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Autore: HarrysJuliet_x    05/05/2014    3 recensioni
Caro Harry,
L'amore è un gioco contorto, spietato, perverso. O almeno tu lo hai reso tale [...]
Mi hai fatta sentire importante, allora perché mi hai detto addio? Perché mi hai abbandonata a me stessa?
Lo sapevi che non l’avrei superata, lo sapevi che avevo avuto un passato difficile, che ero stanca degli addii. Perché sei dovuto entrare nella mia vita così tante volte? Penso che tu l’abbia fatto solo per poi uscirne sempre vincitore, tanto quella che aveva il cuore spezzato, ero io.
 Ma tu ce l’hai un cuore, Harry? No.
 Avrei dovuto saperlo.

Yours Truly,
Ariana Grande. [..]
Mi sta guardando, sento i suoi occhi bruciare sulla mia pelle leggermente abbronzata. Quelle iridi verdi che un tempo amavo adesso mi stanno squadrando, me le sento addosso come macigni.
Senza volerlo mi giro e la prima cosa che noto è la sua mano, intrecciata a quella di Kendall. Il pennarello mi cade e la ragazzina mi guarda confusa. [...]
-Perchè hai dovuto trasformare la nostra bellissima e magica storia d’amore in una tragedia?- [...]
Trailer storia:https://www.youtube.com/watch?v=_0ngIcWId10
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Tragic.

 

Prologo - La lettera.

Caro Harry,
sono lunghe le notti da quando le mie giornate non ruotano più attorno a te.
trascorro le notti camminando e contando i passi che ci hanno diviso da quando te ne sei andato, pregando che il pavimento mi sorregga senza farmi cadere.
Mi hanno accusato di aver perso il lume della ragione, ma io continuo a ripetere che sto bene. Ma non è così.
Durante il giorno guardo quel cielo limpido e blu e penso che tu quel cielo lo abbia fatto diventare piovoso.
Un po’ come quando ci siamo incontrati: mi hai fatto vedere le cose con una prospettiva diversa, migliore, ma erano fandonie, perché io vivevo nel tuo gioco fatto di scacchi, ma tu cambiavi le regole ogni giorno, io facevo fatica ad ambientarmi e tu vincevi.
Ti scrivo adesso questa lettera per farti sapere quanto la tua assenza mi abbia fatto male. E’ impossibile quantificare il dolore, però.
Ho capito tutto nel preciso istante in cui hai varcato la soglia della porta.
Ho capito che non ti avrei rivisto. Non pensi che fossi un po’ troppo giovane per essere presa in giro da te? O per sopportare tutto ciò?
Ma forse la colpa è mia e del mio sfacciato ottimismo, o forse anche un po’ tua e del tuo malato bisogno di dare amore e poi toglierlo, come se avesse una scadenza.
So già che aggiungerai il mio nome alla tua lunga lista di traditori che non ti hanno capito, ma non m’importa perché a distanza di mesi ho capito che sei stato tu a tradire me e la mia fiducia, non il contrario.
Adesso sono qui seduta a scriverti una lettera che non ti invierò mentre rimpiango di non aver ascoltato chi mi diceva di scappare da te.
Buffo pensare che all’epoca li chiamassi ‘pazzi’, mentre invece l’unica ero io.
Tu però sei un esperto nel chiedere scusa e nel confondere le idee, i pensieri, la mia vita.
Ti ho trovato più volte alla mia porta, tu mi porgevi le tue scuse migliori, io promettevo a me stessa che quella sarebbe stata l’ultima volta ma puntualmente ti rivedevo andare via.
Ma alla fine, quando te ne sei andato, ho capito tutto e ti ho tolto i fiammiferi prima che potessi dare fuoco alla mia anima.
Non pensi che forse a diciott’anni fossi un po’ troppo giovane per giocare ai tuoi giochi contori?
Yours truly,
Ariana.

