Quando
mi sveglio un
raggio di luce mi colpisce in un occhio e noto due occhi azzurri che mi
fissano.
Appena
si accorge
che sono cosciente Leevy distoglie lo sguardo e arrossisce.
-Buongiorno.-
Mi
sollevo e un vento fresco mi accarezza i capelli. L’odore
delle foglie non è
mai stato così intenso.
Devo
essermi
addormentato e Leevy avrà preso il mio posto nel turno di
guardia.
-Ti
ho… preparato
questa.- Mi porge qualcosa di banco e molle, un pezzo di uovo.
-G…Grazie.-
Mi
accascio contro
il tronco dell’albero e mangio in silenzio. Incredibile la
tensione che si è
creata.
Ieri
è stata una
giornata talmente piena di eventi, che non ho ancora assimilato tutto.
Ricapitolando,
ho
trovato Leevy, l’ho baciata.
Mi
volto verso di
lei, se ne sta con la testa abbassata in silenzio a mangiare il suo
pezzo di
uovo.
Ho
incontrato Arany,
la ragazza del 9 che mi ha salvato dall’ibrido con gli occhi
di Cato, sono
tornato e… Richard è morto.
Una
fitta mi
colpisce il petto.
No,
basta. Devo
farmene una ragione una volta per tutte.
Richard
è morto.
Merda.
Mi
accorgo di aver
finito dopo qualche minuto.
Leevy
sta seduta a
osservare le cime degli alberi, dandomi le spalle. Se continuiamo
così non
riusciremo più a parlare, sembriamo due pezzi di ghiaccio.
Sollevo
la testa
tendendo il collo. Come diavolo posso iniziare? “Ehi, scusa
se ti ho baciata. Ma
sta tranquilla, moriremo qui, quindi niente passeggiate
romantiche.”.
-Lee..Leevy…-
Non
si volta nemmeno
–Che c’è?-
-Io…
ehm…- Cosa
diavolo sto facendo? –Io volevo…-
Si
volta, i suoi
occhi sono arrossati, non so dire se per un recente pianto o per il
sonno.
-Senti…
dovresti
riposare.- Dico alla fine.
Do
due colpetti
sullo spazio di tronco accanto a me e lei, riluttante si solleva
trascinando la
coperta.
Si
appoggia e sento
la tensione dei suoi muscoli. –Senti… è
da un po’ che volevo chiederti… cosa ci
hai visto tu negli occhi dell’ibrido?-
I
suoi occhi
diventano di ghiaccio e il suo volto perde ogni espressione.
–Non ci ho visto
niente.-
-Non
ci credo.-
Azzardo.
Si
volta dal lato
opposto. –Scusa… sono stanca morta.-
Si
accorge di aver
detto qualcosa di sbagliato –No, ehm… se dobbiamo
andare…-
-No,
no.-
Si
volta di nuovo e
sospira.
Resto
fermo a
guardarla per un po’, cosa diavolo mi succede?
Resto
così fermo per
quasi mezz’ora, penso a Richard e alla mia famiglia, a tutte
le persone che
staranno guardando i miei Giochi. A Katniss… cosa
penserà Katniss?
Un
colpo di cannone
mi fa sobbalzare, Leevy si sveglia di colpo.
-Andiamocene.-
Dice
mentre rimette tutto apposto.
Scendiamo
in fretta
e un altro colpo di cannone ci scuote.
-Che
diavolo…?-
Leevy si sta mordendo le labbra.
-I
Favoriti si
scatenano.-
Corriamo
per un po’,
finché non sento un rumore troppo vicino.
-Giù!-
Sussurrò alla
mia compagna, e insieme spariamo tra i cespugli.
Il
rumore si fa
vicino, troppo.
-Resta
qui.- Ordino
a Leevy.
Mi
avvicino ad un
albero altissimo, non ho intenzione di arrivare in cima, voglio solo
controllare se i Favoriti sono nei paraggi.
Inizio
ad
arrampicarmi, Leevy fa per seguirmi, ma la blocco con un gesto della
mano.
Ci
sono delle rocce
accanto alle radici che fuoriescono dal terreno, non è una
zona vicino alla
radura, o per lo meno non ci sono mai stato.
Inizio
a salire.
Le
foglie sono ampie
e color verde chiarissimo, non credo che esista un albero del genere.
Tutta
queste cose
false, inesistenti
dell’Arena mi
opprimono.
Salgo
abbastanza in
alto e mi sporgo per controllare, un errore grosso.
-Eccoti,
ragazzo
esplosivo!- Sento una voce familiare, Marvel, il ragazzo
dell’1.
Merda.
