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Autore: JoshEyes    06/05/2014    2 recensioni
Cerco in lui una traccia del Ragazzo Innamorato. Devo ricordarmi però, che quel ragazzo non esiste più, per colpa del depistaggio. Ritrovare il Ragazzo del Pane, per me, sarebbe più che sufficiente. È lui che mi ha dato la forza per andare avanti, quando non c’era più alcuna speranza. Ed è grazie a lui che l’ho ritrovata, quando ho visto per la prima volta il dente di leone.
La fine di -Hunger Games, Il Canto della Rivolta- mi ha lasciata.. vuota. Proprio come Katniss. Ma si può trovare l'amore anche in un posto senza speranza.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Tra di noi si crea un nuovo equilibrio. Si, ci sono ancora momenti in cui lui afferra lo schienale di una sedia e aspetta finché  i flashback non sono finiti. Ci sono ancora momenti in cui io mi risveglio urlando da incubi di ibridi e bambini perduti. Ma ricominciamo a crescere insieme. Cominciamo a conoscere ognuno le abitudini dell’altro, le cose che ci danno fastidio e quelle che ci fanno sorridere.
Tra di noi c’è la tacita promessa di non rovinare quest’equilibrio, di cominciare una nuova vita e lasciare fuori la guerra, i giochi e tutto quello che c’è stato.
Come ogni mattina, sono io ad aprire la porta a Peeta quando viene a fare colazione. Oggi però, stranamente, il solito “buongiorno” è seguito da un leggero bacio sulla mia fronte. Mi godo per quel che sembra un istante il calore del suo corpo accanto al mio.
─ Dormito bene, Kat? ─
─ Bene, stranamente ─ sorrido. È la prima volta che dormo davvero bene, dopo tanto tempo, senza i miei incubi a tormentarmi. E non è stato qualche gesto di Peeta, sebbene io desideri che sia così, ma sono io che sto cambiando. Per una volta, almeno, posso veramente essere felice.
─ Ah, comunque.. Ho detto a Sae di non venire più. Lei deve occuparsi di Amy e le ho detto che a cucinare potevi pensarci tu. Spero non ti dispiaccia. ─  gli dico con gli occhi incollati al frigo. Cerco di farla sembrare una cosa “buttata lì”, nonostante il mio vero desiderio sia passare un po’ più di tempo con lui. Non sentendolo rispondere, mi giro.
─ Cosa c’è? ─ gli chiedo.
─ Niente, perché? ─ ha uno strano sorriso sulla faccia.
─ Perché mi stavi fissando? ─ lo guardo con aria truce, cosa che lo fa sorridere ancora di più.
─ Non ti stavo fissando ─ si mette sulla difensiva.
─ Peeta, fai schifo a mentire ─ uso la stessa frase che lui usa con me quando capisce - sa - che non dico la verità. Fa uno sbuffo divertito, poi si arrende.
─ Oh, ok. Ti stavo soltanto guardando. Hai un’aria più serena del solito, oggi. Meno truce ─ questo provoca un ovvio sguardo truce che lo fa sorridere. Poi distoglie lo sguardo e controlla le girandole alla cannella dentro al forno.
─ E tu per una stupidaggine del genere fai tutte queste storie? ─ sorrido, sapendo che non può vedermi.
Mi avvicino a lui aspettando una risposta, e mi ritrovo di nuovo a fissare i suoi magnifici occhi. Sento l’improvvisa fame che mi ha assalita sulla spiaggia nell’arena. Prendo il suo viso tra le mani e le mie labbra si poggiano sulle sue. In un istante, tutto intorno a noi scompare. Ci siamo solo noi due, insieme al mare di emozioni che ci lega. Le sue labbra mi sono così familiari, come fossero state fatte per combaciare con le mie. Peeta ricambia il mio bacio, ma poi si ferma e si allontana. Perché lo fa? Pensavo mi amasse, pensavo che una parte del ragazzo innamorato ci fosse ancora. Evidentemente mi sbagliavo.
─ Katniss.. io non posso ─ la sua voce è carica di tristezza e di rabbia. È arrabbiato con me, forse? Ho fatto qualcosa di sbagliato?
─ Ho bisogno di tempo ─ continua, e sento la sua voce spezzarsi.
─ Di quanto tempo hai bisogno, ancora? ─ sbotto. Non riesco a nascondere la delusione e la rabbia nella mia voce. Mi rendo conto che, in questo momento, sono uguale a Gale. Sto andando troppo in fretta, mi sto prendendo tutto da sola. Ma il mio orgoglio sta lottando con i miei sensi di colpa. Voglio avere un motivo per cui arrabbiarmi con lui, per una volta.
─ Non riesco più ad aspettare. Hai rovinato tutto, come sempre! ─ sbatto le palpebre milioni di volte per non far uscire le lacrime, ma il dolore, la delusione sono troppo grandi da sopportare.
Peeta non sa cosa dire, così si avvicina a me.
─ Katniss.. ─ cerca di attirarmi a sé, ma io mi allontano.
