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Autore: Cara_Sconosciuta    23/07/2008    4 recensioni
Twoshot tutta miele nata guardando il fantasma dell'opera. La signorina Darbus ha organizzato, per l'ultimo dell'anno, un ballo in maschera durane il quale tutti dovranno fare il possibile per restare irriconoscibili...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kelsi Nielsen, Ryan Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi sono finalmente riuscita, dopo un sacco di tempo, a vedere “Il Fantasma dell’Opera”

Oggi sono finalmente riuscita, dopo un sacco di tempo, a vedere “Il Fantasma dell’Opera”. Sono rimasta un po’ scioccata a sentire in italiano la mia canzone preferita, Music of the Night, ma lo trovo comunque un film bellissimo e, guardando la spettacolare mezza maschera di Erik (il più grande mistero del film è, in realtà, come faccia questa a stare al suo posto J) mi è venuta in mente questa storiellina (twoshot)abbastanza scontata ma vabbè, è nata così e io la scrivo, o no? E poi ditemi che il caro Ry non sarebbe un fantasma delizioso!!!

 

I personaggi non mi appartengono e la storia non è scritta con fini di lucro.

 

 

Temperance

 

Maschere

Il Fantasma e la Regina

 

“Sono ridicola.”

“Non sei ridicola, sei una bellissima Cleopatra. Decretò Martha, facendo gli ultimi ritocchi all’acconciatura di Kelsi.

“Non è vero. Vorrei sapere chi ha avuto la brillante idea di organizzare un ballo in maschera. Tutta la scuola riderà di me.”

“La Darbus e nessuno riderà di te, dato che sei stupenda. E poi, scusami, non ti riconosceranno!”

“Oh, sì che lo faranno. Conosci qualcun’altra ‘alta’ come me?”

“Come no! Un sacco di ragazze del primo e del secondo anno.

“Consolante.”

“E dai, Kels! Ci divertiremo!”

“Dici?”

“Dico.”

 

***

 

“Non capisco perché devo venire anche io. Tanto tu passerai tutta la sera con Zeke!”

“Lo so, ma mi sembrava tremendo lasciare mio fratello a casa per l’ultimo dell’anno. Pensa, magari conoscerai l’amore della tua vita…” Cinguettò Sharpay con aria sognante.

“La cosa mi sembra difficile, visto che anche mamma ha stentato a riconoscermi. Comunque, stare con Zeke ti fa bene; stai diventando dolce come la sua crême brulée. Ridacchiò Ryan, sistemandosi la maschera bianca e ravviandosi i capelli provvidenzialmente –e temporaneamente- tinti di nero.

“Non dirlo neanche per scherzo, è chiaro?” Minacciò Sharpay, puntando un dito ricoperto di seta bianca contro il petto del fratello.

 

***

 

La palestra dell’East High, addobbata con decine di festoni sui toni dell’oro e del bronzo, non era mai stata tanto elegante. Al suo interno si muovevano, chi totalmente a loro agio, chi cercando in ogni modo di nascondersi, le creature più strane mai apparse sulla terra o al cinema, mescolate ad allegre damine e cavalieri in armature lucenti. L’unica cosa che li accomunava tutti era la maschera ben attaccata al viso che impediva, o avrebbe dovuto impedire il riconoscimento di chi vi si celava.

L’unica regola di quella festa era, infatti, che l’identità del proprio compagno di danza doveva rimanere assolutamente segreta.

Del fatto che questo fosse possibile, poi, Kelsi non era convinta per niente e l‘aver già scorto, in un quarto d’ora scarso, almeno due coppiette intente a scambiarsi tenerezze sembrava confermare totalmente la sua tesi. Martha, d’altro canto, era entusiasta alla massima potenza e fantasticava di trovare, in mezzo a quella parata d’irrazionalità, il suo principe azzurro.

Kelsi nel principe azzurro non ci credeva già da un po’, ma la sua amica era talmente allegra che sembrava un male guastare la sua gioia, quindi la piccola Cleopatra si appostò in quello che era stato il suo rifugio in tutti i balli a cui aveva preso parte: l’angolo dietro al tavolo del punch. Ormai aveva imparato a conoscere la fauna del luogo e, durante le sue permanenze lì, aveva anche stretto un paio di buone amicizie, che la riconobbero immediatamente, come aveva pronosticato, grazie alla sua statura, malgrado fossero presenti anche un paio di new entry non molto più alte di lei.

Accomodatasi su una delle sedie messe a disposizione in occasione della festa, Kelsi si preparò a trascorrere l’ennesima serata sul genere, guardando gli altri ballare.

