Un oceano, tre continenti, circa 12373.2 km.
Una distanza che uccide lentamente senza risparmiare nessuno, senza via di uscita, arida come il campo di battaglia dopo una bomba, soffocante come le lacrime trattenute e quel nodo in gola che non si scioglie.
Un appartamento e un rifugio.
Differenti quanto simili, tristi, vuoti, ricchi di parole urlate al cuscino, di lettere mai arrivate e ti amo sussurrati ad una foto. Stanze avvolte dai rumori di una vita che va avanti, senza preoccuparsi di chi rimane indietro, di chi rimane solo con un pezzo mancante di un puzzle che potrebbe non completarsi mai più.
Un gatto e un uomo robusto per compagnia.
Silenziosi e schivi, buoni osservatori e sempre attenti, con un gesto di conforto nei momenti peggiori, una carezza e una pacca sulla spalla, un “andrà tutto bene” miagolato o detto con gli occhi.
Una tazza di tè e un bicchiere di whisky scadente.
Stretta tra le mani affusolate e le mani secche, rovinate da un pugno dato al muro, nei palmi segnati dalle unghie per la rabbia o semplicemente per sopprimere il dolore. Mani che si accarezzano, intrecciano e riscaldano nei giorni freddi, le stesse che corrono avide sui corpi dopo un litigio.
Il rumore delle auto e i passi pesanti degli anfibi.
Un clackson e un ordine urlato in piena notte che fa scattare i nervi, che ti ruba il sonno senza più restituirlo, quello che ti costringe a lasciare il letto, cercando un angolo tuo nel buio, arrancando tra oggetti e certezze che sfuggono, tra sentimenti inespressi che opprimono l’aria.
Braccia lisce sotto una felpa, spalle tatuate sotto un giubbotto.
Felpe troppo grandi impregnate di un profumo che tenta di colmare un vuoto, un giubbotto troppo stretto per la schiena muscolosa, che si attacca alla pelle umida, marchiata da un nome che non lo abbandona mai, un motivo per rimanere in vita mentre tutto muore.
Uno chignon scombinato e una boccia non curata.
Raccolti come i ricordi, per non farseli scappare, aggrappandosi ad un sorriso che illumina i pensieri come un lampo nel cielo scuro, una luce in un rifugio.
La voglia di non uscire, di lasciare che il tempo scorra inesorabilmente addosso, senza fare nulla per viverlo, aspettando qualcosa che potrebbe non arrivare più. Un abbraccio che manca, labbra che si cercano nei sogni annebbiati dalle lacrime.

Roxanne e Zayn.
Un “ti amo” e un addio.



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