Cornici

Benito nel 1970 aveva venticinque anni, una moglie in attesa del loro secondo figlio ed un padre, Cesare, in fin di vita, stroncato dalla fine del suo potere politico. Cesare, prima di essere padre e grande proprietario terriero, era uno dei più intimi amici del Duce, de quale ha anche donato il nome al primo figlio. Benito ha sul comodino in camera la foto del padre con un generale delle SS, durante quelli che si sarebbero poi rivelati gli ultimi attimi della guerra, ma loro non lo sapevano, non erano a conoscenza del rancore e le bestemmie mal trattenute che avrebbero caratterizzato gli anni seguenti. L’unico conforto di Cesare in quegli anni sono stati i figli, Benito in particolare, che ha seguito le sue orme, rimanendo fedele a quegli strascichi di fascismo rimasti nell’aria. È il 1970, Cesare è morto ed il figlio Benito, che porta il nome del nonno, è nato.
Nella camera di Giacomo, accanto ad un calendario di Mussolini ed il disegno di un fascio è appesa una foto in bianco e nero, raffigura suo nonno ed il generale delle SS, che ha attraversato gli anni, tenuta alla stregua di un prezioso cimelio, come se da quella foto dipendesse il nome della loro famiglia. Ogni volta che Giacomo pensa ad Aleida o si prepara per incontrarla, getta uno sguardo spaventato verso la foto, come se da quella suo nonno potesse giudicarlo, si chiede sempre quale sarebbe la sua reazione sapendo che suo nipote ha a che fare con la figlia dei comunisti mangiabambini che lui tanto odiava.