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Autore: hikaru83    04/05/2014    3 recensioni
La storia di Hana e Ru, accompagnata dalle canzoni che amo. Jovanotti, i Negramaro, Max Pezzali e probabilmente altri, mi aiuteranno a raccontare della coppia che adoro.
Ogni fic avrà un finale proprio, sono collegate seguendo un filo temporale, ma hanno senso anche se lette singolarmente.
Genere: Fluff, Introspettivo, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Nuova fic, anzi song fic (state festeggiando tutte, vi vedo), mi è venuta in mente mentre girando tra i canali, ho beccato il video di questa canzone, e ovviamente quale coppia poteva venirmi in mente? Ma dai? L’avete già capito, quanto mi conoscete bene. A dopo come sempre per note e ringraziamenti.
 
 
Il più grande spettacolo dopo il big bang
 
 
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi...io e te!


Ho corso come un matto per raggiungere questo maledetto aeroporto. Sono tre anni che ti ho sempre tra i piedi e solo ora ho capito quello che ci lega davvero. Lo so sono un do’aho, me lo dici da sempre, ma mai una volta che tu ti sia sprecato a dire una parola in più per orientarmi nella giusta direzione. Anche se poi, visto quanto tu abbia sempre fatto in modo di darmi una svegliata durante le partite e gli allenamenti, e non solo, e quante energie tu abbia rubato al basket per farlo, avrei dovuto capirlo da solo, ma tanto non ammetterò mai che la colpa sia solo mia!
 
Ho preso la chitarra senza saper suonare
volevo dirtelo, adesso stai a sentire
non ti confondere prima di andartene
devi sapere che....


Ho paura che questa volta mi arresteranno, certo uno scemo che si mette a cantare una canzone occidentale a squarciagola strimpellando una chitarra che ha usato si e no due volte nella vita, non è uno spettacolo che si veda tutti i giorni, grazie al cielo sono le due di notte, faresti di tutto per non alzarti presto la mattina, eh? Crederanno quanto meno sia ubriaco fradicio, ma non importa, non posso permettere che tu salga su quell’aereo senza averti detto quello che provo, non posso permettere che tu non sappia che...
 
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi...io e te!


Ti osservo, quasi davanti al check-in, ti sei voltato appena sentita la prima nota, di scatto. Nei tuoi occhi stupore, il tuo sguardo mi sembra quello di tre anni fa, al nostro primo incontro quando ti voltasti e mi vedesti la prima volta. La stessa luce, che ora so riconoscere, che ora non posso confondere con nient’altro, ora so cos’è quella luce, ora non puoi più nascondermelo. La stessa che spero tu riesca a vedere nei miei.
 
Altro che il luna park, altro che il cinema,
altro che internet, altro che l'opera,
altro che il Vaticano altro che Superman,
altro che chiacchiere....


Perché lo so, con te le parole non bastano. Non le hai mai considerate importanti. Anche se le mie le hai sempre ascoltate, perché si può dire tutto di te ma non che non sai ascoltare. Tu preferisci i fatti, con quelli non si può mentire, e spero che i miei occhi riescano a farti capire che noi due siamo...
 
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi...io e te!


Noi due che non abbiamo mai fatto niente in maniera convenzionale, mai nulla come ci si aspetterebbe. Mai nulla di pacato e tranquillo. Noi che prendiamo tutto, e pretendiamo tutto dall’altro, nessuno sconto, mai.
 
Io e te...
che ci abbracciamo forte,
io e te, io e te...
che ci sbattiamo porte,
io e te, io e te...
che andiamo contro vento,
io e te, io e te...
che stiamo in movimento,
io e te, io e te...
che abbiamo fatto un sogno
che volavamo insieme,
che abbiamo fatto tutto
e tutto c'è da fare,
che siamo ancora in piedi
in mezzo a questa strada,
io e te, io e te, io e te!


Ti ricordi quella volta, la mattina dopo la finale del secondo anno, quando tutti dormivano? Ci siamo trovati fuori dal ryokan che ci ospitava, mi ero svegliato e tu non c’eri e, spinto da una forza che ancora non conoscevo, ero venuto a cercarti. E tu quella volta mi hai confessato che avevi sognato che saremmo partiti insieme per l’America. Ricordo ancora la tua voce bassa mentre diceva: “Se credessi nei sogni premonitori, temerei quello che mi aspetta in America.” Io ti chiesi cosa intendevi e la risposta mi lasciò senza parole: “Ho sognato che dovevo sopportare la tua voce chiassosa e il tuo caos anche lì. Per fortuna che a queste cose non credo!” Non te l’ho mai confessato, ma avevo fatto lo stesso sogno quella notte.
 