Cosa
faccio adesso?
Sono
bravo nell’arrampicata,
meglio salire. Quando non riuscirà più a vedermi
si arrenderà.
Lo
sento arrivare ai
piedi dell’albero e il mio cuore inizia ad aumentare il
battito.
-Dove
vai? Cato
vuole che ti porti da lui!- Mi urla in tono cantilenante.
Leevy,
ti prego, non
fare cose stupide.
Inizio
ad
arrampicarsi anche lui, è lento, potrei farcela ad arrivare
in alto.
-Lo
sai che quando
il tronco finirà ti ucciderò, sì?-
Lo
sento ridere. Non
è una risata di gioia, come quella di Katniss o Leevy.
Sta
ridendo di
follia.
Follia
omicida.
Continuo
a salire.
Devo
pensare a cosa
farò una volta in cima, salterò verso
l’altro albero?
Potrei
cadere, e
allora non avrà nemmeno bisogno di trafiggermi con la sua
lancia.
No,
no.
Lo
sento lanciare
qualcosa giù e per un secondo penso sia il suo corpo.
No,
ha lasciato
cadere la lancia.
Lo
rallentava. Ora
mi sta raggiungendo sul serio.
Inizio
ad ansimare e
l’adrenalina mi scorre nelle vene e sento un brivido lungo la
spina dorsale.
-Farò
con il
coltello.- Sorride.
Siamo
ancora
abbastanza lontani, ma sono salito davvero in alto.
Un
passo falso e per
me è la fine.
Continuo
a salire,
nonostante il dolore alle braccia si sia fatto insopportabile. La
schiena mi
brucia incredibilmente, la tensione dei muscoli fa riaprire le ferite e
il
sudore cola dentro i graffi provocandomi un dolore indescrivibile.
-Cavolo,
ragazzo
esplosivo, Cato mi ha detto di portarti vivo, ma se fai così
mi costringi a
farti fuori!-
Vorrei
chiudergli
quella fogna con un calcio.
Devo
pensare in
fretta.
Potrei
saltare sull’albero
accanto e calarmi giù. Questo è l’unico
punto in cui è possibile saltare e
Marvel dovrà salire ancora un po’ per raggiungerlo.
Sto
fermo per
qualche secondo e quel poco tempo mi è fatale.
Un
altro colpo di
cannone mi fa tremare.
Marvel
è
vicinissimo.
Gli
basterebbe darmi
una spinta e farmi cadere giù.
Ricomincio
a salire,
ma il dolore alla schiena mi rallenta un sacco, Marvel è
vicino.
Non
posso più
saltare, devo cercare di rallentarlo.
Sono
quasi in cima.
Stacco
qualche
rametto e glielo getto in faccia. Scoppia a ridere. –Ma dai,
credi di riuscire
a fermarmi con questi trucchetti del cazzo?-
La
sua voce mi fa
infuriare.
Mi
blocco di colpo.
Mi
raggiunge, è qui.
Tende
una mano –Uh,
ti sei arre…-
Gli
calpesto la mano
con lo scarponcino e fa giusto in tempo ad aggrapparsi con
l’altra.
-Cosa
diavolo fai?!
Ti ammazzo!- Urla in preda al terrore.
È
lo stesso che mi
sto chiedendo anch’io.
Inizio
a sudare
freddo. –Marvel io…-
-Aiutami!-
Urla con
tutto il fiato che ha in gola. –Perché?!
Perché non siete mai soddisfatti di
me, eh?- Solleva lo sguardo e si rivolge al cielo. –Spero ora
siate contenti.-
Tendo
una mano, se
riesco ad afferrarlo eviterà di cadere.
Mi
tendo il più
possibile e sento le ferite della schiena aprirsi e sanguinare. Stringo
la mascella.
Non
ci…
La
sua mano si
stacca e lo vedo precipitare nel vuoto.
Cade
e la nebbia lo
avvolge.
Il
terrore nei suoi
occhi mi pervade e per un minuto resto immobile.
Tutto
tace, sento
quasi il rumore delle sue ossa che si frantumano. L’ho ucciso
io.
L’ho
ucciso io.
Il
colpo di cannone
arriva, ma non lo sento. Ho il volto bagnato.
Sono
un assassino.
Uno
sporco assassino
creato da Capitol City.
Io
non posso vincere
gli Hunger Games.
Ho
ucciso una
persona. Merda, non si tratta di animali da mangiare. Ho ucciso una
persona.
Non
vincerò.
La
mia mente si
muove da sola, penso di volerla fare finita. In fondo non si
può vincere in
due, e se c’è qualcuno che deve farlo voglio
proprio che sia Leevy.
