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Autore: Eider    04/05/2014    2 recensioni
A cinque anni Allison si era trasferita e aveva incontrato Christopher, colui che sarebbe diventato il suo migliore amico.
A quindici anni Christopher l'aveva lasciata senza nessuna spiegazione, costringendola a dover sopportare Jeko.
Chris era l'unica cosa che li univa, fino a quando non era sparito nel nulla.
Ora Jeko e Allison erano inseparabili, forse troppo, e niente sembrava dover rovinare la loro amicizia, almeno fino a quando uno dei due non avrebbe aperto gli occhi.
E se lui fosse tornato?
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Bad things happens when you least expect it.
 
Al ritorno da Valencia aveva iniziato ad girare la voce di una presunta mostra a Bologna, per giorni nessuno aveva confermato nulla e solo quando la professoressa di Arte gli aveva dato la dolce notizia, la classe quarta era esplosa in un boato di esclamazioni. Erano però stati costretti a studiare in anticipo l'argomento della mostra, dovendo prepararsi ad una futura relazione.
Prima di uscire di casa, Alli aprì gli scuri e rimase qualche secondo ad occhi chiusi nella brezza mattutina di fine aprile, il calore dei raggi del sole le fece spuntare un sorriso sul volto addormentato.
Chiuse le finestre e indossò velocemente i vestiti che aveva preparato la sera prima, sperando in una bella giornata, finalmente avrebbe potuto indossare quella giacca jeans con le maniche in pelle che aveva comprato in Spagna e che tanto amava.
Masticò velocemente il pezzo di brioche che le era rimasto e si affrettò sulla porta, intimando il padre a muoversi.
Relax Alli.” disse il padre raggiungendola e sistemandosi gli occhiali da vista sul naso, la ragazza si limitò a scoccare un’occhiataccia al padre, sentendolo sbuffare e uscire.
Arrivarono dieci minuti in anticipo, infatti davanti il cancello riconobbe solo poche facce, mentre le altre appartenevano all’altra classe.
Salutò il padre con un sorriso e scese dall’auto, raggiungendo con calma il gruppetto di compagni, tra cui riconobbe subito Sofia ed Elena, una mora e l’altra bionda, che come ogni giorno passavano dal volersi uccidere all’abbracciarsi senza mai più lasciarsi, al momento erano nella seconda fase.
“Buondì.” esordì Alli sorridendo ai suoi compagni, che ricambiarono svogliatamente.
“Ma ciaoo!” esclamò Sofia lanciandosi su una ignara e ancora troppo addormentata Alli, che fortunatamente riuscì a mantenersi in equilibrio, sebbene precario.
“Ciao anche a te.” Alli ridacchiò mentre assieme all’amica si dondolava ancora stretta in quello strano abbraccio.
Non appena Sofia si allontanò, fu il turno di Elena di avvicinarsi, questa volta per stringerle una guancia e tirargliela facendo strani versi.
“Ma che carina che sei.” Elena continuò a sorriderle con quella voce alterata e solitamente usata per i bambini piccoli, finendo poi per allontanarsi non prima di averle sfiorato il naso con l'indice ed un'espressione tenera.
Alli scosse la testa sorridendo, vedendo avvicinarsi a passo da lumaca Marti e Jeko, uno più sveglio dell’altro.
Jeko teneva il cappuccio della felpa calato sugli occhi leggermente chiusi per il sonno e per nascondere i capelli che non era riuscito a pettinare, continuava sbuffando ad arrotolarsi le maniche fino al gomito per poi ricominciare una volta che scendevano fino al polso, stranamente non stava fumando.
Marti invece aveva gli occhiali da sole scuri nonostante le nuvole che coprivano il sole e un leggero giubbotto di pelle, che aveva da quando si erano conosciute, neppure lei stava fumando.
Arrivarono, seguiti poco dopo dal resto della classe, grugnendo qualcosa simile ad un saluto.