Altro che musica, altro che il Colosseo,
altro che America, altro che l'exstasi,
altro che nevica, altro che Rolling Stones,
altro che football...
altro che Lady Gaga, altro che oceani,
altro che argento e oro, altro che il sabato,
altro che le astronavi, altro che la tv,
altro che chiacchiere...


Sì kitsune malefica, noi due insieme valiamo più di qualsiasi cosa, anche della tua amata America. Insieme siamo forti, insieme siamo unici, insieme siamo...
 
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi...io e te!


Come puoi partire dopo tutto quello che abbiamo condiviso, come fai a lasciarmi senza dirmi quello che provi, come puoi voltarmi le spalle, voltarci le spalle. Non puoi e lo sai anche tu, e per questo che sei rimasto immobile, per questo che le persone che erano in fila dietro di te ti hanno superato.
 
che abbiamo fatto a pugni,
io e te, io e te...
fino a volersi bene,
io e te, io e te...
che andiamo alla deriva,
io e te, io e te...
nella corrente....io e te!
Che attraversiamo il fuoco
con un ghiacciolo in mano,
che siamo due puntini
ma visti da lontano,
che ci aspettiamo il meglio
come ogni primavera,
io e te, io e te, io e te!


Quanti pugni ci siamo dati io e te? Quante risse? Un infinità, non abbiamo mai smesso, neanche dopo la partita  contro lo Sannoh, dopo quel cinque che ci siamo scambiati, cercando i nostri sguardi prima di quelli degli altri, prima di quelli di chiunque altro. Ma non è cambiato il nostro rapporto, è sempre stato così. E lo sarà anche dopo. Perché ci sarà un dopo, non posso credere che non ci sia, non saresti qui ancora impalato a guardarmi se non fosse così, non può essere solo una mia speranza, non dev’essere solo una mia speranza, perché, se non l’avessi ancora capito kitsune congelata noi due siamo...
 
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang
Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi...io e te!


E ora mentre la sicurezza mi spinge via, allontanandomi da te, dal tuo sguardo riesco a cantare l’ultima strofa di questa canzone, l’ultima frase la urlo a voce ancora più alta, l’ultima parola, devi sentirla, devi assolutamente sentirla. Perché per quanto questa sia una canzone italiana, noi conosciamo il significato.
 
Ho preso la chitarra senza saper suonare,
è bello vivere anche se si sta male,
volevo dirtelo perchè ce l'ho nel cuore,
son sicurissimo...amore!

 
Ora sono seduto fuori dalle porte dell’aeroporto, il marciapiede sgombro, non c’è molta gente a quest’ora di notte, guardo l’asfalto sotto i miei piedi, sollevo lo sguardo solo quando sento il rumore sopra la mia testa di un aereo che prende il volo, è il tuo? Chiudo gli occhi mentre provo a immaginarti, abbasso di nuovo lo sguardo, sto per piangere, lo sento, io che non ho pianto se non per la morte di mio padre, o per la paura presa dopo il malore del nonnetto, sento le lacrime spingere per scappare dalle palpebre. Sei seduto comodamente su uno di quei sedili? Hai davvero preso il volo lasciandomi qui da solo?

“Do’aho!” Apro gli occhi di scatto, ma non mi volto, ho paura di avere solo immaginato la tua voce. “Cos’è dopo lo show hai perso la voce?”

“Kitsune?” Mi volto, ho perso tutta la mia baldanza, fatico ancora a credere che tu sia qui accanto a me. Sei davvero tu? Un calcio al fianco mi fa perdere ogni incertezza, sì, decisamente sei tu!

“Come sei arrivato qui a quest’ora?” Mi domandi, le mani in tasca, lo sguardo puntato dritto davanti a te.

“Ho rubato il motorino a Yo!”

“Sei arrivato fin qui con quel catorcio?” Sorpresa nella tua voce, ovvio quel coso su due ruote faticava persino a rimanere intero quando stava fermo.

“Credo di avergli dato il colpo di grazia, Yo domani mi ucciderà!” Gli dico, pensando al motorino abbandonato sul lato della strada a quasi un chilometro da qui.

“E adesso come torniamo a casa?”

“Torniamo?”

“Beh, vuoi rimanere qui tutta la notte? E poi avrai pensato come fare a tornare a casa, a quest’ora non ci sono neanche autobus.”

“No, certo che voglio tornare a casa, e che non ci ho pensato, volevo solo arrivare in tempo da te.” Gli dico sinceramente.

“Vuoi venire da me?” Mi chiede, fatico a capire ciò che mi dice, cosa vuol dire se voglio andare da lui?

“Da te?”

“I miei sono a New York per lavoro, sono partiti una settimana fa, ricordi?” Mi guarda con divertimento, il suo tono di voce è quello di chi sta cercando di far capire una cosa tanto ovvia a qualcuno, ma che quel qualcuno proprio non riesce ad afferrare.

