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Autore: MetanoiaDike    05/05/2014    0 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Due_di_due]
[http://it.wikipedia.org/wiki/Due_di_due]
"Avrei voluto cascare morto sul marciapiede.Credimi Mario!"
Finale del capolavoro di A. De Carlo "Due di due",rimaneggiato da un'appassionata lettrice ai limiti della blasfemia.
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Metanoia.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~UNO DI DUE.
Guido correva,chiuso in quella sgangherata Alfa Romeo che sembrava dover esalare il suo ultimo respiro tra uno scoppiettio e l'altro.
Accellerava con rabbia,calcando con vigore il piede sul comando consunto dagli anni che aveva vissuto;macinava chilometri divorando l'asfalto del vecchio rettilineo deserto,osservando di tanto in tanto la striscia bianca,dipinta sul suolo,che si srotolava correndo accanto alle ruote mal ridotte dell'auto.
Si spingeva oltre il limite,accellerava,aumentava la sua velocità incurante del noioso ronzio;scappava dalla sua disfatta,dal suo malessere,da Blanca,da Roma,dai suoi incubi,cercando invano sollievo.
Apriva il finestrino perennemente lordo e buttava la testa fuori,lasciando che il vento umido di una comune sera di mezz'estate scompigliasse i suoi capelli biondo cenere fra i quali spuntava qualche sporadica ciocca grigia.Respirava boccheggiando quell'aria malsana che detestava,ingoiava quantità industriali di quel disgustoso ossigeno pieno di schifezze chimiche,contaminato anch'egli dalla corruzione della società industriale.
Indagava nella sua memoria alla ricerca del madornale errore che aveva causato il suo declino.
Poi però,riflettendo meglio,si accorse di non aver fatto altro che cercare la felicità per tutta la durata della sua misera vita;l'aveva rincorsa ovunque essa sembrava andare:per le strade di Milano,Londra,Melbourne e perfino in campagna da Mario.
Ma lei,la sua utopica Venere,gli sfuggiva correndo lontano,trascinandolo dolorante e gemente nell'infinità di quelle possibilità parallele di cui parlava a gran voce.
Eppure la seguiva,sempre,senza mai raggiungerla.
Mai.
Poi pensava a Chiara,al piccolo Giuliano per il quale era poco più che un estraneo.
Chiudendo appena gli occhi stanchi lasciava scorrere fotogrammi e frammenti disordinati di un'esistenza dolorosa.Poi una lacrima,una sola,iniziò a solcare il suo viso segnato appena dal passare del tempo.
Procedeva lentamente,inumidendo il suo volto,ricreando un dolore familiare che finalmente riusciva a passare oltre,a sbaragliare il muro di cinismo sottile che Guido aveva costruito intorno a sè;si sentiva sollevato,in un certo senso,avvolto da uno strano tepore che lo lasciava totalmente indifeso.
Un colpo secco lo scosse,i fotogrammi iniziarono a scorrere all'impazzata,vorticando velocemente nella sua mente.
Una madre trascinava il proprio bimbo,strattonandolo per le strade invase dai gas di scarico e dai maleodori delle industrie.
"Avrei voluto cascare morto sul marciapiede.Credimi Mario!" diceva una voce lontana,la sua.
                                                                     Metanoia

  
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