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Autore: Inathia Len    05/05/2014    2 recensioni
EX "BE MY MIRROR, MY SWORD, MY SHIEDL
Rivisitazione della terza stagione ad opera del mio cervello malato.
E se Sherlock decidesse di tornare non solo perché vuole rivedere John, ma perché è la sua ultima occasione? Che cosa nasconde il consulente detective?
E se John, compagno di Sherlock, non avesse mai incontrato Mary, sarebbe ancora stato innamorato di Sherlock due anni dopo la caduta?
NOTE: 1. Johnlock
2. nessunissima Mary o Magnussen, ma pura e semplice angst
3. può essere che Sherlock risulti un po' OOC, mi sfugge sempre, quel bravo ragazzo
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Molly Hooper, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era passata un'altra settimana, ma sembrava che le cose, nella loro schifezza, si fossero stabilizzate. Erano sempre loro due, ogni tanto Mycroft mandava messaggi ai quali Sherlock non rispondeva e Lestrade passava per parlare con loro dei casi. La signora Hudson faceva trovare sempre pronta la colazione e forse aveva intuito qualcosa, e quantomeno il fatto che non uscivano più di casa era sospetto. Molly aveva telefonato una volta, ma aveva detto che non ce la faceva a passare, non l'avrebbe sopportato. Evidentemente lei sapeva.

E così i giorni passavano lenti, ma troppo velocemente per John. Ogni mattina poteva essere l'ultima, ogni notte poteva essere fatale. Non riusciva a credere che un giorno, quell'uomo che dormiva accanto a lui più o meno tranquillamente, non si sarebbe più svegliato, sarebbe diventato marmo freddo e inerme. E così le ore si allungavano e restringevano allo stesso tempo, le parole erano soffocate dall'angoscia e gli sguardi sì velavano di lacrime. John non era pronto, non voleva passarci di nuovo. E questa volta il lutto sarebbe stato solo suo, il mondo non avrebbe dovuto sapere e quindi sarebbe dovuto andare a lavoro sorridendo come se nulla fosse, avrebbe dovuto parlare con la gente, si sarebbe dovuto mostrare normale... Perché non era solo Sherlock che stava morendo, la malaria non stava uccidendo solo lui. John si consumava ogni giorno, tormentandosi sapendo che ogni bacio, ogni parola, ogni sguardo sarebbe potuto essere l'ultimo.

-John- lo chiamò nella notte Sherlock, svegliandolo da un sonno leggero. -John ho freddo- mormorò.

-Non abbiamo più coperte. Hai già addosso anche il piumone...-

-C'è quella che teniamo sul divano, il plaid.-

-Vado a prendertela.-

Scalciò le coperte e si precipitò in salotto. Non era un buon segno, lo sapeva, la febbre che tormentava il suo compagno da giorni forse non sarebbe mai passata, anzi... Poteva solo peggiorare.

Afferrò il pile e tornò verso la camera da letto trascinando i piedi, ma, quando giunse sulla soglia della stanza, si bloccò.

Sherlock si era alzato, avvolto in quattro strati di lana, e stava armeggiando con il comodino di John.

-Che stai facendo?- chiese lui, allarmato. -Ti ho portato la coperta.-

Sherlock si girò, le pupille dilatate. Stringeva in mano la pistola di John, la sua vecchia pistola che, per paura di ladri o ripercussioni dovute ai casi che avevano seguito, teneva carica nel primo cassetto del comodino. La sua stupida pistola.

-John... Mi dispiace- sussurrò Sherlock, togliendo la sicura e avvicinando la canna alla testa. -Mi dispiace davvero tanto.-

-Sherlock, cosa...?-

-John, non ce la faccio più- disse.

Stava piangendo. Sherlock Holmes stava piangendo. A John andò il cuore in frantumi.

-Mettila giù adesso. Ti prego. Ti ho portato la coperta, vedi? Così non avrai freddo- lo pregò John. -Mettila giù.-

-Io volevo solo tornare a casa... Volevo solo che voi foste al sicuro...-

-E quello che hai fatto è stato bellissimo. Ci hai donato la vita. Lascia che io faccia lo stesso per te, adesso. Metti giù la pistola e passamela.-

-Non piangere, John.-

-Ti stai per uccidere, pezzo di cretino, dovrei ridere?-

-Forse aiuterebbe.-

-Io non ti voglio aiutare, non in questo.-

-Ma la fine arriverà, prima o poi.-

-Esatto, prima o poi. Magari hai ancora qualche mese davanti.-

Sherlock scosse la testa.