“Lo so, non sono così stupido.” Salto su, punto sul vivo, ok sono un do’aho, ma non così tanto da non ricordarmi quello che mi ha detto neanche una settimana fa.

“Ma davvero?” Un sorriso appena accennato sulle sue labbra perfette. “È per tua madre?” Chiede poi.

“Non c’è, tre giorni tutto relax alle terme con delle colleghe.”

“Quindi non c’è problema.” Un taxi si ferma accanto a noi Kaede apre lo sportello. “Allora vuoi muoverti?” Mi alzo di scatto e lo seguo...

“Kit...” Gli dico a voce bassa per non farmi sentire dal tassista.”Sono uscito di corsa e non ho preso  il portafoglio.” Anche se non sarebbe cambiato molto, è praticamente vuoto.

“Non c’è bisogno, do’aho!” L’indirizzo detto all’autista è l’ultima cosa che dice durante il viaggio che ci porta verso casa sua. Ha un sacco di domande, e anche io ma credo che voglia aspettare di essere soli prima. Ho così il tempo di capire quello che è successo, sono davvero corso all’aeroporto per fermarlo? Sono riuscito a vincere contro il tempo che, veloce, lo stava per portare via? Sono davvero seduto al suo fianco diretti verso una casa deserta? C’è davvero qualcosa che non farei per lui? C’è qualcosa di lui che non vorrei marchiare come mia?

Riconosco la strada per casa sua, in questi anni mi è capitato più volte di percorrerla, magari con il resto della gundai che mi chiedeva per quale motivo mi ero incaponito a voler portare in giro quel musone misantropo, per quale motivo non mi decidevo a lasciarlo in pace nel suo dormiveglia costante, e invece, correvo a prenderlo trascinando in giro per la collottola se necessario, io che ancora non facevo altro che urlare il mio odio. Quante testate che si sono presi. E Yo che mi guardava con un sorriso ogni volta che, in qualsiasi parte della città fossimo, comparivamo sempre misteriosamente davanti alla sua porta. E pensare che neanche lo facevo apposta, il mio corpo era attirato dal suo, ma mi rifiutavo di starlo a sentire.

Siamo arrivati, aspetto dietro di lui che trovi le chiavi di casa e mi accorgo solo ora di un particolare, le valige. Dove sono le valige?

“Kit, non è che hai dimenticato i bagagli in aeroporto?”

“L’avevano già imbarcati, le prenderanno i miei domani, li ho chiamati per avvisare che non sarei partito oggi.”

“E con il biglietto?”

“Do’aho, non ti sei fatto queste domande prima di correre a prendermi?”

“No, insomma, io sapevo solo che non potevo lasciarti andare via, non ora che avevo capito finalmente.”

“Hai capito? E di preciso cosa hai capito?”

“Ho capito che non posso stare senza il tuo muso addormentato, che non posso vivere in un posto dove non ci sono i tuoi occhi che mi osservano, mi scrutano, mi capiscono meglio di come mi capisco io, che...che io... io ti...” Non riesco ad andare avanti, insomma come si fa? Pensavo fosse più semplice, gliel’ho detto attraverso quella canzone, oramai dovrei riuscire ad ammetterlo a voce alta che...

“Tu mi?” Mi chiede dopo qualche istante di silenzio.

“...mo.” Dico pianissimo.

“Cosa hai detto?”

“Hai capito benissimo!”

“E invece no, dimmi tu mi?” Che stronzo, lui l’ha capito ne sono certo, ah ma si sbaglia se vuole far fesso il tensai, sì sì, io non glielo dico ancora se prima non me lo dirà anche lui, cascasse il mondo.

“Non te lo ripeto quindi è inutile, tanto lo sai, mi spieghi per quale assurdo motivo vuoi che ti ripeta che ti amo, tanto l’hai capito prima di me che ti amo no? Lo sai da quanto? Un anno? Due? Quello che non capisco è per quale stramaledetto motivo non hai voluto aiutarmi a capire che mi ero innamorato di te, che so, con la tua solita gentilezza potevi darmi un calcio in culo e dirmi: ‘do’aho di tutti i do’aho possibile che non hai ancora capito di esserti innamorato di me?’ insomma kitsune visto i miei precedenti insuccessi potevi anche darmi una mano, dovevi aver capito che non avevo ancora ben in mente cosa fosse l’amore. Mi spieghi perché mi guardi con quella faccia? Che cosa c’è? Ho qualcosa tra i denti? Eppure me li sono lavati prima di uscire, cioè prima di andare a letto e capire che non potevo farti andare via. Kit? Perché ho la sensazione di aver detto qualcosa che non dovevo dire?”

“Do’aho, per la prima volta nella tua vita invece credo proprio che tu abbia detto quello che dovevi dire, finalmente.”

“Oh, davvero? Aspetta un attimo, non ti avrò mica detto che...”