“Non avrai intenzione di dormire in corriera?” esordì Alli senza neanche salutare l’amica, che sorpresa dall’accusa aprì e richiuse gli occhi un paio di volte prima di mettere a fuoco la figura dell’americana.
“Vedrò.” alzò le spalle incurante e ancora troppo addormentata per riuscire a ragionare e fare delle frasi più complesse.
Nel frattempo Alli si era avvicinata a Jeko, che era rimasto nella stessa posizione da quando era arrivato, sguardo basso e occhi socchiusi.
“Ehi.” Alli si abbassò leggermente inclinandosi e sporgendosi verso il viso di Jeko nascosto dal cappuccio, il ragazzo provò ad aprire gli occhi riuscendoci a malapena e alzò la testa abbozzando un sorriso.
“Lo sai che sei proprio carino quando sei addormentato?” sussurrò Alli con un sorriso divertito, così da farsi sentire esclusivamente da lui, gli mise le mani sulle guance e lo osservò per qualche secondo, per poi togliergli il cappuccio e sistemargli i capelli.
Jeko non disse nulla, si limitò a mugugnare qualcosa che Alli non riuscì a comprendere, quando lei sempre più felice si avvicinava e gli lasciava un tenero bacio sulle labbra.
La corriera arrivò poco dopo, ed Alli dovette afferragli la mano per farlo salire e non rischiare di cadere nel farlo.
Vide Marti seduta sulla destra e accompagnò Jeko a sedersi vicino a loro due, entrambi si sedettero e non appena Alli si girò a dire qualcosa all’amica, Jeko si sdraiò, chiuse gli occhi e quando Alli tornò a guardare nella sua direzione lo trovò addormentato.
“Cosa diavolo ha fatto ieri sera?” si chiese ad alta voce, non ottenendo nessuna risposta.
Scosse la testa e la appoggiò al sedile, iniziando a guardarsi in giro, notando solo in quel momento Noemi seduta nei posti davanti a Jeko, la vide impegnata a scrivere qualcosa al cellulare e poi arrabbiata lanciarlo sul sedile libero e girarsi verso la vetrata.
Qualche minuto dopo finalmente arrivarono i ritardatari, che come al solito tra di loro era presente Leo, un Leo alquanto cupo e infastidito quella mattina.
Passò davanti a Noemi lanciandole uno sguardo di sufficienza, mentre lei lo fissava irritata.
Alli osservò la scena in silenzio, girò poi la testa verso Marti trovandola con la stessa espressione confusa, alzò le spalle e iniziò a leggere un libro.
 
“Dorme?”
“Probabile.”
“Magari è morto.”
“Non dire stronzate.”
“Paura?”
“Idiota.”
Alli lanciò l'ennesima occhiata preoccupata in direzione di Jeko, vedendolo nella stessa posizione di quando erano partiti, ormai erano quasi arrivati a metà, infatti uno dei prof che li accompagnava li aveva avvisati che tra pochi minuti si sarebbero fermati.
Era preoccupata perché non si era mosso per tutto il tempo ed era preoccupata perché non voleva svegliarlo, anche se non appena avesse aperto gli occhi lo avrebbe sommerso di domande.
E ancora non si era dimenticata del fatto che lui le aveva detto le famose paroline e fosse stato così ubriaco da non ricordarselo.
Alli non dimenticava mai, ma aveva preferito lasciar correre, sicuramente lei non avrebbe detto niente.
In lontananza notò il cartello che indicava la presenza a pochi metri di un'area di servizio, decise allora di alzarsi e raggiungere il sedile per metà libero di Jeko, che ancora addormentato giaceva in pace addossato al sedile.
La ragazza si sporse sul suo viso coperto dal cappuccio, sorridendo glielo tolse dolcemente vedendolo muoversi e sistemarsi nuovamente. Gli accarezzò i capelli scompigliati, pensando che in realtà li preferisse così, nonostante gli avesse sempre ripetuto il contrario. Spostò la mano sulla sua guancia ruvida, passandoci la mano sopra. Si avvicinò infine al suo orecchio e lo chiamò a bassa voce, sentendolo muoversi ed emettere qualche verso.