Mi sembra di aver perso tutto.
Harry, la mia vita, me stessa.
Fingo di essere andata avanti, di essere una persona migliore, di essere cresciuta grazie a questa storia, grazie al dolore, non è così.
Niente o nessuno mi ha potuta salvare dalle ferite che mi ha procurato il mio riccio dagli occhi verdi.
E pensare che una volta lui amava le mie fossette ed io le sue. Amavo tanto anche quelle iridi color smeraldo con le piccole venature color marrone e oro, mentre adesso li disprezzo quegli occhi che mi hanno fatta innamorare.
Mentre ripiego la lettera per aggiungerla al cassetto insieme agli oggetti preziosi, noto che da sotto la spazzola spunta qualcosa.
Una foto, una nostra foto scattata con la mia polaroid. Sul bordo bianco ci aveva scritto con un pennarello nero: 03.02.2012 yours truly.
Quella foto ce l’aveva fatta mia madre in salotto, era bellissima. Io per quell’occasione avevo indossato il vestito a pois, il suo preferito, mentre lui era elegante ed aveva lo smoking nero.
Il nostro primo appuntamento, sembra passata un’infinità da quel giorno.
Mentre provo a reprimere le lacrime mi guardo allo specchio, cercando di concentrare i miei pensieri sul mio aspetto fisico che tanto avevo cercato di cambiare nei mesi precedenti.
I capelli non sono più rossi, sono biondi, anche se l’acconciatura è sempre la stessa.
Il viso è più scavato, più magro come il resto del corpo, le fossette sono meno accentuate e gli occhi sono spenti e stanchi.
Mi piace la nuova Ariana, più magra e meno bambina. Non sono più innocente e di questo un po’ me ne dispiaccio.
Strappo quella foto, non per rancore, ma semplicemente perché non voglio più avere cose sue nella mia vita. E’ pesante sopportare la presenza di qualcuno assente.
Apro i cassetti della scrivania e cerco altre foto nostre da strappare, ho rimandato quest’azione troppo a lungo.
Fortunatamente non ci sono molte altre foto, solo una, la peggiore.  Ritraeva me il giorno del mio compleanno.

*Flashback* 26 Giugno 2012.
‘Sarà qui e quando arriverà tu sarai così felice da vedere i fuochi d’artificio in giro per la stanza.’ mi ripetei a mente per convincermi.
Il tempo stringeva e la stanza si riempiva di amici e parenti venuti per festeggiare il mio compleanno.
Avevo il rossetto rosso, il suo colore preferito ed il mio vestito speciale, lo avevamo comprato insieme.
Il cuore mi scoppiava d’emozione, avrei passato il mio diciottesimo compleanno, quello più importante, con Harry, la persona che amavo.
Tutti ridevano e si divertivano, tranne me. Le mie paure si stavano avverando, lo sapevo.
-Hey, dov’è Harry?- Domandò avvicinandosi Alexa, la mia migliore amica dai tempi delle elementari. Gli amici più stretti sanno sempre quando qualcosa non va, era un sesto senso degli amici, diciamo. E lei è l’unica che c’è stata fin dall’inizio, fin da quando cantavo nel coro della chiesa e sognavo di avere un album tutto mio, un sogno troppo lontano da raggiungere, perché a dieci anni quando ti dicono ‘tu sei quella fortunata’ non ci credi, pensi solo che lo dicano per cortesia, perché tu fortunata non ti ci senti, ti senti solo usata.
-Non lo so, ha detto che sarebbe venuto.- Risposi con gli occhi fissi sulla porta, non preoccupandomi degli invitati.
Tutti si stavano divertendo al mio compleanno, tranne me, mi sentivo di troppo.
Mi guardo attorno cercando accuratamente di evitare l’orologio, non voglio scoppiare a piangere davanti a tutti.
-E’ l’ora di spegnere le candeline, vieni?- Mi richiamò mia madre.
La torta era bellissima, aveva due candeline a forma di 18 ed una scritta in glassa, la nostra preferita: yours truly.
Senza speranza guardai per l’ultima volta la porta, poi però riluttante li raggiunsi, sentendomi incompleta, vuota, triste.
Loro erano felici per me, mi cantavano tanti auguri, ed io piangevo perché mancavano solo tre minuti a mezza notte.
In quel momento capii che non sarebbe venuto.
-Ha detto che avrebbe festeggiato il compleanno con me.- sussurrai fra i singhiozzi prima di scappare nel bagno. Non mi preoccupai nemmeno di spegnere le candeline.
Mi accasciai sul water, con la carta igienica in mano, intenta a ripulirmi il mascara sbavato.
-Tutto bene?- Mi bussarono Alexa e Liz. Non risposi, non per maleducazione, ma non ne avevo le forze. La voce non usciva, scorrevano solo le lacrime.
-Sarebbe dovuto venire al mio compleanno, sarebbe dovuto entrare da quella dannata porta e avrebbe dovuto dire ‘Piccola sono qui.’C’erano tutti questa sera, ma cosa puoi fare quando la persona che significa di più per te non si fa vedere? Cosa puoi fare quando le lacrime ti scorrono davanti a tutti quelli che conosci? Niente.-
Mi squillò il cellulare, lessi il nome sul display e trasalii. Un barlume di speranza si accese in me.
-Mi dispiace piccola, non sono riuscito a venire.- Non era dispiaciuto, lo percepivo dal tono della sua voce.
-Dispiace anche a me, Harry.- Riattaccai.

 


Angolo scrittrice:
Weilà, chicas. Come state? Questa fanfiction, come avrete ben capito, parla di Ariana Grande (quando stava ancora diventando famosa) e di Harry, il famosissimo Harry Styles. 
Diciamo che questa fanfiction, di tutte quelle che ho scritto, è la mia preferita.

 

  
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