Stacco
una mano.
Morirò
come lui, con
lui.
-Gale!-
Una voce mi
fa rinvenire.
Una
testa bionda sbuca
tra la nebbia. Sale con fatica.
-Stai
fermo.- Mi
ordina.
-Leevy,
non voglio
più…-
-Se
ti lasci cadere
lo farò anch’io, vedi.- Stacca una mano.
Piange
anche lei, ma
per me. –Gale, adiamocene di qui.-
I
suoi occhi si
fanno gonfi e pieni di lacrime. –Gale, ti prego.-
Marvel
aveva una
famiglia, proprio come me.
-Sono
un assassino.-
-Gale,
ti prego.- Ripete.
Mi
calo giù
lentamente, lei mi guarda costantemente.
Il
corpo di Marvel
giace tra le rocce. La testa è spaccata in due e il liquido
vermiglio sporca
tutto il terreno. Ha ancora gli occhi aperti, in volto un espressione
di odio e
terrore.
Chiudo
forte gli
occhi. Non lo dimenticherò, quello sguardo.
-Gale…-
Leevy mi
prende la mano e mi stringe a sé. –Ce ne dobbiamo
andare, adesso.-
Cammino,
ma la mia
mente è altrove. Non sento più il bisogno di
vivere.
Lo
sguardo di Leevy
mi ha riportato alla realtà prima di buttarmi di sotto,
prima. Stava piangendo
per me, per colpa mia.
La
maglietta è tutta
sporca di sangue.
Se
non le dico
nulla, magari morirò anch’io.
-Gale…-
Mi chiama.
Mi
volto. –Non…
farlo mai più.-
Le
labbra pallide le
tremano convulsivamente e fa uno strano verso, come se stesse per
scoppiare.
Cosa
ci sta facendo
l’Arena?
Sono
diventato un
assassino ora. Io… gli ho schiacciato la mano per
rallentarlo? Non ne sono più
sicuro.
Io
volevo ucciderlo.
Io
non merito di…
Leevy
mi tocca la
spalla e mi guarda, ha ancora le lacrime agli occhi. –Non
farlo mai più.-
Ripete.
Mai
più.
Camminiamo
per quasi
due ore. Senza parlare.
Qualsiasi
cosa
volessi dirle, l’ho dimenticata.
Gli
occhi vuoti e la
testa spaccata in due di Marvel mi riempiono la mente.
Arriviamo
alla
radura e Leevy mi fa appoggiare la schiena contro un tronco, poi mi
sfila la
maglietta. Cosa sta facendo?
La
guardo. È completamente
rossa.
-Uhm…
avevo ragione…-
Abbassa lo sguardo –Devi… devi curarti le
ferite…- Parlare sembra impossibile
per lei. È come se si fosse dimenticata anni e anni di
scuola al distretto.
-Vado
a…- Le prendo
un braccio, non so cosa mi succede.
Vorrei
restasse qui.
-Io…
non…- Non
riesce a formulare una frase compiuta. Mi dispiace vederla
così, ma non riesco
a parlare. Ho paura di scoppiare se lo faccio.
Le
sue labbra
tremolano livemente, non sta per scoppiare a piangere, è
come se avesse… paura
di me.
Sono
un assassino,
in fondo, è ovvio che abbia paura di me. Io… non
so cosa mi è successo là
sopra, se dovesse accadere di nuovo con Leevy, cosa farei?
-E
quindi… ecco cosa
fai mentre sono via, eh?-
Mi
volto di scatto
verso la voce che ha parlato da dietro un albero.
È…
Ciao lettori!
Perdonatemi per il ritardo, ma la scuola mi sta travolgendo e i compiti, quest'ultimo mese, si sono triplicati.
Il capitolo l'ho scritto tutto oggi, spero non sia uscita la schifezza che mi sembra.
Spero di essere riuscita a trasmettervi le emozioni che prova Gale in questa situazione.
La consueta scaletta la scrivo domani, visto che la sera non è ancora arrivata.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Lasciatemi una recensione se vi va!
Alla prossima, allora!
Weather_
Ciao lettori!
Perdonatemi per il ritardo, ma la scuola mi sta travolgendo e i compiti, quest'ultimo mese, si sono triplicati.
Il capitolo l'ho scritto tutto oggi, spero non sia uscita la schifezza che mi sembra.
Spero di essere riuscita a trasmettervi le emozioni che prova Gale in questa situazione.
La consueta scaletta la scrivo domani, visto che la sera non è ancora arrivata.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Lasciatemi una recensione se vi va!
Alla prossima, allora!
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