“Tesoro, siamo arrivati all'autogrill.”
Si ritrasse leggermente per vederlo finalmente aprire gli occhi e passarvici una mano sopra assonnato, si guardò intorno spaesato e posò poi gli occhi su Alli, spostandosi per farla sedere.
“Non hai dormito?”
Jeko la guardò senza capire la domanda che gli era stata appena posta, aspettando che ripetesse.
“Non hai dormito ieri?” richiese allungando una mano per sistemargli i capelli, va bene che le piacevano spettinati, ma se avesse saputo in che condizioni fosse se la sarebbe preso con lei per averlo lasciato andare in giro in quel modo.
“Andrea mi ha tenuto sveglio con i suoi cazzo di problemi con quella tipa nuova, non appena provavo a scappare mi minacciava di raccontare non so cosa a mamma, ho provato a dirgli che mi sarei dovuto svegliare presto, ma figurati. Sono riuscito a dormire due ore.”
Alli cercò con fatica di trattenere le risate alla sua faccia imbronciata, cosa che Jeko notò e per dispetto le tirò un pizzicotto sulla gamba.
“Ehi!”
“Mi prendi per il culo.”
No i'm not!
“Vedi! Lo stai facendo ancora.” dichiarò puntandole un dito contro.
What!”
“Quando sei incazzata o sei sulla difensiva parli in inglese.”
It's... non è vero.”
“Lo stavi rifacendo.”
Fine! Happy?” incrociò le braccia al petto lanciandogli uno sguardo assassino, ottenendo solo una risata in cambio.
“Non è l'unico momento in cui lo usi.”
“Sentiamo.” lo sfidò con lo sguardo, Jeko si avvicinò sempre di più fino ad arrivarle a pochi centimetri di distanza dal naso, abbassò lo sguardo sulle sue labbra per poi riportarlo nei suoi occhi.
“Quando ti faccio venire.”
Alli spalancò gli occhi, poi scosse la testa mentre Jeko scoppiava a ridere e si allontanava.
“Ragazzi siamo arrivati, scendete!”
Un trambusto si sollevò dal fondo dove l'altra classe scalpitava per uscire seguita a ruota dalla classe dei due.
“Andiamo.”
Jeko annuì e allungò le braccia sbadigliando, Alli nel frattempo si era alzata e si stava indirizzando verso l'uscita, spronata dall'autista, lanciò un occhiata alle sue spalle per trovare Jeko che barcollante la stava raggiungendo.
Scese l'ultima scalino e si parò con una mano sulla fronte dal sole che le impediva di cercare i suoi amici, i quali probabilmente si erano precipitati nei bagni, come fremeva di fare anche lei.
Si voltò verso la porta vedendolo finalmente scendere e guardarsi in giro spaesato.
“Dove siamo?” chiese passandosi una mano tra i capelli, abbassando lo sguardo su Alli che scosse la testa non sapendo rispondere.
La ragazza si mosse in direzione dell'entrata fermandosi quando sentì il peso del corpo di Jeko sulle sue spalle, girò lentamente il volto vedendo la sua testa spuntare con un sorriso divertito.
Aveva appoggiato le braccia sulle spalle della ragazza, incrociandole attorno al suo collo.
“Vedi di non strozzarmi.” borbottò Alli accarezzandogli una mano, mentre lentamente si incamminava verso l'entrata dell'autogrill.
Camminarono in quella strana posizione fino a quando non oltrepassarono le porte scorrevoli e individuarono almeno una faccia conosciuta, si avvicinarono a Noemi che silenziosa guardava un punto fisso e Andrea, il quale sembrava aver intrapreso una conversazione molto profonda con Matteo.
Alli girò la testa per incontrare quella di Jeko, il quale stava osservando pensieroso Noemi.
Han? Mi lasci che devo andare un attimo in bagno?”
Aspettò qualche secondo prima di vederlo reagire e annuire, si allontanò poi non prima di averle lasciato un bacio sul collo.
