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Autore: x_teamloula    06/05/2014    4 recensioni
Effy Hemmings.
James Mcvey.
Libri, foto, vestiti ovunque;questa era la mia stanza,e poi sopra al letto c'ero io, forse la cosa più incasinata di tutte.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uscimmo da scuola e notai che James era al solito posto, fumando la solita sigaretta.
Mi fece un cenno con la mano per farmi avvicinare ma nel frattempo vidi Michey che gesticolava per farsi notare da me.
Ignorai del tutto James e corsi da Micheal.
"Tutto bene?" - gli chiesi, vedendolo un po' agitato.
"Si ma non trovo più Cal!" - disse,guardandosi intorno continuamente.
"Oh,magari è andato a casa.." 
"Non lo so, torniamo sempre insieme." - disse lui - "Vabbé,allora io vado. Luke ti aspetta a casa." - mi diede un bacio sulla guancia e scappò.
Quando mi voltai indietro mi trovai James.
"Oh, mi hai fatto prendere un colpo!" - dissi, spaventata.
Lui rise - "Oggi biologia?" 
"Non..non lo so."
"Perché?" 
Scrollai le spalle, non sembrava un bravo ragazzo e comunque mi sembrava scorretto aprirmi con lui nei confronti di mio fratello.
"Lasciami il tuo numero,almeno.." - disse lui.
"Okay.." - dissi, dopo un po'..
Glielo scrissi sulla mano con un pennarello rosso.
"Vuoi un passaggio a casa?" - mi chiese poi.
"Ehm,no grazie. Aspetto l'autobus.." - feci.
Lui indicò la strada,dietro di me.
Mi girai e vidi l'autobus passarmi davanti.
"Oh,cavoli!" - sbuffai.
"Lo prendo per un si." - sorrise maliziosamente.
"Eh?" 
Mi prese per mano e mi portò nel parcheggio, si avvicinò ad un motorino.
Prese il suo casco e me lo mise in testa,stringendolo per bene - "Mettilo tu." 
Mi morsi il labbro, mi faceva impazzire.
"Sei silenziosa.." - sorrise.
Non gli risposi.
Mi lasciò fuori casa e mi levai il casco.
"Che hai?" - mi chiese. 
Deglutii - "Scusami James, sembra tutto troppo una strategia! Luke,Ashton e Calum a pranzo non vi hanno rivolto la parola.." 
"Si ma che centra? Non possono decidere loro chi devi frequentare, o sbaglio?" 
"No,non sbagli ma se a loro da fastidio cerco di evitarlo! E' così che ci si comporta tra amici.." 
"Quindi cerchi di evitare me?"
"No,no..cioè non lo so!" - sbuffai.
Lui si guardò intorno.
"Ti passo a prendere alle 9.30 di stasera, ti porto fuori." - disse, mise in moto il motorino e se ne andò prima che io potessi controbattere.
Entrai a casa e trovai i ragazzi che studiavano in cucina.
"Ciao Effie, come sei tornata?" - fece mio fratello.
"Mi ha dato un passaggio.." - feci la vaga, poi continuai sbuffando - "..James Mcvey." 
Subito calò il silenzio.
Decisi di prendere in mano la situazione - "Non vi da più fastidio, vero? Insomma, sono.." 
Fui interrotta da Calum - "Fa quello che vuoi, tanto ormai." - sbuffò.
"Ma che centri tu adesso?!" - dissi scocciata.
"Ero incluso anche io nel discorso, o sbaglio? E comunque si, a me da più che fastidio ma tanto continui a farlo anche di nascosto quindi ci rinuncio."
"Calum ma ti senti? Anzi, vi sentite? Decido io chi frequentare, okay? Non mi interessa di ciò che pensate voi!" 
"Allora che cosa ci chiedi a fare se ci da fastidio? E' ovvio che la nostra risposta corrisponde al si." 
Sbuffai - "Luke? Non dici niente?" 
