltre mi misi in piedi e andai a cambiarmi, indossando una semplice maglia color blu, "come al solito" direbbe Duncan, e dei pantaloncini neri con sotto delle calze del medesimo colore e i miei "immancabili" anfibi. 
Quando fui pronta per prendere l'autobus, scesi dalle scale e andai a salutare mia madre la quale era un po’ preoccupata ma non ci feci molto caso dato che ero ancora addormentata. Mi diressi verso il pullman quando vidi Duncan... ma quest'ultimo non era solo era con... 
Caroline?
Sbarrai gli occhi aprendoli talmente tanto da sentire l'aria attraversarli. Caroline era la ragazza più popolare della scuola, la quale sbavava da almeno tre anni dietro a Duncan. Lui non ne era mai stato attratto, ma questa volta mi dovetti ricredere perché si stavano baciando!
Rimasi lì, ferma, impalata a fissarli.
Ero scioccata, non capivo il perché, ma quella scena mi sembrava talmente irreale che mi strofinai con le mie mani gelate dal freddo i miei occhi, ormai lucidi. Non riuscivo a crederci era talmente surreale! 
Sentii un liquido caldo scendermi sulla mia spalla, mi girai e vidi Courtney che piangeva vedendo quella scena.
Poveretta…
Ero arrabbiata, delusa, sconcertata da quel suo comportamento e capivo perfettamente Courtney.
“Poveretta…” continuava a ripetere compassionevole la mia mente.
Misi da parte tutta l’antipatia che provavo per quella persona, carezzai delicatamente la testa di Courtney delicatamente e me la portai al petto sussurrandole "Sfogati… sfogati"
Non potevo credere a ciò che avevo visto pochi minuti fa.
Quella mattina, io e Courtney preferimmo marinare la scuola, così passai tutta la giornata con lei, e dovetti ammettere che conoscerla meglio mi fu stato utile per realizzare che in realtà non era così cattiva e acida come si mostrava.
Tutt'altro, era molto dolce e simpatica. Andammo al parco per parlare di quello che era accaduto e per farla sorridere le proposi di fare un piccolo dispettuccio a Duncan.
Il piano era semplice: io avrei continuato ad essergli amica, nonostante l’amicizia tra me e il punk fosse finita, cercando di estorcergli la verità ed il perché di quella sua azione. Intanto Courtney doveva farlo ingelosire con Justin, il belloccio della scuola, così che quando Duncan sarebbe scoppiato per la gelosia, Courtney avrebbe potuto rinfacciargli la “stupenda” scena di questa mattina. Ok, dovevo ammettere che non era proprio un piano geniale, ma ce la saremmo cavata.
Tornai a casa dopo aver passato insieme a Courtney la maggior parte della giornata, quando sentii squillare il mio cellulare. Sbirciai sullo schermo e, secondo il detto “Parli del diavolo e spuntano le corna”, ecco Duncan!
Che cosa voleva? Uffa! Beh, mi costrinsi a rispondergli come prestabilito dal piano.
"Hei vampira, come mai sei sparita oggi? Non ti ho vista a scuola che è successo?" mi chiese, chiamandomi con quell’assurdo nomignolo.
Io con tono serio risposi "Nulla di che… non avevo molta voglia di andare a scuola oggi, ero stanca"
Ok, come scusa non era molto convincente… non ero molto brava a mentire… 
"Mhhh... va beh… domani vieni al parco? Devo parlarti"
"Si, certo!" risposi, ma con tono ancora serio. Ero troppo delusa per il suo comportamento e non vedevo l'ora di scoprire tutta la verità.
"Bene, devo chiudere. Ciao Vampira"
"Ciao" Chiusi la chiamata e sbuffai. 
“Vampira” mi chiamava lui. Uno stupido nomignolo per via della mia pelle pallidissima e il mio odio nei confronti del sole.
Appena posai il telefono, vidi una chiamata persa. Lo ripresi e guardai chi fosse stato a chiamarmi.
Era Trent.
Decisi di richiamarlo, non sapevo cosa volesse e oggi non l’avevo ancora visto 
"Ehi Tesoro" mi salutò.
"Ehi Trent, come mai mi hai chiamato?"
"Volevo chiederti se volevi uscire con me domani sera?"
Rimasi in silenzio… non sapevo che cosa dire!
Credevo di non provare più nulla per lui, ma effettivamente volevo vedere provare se era vero quello che pensavo o se era solo una mia convinzione.
"Si va benissimo a che ora?!" domandai esitante.
"Alle 20:00, va bene? "
"Sì… sì… certo… ok… allora a domani!"
"Aspetta Gwen volevo dirti un'altra cosa..."
Oddio! Che cosa voleva chiedermi ancora?
"Sì, certo… dimmi!"
"Oggi Courtney mi ha raccontato di tutto quello che è successo e… beh, volevo chiedere se posso collaborare anche io al piano"
"Oh… beh, sì certo… Ci penseremo domani però. Ora vado a nanna che devo essere riposata per domani sera!”
"Ahahah, a domani sera allora! Notte amore!"
"Notte!" chiusi in fretta la chiamata per non sentire altre sdolcinatezze che personalmente odiavo. Domani mi aspettava una giornata impegnativa, ma non volevo rimuginarci troppo quindi cercai di distrarmi con altri pensieri.
Presi l'orologio regalatomi da mio padre prima che morisse. 
Già, troppo prezioso, troppo… era parte di me. 
Lo aprii cercando di interpretare tutti i suoi particolari, ma soprattutto chiedendomi il significato della sigla "I.M.F.T." 
Erano anni che pensavo a tutte le possibili frasi che potesse nascondere, ma non avevo mai risolto il mio quesito.
Poi, un lampo passò per la mia testa…
Ma che scema! 
La mia famiglia non aveva mai comprato un computer. Mia madre odiava la tecnologia e per lei avere anche solo un televisore era un sacrilegio, ma ultimamente io e mio fratello le avevamo fatto cambiare idea perciò ora possedevamo un televisore, un forno a microonde, una lavastoviglie e… un computer!
Presi il mio portatile nuovo di pacca e cercai su internet che cosa potesse significare quella sigla. 
La ricerca portò molti risultati, ma il più frequente era "Istituto Marchingegni Ferma Tempo" 
Sapevo che in molti film si parlava di macchine del tempo di ferma tempo, ma non pensavo che potessero essere reali tanto da creare un istituto! 
“Sarà uno scherzo!” pensai, ma intanto un tasto tempestato di diamantini rossi attirò la mia attenzione.
“E se provassi a schiacciarlo?” Cliccai, ma non successe nulla.
“Proprio come previsto” pensai, ma mi dovetti subito ricredere!



 

Angolo dell'autrice:   Volevo ringraziare Xenja per il suo utilissimo aiuto per questo capitolo.

 

  
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