Jeko sorriso leggermente mentre vide Alli allontanarsi, cambiò la direzione del suo sguardo e ritrovò Noemi, con la stessa espressione di poco prima.
Quando le posò una mano sulla spalla, dopo averla chiamata un paio di volte e non aver ottenuto risposta, la vide sussultare e portare finalmente lo sguardo su di lui.
“Tutto bene?”
“Cosa?” chiese la ragazza toccando nervosamente i capelli e continuando a lanciare occhiate in una direzione precisa.
“Ti ho chiesto se stavi bene.”
“Ah.. sì, certo. Magnificamente.”
Jeko alzò un sopracciglio per nulla convinto delle parole pronunciate frettolosamente dalla ragazza, puntò lo sguardo nelle direzione in cui Noemi continuava a rifugiarsi, trovando una versione asociale di Leo, che con le cuffiette e gli occhiali da soli se ne stava in un angolino, aspettando di ritornare in corriera.
“Si può sapere che diavolo vi sta succedendo?” chiese esasperato, vedendola sbarrare gli occhi e aprire la bocca un paio di volte non sapendo da dove iniziare. Proprio quando sembrava essersi decisa a parlare, Aurora comparve posandole un braccio attorno alle spalle, ridendo per una battuta di Alli che aveva sentito poco prima. Poco dopo tornarono anche le altre ragazze, che avevano passato una decina di minuti per riuscire ad andare in bagno, Alli essendo l'ultima arrivata era stata la più fortunata avendo trovato ormai poche persone in fila.
La ragazza lo raggiunse, alzandosi poi sulle punte del piedi e lasciandogli un bacio sulle labbra, si staccarono ancora sorridendo. Alli appoggiò il capo sul suo petto, stringendogli la vita con entrambe le braccia, alzando ad intervalli la testa per osservarlo, mentre lui sorridendo le mise un braccio attorno alle spalle.
Ormai tutti sapevo di loro e se all'inizio avevano cercato di nascondere la cosa, di evitare di mostrarsi a scambiarsi gesti affettuosi in pubblico, adesso non ci facevano neanche più caso essendo una cosa talmente normale, che se non l'avessero più fatto sarebbe stato strano, quasi sbagliato.
“Qualcosa non va?” domandò improvvisamente Bec, osservando preoccupata Noemi che non aveva aperto bocca da quando erano arrivate.
La ragazza in questione scosse la testa cercando invano di mostrare un sorriso, che risultò troppo finto per non essere smascherato dagli amici.
“Noemi?” la richiamò Alli staccandosi dal corpo di Jeko e avvicinandosi all'amica.
“E' successo qualcosa?” chiese ancora poggiandole dolcemente una mano sul braccio, Noemi la osservò in silenzio per poi scuotere la testa rassegnata.
Non aveva voglia di parlarne e sapevano che sarebbe stato inutile insistere inutilmente, quando sarebbe stata pronta sarebbe stata lei a parlare.
“Dobbiamo andare, se no ci lasciano a piedi.” le parole divertite di Andrea fecero scattare i ragazzi, che quasi correndo si ammassarono fuori dalle porte per raggiungere in fretta l'autobus.
 
Circa due ore dopo arrivarono finalmente a Bologna, dove una volta fuori sotto il sole cocente si sgranchirono le braccia stanchi e provati da quel viaggio che sembrava non voler più finire.
Dalla stazione furono costretti a raggiungere a piedi il museo che avrebbero visitato.
Chi li vedeva passare si spostava neanche avessero avuto la lebbra, anche se sembravano molto una mandria di animali impazzita, urla e spintoni provenivano dalle due classi.
Passare per i portici poi fu una tortura, vedere tutti quei negozi e non poterci neanche dare un'occhiata era un colpo al cuore.
In fondo alla fila Alli e le altre osservavano rapite ogni negozio davanti cui passavano, accompagnate dallo sbuffare dai ragazzi della loro classe, compreso Jeko che sembrava più diverito che irritato da quello situazione.
