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Autore: phoenix88    24/07/2008    2 recensioni
Una breve ff su un momento della vita di Bella dopo che Edward l'ha lasciata (New Moon), un sogno che confina con la realtà.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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neve

Questi personaggi non mi appartengono e sono stati ideati da Stephenie Meyer: Grazie Steph!

 

Neve

 


Erano i primi giorni di dicembre e la città era completamente ricoperta da un soffice strato di neve, che veniva generalmente accolta con grande entusiasmo a Forks, come piacevole alternativa alla pioggia che per gran parte dell’anno cadeva sulla città.
I ragazzi della scuola superiore, l’unica esistente a Forks, si radunavano nel cortile e si divertivano a giocare a palle di neve, fino a quando non si trasformava in poltiglia sporca e mezza sciolta.
Ma una di loro, una ragazza pallida quasi quanto la neve, quel giorno camminava distratta nel parcheggio, dirigendosi verso il suo pick up rosso; non sembrava nemmeno essersi accorta della battaglia che infuriava attorno a lei e gli altri ragazzi non sembrarono notarla.
Certo, se fosse stato tutto come doveva essere, Bella Swan sarebbe probabilmente rimasta nascosta nella scuola fino alla fine della battaglia; perché lei odiava la neve ed era praticamente certo che camminando in mezzo a ragazzi che giocavano a palle di neve, sarebbe scivolata. Magari sarebbe stata anche in grado di fare cadere tutti con uno spettacolare effetto domino.
Ma ormai niente era più come prima nella vita di Bella: si era a malapena accorta che aveva nevicato, non si accorgeva più di niente ormai.
Erano passati più di due mesi da quando lui se n’era andato, e da allora lei aveva smesso di vivere.
Si muoveva con movimenti automatici, senza pensare, senza vedere, senza sentire nulla. Ma forse è sbagliato dire che non sentiva nulla: lei sentiva Il Nulla.
E le andava bene, perché questo le permetteva di andare avanti a fingere di vivere. Se si fosse fermata e avesse lasciato che il dolore l’avvolgesse sarebbe morta, ne era certa. Così si era trasformata in una specie di fantasma. Cercava di pensare il meno possibile a Edward, e per farlo aveva smesso di leggere, di ascoltare musica, di guardare la tv: evitava qualsiasi cosa potesse ricordarlo.
Anche adesso guidava verso casa in silenzio, senza sentire neanche il rombo del vecchio motore.
Arrivò a casa senza quasi accorgersene. Suo padre era ancora al lavoro, meglio così: non avrebbe dovuto fingere di essere felice. Andò in camera sua per fare i compiti, ma si accorse di averli già finiti il giorno prima.
Rimase per un attimo in piedi al centro della stanza, senza sapere cosa fare. Aprì l’armadio senza una ragione precisa e il suo sguardo venne attirato da un sacchetto scuro sul fondo: l’autoradio che Emmett aveva montato sul suo pick up il giorno del suo compleanno.
La mente corse disperatamente a quel giorno, incapace di trattenersi. Improvvisamente il Nulla dentro di lei si dissolse e una fitta di dolore insopportabile la colpì.
Iniziò a piangere.
“No,no…ti prego…” Mormorò a se stessa, inutilmente. Le immagini di Edward iniziarono a scorrerle nella testa, spietate.
Corse fuori dalla stanza, giù per le scale e fuori, in giardino.
Si lasciò cadere nella neve, dondolandosi avanti e indietro, le ginocchia strette al petto.
“Perché... perché…?!” Continuava a piangere. Si sdraiò e affondò il viso nella neve fresca: pessima idea.
Era fredda, fredda come le sue mani che le accarezzavano il viso, come le sue labbra che la baciavano… Scosse la testa, nel tentativo di scacciare quei ricordi dolorosi, inutilmente. Allora vi si abbandonò senza speranza e chiuse gli occhi. Rimase così per un tempo indefinibile e alla fine si addormentò senza rendersene conto.

Era in una foresta sconosciuta. -Strano-  Pensò  -Devo essere morta alla fine… Povero Charlie, spero che non sia lui a trovarmi…-
In quel momento si accorse di non essere sola: c’era un ragazzo pochi metri più avanti, le dava le spalle e stava osservando qualcosa per terra, in cerca di tracce invisibili.
Era Edward, più bello di come lo ricordasse, con i capelli bronzei spettinati. Si avvicinò correndo.
“Edward!” Lo abbracciò, ma lui non ricambiò. Non sembrò nemmeno accorgersi di lei e continuò a osservare le piante circostanti.
“Edward… Scusa, non ho mantenuto la promessa…Non ce l’ho fatta.”Lui non diede segno di aver sentito una parola.
Bella si avvicinò per osservarlo meglio. Era Edward, non c’era dubbio, i suoi occhi erano neri e profondi ma non assetati: erano infinitamente tristi, la stessa tristezza che provava lei.
Lui si allontanò di qualche passo ed entrò in una macchia di luce. All’istante la sua pelle candida divenne abbagliante.
“Oh, Edward. Mi sei mancato troppo.” Non le importava che non potesse sentirla, l’importante era poter stare con lui, vederlo di nuovo. Tremò: sentiva freddo. Eppure in quella foresta la temperatura doveva essere abbastanza alta, sembrava quasi un posto tropicale.
Sentì il rumore di un’auto; si voltò ma non c’era niente. –Dev’essere Charlie che torna a casa… Allora non sono ancora morta… -
Si voltò spaventata verso Edward: non voleva andarsene. Udì il rumore della portiera dell’auto della polizia che sbatteva…
“Ti amo, Edward” Sussurrò e lo baciò.

Si risvegliò nella neve e si alzò di corsa, Charlie non l’aveva ancora vista.
“Bella! Mio Dio perché sei tutta bagnata?!” Le chiese lui preoccupato, quando la vide spuntare dal retro tremante e infreddolita.
“Non è niente papà, sono solo scivolata. Sto bene.” Mentì entrando in casa.

A migliaia di chilometri di distanza, in una foresta nel sud del Brasile, Edward si sfiorò le labbra.
Gli era sembrato di sentire un tocco caldo, un bacio… Scosse la testa e tornò alla sua caccia.

 

 

 

Bè, ecco qua. So che non è un granchè, comunque grazie a tutti quelli che hanno letto, mi farete ancora più felice se lasciate anche un commentino... :)

                                                                                                                             Phoenix88

   
 
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