 

***

 

“Non è bellissimo??!!” Esclamò Sharpay, entrando nel trionfo metallizzato in cui era stata trasformata la solitamente nuda palestra della scuola.

“Sì, bellissimo, bellissimo.” Concordò Ryan non troppo convinto, scannerizzando la folla alla ricerca del ragazzo di sua sorella. Il piano era questo: trovare Zeke, lasciare a lui il compito di scarrozzarsi in giro Sharpay, bere un drink e filare a casa entro l’inizio del suo telefilm preferito.

Di trascorrere un’altra serata a ballare in mezzo a gente che lo disprezzava proprio non gli andava e ancora meno gli andava che quella serata fosse l’ultima dell’anno. Non che credesse a tutte quelle scemenze del tipo ciò che fai per capodanno lo fai per tutto l’anno, però sempre meglio essere sicuro.

Tuttavia, i suoi piani furono allegramente mandati a quel paese non appena il pubblico femminile si accorse della sua entrata nel salone. La voce si diffuse in fretta e, nel giro di cinque minuti, si trovò circondato da un’orda di ragazze che volevano ballare con “il misterioso tipo in nero”.

“Te l’avevo detto che vestirti da Erik sarebbe stata una buona idea. Gli sorrise Sharpay, strizzando un occhio, prima di sparire totalmente dal suo campo visivo.

Sarebbe stata una festa molto, molto lunga.

 

***

 

“Ehi, Cleo, ti va di ballare?” Domandò un appariscente clown tendendo a Kelsi la mano guantata.

“Magari più tardi, grazie, Mike.”

“Ehi, come hai fatto a riconoscermi?”

La ragazza si strinse nelle spalle.

“Sono una buona osservatrice, tutto qua.”

“Ok, occhio di falco, ti aspetto per il ballo di mezzanotte!”

Non appena il pagliaccio si fu allontanato, le sue amiche le volarono addosso.

“Hai avuto un invito per il ballo di mezzanotte! Vuol dire che Mike ti vuole baciare!”

“Sei davvero, davvero fortunata!”

“Ti invidio da morire!”

Sentendosi leggermente sotto assedio, Kelsi si limitò a sorridere, prendendo un sorso di punch. Non le importava un bel niente dell’invito del bel Mike Sheperd, giocatore di football e da sempre invischiato in un tira e molla senza fine con la più popolare tra le cheerleader. Probabilmente le aveva chiesto di ballare perché l’aveva confusa con qualcun’altra.

Non era il primo ballo a cui veniva ignorata e non sarebbe stato nemmeno l’ultimo: ci aveva fatto l’abitudine.

E poi lo vide.

Lui era lì, appena oltre il bordo della pista da ballo e stava gentilmente declinando, uno dopo l’altro, gli inviti di una decina di ragazze.

Indossava un completo nero, composto di pantaloni, giacca, camicia e panciotto. Le mani erano coperte da lucidi guanti di pelle scura e i capelli corvini erano pettinati all’indietro e leggermente schiacciati contro la testa da una maschera teatrale bianca come la neve che gli copriva il volto dalla fronte fino a sotto il naso, lasciando liberi il mento, la bocca e gli occhi. Le sembrava che il fantasma dell’opera in carne ed ossa fosse in piedi davanti a lei, l’eroe di tutti i suoi sogni così vicino da poter essere toccato e poco importava che fosse solo uno dei suoi compagni di scuola travestito per il ballo d’inverno.

 

***

 

L’aveva notata subito, ma avvicinarsi a lei gli sembrava impossibile, con tutte quelle ragazze sempre intente a ronzargli intorno. Non avevano niente di meglio da fare, accidenti a loro?

Eppure lei non sembrava avere intenzione di muoversi e se ne stava lì, composta, con un bicchiere di carta dorata in mano a sorseggiare piano il suo punch.

La bella regina d’Egitto che guardava il popolo dal suo trono di plastica attraverso quella maschera che sembrava dire a tutti che lei era la più bella, che nessuno la poteva superare.

Non appena i suoi occhi si erano posati su di lei e sul suo semplice e regale vestito, che pareva una cascata d’oro sul suo corpo, aveva deciso che avrebbe volentieri rinunciato non a una puntata, ma all’intera serie di quello stupido telefilm pur di passare una sera a ballare con lei.

E di sapere chi si nascondeva sotto a quel viso di cartapesta.

 

***

 

Non era un’impressione, Erik si stava effettivamente muovendo nella sua direzione.