Improvvisamente Marti si bloccò in mezzo al marciapiede, facendo si che Alli le andasse contro insultandola per non averla avvisata.
Marti si voltò scusandosi per poi indicare maliziosa un grande poster di un uomo in mutande sulle vetrate del negozio davanti ai loro occhi.
“Dio è bellissimo.” sussurrò Marti beandosi di quell'immagine.
“Guarda che pacco!” Ro indicò con l'indice le mutande del ragazzo, venendo subito schiaffeggiata dalla gemella, che le fece abbassare il braccio con un occhiataccia.
“Sei sempre la solita.” Bec incrociò le braccia al seno stizzita e dando le spalle all'immagine del modello.
“Tanto lo sappiamo che è la prima cosa che hai guardato.”
Bec girò di scatto la testa con gli occhi spalancati e un espressione incredula, mentre Marti sorridendo maliziosamente le faceva l'occhiolino.
La bionda stava per controbattere e far sfociare tutto ciò nell'ennesimo dibattito con Martina, quando Alli rimasta ad osservare il modello se ne uscì con un “Certo che è bellissimo.” con voce sognante.
“Sono più bello io, e adesso andiamo.” la voce divertita interruppe definitivamente la discussione, e con un cenno del capo riportò le ragazze in fila, una fila che era molto lontana.
“Ma non l'hai visto?” domandò scioccata sentendo il suo braccio avvolgerle le spalle, alzò lo sguardo e attese che Jeko le rispondesse.
“Certo che l'ho visto e ho visto anche il mio riflesso e ti posso assicurare di essere stupendo, un Dio sceso in Terra se posso permettermi.”
“Non mi ricordavo ti chiamassi Narciso.”
“No infatti, sono Jacopo, Jeko per gli amici. Mi sembrava lo sapessi con tutte quelle volte che lo hai urlato in preda al piacere.”
Alli continuò a camminare rimanendo in silenzio e meditando una risposta piccata, ma le risate dei suoi compagni di classe la distraevano.
“Hai il pallino oggi! Vuoi per caso farlo?” sbottò alla fine, cercando di mostrarsi il più irritata possibile, quando dentro di se non riusciva a trattenere le risate per la stranezza del suo ragazzo e la tenerezza che gli faceva, nonostante cercasse di fare la parte dello stronzo.
Jeko annuì sorridendo.
“Mi dispiace per te ma ho il ciclo.”
You're kidding right?
No, i'm not you idiot.
L'espressione del ragazzo che seguì quella frase fece scoppiare definitivamente a ridere Alli, che fu costretta a fermarsi e piegarsi dal dolore causatole dalle risa e dal ciclo, Jeko nel frattempo aveva ritirato il labbro che aveva sporto e si era avvicinato leggermente preoccupato ed infastidito dagli sguardi che i passanti gli riservavano.
“Ha il ciclo gente!” urlò ad un certo punto alzando e riabbassando le braccia, un vecchietto che passò in quel momento lo evitò lanciandogli un occhiata sprezzante, non credendo alle sue parole.
“Tesoro ti alzi che qua pensano ti abbia picchiata.” sussurrò tra i denti facendo leva sul suo braccio per rialzarla, mentre la ragazza si raddrizzava lentamente tenendosi una mano sulla pancia dolorante.
Quando una volta in piedi, Jeko poté guardarla in faccia le accarezzò i capelli premurosamente.
“Ma ti sei fumata qualcosa per aver iniziato a ridere così?” domandò serio vedendola imbronciarsi.
“Stavo ridendo e nel mentre mi sono iniziati i crampi, mi sono raggomitolata da dolore, non si vedeva?”
“No.” rispose una voce che non era quella di Jeko, girandosi entrambi trovarono il volto sorridente della Ceo, la professoressa di inglese, che con le mani appoggiate alle loro spalle li stava lentamente spingendo avanti.
“Non dico niente alla Betti perché mi state simpatici, però finitela di appartarvi. Allright stelline?”