“L’hai detto, l’hai detto.”

“Ma porca puttana, non doveva andare così, doveva essere una cosa più romantica, parole pensate, non certo una valanga di cose senza senso...”

“Do’aho hai detto tutto quello che dovevi dire, come dovevi dirlo, non l’avrei voluto sentire in nessun altro modo.”

“E tu? Insomma non hai qualcosa da dirmi?”

“Non sono salito su quell’aereo, non ti basta?”

“No! E dai kit dimmelo, dimmi cosa provi, almeno una volta, poi non rompo più, non ti chiederò di ripetermelo ogni ora, ma questa volta dimmelo!!!”

“Non sono bravo con le parole do’aho, dovresti saperlo oramai, ma sono bravo con i fatti.” Mi tira verso di sé, sento le sue labbra impossessarsi delle mie, non è un bacio leggero, uno sfiorarsi delicato, no, in questo bacio sento tutta l’urgenza, la passione, sento Kaede. “Tre anni do’aho, mi hai fatto aspettare tre lunghissimi anni per deciderti.”  E poi, poi succede qualcosa che non mi aspetto, non so cosa capita, il mio corpo reagisce autonomamente, sono io a cercare lui, io che mi getto su quella bocca come se fossero anni che la attendevo, io che bacio le sue labbra, cerco la sua lingua con la mia, io che mi ritrovo su di lui entrambi a petto nudo senza neanche essermi reso conto di come sono arrivato a quel punto, io che mi ritrovo eccitato come non mai.

Questa consapevolezza, sentire il mio membro duro e eccitato e sentire il suo eccitato nello stesso modo sotto di me mi blocca, mi perdo nei suoi occhi lucidi, cosa sto facendo? Cosa devo fare? Ma soprattutto lui mi permetterà davvero di fare quello che il mio corpo mi sta implorando di fare?

“Perché ti sei fermato do’aho?”

“Io...io non... non so come si ama un ragazzo, kitsune!” Ammetto!

“Hai bisogno di un libro illustrato?” Mi chiede con un sorriso divertito e quel maledetto sopracciglio alzato.

“Kitsune, ti sembra proprio il caso di sfottermi anche ora?”

“Do’aho, qual è il problema?”

“E che...io...tu...” Non chiedetemi come ma ha capito, ha capito quello che volevo dirgli.

“Do’aho ti sto aspettando da tre anni, ora fammi il piacere prendimi e smettila di perdere tempo!”

“Kit? Sicuro?”

“Secondo te.” Finiamo di spogliarci, l’ho nudo sotto di me è sto decisamente perdendo la testa. Mi blocco un’altra volta, è troppo bello è davvero troppo bello per me. Mi prende la mano, deve aver letto ciò che provo in questo momento, come sempre sa tutto di me, si porta le mie dita alla bocca, le succhia e perdo qualsiasi brandello di lucidità possa avere avuto nella mia vita.  Esiste solo lui, sotto di me, solo noi, l’unico mio pensiero, oltre quello di perdermi in lui, è fare in modo che Kaede non soffra, che goda almeno quanto, sono certo, godrò io.

Non c’è alcun dubbio, noi due siamo davvero il più bello spettacolo dopo il big bang, e forse lo superiamo anche!
 

Fine
 

Note: Prima nota, doveva essere una semplice fic, niente di che, poi me n’è venuta in mente un’altra da collegare e quindi sarebbero state due, poi ho sentito slanif che mi ha consigliato di pubblicarle come raccolta, visto che erano collegate (quindi prendetevela con lei...) e alla parola raccolta non so cosa è scattato nel mio cervellino malato, ma da due sono diventate quattro, quindi non ho idea di quello che verrà fuori, so solo che saranno tutte songfic e che parleranno dei miei puccetti, almeno queste che ho in mente (chissà cosa succederà più avanti) e soprattutto ogni storia avrà una fine, quindi anche se tra una fic e l’altra passerà del tempo non diventerete matte ad aspettare il finale... sono brava no? Seconda nota come avrete intuito la canzone è di Jovanotti, quindi è sua e degli aventi diritto. Io non ci guadagno proprio nulla, a parte rompere voi, né a usare questa canzone né questi personaggi che ovviamente continuano a essere di proprietà di Inoue (purtroppo per me!). Non chiedetemi come facciano Hana e Ru a conoscere il significato della canzone, saranno tutte italiane, ma loro il significato lo sanno sempre, chiamatela licenza poetica... va beh licenza e basta. Un ringraziamento a tutte voi, alle mie recensioniste (non so neanche se esiste questa parola, ma voi me la passate vero?) e a coloro che mi hanno messa tra gli autori preferiti ^//////^ *me commossa* o hanno messo una mia storia tra le preferite, seguite o ricordate. Alla prossima!
  
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