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Autore: BabyzQueeny    24/07/2008    5 recensioni
questa che vi sto per raccontare è la storia del mio quinto anno di liceo dove accadde tutto ciò che non doveva succedere, dove l'inimmaginabile successe e dove io dal cuore di ghiaccio......beh ora basta anticipare, dovete leggere o no? Mica posso dire tutto io e il gusto poi dov'è? Buon divertimento!...Ah dimeticavo.....Niente dimenticato troppo tardi, dovete sorbirvi la storia! Ciaooooo!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli facevano tenerezza quegl’occhi così speranzosi, era davvero una bellissima bambina.
Avrebbe voluto davvero rispondere con un gran sì a quella domanda ma purtroppo non poteva e non sapeva mentirle. Lo sguardo di Anne cambiò del tutto, prima era sereno, ora più che mai agitato anche se la domanda un po’ se l’ aspettava.

- Evie!
- Ma mamma…
-Dai vai a giocare sullo scivolo
- Si

La piccola si allontanò verso lo scivolo piano ma in ogni caso con un sorriso sulle labbra, forse aveva già dimenticato quella domanda o forse non le importava molto.

- Scusala, fa così ogni volta che qualche ragazzo le si avvicina…Mi dispiace.
-Sai Anne…E’ la prima volta che mi chiedi scusa
-Già non l’avevo notato!

Era triste però perché ogni giorno aveva la paura di far mancare qualcosa alla sua bambina, anche perché i bimbi hanno bisogno di un uomo grande affianco per la crescita e lei questo non ha mai saputo darlo.

-Hei sorridi Musin, sei bellissima quando sorridi.

Era sincero, lo pensava davvero, i suoi occhi, quando lei sorrideva, assumevano un’espressione bellissima.

-Sai…Io non so come ho fatto a crescerla fino ad ora, è così bella!
-Già…Scusa ma potrei avere delle spiegazioni ora? Sai la mia testa non fa che porre domande cui non c’è una risposta logica…Sai com’è non è da tutti i giorni una cosa del genere.
-E perché dovrei?  Ho una figlia basta no?
-A me non basta…Vedi tutti a scuola pensano che quell’idiota ti abbia lasciata perché tu non ci volevi andare a letto ma mi sembra tutto il contrario…O sbaglio?
-Chi ti dice che sia lui il padre?
-Non essere acida Anne, ora mi dispiace con me non ti riesce più.

Già, non riusciva più ad essere acida con quel Sandber, forse era perché gli aveva svelato il segreto più grande della sua vita o forse, peggio ancora, perché si era fidata di lui.

-Chi mi dice che domani non lo racconterai a tutti se te lo dico?
-Lo stesso motivo per cui mi hai mostrato Evie.

Touchè!

-Era il mio amore impossibile, lo vedevo da lontano e mi piaceva, era bellissimo, il classico principe azzurro che ha però un carattere da stronzo.

Lui in silenzio la osservava mentre parlava piano e raccontava, con le mani serrate sulle ginocchia e lo sguardo fisso davanti a sé, verso la bimba che felice passava da un gioco all’altro del parco.

-Io ero una matricola, bella sì ma piccola, lui aveva diciassette anni ed era al penultimo anno, un idiota a tutti gli effetti ma si sa all’amore non si comanda no? Beh quando lui iniziò a provarci con me quasi non ci credevo, sembrava una delle tante favole dove il più bello s’innamora dell’invisibile. Troppo irreale! Io come una stupida abboccai e ci mettemmo insieme. Come quasi tutte le quattordicenni pensavo fosse una storiella da niente ma come un’idiota mi feci abbindolare. Mi disse che non c’era nessun rischio, io ero troppo piccola per rimanere incinta, diceva, e io abboccai.

Un velo di tristezza coprì gli occhi di Anne, erano ricordi dolorosi che da tempo non uscivano dal cuore, le faceva male, anche troppo ma prima o poi, se ne rendeva conto, ne avrebbe dovuto parlare con qualcuno, anche se ancora non sapeva se quel qualcuno era quello giusto.

-Ero vergine e mi fece molto male, non gli importava niente di me, sai dove fu la mia prima volta?

Non aspettò nemmeno la risposta, stava quasi per piangere se lo sentiva, erano anni che non piangeva, questo le fece capire che la ferita, anche se ci aveva provato mille e mille volte, non si era mai rimarginata, non si era chiusa e faceva male, troppo male.

-Ero in auto con lui, stavamo sentendo una canzone idiota, di quelle hip hop che piacevano a lui, se non ricordo male era “show me the money”…Odio le canzoni hip hop, mi sembrano quasi violente e il più delle volte non hanno un senso. Lui la canticchiava sbattendo le mani sul volante e ogni tanto mi guardava..Era strano quel giorno glielo leggevo negli occhi e questo non mi piaceva.

Non fu interrotta nemmeno da un respiro troppo profondo del ragazzo, la osservava immobile, il viso girato verso di lei e le mani che piano piano stritolavano sempre di più le ginocchia.

