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Autore: Eulalia_writer    04/05/2014    2 recensioni
Dal testo: "-«Come scusa? Dove vorresti andare? I tuoi ci ammazzano se scoprono che sei a casa mia»
-«Ci ammazzerebbero in ogni caso- fece una pausa e poi aggiunse maliziosa- ma devono prima trovarci»."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Storie della buonanotte'
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Era quasi un'ora che l'aspettava.

***
-«Mattia ho fatto una cazzata»

-«Che hai combinato?»

-«Sono scappata di casa»

-«E dove sei?»

-«Sto venendo da te».

Di corsa aveva recuperato le chiavi della macchina, la patente ottenuta appena una settimana prima, ed era partito. Alla fine era stata più determinata di lui ed era salita su quell'aereo.

Mentre schiacciava il piede sull'acceleratore si concesse di ripensare a lei. Dolce, lei, con la quale parlava tutte le sere e con la quale aveva già progettato di dividere la sua intera esistenza. Stava arrivando. Nove ore per ritrovarsi. Nove ore di oceano che li aveva divisi per così tanto tempo. Ora non sarebbe più stato un problema. Ora sarebbero stati insieme.

***

Aveva già fatto il giro dell'edificio tre volte, ormai, ma restare fermo su una scomoda sedia metallica avrebbe avuto l'effetto contrario, e invece di calmarlo l'avrebbero reso ancora più impaziente. Lanciava occhiate isteriche all'orologio e si torturava le mani in preda al nervosismo. Una vibrazione nella tasca dei pantaloni lo distrasse dai suoi pensieri ansiolitici. Diceva "Io ti ho già trovato. Tu mi riconoscerai?". Quella ragazza dubitava che si ricordasse come fosse il suo viso. Come avrebbe potuto dimenticarla? Il suoi occhi scuri e intelligenti, le lentiggini, la fossetta che compariva ogni volta che la faceva ridere...

Ripensò a come si erano conosciuti, a come l'avesse trovata meravigliosa fin dal primo momento in cui l'aveva notata, in quella sera di luglio, seduta al bar da sola.

Un leggero picchiettio sulla spalla lo costrinse a voltarsi.

-«Ehi, che fai, piangi?» gli aveva domandato lei sorridendo comprensiva.

-«No no, è che c'è il vento, la polvere e...e...»

-«Quanto sei scemo»

-«Quanto mi sei mancata».

Uscendo dall'aeroporto non si tenevano per mano: Mattia odiava mostrare quel lato tenero di sè che sfoggiava solo in compagnia della fidanzata, e lei si compiaceva del fatto che riservasse solo per lei l'atteggiamento tenero di cui lui si vergognava.

Una domanda sorse spontanea nella mente di Sara e si affrettò a chiedere delucidazioni: -«Scusa ma come sei arrivato qui?»

Senza rispondere iniziò a giudarla attraverso l'immenso parcheggio.

Giunti davanti ad una Fiat grigia la ragazza cercò di fare mente locale: lui non aveva mai accennato ad un corso di guida.

-«Ma sai guidarla?» chiese con una punta di infantile ammirazione

-«E come credevi che fossi arrivato qui? In bici?» rispose lui, ed un bellissimo sorriso fece la sua comparsa nel vedere l'espressione di Sara.

-«Doveva essere una sorpresa: ho preso la patente una settimana fa»

-«Oh, bene: questo semplificherà le cose. Hai fatto il pieno?»

-«Come scusa? Dove vorresti andare? I tuoi ci ammazzano se scoprono che sei a casa mia»

-«Ci ammazzerebbero in ogni caso- fece una pausa e poi aggiunse maliziosa- ma devono prima trovarci».

 

  
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