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Autore: GWUNCANKILLA    04/05/2014    2 recensioni
Questa fanfition parla di una ragazza Gwendoline con un passato oscuro che la condurrà ad un'orologi regalatogli in grado di fermare il tempo cosa succederà? riuscirà a sbloccare il tempo e a mettere in salvo la sua amata città? Lo scoprirete leggendolo...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Duncan, Gwen, LeShawna, Nuovo Personaggio, Trent | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen, Trent/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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IL MARCHINGEGNO FERMA TEMPO...

CAPITOLO 2.
 
Apparve una luce a dir poco accecante, ma non una delle solite luci bianche, era una luce rossa. All'improvviso comparì il volto di mio padre, ma non era felice... era triste e mi chiamava. La paura in quel momento era in possesso del mio corpo, ma subito dopo svanì quel volto così familiare, quel volto che mi mancava, a cui rivolgevo uno sguardo al mattino, appena sveglia o al quale rivolgevo un sorriso. Il dolore dovuto a quei ricordi era atroce, quindi spuntarono delle lacrime calde e salate dai miei occhi, ma... quel volto era scomparso e aveva preso il posto il volto di Duncan...."Duncan!"... urlai, cosa centrava lui con tutto questo?
"Non capisco lui... lui... perchéé proprio lui?" Pensai ancora più confusa. Ero arrabbiata col punk e non capivo, ma dovevo calmarmi o avrei svegliato mia madre e mio fratello. Non ci riuscivo! Ero troppo scossa da quella assurda situazione, perciò scoppiai a piangere; incredula per quello che avevo appena visto, buttai a terra l'orologio ma non si ruppe in mille pezzi, c'era solo una frattura nel mezzo e si era aperto. A quel punto, non sapendo che fare, afferrai l'orologio stringendolo forte e scappai fuori di casa, non avevo idea di dove stavo andando, ma dovevo capire quel che era appena accaduto, non mi importava se era notte fonda.
Mio papà mi aveva chiamata ed io dovevo scoprire.
Decisi di andare da Duncan, anche se ero ancora arrabbiata con lui, dovevo comprendere e sapevo che avrei ottenuto risposte centrava anche lui in qualche modo visto che mi era apparso avanti agli occhi con quella sua capigliatura... ed anche lui era abbastanza triste. Ero in ansia ma non mi interessava di tutto il resto, io volevo solo capire: perché mio padre? Perché Duncan? Queste domande mi assalirono la mente, ma mi accorsi che ero già davanti a casa di Duncan, che fare? "Dai Gwen si forte suona!" mi sussurrai, dandomi coraggio, tanto non avrei svegliato nessuno a parte Duncan ovviamente, ormai lui viveva da solo, così mi decisi. Con le mani fredde e tremanti suonai il campanello che in quel momento sembrava la cosa più difficile che avessi mai fatto. Dopo che ebbi suonato tirai un sospiro di sollievo e la porta si aprì... trovai un Duncan mezzo addormentato che mi disse..."Ehi, Vampiretta, che ci fai qui?!"Non riuscivo a rispondere perché ero in balia delle lacrime..."Come mai piangi, dolcezza?"...come osa chiamarmi dolcezza dopo quello che ha fatto? Ma a quel punto mi avvolse in uno dei suoi abbracci caldi, teneri e delicati. Sentivo il suo respiro sul mio collo riscaldato e il suo cuore battere normalmente, mi sentivo strana perché il mio aveva perso di qualche battito. Quando lo vedevo, anche a chilometri di distanza, lo sentivo battere come se si stesse ribellando e mi saltasse fuori, ma in quel momento così vicino e tenero non sentivo nulla. Sarà stato per la delusione o per lo shock provocatomi da quell'orologio, pensai, sinceramente non sapevo come quelle emozione mi avessero abbandonato ma avevo bisogno di qualcuno con cui parlare, avevo bisogno di qualcuno che mi desse delle risposte.
Ci dirigemmo all'interno di casa sua, avevo ancora il suo braccio attorno al mio collo, non volevo farglielo togliere perché avevo bisogno di affetto, ma non potevo ignorare quello che era accaduto quella mattina, così, molto scorbuticamente gli presi il braccio e me lo tolsi dal collo, lui rimase li fermo e confuso, io mi sedetti sul divano con aria seria ma allo stesso tempo triste, avvolta dalle lacrime di cui sentivo il sapore salato. Lui mi posò la sua mano forte ma allo stesso tempo debole e delicata sul volto, togliendomi l'ennesima lacrima dal volto poi posò il suo sguardo sull'orologio che ancora tenevo in mano, stretto, talmente tanto che le mie nocche erano bianche e tremavo, tremavo come una foglia appena caduta dal suo albero e posatasi delicatamente al suolo, fragile orma,i senza un appoggio, già, era proprio così che mi sentivo: