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Autore: Pectoralz    05/05/2014    0 recensioni
«Elisabeth? Dimmi! Spiegami! Cosa è successo?» urlai avvicinandomi al mio coinquilino.
Lui mi fissò.
Nel suo volto scorsi paura e tristezza.
Cosa era successo? Perchè non mi dicevano nulla?
«Cosa significa questa lettera? Cosa indica?» sbraitai prendendo quel pezzo di carta e rompendolo in mille pezzi.
Non ricevetti risposta.
Nessuno mi disse nulla.
Ero solo.
Solo con mille domande.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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« Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di Sole:
ed è subito sera. »

Centodue giorni prima.
 
EPOV
 
Come avevo fatto ad essere così stupida?
Non potevo aver davvero creduto a quelle parole piene di menzogne uscite da quelle labbra dannatamente perfette, ma così imperfette allo stesso tempo.
‘Non ti tradirò mai più’ aveva detto ed io ci avevo creduto.
Cosa avrei mai dovuto fare?
Urlargli contro che lo odiavo con ogni particella di me e lasciarlo in mezzo alla strada con i suoi vestiti ed un problema in meno?
Non sarei mai riuscita a farlo ed allora gli avevo creduto.
Falso errore, Elisabeth.
Davvero avevi creduto a quelle parole?
Illusa!
‘Io ti amo e desidero avere solo te nella mia vita’ aveva sussurrato.
Balle, balle, balle, solo balle.
Dannazione!
 
“Attenta!!” aveva urlato di colpo un ragazzo che stava passando per la strada.
Non mi ero accorta di dove ero finita, non sapevo dove ero e tanto meno sapevo che mi trovavo nel bel pezzo di un incrocio e che per poco un giovane stava per investirmi.
“Scusami” avevo risposto alzando la voce per farmi sentire di colpo, anche se non sapevo esattamente il motivo delle mie scuse.
Lo sconosciuto per evitare di prendermi aveva dovuto dare un colpo di reni per far cambiare traiettoia alla bicicletta e così si era trovato quasi contro un muro.
Le bestemmie non passarono inosservate, ma quella volta perdonai quelle parole maleducate poiché ero stata io a causarle.
Il ragazzo se ne andò ed io, più attentamente, ricominciai a camminare per le vie di Londra, cercando di cambiare l’argomento dei miei pensieri.
La suoneria meccanica del telefono cominciò a strimpellare e con la mano che non teneva il libro che stavo leggendo lo presi dalla tasca esterna dello zaino.
Un semplice nome mi fece spuntare un sorriso in volto: Alexia
“Buongiorno amicona del cuore!” esclamò la voce squillante della mia migliore amica.
“Giorno” risposi seria e cercando di evitare quel ‘buon’ perché di certo quella per me non era stato un inizio che poteva prevedere una giornata coi fiocchi.
“Farò finta di non aver sentito il tuo tono da donna depressa e passerò oltre. Io. Te. Due parole. Un grande divertimento.” continuò a parlare interrottamente, mentre agilmente cercavo di entrare nel negozio di musica in cui lavoravo da oramai quasi due anni.
“No, Lez, non verrò con te in discoteca. Non è giornata.” risposi sbuffando e buttando il libro Orgoglio e Pregiudizio sul bancone della cassa.
“Niente storie. Lo sai che sto cercando di farti mollare con Christopher. Voglio che tu venga in discoteca e sai che quando una cosa la voglio, alla fine si farà come vorrò io” disse con il respiro sempre più corto, segno che stava facendo la sua corsa giornaliera.
Spesso mi chiedevo come facessimo ad essere migliori amiche, eravamo tremendamente diverse.
Lei era sportiva, amava essere al centro dell’attenzione, amava le avventure con gli sconosciuti ed a scuola se l’era cavata sempre con il minimo.
Io, invece, ero pigra, cercavo sempre di mettermi da parte, ero una che credeva nel vero amore ed a scuola avevo sempre studiato per il massimo dei voti.
Eppure eravamo migliori amiche da otto anni e sembrava che la nostra amicizia, fortunatamente, fosse destinata nel non finire.
Smisi di pensare ad altro ed elaborai la sua affermazione.
Sapevo che aveva ragione ed in qualche modo dovevo far sì che questa volta non fosse così.
“Chris mi ha tradito ancora. Che ne dici di una semplice serata con un bel film di Robert Downey Jr ed una vaschetta da 1kg di gelato?” dissi girando il cartello del negozio che segnava se eravamo aperti o chiusi per permettere ai clienti, nel caso in cui ci fossero stati, di entrare.
“Mi dispiace” disse con affanno “Motivo in più per andare e nessun cambio di programma. Stasera alle 22 da me. Ti presto qualcosa io che il tuo modo di vestire è sempre abbastanza sbagliato. Ciao!” esclamò facendo cadere la linea.
Non feci in tempo di lamentarmi perché il silenzio cominciò a prendere il posto della voce squillante di Alexia.
Avrei voluto lamentarmi, dirle che il mio modo di vestire era sofisticato e che non volevo divertirmi, ma semplicemente morire – non in senso letterario ovviamente – abbuffandomi di celato alla nocciola e ricordandomi che il mio amore non sarebbe mai stato corrisposto da quell’attore bello e maledettamente “anziano” per me.
Sbuffai lanciando nel frattempo il telefono sul bancone.
Non avevo scampo.
Questo era ovvio.
  
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