°Vorrà un po’ di punch, stupida, di certo non viene qui per te.°

Solo che il bel fantasma superò il tavolo senza degnarlo di uno sguardo e, tra i sospiri delle altre, si inchinò di fronte a lei, esibendosi in un perfetto baciamano.

“Voglia scusarmi vostra maestà se sono arrivato con un tale ritardo, ma ho trovato degli impedimenti lungo il mio cammino. Nessuna delle sue pretendenti sembrarono essere disturbate dal sentirsi definire impedimenti, dato che rimasero tutte, estatiche, ad ammirare la scena, invidiando la fortuna di quella sconosciuta Cleopatra che, dal canto suo, aveva paura che la sua maschera potesse prendere fuoco,vista la gradazione di rosso che il suo viso doveva aver raggiunto.

“Vuole la bella regina concedermi l’onore di questo e di altri cento balli?” Domandò il Fantasma, alzando un paio di fenomenali occhi azzurri in quelli di Kelsi.

Aveva già visto quegli occhi da qualche parte, ne era certa…e come non esserlo, dato che il misterioso spettro frequentava la sua stessa scuola? Decise, però, che avrebbe pensato in un altro momento a scoprire la sua identità, perché non capita tutti i giorni di sentirsi di nuovo bambine, sfruttando la possibilità di ballare con il personaggio che si ama da una vita.

“Con immenso piacere.”Biascicò, prendendo la mano che il giovane le offriva e alzandosi, per poi dirigersi con lui verso la pista da ballo.

Al sentire la voce della regina, gli occhi azzurri del Fantasma avevano avuto un guizzo di riconoscimento, ma era stato qualcosa di momentaneo che non aveva portato da nessuna parte.

Lei era così bella… gli sembrava impossibile aver trascorso quattro anni nello stesso edificio di quella meraviglia senza mai accorgersi di lei. Ma ora non l’avrebbe più lasciata andare, avrebbe ballato con lei fino a mezzanotte, quando ognuno avrebbe svelato il suo volto.

“Allora, come mai ho avuto l’onore di vedere respinte tutte quelle belle ragazze per me?” Domandò Kelsi, una volta resasi conto che Erik non l’aveva riconosciuta né l’avrebbe fatto in seguito. Sarebbe bastato smettere di ballare con lui prima della mezzanotte, era facile.

“Perché nessuna eguagliava la vostra bellezza, vostra maestà. Rispose lui, avvolgendole una mano con la propria e passandole un braccio intorno alla vita.

“Puoi… puoi chiamarmi Cleo, se vuoi.” Balbettò la giovane, arrossendo nuovamente sotto alla maschera.

“D’accordo, Cleo, io sono Erik.”

“Sei il mio Angelo della Musica?” Chiese lei, ripetendo la battuta di Christine, la bella ballerina che rubava il cuore al musicista dell’Opera Populaire.

“Se vuoi posso diventarlo.”

Conversazione e danza andarono avanti in quel modo, a metà strada tra sogno e realtà, senza che Ryan e Kelsi o, meglio, Erik e Cleo, si rendessero conto dello scorrere del tempo, troppo persi l’uno negli occhi dell’altra per accorgersi anche di quel normalissimo mal di piedi che assalirebbe chiunque dopo due ore trascorse a ballare.

“Fermi fermi fermi tutti!” Gracchiò la professoressa Darbus dalla sua postazione. “Mancano poche manciate di secondi alla mezzanotte ed è tempo per le nostre belle mascherine di rivelare il volto che si cela sotto di loro. Quando il mio conto alla rovescia raggiungerà il tre ognuno toglierà la maschera al proprio partner e, allo scoccare del nuovo anno, sarà tempo del tradizionale bacio. Mi raccomando, cambiare compagno non è valido! E ora cinque…”

 

Gli occhi azzurri del Fantasma indugiarono ancora un istante in quelli color dello smeraldo di Cleopatra.

Gli occhi azzurri di Ryan Evans sorrisero rivolti a quelli color dello smeraldo di Kelsi Nielsen.

 

“Quattro…”

 

Un paio di mani un po’ insicure e tremanti si avvicinarono alla maschera bianca.

Un paio di mani da pianista ne slacciarono il nastro di raso nero.

Un paio di mani grandi e delicate sciolsero il fiocco  verde che legava la maschera aurea alla parrucca di treccine corvine.

 

“Tre….”

 

E poi entrambe le maschere lasciarono i rispettivi volti, scivolando tra le mani del ballerino e tra quelle della musicista, lasciando spazio solo ad un tangibile stupore.

“Evans?”

“Nielsen?”

 

Continua….

   
 
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