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Autore: lupacchiotta blu    04/05/2014    1 recensioni
Valentina è una ragazza come ce ne sono tante: i suoi genitori la amano, ha un cane fedelissimo, un migliore amico-fratello, è determinata, intelligente,pratica uno sport che ama... ma che cosa succederebbe se il suo mondo cambiasse, se venisse invaso dagli zombie? E se la sua famiglia non volesse seguirla? Cosa farebbe lei? Scapperebbe impaurita o farebbe l'eroina della situazione? Questo è un mistero, ma ha dalla sua parte un'arma formidabile: è un po' paranoica, e non si può prenderla alla sprovvista.
Genere: Avventura, Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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11 marzo 2014, da mezzogiorno a tardo pomeriggio
 

< Hai un piano? > domanda Davide.
< Sì, ma come ho appena detto, è un piano di merda >.
< Beh, intanto diccelo > mi esorta Francesca.
< No, aspetta > mi blocca Giuseppe < Qui potrebbe sentirci qualcuno. Ne parliamo a casa >.
Annuiamo tutti, è l’idea migliore.
Mangiamo in silenzio la nostra zuppa di fagioli formato baby. La spazzoliamo in un attimo, non lasciamo nemmeno una goccia di minestra da tanto che siamo affamati. Oggi manca pure il pane, praticamente siamo a digiuno!
Quanto mi fa rabbia… scommetto che quella merda di cane del sindaco starà mangiando a sazietà a casa sua! Quel porco schifoso!
Stringo con forza il cucchiaio nella mano destra, e mi ritrovo a vagare con lo sguardo nei piatti degli altri commensali. Quanto vorrei un altro boccone!
Mamma si è addirittura offerta di rubare qualcosa da mangiare per me ma se lo facesse, mi sentirei in colpa.
 
Arriviamo a casa con le pance che brontolano. Siamo di cattivo umore.
Sbattiamo gli scarponi e ci liberiamo delle giacche a vento, accomodandoci in salotto.
< Che fameeeeeeee! > si lamenta Davide.
< Se attueremo il piano, potrai mangiare così tanto da scoppiare > dico io < Siete pronti a sentire cosa penso? >.
Annuiscono e mi invitano a parlare.
< Beh, è chiaro che i militari hanno finito il loro cibo e lo rubano a noi. Questo significa che anche se combattessimo, non potremmo riaverlo indietro >.
< Questo non significa che dobbiamo sopportare i loro furti! > esclama Francesca.
< Infatti > proseguo < Se restassero sulla montagna continuerebbero a rubare, e se si unissero a noi, il cibo non basterebbe comunque. L’unica soluzione è cacciarli >.
< Ma come facciamo? Noi siamo in tanti, ma loro sono addestrati per uccidere e sono meglio armati > dice Davide < E poi, in molti non ci crederanno e rimarranno fedeli al sindaco, che sicuramente c’entra qualcosa con questa storia >.
< Il piano è questo: dobbiamo fare in modo che tutti capiscano che il sindaco, il “signor” Walter Capello, è alleato del nemico. Una volta che tutti lo sapranno, attaccheremo i militari e vinceremo. Comprendete anche voi, che un piano del genere non è attuabile, vero? >.
< Purtroppo hai ragione > commenta Giuseppe sospirando < la gente non ci crederà e noi potremmo fare una brutta fine >.
< Esattamente. Quindi, il vero piano è il piano beta: noi e pochi amici fidati tendiamo una trappola ai militari >.
Mi guardano ammutoliti. Anche il cane mi fissa come per dire : “Ma ti sei rincoglionita? La fame ti fa dei brutti effetti…”.
< Non sto scherzando >.
Silenzio più di prima.
< Allora?! Volete dirmi qualcosa o preferite restare a fissarmi così per giorni, eh?! >.
Finalmente ritornano operativi. Giuseppe dice:
< Valentina, come facciamo in pochi a batterli? Non funzionerà >.
< Certo che non funzionerà se la pensi così! Devi pensare positivo! >.
Francesca gli posa delicatamente una mano sulla spalla e una su un ginocchio, sussurrandogli:
< Falla parlare, cosa ti costa? Guarda che siamo sopravvissuti per giorni perché siamo gente in gamba, non solo per puro caso >.
Lui sospira e mi fa proseguire.
< Secondo me, almeno una decina di concittadini crederà alle nostre parole, e se non sarà così, li porteremo fino al campo base dei soldati. Una volta formato il nostro gruppo di resistenza, dovremo andare a casa del sindaco a ficcanasare: potremmo trovare prove che lo incriminino. A questo punto, useremo i corrieri del cibo trafugato e li costringeremo a fare da esca: diranno che il sindaco vuole cedere la città o cagate simili.
Loro verranno e noi, appostati in zone strategiche, apriremo il fuoco su di loro, proprio mentre attraversano il corso principale della città.
Non sto dicendo di ucciderli, ma di ferirli per bloccarli, tutto qui >.
< Il piano non è male > ammette Davide < Ma è troppo pericoloso >.
< Chi non risica non rosica > dice Giuseppe < Parlerò con Mosè, vediamo cosa ne dice lui >.
 
Dopo esser tornato dalla casa dell’amico, Giuseppe mi sembra turbato. Si siede accanto a Francesca, con la quale, io e il mio fratellone,  crediamo abbia una storia.
Gli lancio un’occhiata che dice tutto: “Visto Davide? L’avevo detto che tra loro c’è del tenero. Sgancia il cash, hai perso la scommessa. È così evidente che l’ha capito pure il cane”.
Lui alza gli occhi al cielo, è l’ennesima scommessa che perde. In verità, per sua fortuna, non mettiamo in gioco nulla, sennò sarebbe già al verde. Ma tanto non importa, perché qui i soldi non valgono più niente.
< Ho una cosa da dirvi > fa Giuseppe < Non so neanche io di cosa si tratta, ma Mosè dice che dobbiamo vederlo con i nostri occhi. Ci aspetta nella radura qui vicino, andiamo subito >.
 
È da un’ora che camminiamo in silenzio verso il campo base dei militari. Cosa ci sarà di così importante da vedere?
I piedi affondano fino alle caviglie, ma almeno non tira vento e il cielo è limpido.
Asso procede davanti a noi, girandosi ogni tanto per assicurarsi che siamo ancora dietro di lui.
Mosè è bianco come un fantasma, l’avevo visto così solo durante l’attacco zombie in cui papà… no, nn ci devo pensare, non adesso.
Faccio un respiro profondo e continuo a camminare.
Arriviamo alla solita postazione di osservazione e Mosè controlla qualcosa con il binocolo, poi ce lo passa.
< Guardate > sussurra < Date un’occhiata dietro quella tenda e quelle assi e ditemi che cosa vedete >.
Uno a uno sbirciamo attraverso le lenti del binocolo, io sono l’ultima che guarda.
No. Cazzo no.
< Ditemi che ho le allucinazioni per la fame, vi prego, ditemi che non ci vedo bene >.
Mi viene da vomitare quel poco che ho mangiato, non ci credo. Com’è possibile?
Dentro una gabbia, nascosti da alcune fronde, ci sono quattro zombie.


Angolo dell'autrice:
Capitolo un po' cortino, lo so, ma ho un sacco da fare a scuola e non ho avuto molto tempo per scrivere. Piuttosto che ritardare l'aggiornamento ho preferito postare comunque un capitolo, seppur breve.
Spero vi sia piaciuto comunque:)

Lupacchiotta blu
  
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