L’Angelo
“Vi siete persa? Dovreste permettermi di farvi fare un giro dell’Istituto, signorina Gray.” Non si tratta tanto di gentilezza, quanto più di curiosità verso questa nostra ospite provvisoria. “In modo che non vi perdiate di nuovo.” Aggiungo.
Lei mi fissa con gli occhi leggermente socchiusi, non so se per il sospetto o perché la luminescenza della stregaluce le infastidisce gli occhi. Continua a non rispondermi e a fissarmi.
“Certo, se proprio lo volete, potete semplicemente continuare a girare per conto vostro. Però devo avvertirvi che nell’Istituto ci sono almeno tre o quattro porte che conducono in stanze in cui teniamo prigionieri alcuni demoni; possono diventare alquanto pericolosi. Poi c’è l’armeria; alcune armi sono dotate di una mente propria, e sono davvero affilate. Infine ci sono le stanze che danno sul vuoto; sono destinate a confondere gli intrusi, ma quando si è sulla sommità di una chiesa non c’è da augurarsi di scivolare accidentalmente e …”
Vengo alquanto brutalmente interrotto dalla fanciulla che cerca di mascherare l’espressione di paura che le si è dipinta sul volto e della quale, sospetto, è totalmente inconsapevole.
“Non vi credo. Siete un pessimo bugiardo, signor Herondale.” Quanto si sbaglia … io sono seriamente un “magister” nel fingere, almeno quanto lo è lei nel mordere; basta guardare la povera mano di Henry, che ancora non si è liberata dei segni dei denti della ragazza. “Comunque … Non mi piace gironzolare. Potete farmi fare un giro, se promettete di non combinare scherzi.”
“Prometto solennemente.” E mentre lo dico mi porto la mano destra sul cuore, un sorriso che minaccia di incresparmi le labbra.
Durante la nostra passeggiata serale ho modo di conoscere più di quanto avrei mai sperato la signorina Gray. Non mangia il cioccolato (mi chiedo come sia possibile!); fa un sacco di domande (con quale velocità le arrivino in testa e quanto ci metta a porle, non so dirlo); le piacciono i libri più di quanto credessi; non riesce a staccarmi gli occhi di dosso, ci prova ma non ce la fa. Incredibilmente, la cosa non mi infastidisce come quando accadeva con Tatiana. Al contrario, mi piace. Cerco di scacciare il pensiero lanciandole il Codice dalla scaletta, sulla quale mi sono arrampicato per prenderlo. Non sento il tonfo, quindi deve averlo preso al volo.
Torno a rivolgermi a Theresa, che mi chiede che genere di libro sia quel tomo dalla copertina blu consumata e dall’aspetto antico.
“Visto che attualmente alloggiate nel nostro sancta sanctorum, per così dire, ho supposto che aveste delle domande sui Cacciatori. Quel libro dovrebbe dirvi tutto ciò che volete sapere su di noi e sulla nostra storia, e anche sui Nascosti come voi. Ma maneggiatelo con cura. Ha dei secoli di vita ed è l’unica copia sopravvissuta. La Legge punisce con la morte chiunque la perda o la danneggi.”
Fatico a trattenermi dal ridere, ancora abbarbicato sulla scala a pioli, quando lei fa per gettare lontano il libro, terrorizzata anche solo di toccarlo, ma si ricompone in fretta.
“Non potete dire sul serio.”
Salto e,agilmente, atterro di fianco a lei, la sento nervosa ma non è davvero spaventata. L’ho visto, nella Casa Oscura, quando l’ho portata via, si fida di me, sebbene l’istinto le dica di non farlo. Questa ragazza è un libro aperto.
“Avete ragione. Non dico sul serio. Ma voi credete a tutto ciò che dico, non è vero? Vi sembro degno della massima fiducia, o siete semplicemente un’ingenua?”
Stringe al petto il Codice e si va a sedere su una panca, di fronte al tavolo. Comincia a leggere.
Questo mi manda un po’ in confusione … non so come agire; così, per una volta, faccio ciò che voglio: mi lascio cadere sulla panca accanto a lei e la osservo. Al collo sfoggia il ciondolo di un angelo che brandisce una spada, la lama rivolta verso il basso, è pallida e il naso dritto ha un che di aristocratico. Le sopracciglia sono perennemente corrugate, curiose. Tutto di questa ragazza sembra essere pronto ad imparare, a conoscere.
Il discorso che, sì, sono riuscito a non far cadere in un silenzio imbarazzato, si è spostato sulla “sete di sangue” delle donne.
“Ti ho visto impugnare quel seghetto contro le Sorelle Oscure. E se ricordo bene, in effetti il segreto di Lady Audley era che si trattava di un’assassina.”
Tessa, mi ha chiesto di chiamarla così, si infiamma.
“Allora lo hai letto!”
Io non posso fare a meno di sorridere sinceramente. Non ho mai incontrato nessuno così … che al sentire pronunciare in nome di Wilkie Collins è pronta a innalzare un canto in suo nome o che, per un buon romanzo, sarebbe disposta a vendere la propria casa. Sia chiaro, lo farei anche io.
“Stai ridendo di me?”
Scuoto la testa. “Non di te. Non avevo mai visto nessuno eccitarsi tanto per i libri, prima d’ora. Quasi fossero diamanti.”
“Be’, lo sono, no? Non c’è niente che tu ami altrettanto? E non dire “le ghette” o “il tennis” o qualche altra sciocchezza.
Mi porto la mano alla bocca. “Santo cielo, è come se mi conoscessi già!”
“Tutti hanno una cosa senza la quale non possono vivere. Scoprirò qual è la tua, non temere.”
A questo punto, mi accorgo che non sono l’unico che ha studiato la propria preda, perché lei ha fatto lo stesso.
La magia si è rotta, e la sua mi sembra una minaccia, anche se le parole le sono uscite innocenti. Mi sento vulnerabile, ho abbassato la guardia.
“E’ tardi, sarà meglio che ti riaccompagni nella tua stanza.”