-Mi disse che voleva portarmi a cena fuori ma non andammo mai ad un ristorante. Fermò l’auto in mezzo al nulla e mise la musica al massimo. Incominciavo seriamente ad avere paura e glielo dissi ma lui, prima che potessi finire di parlare mi zittì con un bacio, violento, il più brutto che abbia mai dato. Abbassò del tutto il mio sedile e si sdraiò sopra di me. Quel che ricordo è che mi fece male, molto male, io lo dicevo, piangevo ma a lui on importava, se ne fregò, mi scopò e basta. Fu l’esperienza più brutta della mia vita

Stava per piangere, sembrava che le lacrime stessero lottando con gli occhi per come volevano uscire ma lei non lo permise, l’aveva ancora l’orgoglio e sicuramente non avrebbe pianto, non davanti a lui, non davanti a quel damerino.

- Non fu l’ultima volta, anzi, questo si è ripetuto spesso a casa sua, mia. Veniva e se ne andava. Sapevo che mi tradiva ma si sa, quando si è innamorati si fa di tutto anche le più grandi stronzate.


Non abbassava mai lo sguardo mentre raccontava, osservava la sua bambina, la sua gioia più grande, il frutto di un amore non corrisposto.

-Non dimenticherò mai un giorno, all’entrata della scuola, quando lui mi venne incontro correndo, sorrideva e aveva le labbra rosse, come uno che ha appena finito di sbaciucchiarsi con chissà chi, non gli chiesi niente, non dissi niente. Mi limitai ad abbassare lo sguardo, incapace di vedere la prova lampante che mi aveva tradita. Quel figlio di buona donna mi disse una frase che ancora ricordo bene: “Anne ieri il preservativo era rotto”, lo disse con una superficialità tale da farmi cadere le braccia, in quel momento lo volevo strozzare e fare in mille pezzi ma mi limitai a sgranare gli occhi verso il basso ed annuire con il capo. Dopotutto c’era una probabilità su cento che rimanessi incinta. Purtroppo quella probabilità mi derise e io rimasi incinta.


Anche lui in quel momento sgranò gli occhi, di certo non si sarebbe mai aspettato che quel Jan potesse essere un tale stronzo. Ne aveva incontrati molti nella sua vita ma quello li superava tutti. Si era approfittato di appena una ragazzina, senza ritegno, lo aveva fatto e basta.

-Non è finita qui però! Un giorno, dopo che lo scoprii, presi il coraggio a quattro mani e glielo dissi, sempre all’ingresso della scuola, lo presi per il polso e lo tirai in un angolo nascosto. Lo dissi tutto d’un fiato, con gli occhi serrati e lo sguardo basso. Mi fissò per qualche istante ma poi mi disse una delle scusa più squallide del mondo: “Scusa ma mi stanno chiamando, ciao piccola”. Un bacio a stampo e non lo rividi più. Scomparso nel nulla, volatilizzato. A sua casa fu venduta, la scheda del telefonino tagliata. Sparito, sparito nel nulla.

In quel momento le mani di Anne strinsero così tanto le ginocchia che le nocche e le dita divennero bianche. Faceva quasi paura, sembrava che le ginocchia prima o poi sarebbero diventate polvere. Stessa osa valeva per Joseph, se in quel momento avesse avuto sotto le mani quell’idiota gli avrebbe spaccato la faccia.

Faceva male ricordare, come se fosse stato ieri si sentì quel vuoto nello stomaco, perché quella volta, come ora fu come se il mondo le crollò addosso perché era sola con un bimbo in grembo.

-Scusa Anne ma come…Si insomma come hai fatto a tenerlo nascosto?
-Bella domanda, facile ho finto di avere la pertosse, mia zia è medico e mi ha fatto il certificato. Sono stata a casa tutto il periodo della gravidanza. Nessuno mai, come ben sai, l’ha mai scoperto.
-Senti io….
-Non dire niente, non voglio la tua pena né la pena di nessuno. Anche se è stato un errore, anche se ho sofferto, questo mi ha dato il regalo più importante della mia vita, se forse lui mi avesse lasciato così, tanto per, probabilmente avrei sofferto di più. Evie è la gioia della mia vita!

Sorrideva, era felice, lo guardava negli occhi e per la prima volta quello sguardo, quei bellissimi occhi erano solo per lui.

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Caiuuuuuuuu!!! Scusate il chap piccolino, spero vi piaccia! Non so a ma non convince...Coooomunque passo ai ringraziamenti:
alexandrathebest: GRAZIE! Davvero grazie millissime tvb
elisaterra: Grazie mille davvero per i complimenti! No non è una storia vera, ho avuto l'ispirazione vedendo una bimba con i codini neri che stava davanti ad un poster di un modello...E' tutto frutto della mia testolina bacata.

Grazie anche a chi ha letto e messo la fic tra i preferiti! Grazie mille Baci baciotti bacioni Regina!
 
  
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