Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: heliodor    06/05/2014    1 recensioni
Per proteggere Arendelle e i suoi abitanti, Elsa decide di rinunciare ai propri poteri. Ma dal mare giunge Nadir, un ragazzo che porta con sé una terribile tempesta. Se entro due giorni Elsa non lo fermerà, Arendelle verrà distrutta. Per restituire i poteri alla regina, Anna, Kristoff e il pupazzo Olaf dovranno affrontare il Cuore dell'Inverno, un abisso senza fondo dal quale nessuno è mai tornato...
Stormed è il primo episodio della serie The Winter Queen.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Winter Queen'
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Nadir avvicina il viso alle sbarre, le osserva con interesse, quindi appoggia la mano su una di esse e la scuote con decisione, producendo un rumore metallico.
L'unico occupante della cella è disteso su una branda, ma al primo rumore scatta in piedi, guardingo. Indossa una specie di uniforme sgualcita. I capelli sono arruffati e le basette non sono più curate come una volta. ― E tu chi sei? Come hai fatto a entrare?
― Il principe Hans? ― domanda Nadir con voce calma. Fuori, dall'unica finestra della cella, un riquadro scavato nella pietra, giungono i rumori del violento temporale che si è abbattuto sulla città.
― Tutti sanno chi sono ― risponde l'altro guardandolo con sospetto.
― Hai una nave qui al porto?
Hans annuisce. ― Sì, ho una nave. E allora?
― Ti propongo un accordo. Portami con la tua nave ad Arendelle, dalla Regina Elsa e in cambio potrai andartene dove ti pare.
― C'è un problema ― dice Hans indicando le sbarre. ― Io non posso uscire.
Nadir gli mostra una chiave. ― Ora sì.
***
Hans e Nadir percorrono un corridoio di pietra. Ai due lati giacciono le guardie della prigione.
Hans si avvicina a una di esse. ― Sono svenute. Hai fatto tu questo macello?
― Ti assicuro che io non c'entro niente ― risponde Nadir calmo.
Hans prende la spada a una delle guardie e se la lega in vita. ― Ora mi sento più a mio agio.
Fuori dalla prigione infuria il temporale. Le strade sono deserte, tranne per loro due. A fianco del portone due guardie giacciono prive di sensi.
Hans indica con la mano una nave a due alberi ancorata a un molo vicino. ― È quella lì. Ma è bene che tu sappia che sono stato esiliato da Arendelle. Non oso pensare a cosa potrebbe farmi Elsa se scoprisse che sono tornato.
― Credimi se ti dico che quello sarà l'ultimo dei suoi problemi.
Due guardie sorvegliano la nave e, nonostante il temporale, sono al loro posto. Non appena vedono avvicinarsi Nadir in compagnia del principe Hans, puntano le picche contro i due.
― Fermi ― grida una delle guardie. ― Non potete avvicinarvi oltre. Questa nave è sequestrata.
Hans si irrigidisce, ma Nadir avanza.
A pochi passi dalla punta della lancia, la guardia fa per avvicinarsi. Un'onda si solleva e lo investe in pieno, trascinandolo via. L'altra guardia si volta di scatto, un attimo prima che una seconda onda lo colpisca, spingendolo con violenza contro lo scafo della nave per poi rimbalzare sul molo di pietra.
Nadir si avvicina all'uomo svenuto, poi guarda compiaciuto l'altra guardia che, a nuoto, è riuscita a raggiungere una scaletta lì vicino.
― Giusto in tempo ― esclama Hans.
I due salgono sulla nave e Hans ritira la passerella.
― Sei capace di governarla da solo?
Hans si mette al timone. ― Noi delle isole del sud siamo provetti marinai e io sono un ufficiale di marina, o almeno lo ero. ― Lancia una rapida occhiata al cielo coperto di nubi. ― Sicuro di voler uscire in mare con questo tempaccio?
― Preferiresti rimanere qui?
Hans scuote la testa. ― Per niente.
La nave lascia il molo e si allontana dalla città. Vista da lontano la tempesta appare come un gigante che si è adagiato sopra le abitazioni con l'intenzione di schiacciarle.
― Mettiti comodo ― dice Hans. ― Ci vogliono almeno tre giorni per raggiungere Arendelle.
Gli occhi di Nadir vagano lungo l'orizzonte. Il vento si alza gonfiando le vele e tendendole fino al limite. La nave guadagna velocità. ― E con questo vento?
Hans guarda sbigottito le vele. ― Molto di meno.
Nadir annuisce soddisfatto.
