Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: LaGrace    04/05/2014    1 recensioni
"Per anni immaginai la Montagna Solitaria e le imponenti sale di Erebor riposte sotto di essa. Per anni io e mio fratello Fili ci preparammo ad affrontare il viaggio alla riconquista della nostra patria.
Eravamo appena scesi dal dorso delle grandi aquile e riuscivamo a scorgerla in lontananza: la nostra montagna, la nostra casa."
- - -
Ciao a tutti, in questa fanfiction ho voluto riscrivere parte della storia de "Lo Hobbit" partendo dal secondo capitolo della trilogia di P.J.
Guardando il film mi ha molto colpito il legame che si stava creando tra Kili e Tauriel e ho pensato che sarebbe stato interessante descrivere la storia dal punto di vista di kili.
I primi capitoli terranno abbastanza fede al secondo film "La desolazione di Smaug", ma poi.. MISTERO!
Auguro a tutti una buona lettura e spero di ricevere le vostre opinioni =)
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 6

<< Fuoco di Drago e rovina >>

Quella domanda rimase in sospeso. Tauriel mi guardò confusa, lasciò la mia mano e fece per parlare, ma un rumore simile a un tuono ci fece trasalire.
Un forte vento soffiò tra le case di legno della Città del Lago , le porte sbattevano e la gente iniziò ad uscire di casa. Fili uscì dalla porta per controllare la situazione, mentre Tauriel restò in mobile, gli occhi fissi nel vuoto e le mani strette a pugno.
“Il drago!” sussurrò con voce tremante.
Il suo sguardo,che prima era fiero e poi confuso, ora era inondato da puro terrore.
Fili rientrò di corsa dicendo: “Dobbiamo allontanarci da qui, sta arrivando il drago!”.
Mi alzai a fatica, il peggio era passato, ma ero ancora molto debole e la testa continuava a girarmi. Oin e Bofur badarono alle due giovani, Fili mi aiutò a camminare e Tauriel iniziò a farci strada.
Usciti dalla casa vedemmo il figlio di Bard correrci incontro, agitato e spaventato.
“Le guardie hanno preso nostro padre, dobbiamo liberarlo” ci disse.
“Dov’è ora?” chiese Fili.
“Immagino sia nelle prigioni!” rispose il ragazzo. “Mi ha ordinato di tenere nascosta la freccia nera!”.
“La freccia nera?” chiesi a fatica.
“L’unica freccia in grado di trafiggere Smaug” precisò Oin, poi indicò un’alta torre su cui era posta una struttura insolita, ma che avevo già visto in passato, probabilmente su qualche libro. “Dobbiamo prendere la freccia e scagliarla con la lancia del vento posta su quell’edificio”.
Il vento soffiò sempre più forte e il drago si avvicinava diventando sempre più visibile.
“Dove si trova la freccia ora?” chiese Bofur.
“L’ho nascosta nella chiatta, seguitemi!” rispose il giovane.
Iniziammo a correre, ma ovviamente per me era impossibile tenere il passo, anche con l’aiuto di Fili.
Mi lasciai cadere a terra.
“Kili?”
Mio fratello fece per aiutarmi, ma la mia risposta fu: “Lasciami qui e aiuta gli altri, me la caverò!”.
Entrambi sapevamo bene che era difficile, quasi impossibile scampare alla tempesta di fuoco che stava per abbattersi su di noi.
Nonostante le mie parole, Fili fece per tirarmi su, ma lo spinsi via.
“Vai!” gli urlai. “Sono solo d’intralcio”.
Mi guardò e con difficoltà mi rispose: “D’accordo, farò come vuoi. Cerca di restare vivo!”.
Gli sorrisi cercando di rassicurarlo, ma lui non riuscì a ricambiare e si allontanò raggiungendo gli altri.
In lontananza vidi Tauriel voltarsi indietro ed esitare, ma fortunatamente tornò sui suoi passi. Sarei sicuramente stato un peso per loro.
 Non potendo far altro, tentai di raggiungere la torre che ospitava la lancia del vento, una volta lì avrei atteso il loro arrivo. Goffamente cercai di attraversare il ponte di legno che precedeva l’alta struttura, poi una raffica di vento mi investì facendomi rotolare a terra. L’enorme drago planò sopra la mia testa e si diresse verso il Municipio, dalle sue fauci sprigionò fiamme che illuminarono le acque scure del lago.
 “Io sono fuoco, io sono morte!” ripeteva il drago con ferocia.
Una sferzata della coda e il tetto del Municipio si sgretolò rovinando al suolo. Una casa dopo l’altra veniva distrutta dalle fiamme, la gente correva cercando di mettersi al riparo, poi mi accorsi che il drago si stava avvicinando ed era pronto a sputare fiamme su di me. Ero incapace di muovermi, ma prima che il fuoco mi raggiungesse venni spinto in acqua violentemente. Non ebbi neanche il tempo di prendere fiato. Qualcuno mi tratteneva sott’acqua, mentre le fiamme si scontravano con la superficie.
Il fuoco continuava a bruciare a circa un metro dalla mia testa, non avevo più ossigeno, ma non c’erano alternative. Rimanere immerso nell’acqua e affogare o riemergere e morire bruciato. Iniziai a dimenarmi, agitato per la mancanza d’aria, quando le mani che mi trattenevano giù mi afferrarono il volto. La luce delle fiamme mi permise di distinguere la figura davanti a me, nonostante le scure e gelide acque. Le sue labbra si attaccarono alle mie trasferendomi l’ossigeno necessario per permettermi di resistere qualche secondo in più. Per l’ennesima volta Tauriel mi salvò la vita.
Il fuoco cessò e il drago volò in un altro punto della città, a quel punto riemersi dall’acqua e con me anche lei. Facemmo lunghi respiri per riempire nuovamente i nostri polmoni d’aria. Le sue mani, che prima mi prendevano il volto, erano scivolate sulle mie spalle, mentre io mi resi conto di essermi aggrappato alle sue vesti. Lasciai subito la presa e lei fece lo stesso abbassando lo sguardo.
“Grazie!” le dissi, la mia voce aveva un cenno di imbarazzo. Tauriel alzò lo sguardo per un attimo e accennò un sorriso.
Il ponte non esisteva più, il drago lasciò dietro di sé distruzione e rovina, ma fortunatamente la torre era ancora in piedi e la lancia non sembrava essersi danneggiata.  
Afferrandoci alle macerie uscimmo dall’acqua, tremanti di freddo.
Fili, Bofur, Oin e i figli di Bard ci raggiunsero.
“State bene?” chiese Fili.
“Congelati, ma vivi” gli risposi, poi mi accorsi che Bard non c’era. “Dov’è Bard?” chiesi.
Tutti si voltarono a guardare la torre.
“Ha preso la freccia nera ed è probabile che ora sia li sopra, pronto a prendere la mira!” rispose Bofur.
“Papà riuscirà a uccidere il drago, non è vero?” chiese la figlia più piccola, stretta alla sorella, aveva gli occhi gonfi di lacrime.
Nessuno ebbe cuore di risponderle, forse perché nessuno sapeva cosa dire. Eravamo tutti col fiato sospeso, ma il suo viso era talmente impaurito che d’istinto le presi la mano e le dissi dolcemente: “Il tuo papà è un bravo arciere, anzi, il migliore in tutta la Terra di Mezzo, vedrai che non fallirà!”e le sorrisi.
Non ero per nulla convinto delle parole che gli dissi, ma l’importante era averla tranquillizzata almeno un po’.
Il vento soffiava forte e Smaug continuava a seminare morte e distruzione. La gente correva, urlava disperata e molte case erano avvolte dalle fiamme. Il drago tornò nella nostra direzione e stavolta mirava alla torre, mi voltai e vidi Bard pronto a colpire. La freccia schizzò via, diretta come un fulmine verso il drago, il quale emanò un grido assordante. Incredibile, la freccia nera era andata a segno.
Il drago volteggiò un’ultima volta per poi cadere rovinosamente su buona parte della città che cedette facendolo affondare nelle scure acque del lago.  
Smaug era vinto.
 