-Sto male, John. Non voglio morire agonizzante in un letto, soffocato dalla mia stessa bava. Non farmi questo- disse, avvicinando di più la pistola alla tempia.

-Tu vuoi che io viva, vero?- Sherlock sembrò spiazzato da quella domanda. -Perché se tu ti spari adesso, ti giuro su tutto quello che vuoi che il prossimo proiettile è per la mia, di testa.-

-John...- si allarmò Sherlock.

-Perché sei tornato, Sherlock, eh? Perché non sei morto saltando da quel cavolo di ospedale? Tu ami la vita, non vuoi morire!-

-Non ho alternative. Tra al massimo una settimana sarò morto sul serio.-

-Ti chiedo un ultimo regalo, un ultimo regalo. Non ucciderti ora, non farlo. Aspettiamo, vediamo quanto rimane, esattamente. E quando verrà il momento, potrai farlo come vorrai, anche dandoti fuoco a Piccadilly, la tanica la porto io. Ma aspettiamo, ti prego.-

-Voglio qualcosa in cambio, però.-

John lo guardò stralunato, gli occhi fissi sulla canna della pistola che si stava lentamente allontanando dalla fronte di Sherlock.

-Quello che vuoi, ma dammi quella pistola, adesso.-

-Giurami che quando me ne sarò andato, quando sarò morto, tu non mi seguirai, per quanto terribile e doloroso sarà. Promettimi questo e io chiederò a Mycroft quanti giorni mi rimangono esattamente e non ne salterò nemmeno uno.-

-Lo giuro- disse John, di slancio. -Ma ora dammi la pistola.-

Sherlock gliela passò facendola scivolare sul pavimento.

-Questa sparisce per un bel po'- commentò John, raccogliendola. -E ora rimettiti a letto, idiota.-

-Devo scrivere a Mycroft...- mormorò Sherlock, accoccolandosi sotto le coperte e chiudendo gli occhi. -Devo...- ma stava già dormendo prima della fine della frase.

John tornò in salotto, il cuore che gli batteva come un tamburo. Non pensava che Sherlock fosse così al limite, che la malattia lo stesse divorando così dall'interno. Si lasciò cadere sulla poltrona nera, quella che ben presto sarebbe rimasta vuota per sempre. Come avrebbe fatto a sopportare tutto quello di nuovo? Non che lo avesse superato, ma ormai erano passati due anni dal "salto" quando Sherlock era tornato, stava cominciando a farsi un'idea del fatto che dovesse andare avanti in un qualche modo. Ci stava riuscendo, trasferirsi da un'altra parte aveva aiutato, stava tornado alla vita. E ora sarebbe morto di nuovo. Ce l'avrebbe fatta?

Aprì la pistola e tolse i proiettili, lanciandoli uno ad uno fuori dalla finestra, sfogando la sua rabbia contro dei poveri piccioni innocenti che avevano la sola colpa di passeggiare sul marciapiede davanti casa loro. Poi prese il telefono.

 

Quanto?

 

La risposta di Mycroft non si fece attendere.

 

Fino al 30 settembre. I miei medici sono piuttosto precisi.

 

Poi arrivò un secondo messaggio, circa due secondi dopo il primo.

 

Mi dispiace, John.

 

John lanciò un'occhiata angosciato al calendario e poi al sole che stava sorgendo.

Era l'alba del 30 settembre.

 

 

 

 

 

 

Inathia's nook:

chiedo ufficialmente scusa se non potrò aggiornare la prossima settimana, ma è probabile che sarò morta per allora. nel caso, cercate Johlock is the way, perchè è stata lei. caaaaara mia, ti prego.... la storia non è ancora finita..... posso vivere almeno fino all'epilogo?

tornando a noi, spero che il capitolo vi sia piaciuto. è sempre più angst, me ne rendo conto, ma credo con il prossimo di tirarvi un po' su. bè, almeno con la prima parte... cioè, con buona parte del capitolo.

ok, mi eclisso, sparisco. 

se non aggiornerò, saprete già chi cercare ;)

  
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