Jeko ed Alli si limitarono ad annuire, lanciandosi uno sguardo accusatorio, la Betti come l'aveva chiamata la Ceo, non era altri che la loro coordinatrice, la donna che nessuno sopportava.
“E' tutta colpa tua.” sibilò Alli guardando dritta davanti a se e non vedendo lo sguardo risentito del suo ragazzo.
“Mia?! Ma se eri tu..”
Kids! Vogliamo proprio parlare con la Betti?”
“No.” mormorarono in coro, un coro di condannati al patibolo.
 
Avevano ascoltato si e no la metà delle parole che la guida aveva pronunciato, buttandosi sui divanetti appena alla seconda sala, sotto lo sguardo contrariato dei professori.
Qualcuno aveva provato a fuggire, per poi essere riacciuffato ed essersi beccato il cazziatone, facendo rinunciare chiunque avesse avuto la stessa brillante idea.
Marti e Noemi erano seduta una sopra l'altra, così come Alli e Jeko, mentre le gemelle erano ai lati del divanetto rosso, su cui continuavano a sprofondare essendo ammassati l'uno sull'altra, infatti appena era stato avvistato c'era stata una guerra all'ultimo sangue per prendere posto, guerra che avevano rinunciato di combattere in partenza Alli e Noemi, le quali si erano comodamente seduti sugli altri.
All'ultima sala erano talmente stanchi da essersi perfino seduti a terra, incuranti delle schifezze che c'erano su quel pavimento.
La guida continuava a parlare e i prof ad ascoltare leggermente annoiati, gli studenti non facevano neppure finta.
“Grazie a dio è finita.” Andrea si portò una mano tra i capelli sbadigliando, incamminandosi verso il guardaroba.
“Da un momento all'altro mi sarei addormentato.” aggiunse rivolto a Jeko, che stiracchiandosi lo seguiva privo di energia.
“Lo sapete che dobbiamo fare la relazione?”
“Cosa?!” urlarono simultaneamente Andrea e Jeko in direzione di Alli, che spaventata indietreggiò sbarrando gli occhi.
Sorry.” sussurrò Jeko scuotendo la testa ed insultando probabilmente la loro prof.
“Non ti preoccupare Alli, copieranno da qualcuno.”
Marti sorrise comparendo alle spalle dell'amica e mostrando l'occhiolino ai due, che nel frattempo avevano iniziato a sorridere sospettosamente.
“No.” disse severamente Alli incrociando le braccia al petto.
“Chiedete a qualcun altro.” continuò superandoli, arrivando al bancone del guardaroba, dove un ragazzo con i capelli rossicci e pieno di tatuaggi la osservava sorridente.
“L'hai visto?” le sussurrò Marti affiancandola, mentre l'americana vagava con lo sguardo in cerca di quel qualcuno di cui parlava l'amica. Quando guardando oltre il bancone incrociò lo sguardo del rosso arrossì e si rigirò velocemente verso Marti che stava sorridendo divertita.
“Sexy no?” domandò muovendo il gomito verso il fianco di Alli, ancora più in imbarazzo per il fatto che l'amica la continuasse a far notare.
“Vai tu a chiedergli di darci le nostre cose.”
“No.”
“Di cosa hai paura?”
“Niente.”
“Fifona!”
“Non è vero.”
Marti non riuscì a dire altro che venne sorpassata bruscamente dalla furia del passaggio di Jeko, il quale con un sorriso poco amichevole si affacciò al bancone e parlò al rosso, apparentemente dispiaciuto, lanciando occhiatacce ad Alli e Marti.
“Mi sa che qui qualcuno è nei guai.” sussurrò Marti a denti stretti, osservando di sottecchi l'americana, che sconvolta si girò completamente verso l'amica.
I did nothing! It's your fault!
“Sempre a dare la colpa agli altri.” borbottò Marti, ricevendo l'ennesima occhiataccia da Alli, che nel frattempo aveva raggiunto Jeko e facendogli gli occhi dolci era riuscita ad ottenere un bacio.
