Preciso
che i fatti sottocitati su
Tim Bergling/Avicii sono completamente frutto della mia fantasia,
assolutamente
non veri, che sono atti a non offendere e non a scopo di lucro. Scrivo
questa
storia per piacere e perché nutro molta ammirazione per
questo artista.
LEVELS
Capitolo
1
Non vi era
altro che silenzio in quella stanza di
Őstermalmn, un quartiere
di Stoccolma.
Tim premette il piccolo tastino posto al fianco destro del suo computer
portatile, da cui uscì uno sportellino contenente un cd.
Non un cd qualunque, anzi, a dirla tutta era il dvd di Interstella
5555, ovvero
“The 5tory of the 5ecret 5star 5system”.
Adorava da matti Interstella 5555, un film che lo aveva segnato e che
avrebbe
amato per sempre, per un semplice motivo: era un anime, un film di
animazione
giapponese, il cui audio era interamente e solamente composto dalle
musiche
dell’album “Discovery” dei Daft Punk.
Daft Punk, il duo di dj francesi che ascoltava da tempo immemore; le
loro
canzoni lo accompagnavano tutt’ora anche nel tragitto
casa-scuola e gli
facevano compagnia nei pomeriggi noiosi, quelli in cui pure la voglia
di uscire
fuori nel caos della città era sotto le scarpe.
Spesso, con le mani dietro la testa e auricolari nelle orecchie, stava
disteso
sul proprio giaciglio a fissare il soffitto per qualche secondo prima
di
chiudere gli occhi e immergersi completamente in quella melodia
elettronica che
gli mandava brividi, che lo portava lontano, in un luogo fatto di
colori cupi e
fosforescenti, guidati dal solo suono della musica.
Il ragazzo si riscosse dai propri pensieri, poggiò il pc sul
comodino di fianco
al letto e scese per andare in cucina a prendere qualcosa da
sgranocchiare e
riempire così il suo stomaco vuoto.
Passando in corridoio, non poté non guardarsi un attimo
nello specchio posto
sulla credenza che portava il marchio dell’Ikea. Non sono così male, si disse.
I corti capelli biondo scuro, un po’ sparati da tutte le
parti in piccoli
ciuffi, il viso dai tratti squadrati, lo rendevano decisamente il
classico
svedese, così come i suoi occhi grigi. Si
accarezzò la leggera peluria sul
viso, visibile solo ad uno sguardo attento o sotto la luce diretta del
pallido
sole delle terre nordiche.
Sorrise tra sé e sé, tornando al suo obiettivo
originale.
Mangiare.
Afferrò un pacco di patatine dal mobile adibito alle
schifezze sia dolci che
salate e prese una lattina di Red Bull dal frigo, incassato nella
cucina
moderna dai toni bianchi e neri, piuttosto asettica come il resto della
casa -
sua madre aveva una fissa per la modernità- e
tornò nella propria camera,
chiudendosi la porta alle spalle per non essere disturbato.
I compiti di scuola giacevano sulla scrivania, lo sembravano a chiamare
a gran
voce, a ricordargli fastidiosamente che doveva dedicarsi a loro, se non
voleva
ripetere l’anno.
Ma Tim Bergling aveva ben altro per la testa, ben altra passione.
La musica.
La musica lo faceva sentire vivo, la musica riusciva a dargli
un’energia
incredibile, era convinto che la musica era la sua via, il suo scopo
nella
vita, ciò che lo avrebbe fatto sentire realizzato.
Perciò salutò con un sorrisetto a fior di labbra
quei fogli disordinati e tornò
sul proprio letto, riprendendo in mano il proprio computer e
sgranchendosi le
dita prima di mettersi all’opera sulla tastiera nera del suo
Asus.
“Allora, a quale remix ci dedichiamo
oggi…?” domandò, più a
sé stesso che
all’aggeggio elettronico che aveva sulle gambe, iniziando a
cercare una traccia
che aveva giusto iniziato il giorno prima, con il testo scribacchiato
da lui
stesso su un foglietto di carta sul comodino, in modo da averlo
sottomano.
Pubblicava già sul proprio blog di Myspace alcune tracce che
aveva modificato
secondo il suo gusto, che variava dall’house alla electronic
dance; alcune erano
modifiche a canzoni già esistenti e altre di sua completa
invenzione,
originali, degli esperimenti che lo portavano sempre a qualcosa di
nuovo, di
qualcosa sentito, riconoscibile, familiare, ma allo stesso tempo sempre
fresco
e innovativo.
Aprì il programma apposito che usava per lavorare,
collegò il jack al pc e si
ficcò le cuffie in testa, che isolavano i rumori attorno.
Decisamente un regalo utile del Natale scorso.
Si grattò la testa, iniziò a scorrere nelle
proprie playlist per recuperare la
sua piccola creazione e iniziò a lavorarci, modificando
bassi e alti in base a
ciò che, letteralmente, gli suonava meglio.
Dopo un paio d’ore di lavoro, riascoltò la traccia
con attenzione, decisamente
soddisfatto del proprio operato con testimone un sorriso trionfante sul
volto
del giovane diciottenne svedese.
Parla Tomocchi: Ok… questa è la mia primissima ff su un artista musicale e… e… ho scelto Avicii perché lui mi ispira tantissimo. AMO la sua musica, tutta –e non mi succede spesso, gli altri sono i System of A Down e i The Passenger(svedesi!)- … mi ha indirettamente sostenuto, mi ha cullato, fatto venir voglia di ballare, distrarre… Insomma, è nel mio cuore.
E volevo scrivere qualcosa su di lui per omaggiarlo. Qualcosa di semplice, ecco.
Pensavo a una mini-long di tre- quattro capitoli y.y
Il titolo, “Levels”, è la canzone con cui l’ho conosciuto, che mi ha fatto innamorare di lui, e in fondo questa ff sarà suddivisa in “livelli” della sua vita, da quando ha cominciato fino ad oggi.
Ho scritto il primo capitolo in venti minuti, ascoltandomi appunto Levels per tutto il tempo, a ripetizione xD ma la vera ispirazione me l’ha data Silhouettes, che ho riascoltato di recente.
Sto già lavorando al secondo capitolo nonostante dovrei dedicarmi ad altri scritti più urgenti, ma… Tim è Tim. ç///ç <3
Se a qualcuno piacerà sarò contenta :3
Mi sento impacciata. Vabbien. Spero di non offendere nessuno(?) e alla prossima °O°