─ No Peeta, BASTA! ─ scoppio a piangere. Davvero non capisce quanto ho bisogno di lui? Così sta solo peggiorando le cose. Scompaio velocemente su per le scale sbattendo la porta e appoggiandomici contro. Lo sento togliere le girandole dal forno e sedersi. Come fa a non capire come mi sento? Per la prima volta dopo tanto tempo provavo delle emozioni, mi sentivo.. viva. Ora anche quella parte è svanita, con un solo gesto.
Lo sento venire verso le scale, ma esita prima di salire. Non posso vederlo di nuovo, mi sentirei divorata dai  sensi di colpa per quello che ho detto. Mi infilo nell’armadio e richiudo le ante dietro di me. Sono sicura che non mi troverà qui. Lui non sa dei miei nascondigli, nel 13. 
Oramai ho consumato tutte le mie lacrime, il vuoto che ho dentro mi sta consumando, lentamente. Sto già pensando all’idea di lasciarmi morire, qui dentro. Ma qualcosa mi dice che Peeta non se ne andrà finché non mi avrà trovata e avremo chiarito questa storia.
─ Katniss? ─ bussa. Come pensavo.
Apre la porta e vede che non ci sono. Mi cerca in bagno, controlla la finestra. Tutto al suo posto. Devo ricordarmi di non sottovalutarlo, perché proprio in quel momento apre l’armadio e mi trova lì.
─ Avrei dovuto pensarci ─ dice più a sé stesso che a me.
─ Katniss, dobbiamo parlare ─ sospira. E di cosa?
─ Perché ti comporti così? ─ mi chiede. 
─ Io non ho niente da dirti ─ mento. Vorrei dirgli tutte le cose che mi passano per la testa - Perdonami, ho bisogno di te, mi manchi, non essere arrabbiato con me - ma non posso. Non sono brava con le parole. Mi alzo e provo ad andarmene, ma lui mi afferra per un braccio.
─ Io sì ─ vedo tristezza nei suoi occhi, dispiacere, e ogni parte del mio corpo mi dice di rimanere, ma la mia testa reagisce.
─ Lasciami ─ provo a dire, ma la mia voce esce solo in un sussurro. Nonostante questo, lui capisce.
─ Io ti lascio andare se mi prometti di rimanere ─ dice, deciso. Perché è così testardo?
─ Ok ─ sbuffo. Mi siedo sul bordo del letto e aspetto che lui cominci a parlare. Per un istante rimane in silenzio, poi mi chiede: ─ Perché ti comporti così? ─ aspetta una mia risposta, che però non arriva, quindi continua: ─ Per una volta che ti allontano, ti arrabbi con me e scappi. Quando eravamo a Capitol ero io ad essere rifiutato. Ma non mi sono mai arreso ─.
─ Non siamo tutti come te, Peeta ─ ribatto, evitando di guardarlo. Ma mi rendo conto che ha ragione. Anche quando ha capito che non provavo dei veri sentimenti per lui, non mi ha mai abbandonata. Né davanti alle telecamere, né quando i miei incubi mi svegliavano. Ha sempre dimostrato di amarmi, nonostante tutto. 
─ Hai bisogno di tempo, ho capito ─ dico con tono piatto.
─ No, tu non capisci! ─ urla. Lo guardo, ha il viso arrossato, le mani che tremano. Non l’ho mai visto così arrabbiato, nemmeno durante i suoi episodi. Sono riuscita a far esasperare anche lui.
─ Non capisci ─ dice, abbassando il tono. Ma certo, io sono sempre l’ultima a capire le cose. Si appoggia al muro, dandomi le spalle per qualche istante. Penso che anche lui si sia accorto di aver usato un tono troppo duro. Si gira di nuovo verso di me e continua a parlare.
─ Voglio baciarti, Katniss, più di ogni altra cosa ─ c’è un “ma” che aleggia nell’aria, ed ecco che non tarda ad arrivare.
─ Ma non posso farlo, se ho paura di te. Se ho paura che tu mi faccia del male o che ti faccia del male io stesso ─ si ferma per lasciarmi il tempo di capire quello che ha detto.
Dopo questa frase, tutta la mia rabbia contro di lui sparisce. Ora sono arrabbiata con me stessa perché sono stata ingiusta a prendermela con lui, perché sono un’egoista e perché non riesco neanche ad apprezzare quello che ho, nonostante non lo meriti. Perché nonostante io non voglia ferirlo, è proprio quello che sto facendo. Perché non ho capito prima quello che avrei dovuto capire fin da subito, aiutandolo a superare i suoi episodi. Perché nonostante sia io a dover prendermi cura di lui per quello che gli hanno fatto a causa mia e ringraziarlo, è lui che mi da ogni giorno un motivo per svegliarmi la mattina e non sperare di morire non avendo io stessa il coraggio di togliermi la vita.
Mi alzo e, credendo che voglia andarmene, corre verso di me. Io però mi avvicino e poggio una mano sulla sua guancia, che solo ora scopro bagnata da una lacrima.
─ Noi ci prendiamo cura l’uno dell’altra. È quello che facciamo ─ dico, mentre asciugo con il pollice una lacrima che si fa strada verso la sua guancia.

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Quarto capitolo! Vi ringrazio di cuore per i consigli, sono davvero contenta che vi piaccia la mia storia. Ringrazio le seguite/preferite/ricordate e spero continuerete a seguirmi! Al prossimo capitolo :)
Baci ♥

 
  
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