"Che devo dirti?! Tutto ciò che penso io e che pensano anche gli altri lo ha detto Calum." 
Uscii dalla cucina e andai in camera mia, sbattendo la porta.
Buttai tre libri sulla scrivania e cercai di studiare ma era tutto inutile.
Continuavo a chiedermi cosa fosse giusto, anzi, sapevo cosa era giusto.
Era giusto stare con la mia famiglia, cioè Luke ed i ragazzi.
Ma non avevo bisogno della scelta giusta, ma di quella per cui ne valesse la pena.
E per James ero disposta a rischiare tutto, tutto per lui.
E così fu..
Scesi di casa e me ne uscii senza salutare nessuno. 
Mi sedetti sul muretto fissando il cellulare, aspettavo quella chiamata. 
All'improvviso alzai lo sguardo e mi ritrovai James che camminava verso di me. 
"Che ci fai tu qui?!" - dissi, meravigliata. 
"No,la domanda è che ci fai tu qua fuori." - controbatté lui.
"Te l'ho chiesto prima io.." 
"Okay, volevo venirti a prendere a casa." - disse, guardando altrove.
"Cosa?!" 
"Ora tocca a te, che ci fai qui?"
"No aspetta, perché mai volevi venire a casa mia?" 
"Per parlare un po' con i tuoi amici.." - disse vago - "Ora rispondimi, che ci fai qua?" 
Sbuffai - "Ho litigato con i ragazzi.."
"Per colpa mia vero?" - mi prese la mano.
"Si.. ma non mi interessa, ho capito che non possono decidere loro al posto mio." 
A lui spuntò un sorriso - "Significa che starai più tempo con me?" 
"Si,anche se significherebbe perdere gli altri.." - dissi,decisa.
"Non succederà,tanto. Non lo permetterò." - mi abbracciò tirandomi giù dal muretto.
"Andiamo a farci un giretto?" - mi disse, prendendomi la mano.
Rabbrividii a quel gesto.
"D'accordo, come mai non sei venuto con il motorino?" 
"Perché fa freddo e sta per piovere." - disse guardando il cielo - "A proposito di freddo, metti questa che sei vestita leggerissima." - mi mise la sua giacca.
Sorrisi e lui se ne accorse.
"Dove andiamo?" - cercai di cambiare discorso.
"Dove vuoi." - mi sorrise.
"Non puoi dirmi queste cose, sono la persona più indecisa della Terra James!" - ridemmo.
"Allora va bene se ti porto allo Sketch?" - fece lui.
"Non è un posto di fattoni quello?" - deglutii.
James rise - "Si, un po'. Non ti va di andare?" 
"Mh, d'accordo.." 
"Sei una brava ragazza tu,non è così?" - sorrise.
Inarcai le sopracciglia.
"Ricorda che le brave ragazze sono cattive ragazze che non sono ancora state messe alla prova." - risi.
"Ah,quindi saresti una cattiva ragazza?" - mi guardò con un sorrisetto sulle labbra.
"Certo! Avevi dubbi?!" 
Lui frugò tra le sue tasche e cacciò il pacchetto di sigarette dalla tasca, me ne porse una e disse - "Accendila." 
"Eh?"
"Le cattive ragazze fumano." 
"Non tutte!" 
Lui rise - "Che cattiva ragazza sei allora?" 
"Una diversa dalle altre!" - feci spallucce, restituendogli la sigaretta. 
"Non sei una cattiva ragazza, mi dispiace." - si morse il labbro e sorrise, poi aggiunse - "Comunque dovresti considerarlo come pregio." 
"Perché?" - chiesi stranita. 
"Le ragazze cattive mi interessano, ma quelle brave e innocenti mi fanno perdere completamente la testa." - fece, aprendomi la porta del Bar.

NEL PROSSIMO CAPITOLO:
" "
Continuavo a ripetermi 'Ne vale la pena.'
forse solo per autoconvincermi che fosse così."
"
  
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