fragile e senza nessuno attorno che poteva risollevarmi, ma a quel punto, il suo volto divenne bianco il suo sguardo spaventato rivolgendo i suoi occhi color cielo ancora verso i miei, era spaventato ma non capivo il perché, ma a quel punto si voltò verso il suo armadio lo aprì e cercava qualcosa ma non capivo cosa, ero confusa, forse, troppo, si girò guardo ancora la mano dove tenevo stretto l'orologio e si rigirò prese qualcosa in un pungo stretto come se gli stesse per cadere, si avvicinò a me, si sedette, aprì la sua mano tremante anch'essa e sobbalzai alla vista dello stesso orologio che avevo io... oddio lo aveva anche lui! "Anche tu!" dissi spaventata. "Già, me lo regalò mio padre prima di andarsene per una missione militare di guerra, da cui purtroppo non tornò più" disse lui lasciandosi scappare delle dolci lacrime che però cacciò via subito, sbarrai gli occhi a quelle sue parole, "Anche a me lo regalò mio padre prima di morire" Dissi piangendo, girai l'orologio fissando quella sigla, lui sobbalzò e girò anch'esso l'orologio, anche lui aveva quella sigla incisa dietro, "Tu, sai che cosa significhino queste lettere?!" mi chiese spaventato, io risposi "sì, è un Istituto Marchingegni Ferma Tempo", lui mi guardò confuso, "lo scoperto questa sera" e continuai raccontandogli quello che era accaduto, lui a quel racconto mi prese le mani le avvolse nelle sue io mi irrigidii a quel suo toccò ma non lo respinsi capii che doveva dirmi qualcosa e disse " io so che se tutto questo ci ha portati vicino, c'è qualche segreto dietro tutto questo, e voglio scoprirlo, ma non da solo con te!" "certo! anche io vorrei ma ho paura" dissi tremando ancora, "So che sembra difficile, ma noi supereremo anche l'impossibile" a quelle parole mi commossi e lo abbracciai chiedendogli scusa, lui non capì per cosa, ma io dentro di me sapevo, sapevo che dovevo parlargli subito per quello che era successo e non creare un piano contro di lui non volevo perdere quella stupenda amicizia e dire stupenda era davvero poco, così decisi di spiegargli quelle mie scuse a lui sconosciute, a quelle mie parole ne rimase deluso di me, e spaventata mi aspettavo che mi avrebbe detto qualcosa di brutto o che mi avrebbe ferito che avesse voluto chiudere quell'amicizia, ma, lui invece mi disse "io so, che tu non hai mai perso fiducia in me, perché so benissimo che io e te insieme siamo una cosa sola un'amicizia indistruttibile sei forte ma allo stesso tempo dolce sei triste ma allo stesso tempo felice sei una variazione indistinta di colori, ma so che non mi abbandonerai mai, ti dirò quel che devi sapere sul contesto dell'altra mattina quando sapremo fidarci quando risolveremo questo segreto e a quel punto potremmo essere felici sempre insieme, ti voglio bene!, ok mi sento tipo un filosofo/investigatore ma e quello che sento e dovevo dirtelo Gwen" le sue parole mi lasciarono imbambolata a bocca aperta ma non mi stupirono sapevo perfettamente che lui all'apparenza sembrava una roccia ma in realtà era un coniglietto dolce ma forte sempre e comunque, risi alle sue ultime parole e risposi "allora io sono la tua assistente Sherlock Holmes?!, anche io ti voglio bene" finendo la mia frase lo abbracciai e lui mi sussurrò "certo, Watson, anche se preferisco la mia vampiretta" lo strinsi più forte a me per paura di perderlo, e risi.
Decisi di andarmene, lui mi lasciò andare solo dopo che erano le tre di notte, abbiamo parlato per tutto il tempo, era una cosa unica e rara, difficile da trovare ma facile da perdere. Ma capii perfettamente che non provavo nulla di più di un'amicizia per Duncan eravamo amici, migliori amici, ma nulla di più amavo Trent e non lo avrei tradito mai, ma ancora non capivo come mai Duncan avesse baciato quella specie di prima della classe, Courtney non se lo meritava ma lui mi aveva detto che mi avrebbe dato delle risposte appena concluso il tutto, beh dovevo parlare con Courtney sono sicura che capirà e avrà la pazienza di attendere, da quando passai quella semplice ma intensa giornata con Courtney il mio odio verso di lei era scomparso le era dolce e simpatica, sono sicura che lei mi avrebbe sempre sostenuta. Io e Duncan inoltre avevamo deciso di far partecipare anche Courtney e Trent a questa "missione" poiché sapevamo a cosa andavamo in contro e da soli non ce l'avremmo mai fatta.
 
ANGOLO DELL'AUTRICE: Ciao a tutti i lettori, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, vi ringrazio per il sostegno e spero recensiate sono curiosa di sapere il vostro parere anche negativo U.U ciaooo!
  
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