Molta gente si salvò quella notte. Il lago era ora punteggiato da barche che sostenevano gli abitanti di Pontelagolungo e che piangevano la perdita della città, dei beni e delle case.
Fortunatamente riuscimmo a trovare una barca in buone condizioni e ci allontanammo dal punto in cui cadde il drago. 
“Cosa può essere successo in quella montagna?” chiese Bofur con tono preoccupato.
Non volevo pensarci, per quello che ne sapevamo potevano essere già tutti morti.
“Non credo sia successo nulla di buono!” intervenne Bard.
Giungemmo alla spoda opposta del lago, nessuno si sarebbe più avvicinato alle rovine della città sapendo che in quelle acque giaceva Smaug.
La notte era fredda e avvolta dalla nebbia, tentammo di sistemarci con quel che avevamo e a fatica accendemmo un fuoco per scaldarci.
“Meglio se riposi o avrai una ricaduta” mi disse Oin.
“Non riuscirei comunque a dormire. Nostro zio e i nostri amici erano in quella montagna e ora non sappiamo se siano vivi o morti!”.
Chinai la testa infilandomi tra le ginocchia e rimasi immobile, assalito da mille pensieri.
“Se fossero davvero caduti, cosa molto probabile, significa che l’immenso tesoro del Re sotto la Montagna giace ora incustodito. Nel giro di poco tempo potrebbero nascere delle battaglie per la conquista di Erebor!” disse Bard.
“Noi siamo gli unici, dopo Thorin, che hanno il diritto di regnare sotto la montagna” disse Fili rivolgendosi a me.
Alzai la testa e lo fissai.
“Hai ragione, se è vero che nostro zio è caduto andremo a riprenderci Erebor e così onoreremo la sua memoria!”.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: LaGrace