 
La giornata era quasi finita e come ultima tappa, le due classi erano state lasciate libere di vagare nei Giardini Margherita, un'enorme e bellissimo parco, dove i ragazzi ormai distrutti usarono per recuperare l'energia per affrontare il viaggio di ritorno.
Si erano tutti sdraiati sul prato sotto un albero, al riparo dagli ultimi raggi del sole.
Avevano usato le felpe e i giubbotti come coperte, creando cerchio dove in qualche modo erano riusciti a starci tutti, un po' stretti ma ce l'avevano fatta.
Noemi e Leo erano ovviamente agli estremi, divisi dalle gemelle, Andrea e Alli e Jeko.
Alli e Jeko poco dopo si allontanarono per mano, facendo una passeggiata per il parco e finendo per trovare un piccolo baracchino che vendeva bevande e gelati, presero entrambi un gelato nonostante non facesse poi così caldo e trovarono una panchina dove sedersi e stare insieme senza nessuno che li osservasse.
Parlarono e si scambiarono qualche bacio nel mentre, scherzando e giocando come solo loro sapevano fare.
Mentre Jeko stava giocando la mano della castana, il suo cellulare iniziò a suonare, interrompendo così il magico momento, sciolse la presa e lo estrasse dalla tasca, osservò il nome che compariva sullo schermo, ricordandogli di cosa stesse facendo, corrucciò la fronte e lo ripose scuotendo la testa.
Non fece in tempo a metterlo via che ricominciò a suonare, sicuramente avrebbe continuato così finché non avrebbe ottenuto una risposta, perciò si alzò in piedi, cercando di non guardare l'espressione delusa della ragazza.
“Perché ci hai messo così tanto?” la risata profonda della voce proveniente dall'altra parte del cellulare lo infastidì.
“Non posso parlare adesso.” tagliò corto Jeko, con un tono più duro di quello che avrebbe voluto, alla persona dall'altra parte non fece piacere.
“Sei con lei non è vero? Ti ho detto che non fa per te. Dovresti lasciarla, ti sta usando.”
“Senti..” Jeko prese un bel respiro portandosi una mano sulla fronte “Ne abbiamo già parlato, adesso devo andare.”
Non gli lasciò dire altro che riattaccò e tornò da una Alli alquanto confusa e preoccupata.
Gli posò dolcemente una mano sulla guancia ruvida e lo osservò negli occhi, cercando qualcosa, qualcosa che non sapeva neppure lei, forse una conferma.
“Tutto bene?” domandò muovendo la mano in una carezza e vedendolo chiudere gli occhi e sospirare.
“Sì.” rispose aprendo gli occhi, sforzandosi di non farle vedere quanto stava in realtà male.
“Chi era?”
Eccola la domanda che aveva pregato non facesse. Aveva paura. Paura che lo scoprisse e paura che lo giudicasse.
“Mio fratello, si era dimenticato che eravamo in gita.”
Alli lo osservò seria per qualche secondo, per poi annuire e sistemarsi meglio sulla panchina.
Gli aveva creduto.
Eppure Jeko continuava ad avere paura, perché sapeva che non avrebbe potuto continuare a mentirle per molto.
 
Nel tragitto per tornare dagli altri, guardandosi intorno videro nascosti dietro un albero Noemi e Leo, impegnato come il loro solito a discutere, anche se questa volta non sembravano stessero litigando.
Alli si sporse verso di loro, tenendo sempre una certa distanza, e notò come invece si stessero sorridendo, istintivamente si girò verso Jeko entusiasta, trovandolo però perso nei suoi pensieri, scosse la testa e lo trascinò avanti, fingendo di non aver visto nulla.
Tornati dagli altri, Jeko sembrava sempre più strano e pensieroso, non sentendo neppure quello che Andrea continuava a ripetergli passandogli la mano davanti agli occhi, solo dopo uno schiaffo sul braccio era ritornato tra di loro, sbattendo le palpebre un paio di volte.