***
La slitta si arresta davanti a un gruppo di uomini al lavoro su di un blocco di ghiaccio. Kristoff estrae l'accetta legata in vita da una corda e la soppesa compiaciuto nella mano.
Uno degli uomini alza la testa e lo saluta. ― Guardate chi è arrivato.
― Oh, guarda. Il Mastro Consegnatore del Ghiaccio si degna di venire tra noi.
― Come mai da queste parti, ragazzo? ― gli chiede il più anziano del gruppo, un omaccione con folti baffi rossicci e guance paffute.
Kristoff li saluta imbarazzato. ― Sono venuto a darvi una mano.
― Non ti dovevi disturbare, davvero. Ora sei una persona importante. Non li devi fare certi lavori ― dice un altro con tono provocatorio.
Kristoff afferra un blocco di ghiaccio e lo divide in due con un solo colpo. ― Il ghiaccio è la mia vita.
L'altro prende un blocco spesso il doppio di quello tagliato da Kristoff e lo separa con un solo colpo. ― A me invece sembra che stando a corte tu ti sia rammollito. Ho sentito che prendi lezioni per diventare un vero damerino.
Kristoff mette due blocchi uno sopra l'altro e con un solo colpo li spezza in due. ― Chi te l'ha detto?
― Circolano delle voci.
Il più anziano dei tagliaghiaccio brontola qualcosa. ― Smettila di provocare, Karl. Kristoff è venuto a darci una mano perché è un amico.
Kristoff continua a lavorare con gli altri finché un primo carico non riempie la slitta.
― Direi che per oggi può bastare ― dice l'anziano. ― Tutti a casa e ci si rivede domattina.
Kristoff torna alla slitta, dove Sven sta leccando uno dei blocchi appena caricati. ― Togli quella lingua di là, bello.
― "Ma a me piace il ghiaccio" ― dice Kristoff al posto della renna.
― Ti darò una carota. Tutta per te ― dice tirando fuori l'ortaggio da un sacco sul sedile.
Sven, felice, accetta l'omaggio.
― Andiamo a casa ora.
Sven guarda in direzione di Arendelle. Da quel punto si intravede parte del fiordo, anche se il castello è nascosto da un promontorio di roccia.
― No, non lì. Al nostro vecchio rifugio.
Sven lo guarda con espressione triste.
― Non fare quella faccia. Al rifugio ci attende un bel pagliericcio caldo e tante carote. Vedrai, sarà bello come ai vecchi tempi.
La slitta si avvia lungo il sentiero. Kristoff si volta un istante prima che le montagne nascondano il fiordo alla sua vista.
***
Elsa e Anna attraversano la valle dei Troll al piccolo trotto.
― Sono già stata qui ― dice Elsa guardandosi attorno.
Un sasso rotola davanti al cavallo di Anna, fermandosi a qualche passo di distanza. La pietra si trasforma in un essere dalla pelle grigia e un ciuffo di foglie verdi che sovrasta il capo. Al collo porta legata una collana fatta di pietre rosse che luccicano.
― Guardate. È tornata Anna ― esclama l'essere con tono gioviale.
D'istinto Anna smonta da cavallo e abbraccia la creatura. Altri massi rotolano attorno a loro, trasformandosi in altrettanti esseri dalla pelle grigia. Qualche istante dopo la ragazza è circondata da troll festanti.
― Sei più bella dell'ultima volta che ci siamo visti.
Anna arrossisce. ― Grazie. Anche voi siete più... belli.
― E hai anche messo su qualche chilo.
― Aspetta, che?
Elsa ridacchia davanti all'espressione contrariata della sorella.
Olaf si unisce a due troll che saltano e rotolano.
― Come vanno le cose con Kristoff?
Anna si stringe nelle spalle. ― Bene ― dice con tono incerto.
Il troll mette le mani nei fianchi e la scruta con sguardo inquisitorio. ― Non sembri molto convinta, cara. Se c'è qualcosa che non va' a noi puoi dirlo.
Elsa salta a terra e si schiarisce la voce.
I troll si azzittiscono e la fissano incuriositi.
― La regina ― esclama uno.
― Quale onore ― grida un altro.
― Vorrei parlare con Granpapà, se è possibile ― dice Elsa.
I troll si dividono e una roccia più grande delle altre rotola fino a Elsa e Anna. La pietra si trasforma in un troll dai grandi occhi saggi e una collana più ricca di tutte le altre.
― Elsa ― esclama Granpapà. ― Che piacere rivederti.
― Il piacere è mio, Granpapà ― risponde lei abbassandosi.
