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Autore: Hi Fis    04/05/2014    0 recensioni
Epilogo delle avventure del Comandante Hayat Shepard, dieci anni dopo gli avvenimenti di Mass Effect 3, e protagonista dei miei precedenti racconti relativi a Mass Effect. Non è necessario aver letto le mie fiction precedenti, perché il prologo conterrà una breve descrizione della protagonista.
Multipli comprimari, un nuovo personaggio, varie scene. A tratti AU.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Liara T'Soni, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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"Devo chiederle... com'è Tuchanka? Immagino che sia difficile abituarsi ad essa, con tutti i suoi pericoli..."
"Tuchanka non è poi così pericolosa come la si dipinge: certo, la temperatura al di fuori delle zone schermate supera i limiti tollerabili. Ed è sempre meglio portarsi dietro un contatore Geiger quando si esplorano le zone più desolate, ed almeno qualche arma, in modo da far fronte ai branchi di Varren selvatici. Ed è anche vero che in ogni pozza d'acqua ci sono parassiti così famelici da spaccare le viscere. E il servizio metereologico planetario non sempre riesce a prevedere in tempo la rotta di Kalros. Ed è anche vero che scambiarsi testate è il modo più civile fra i Krogan per salutarsi...
Ma a parte tutto questo, Tuchanka è un luogo davvero delizioso."
Intervista con l'Ambasciatrice Sihaya bint Hayat T'Soni.
 
 
Ogni bambino ha un posto speciale. Un luogo segreto, pieno di meraviglie e fantasie dove i cattivi non vincono mai: il regno delle fate, la foresta incantata, Arcadia, Iram dalle Dieci Colonne, l'isola senza onde... il nome che gli viene dato ha poca importanza. Alcuni ricordano questo luogo per tutta la vita, mentre altri scelgono di dimenticare la strada per arrivarci.
Per Sihaya, non è ancora arrivato il momento di decidere se separarsi da esso: è questo il suo luogo speciale, l'osservatorio di prua della sua casa con un morbido e folto tappeto su cui sdraiarsi e suo padre a farle compagnia.
"...e come si chiama quella?" chiede ancora, indicando una delle stelle dietro il vetro.
"Quella è Kallini." è la risposta, mentre una piccola luce in mezzo alle altre viene ingrandita per lei.
"E quella?"
"Mesana... ti ci porterò un giorno, quando sarai più grande."
"E quella?"
"Quelle sono Agaiu e Hati. Due stelle gemelle." spiega paziente il suo genitore.
"... come Selene e Alune?"
Suo padre sorrise: "Più o meno."
"Papà?"
"...Sì?" rispose il suo genitore, poggiando la tazza di caffè che stava bevendo.
"...Dobbiamo proprio andarci?"
"Sai bene quanto ci tiene tuo zio... e poi il tuo fratellone potrebbe prenderla male..."
Alla menzione di suo fratello, il blu delle guance di Sihaya si fa lievemente più accentuato, un particolare che suo padre finge di ignorare.
"E solo che... lei mi fa un po' paura." ammette infine timidamente la bambina: la sfumatura con cui disse lei identificò immediatamente l'essere a cui si riferiva.
"Sihaya..." sospira suo padre, accoccolandola in mezzo alle sue gambe: "Capisco quello che provi... però non è cattiva."
"Lo so, lo so... però mi fa un po' paura lo stesso."
"Ti prometto che non sarai sola un momento. E ti prometto che non appena avremo finito, ti porterò a visitare un luogo speciale."
Il fatto che una bambina Asari di dieci anni abbia già una strana fascinazione con antichi templi e l'archeologia è da imputare solamente a sua madre, da cui ha preso molto: le stesse lentiggini, lo stesso colore della pelle, la stessa indole timida. Ma quando Sihaya guarda piena di curiosità suo padre negli occhi, quegli occhi che la Guerra aveva reso diversi l'uno dall'altro, il colore che si rifletté fra loro fu solo uno: un perfetto viola.
"Un posto speciale?"
"... È una sorpresa." è la risposta, assieme ad un sorriso ricco di promesse.
Sihaya avrebbe fatto domande, o chiesto il nome di altre stelle, se l'espressione di suo padre non si fosse congelata improvvisamente, in un fenomeno che la bambina sa essere associato al braccio sinistro del suo genitore: in quel momento, mentre suo padre sembrava vedere un luogo mille miglia lontano, Sihaya spiò ancora una volta quella strana protesi.
La piccola Asari aveva provato a chiedere a suo padre l'origine di quell'oggetto, ma la risposta era stata sempre la stessa: "Quando sarai più grande". A volte, Sihaya non desiderava altro che arrivasse quel momento.
Le paratie corazzate dell'osservatorio scivolarono sui vetri, oscurando la vista delle stelle: rettangoli luminosi comparvero e sparirono in un istante sulle pareti, mentre numeri e parole si dipanavano dentro di essi, troppo velocemente perché Sihaya potesse leggerli. Un serpente seghettato fatto di luce, in realtà la rappresentazione visibile di una debole trasmissione FTL intercettata, venne materializzato sopra di loro divincolandosi furiosamente: sotto di esso prese forma un ennesimo rettangolo, rappresentazione evanescente di un sistema stellare, ed un nome, Pelion  in grandi lettere luminose. Il terzo pianeta del sistema venne evidenziato, e una lunga lista di facce che Sihaya non aveva mai visto scorse rapidissima a fianco del piccolo globo di neve sporca: il pianeta si chiamava Trategos, lesse Sihaya.
La lista di nomi e volti si arrestò improvvisamente sul ritratto di un Asari: la bambina osservò quel volto che le appariva familiare, ma di una sfumatura che le era estranea. Era la prima volta che vedeva un Asari color rosa salmone.
"Chi é quella?" chiese a suo padre: il nome accanto al ritratto non le diceva nulla.
"... La tua zia materna."
"Oh. Non sapevo di avere una zia Asari."
"... Ti piacerebbe incontrarla?"



Angolino dell'Autore:
Cos'è e cosa contiene "10 Anni Dopo"? Per prima cosa, questo è un racconto di famiglia (ma non per famiglie: spero che la differenza sia chiara. Se cercate un rassicurante racconto PG13, siete capitati male) e traccia l'epilogo di ME3, rimaneggiando un po' gli avvenimenti, cercando di dare forma ad una certa promessa, di "...vecchiaia, tranquillità e una torma di bambini blu". Ci sarà anche un nuovo finale per ME3, così come nel mio piccolo io l'ho immaginato, ma non è la parte più importante di questo racconto (credo che prenderà un capitolo più o meno).
Il Comandante Shepard di questi mie racconti è Hayat bint Hannah Shepard, ricognitore con il gusto della battaglia di lontane origini turche (se volete darle un volto, fate conto che sia la figlia turca di Jennifer Hale, che da la voce al comandante Shepard donna nella versione originale di ME3). Liara T'Soni invece è sempre lei.
Se pensate che il tipo di etichetta per le coppie presenti in questo racconto vada rivisto fatemelo sapere: si tratta pur sempre di una relazione tra un alieno e una donna umana, di conseguenza non rientra in nessuna delle categorie pre preparate.
Questo è quanto per il prologo: al prossimo capitolo.

  
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