“Cosa gli è successo?” domandò Ro, sporgendosi verso l'orecchio di Alli, cercando di non farsi sentire dal diretto interessato.
Alli lo osservò intento a scrivere qualcosa sul cellulare sempre con la stessa espressione, si girò poi verso la bionda e alzò le spalle.
“Ha ricevuto una chiamata e da allora è così, dice fosse suo fratello, ma non so, c'è qualcosa che non quadra.” esprimere quei pensieri ad alta voce, le costò non poco. Aveva cercato di fingere che tutto andasse bene, ma Jeko non era una persona che riusciva a mentire bene, era piuttosto sincero e quando mentiva si notava, come infatti stava facendo.
“Cosa pensi di fare?” quella domanda la colse di sorpresa, cosa avrebbe potuto fare quando le stava deliberatamente mentendo? Fissò gli occhi in quelli dell'amica cercando un po' di conforto, dopodiché sospirò e si sdraiò sulla felpa.
“Niente.” disse solo, chiudendo gli occhi e la mente.
 
Mancavano poco più di dieci minuti all'arrivo a Milano, era sera inoltrata e quasi tutti in quella corriera stavano dormendo, ma non Alli, non dopo aver cercato in tutti i modi di non dimostrare la distanza che voleva tenere con lui quando l' aveva abbracciata, baciata o semplicemente sfiorata.
C'era qualcosa che non le dava pace, una pulce instillata nella sua testa che continuava a dirle che qualcosa non andava bene, che tutto stava andando a rotoli e che presto sarebbe finita male.
Aveva provato a distrarsi, ma l'unica breve distrazione era l'aver notato Noemi e Leo seduti vicini complici di qualcosa che solo loro sapevano, mentre condividevano le cuffie appoggiati l'uno sull'altra, era felice certo, e lunedì ne avrebbe parlato con Noemi, ma non riusciva a pensarci più di tanto.
Persa nei suoi pensieri non si accorse del cellulare di Jeko, che dormiva beato sulla spalla della ragazza, tenuto nelle mani del ragazzo illuminarsi.
Non avrebbe voluto farlo, non era quel tipo di ragazza, ma lui non era solo il suo ragazzo, prima di tutto era suo amico, o almeno questa fu la scusa che Alli usò per non sentirsi in colpa.
Si sporse lentamente, cercando di non muovere più di tanto la sua testa, quanto bastava per potere leggere il nome della persona che gli aveva scritto.
Questo bastò.
Ferb.
Quel nome, letto sul cellulare di una delle persone a cui più teneva e di cui più si fidava, le spezzò il cuore.
Boccheggiò per qualche secondo in cerca d'aria, fino a quando dopo aver preso un bel respiro si coprì il volto con le mani.
Non avrebbe pianto, si ripeté, Allison King era forte e non piangeva, più continuava a ripeterlo, più se ne convinceva.
Voltò il capo, vedendo l'espressione rilassata di Jacopo le si creò un nodo allo stomaco.
“Non ci credo.” sussurrò ad un Jacopo addormentato.
Non ci credo ripeté nella sua testa, seguito da troppi perché.
 
 
Lo so, lo so, sono in un ritardo mostruoso e non so neanche come scusarmi.
Sorry!
Ho cercato in tutti i modi di finirlo il prima possibile, ma ogni volta che aprivo il file, leggendolo avevo solo voglia di cancellare e ricominciare da capo, cosa che ho fatto spesso, finché un giorno l'ispirazione è arrivata e sono riuscita a finirlo. Grazie a Dio.
Però non dovete preoccuparvi anche se vedete passare tanto tempo, aggiornerò sicuramente, prima o poi.
Per il resto, beh, non è che abbia molto da dire. 
Qualcosa è successo, e molto altro deve ancora succedere.
Ferb chi è? (penso che lo sappiate tutti, ma lasciatemi credere che non lo sapete lol)
A presto, spero!
Ellie
 
 

 

   
 
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