― È bello rivedere anche te, Anna. Sapevo che ce l'avresti fatta.
Anna sorride. ― Lo devo solo a te.
― Hai imparato a controllare i tuoi poteri, a quanto vedo ― dice Granpapà sfiorando le mani di Elsa.
― È stato difficile.
― Credo che tu sia qui per chiedermi un consiglio.
Elsa annuisce. ― Per anni mi sono chiesta da dove venissero i miei poteri e se ci fossero altri come me.
Granpapà scuote la testa. ― Purtroppo non posso esserti d'aiuto su questo. Tu sei la prima persona con questo dono che incontro.
― Speravo che tu potessi aiutarmi.
― Cos'è che ti preoccupa?
Elsa sospira. ― I nostri vicini hanno paura. Temono che io possa far loro del male.
― La paura ― dice Granpapà triste. ― Genera solo incubi. Tu non devi temere ciò che sei.
― Ho a cuore solo i miei cari e il mio popolo. Sarei disposta a tutto pur di proteggerli. Anche a rinunciare ai miei poteri.
Granpapà le stringe le mani. ― Attenta a quello che desideri, Elsa.
Il viso di Elsa si illumina. ― Vuoi dire che c'è un modo? Puoi liberarmi di questa maledizione?
― Elsa, la tua non è una maledizione. Se lo fosse avrei potuto fare qualcosa, ma tu sei nata con questi poteri. Sono un dono.
― Un dono che mi ha causato solo guai fin da quando sono nata.
Granpapà chiude gli occhi per meditare, poi li riapre. ― C'è un luogo non troppo lontano da questa valle. Noi lo chiamiamo il Cuore dell'Inverno. La leggenda vuole che una strega delle nevi che voleva rinunciare ai suoi poteri per amore, vi si recò per gettare il suo cuore nell'abisso.
― Dove si trova?
― Ti indicherò la strada. Vorrei accompagnarti, ma ci è vietato andare in quel luogo. Su di esso aleggia un'antica maledizione.
― Non sarà pericoloso? ― chiede Anna avvicinandosi.
― Tu resterai qui ― dice Elsa tornando al cavallo.
― No, no, no, no, no ― dice Anna seguendola. ― Non se ne parla proprio.
Elsa sospira rassegnata. ― Mi sentirei più tranquilla sapendoti al sicuro.
― Stare con te mi fa sentire al sicuro.
― E allora andiamo.
Granpapà si avvicina ad Anna. ― Veglia su tua sorella.
― Lo farò.
Anna raccoglie Olaf e monta in sella.
Le due ragazze si allontanano al galoppo salutate dai troll.
― State attente ― dice Granpapà guardandole allontanarsi.
***
― Mai visto un vento simile ― esclama Hans reggendo il timone con entrambe le mani.
― Vedrai cose anche più incredibili ― risponde Nadir senza staccare gli occhi dall'orizzonte.
― Non dopo quello che ho passato ad Arendelle. Niente ormai può stupirmi.
― Parlami della regina Elsa ― dice Nadir.
― Elsa? Oh, è bellissima. Donna affascinante. Gelida, anche. Mortale come ghiaccio affilato.
― È pericolosa come dicono?
― Molto di più. Io volevo fermarla, per il bene di tutti è ovvio, ma lei è riuscita a farmi passare per quello cattivo. Mi ha accusato di tradimento e mi ha esiliato.
Nadir gli rivolge un'occhiata perplessa. ― È per questo che i tuoi fratelli ti hanno messo in prigione?
― Loro non l'hanno mai vista in azione. Non possono sapere. Nemmeno tu puoi.
Nadir annuisce e torna a fissare l'orizzonte. ― Io spero che sia forte come dici. Se non lo fosse, sarebbe un grosso problema.
Hans si volta e guarda preoccupato la tempesta che sembra incombere su di loro. Nuvole nere cariche di pioggia aleggiano sopra un mare agitato. In lontananza si scorgono due lampi in rapida successione.
― Se non sapessi che è assurdo, direi che quella tempesta ci sta seguendo. È lì da quando abbiamo lasciato le Isole del Sud.
Un'onda più alta delle altre investe la nave spazzando il ponte.
― Quello che non capisco ― dice Hans. ― È perché tu abbia scelto proprio me per portarti ad Arendelle.
― Hai una nave. E sei l'unico che ha accettato. Tutti gli altri capitani a cui l'ho chiesto erano terrorizzati all'idea di andare ad Arendelle.
― Non avevo molta scelta.
― Nessuno di noi è padrone del suo destino.
  
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