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Autore: giulietta smiley    06/05/2014    1 recensioni
Parigi Post-Restaurazione (1830) : La storia narra di un amore tra una ragazza povera, costretta a prostituirsi per procurarsi da vivere per lei e per il fratellino, e di un ragazzo ricco ma che vuole fare la differenza per il bene del popolo francese e si metterà a capo della rivoluzione giovanile .
I personaggi non sono di mia invenzione ma presi dal romanzo di Victor Hugo : Les Miserables ( Eponine ed Enjolras ).
SPOILER:
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Rimango fedele al finale della storia originale.
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Enjolras, Eponine, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Casa sua non era molto lontana dal Cafè. Appena girammo l’angolo vidi il paradiso: la casa non aveva il giardino come mi aspettavo da un aristocratico, ma era abbastanza grande, 3 piani per la precisione.

Vi era una piccola scalinata all’entrata, difronte al portone. Entrammo e ci siamo ritrovati all’ingresso dove Enjolras appoggiò alcune cose su un tavolino e mi fece accomodare nella sala degli ospiti.

A quel punto delle cameriere mi aiutarono a lavarmi e a rivestirmi. Mi sentivo un pò in imbarazzo perchè non avevo mai lasciato che qualcun’ altro  facesse certe cose per me, d’altro canto io non avevo idea di come mettermi quel vestito, troppo complesso perfino per descriverlo. 

Quando le cameriere ebbero finito mi dissero di aspettare il Signorino Enjolras nella sala grande e così feci. 

 

Mentre attendevo vidi un pianoforte al lato della stanza. Doveva essere una sala da ballo.

Mi avvicinai allo strumento molto titubante, sperando di non farmi vedere da nessuno. Quanto avrei voluto saper suonare uno strumento.

Aprii la tastiera e la voglia di sentire quel dolce suono fu talmente tanta che dovetti premere un tasto. Lo lasciai premuto per un pò in modo tale che fece un lungo eco per tutta la sala.

“ Sei rimasta incantata anche tu da questo angelico suono ? ”

Appena mi girai vidi Enjolras davanti alla porta della stanza che mi guardava con aria incuriosita. Per l’agitazione pigiai dei tasti a caso, sentendo così dei suoni non più tanto armonici.

“ Oh... scusami tanto! N-non volevo, i-io...” iniziai a balbettare.

“ Tranquilla ! Non hai rotto mica il pianoforte” dice lui sorridendomi.

“ Dovresti smetterla di comparire dal nulla! ” 

“ Io non sono entrato dal nulla, bensì dalla porta. Ma tu non te ne sei accorta perchè eri assorta nei tuoi pensieri” spiega lui.

 

“ E’ veramente un bellissimo strumento, vorrei tanto saperlo suonare...” dico tornando a guardare il pianoforte.

“ Se vuoi posso insegnarti a suonarlo ”

“ Lo faresti davvero ? Io non ho niente da darti in cambio però ...” dico io dispiaciuta.

“ Non voglio niente in cambio, sarò felicissimo di darti delle lezioni di musica” dice fiero.

“ Sei veramente un ragazzo gentile Enjolras. Vorrei che fossero tutti come te. Almeno tu sai che esisto, per altre persone io sono solo un ombra...” mentre parlavo i miei pensieri andarono subito verso Marius: 

Ci conosciamo fin da piccoli, eppure lui non mi ha mai degnata di uno sguardo. Forse per la differenza di rango... Quanto poco di me sa, e quanto poco riesce a vedere di me ...

“ Cosa succede ? Ti vedo triste ...” Enjolras mi riporta alla realtà.

“ Perdonami, stavo solo pensando...” dico senza finire la frase.

“ Sai, questo vestito ti dona molto. Risalta molto il colore dei tuoi occhi.” dice cambiando discorso.

“ Lo hanno scelto le signorine, io ho solo obbedito agli ordini” dico io sorridendo.

“ Lo so, infatti l’ho scelto io. Era di mia madre... ormai è morta da anni e quel vestito non veniva indossato da molto tempo. Sono contento che ora lo abbia tu.” 

“ Mi dispiace tanto per lei ... Appena torno a casa lo pulisco e te lo riporto, promesso! ” 

“ No no, non cè problema puoi tenerlo. Voglio che lo custodisca tu.”

“ Ne sei proprio convinto ?” dico titubante.

“ Assolutamente. Sai in un certo senso me la ricordi molto ...” inizia lui.

“ In che senso ?” chiedo

“ Non solo fisicamente, ma anche caratterialmente ...” dice.

Inizio ad intravedere un pò di rossore sul suo viso ma non riesco a comprendere il perchè.

“ Ma noi non ci siamo mai conosciuti prima, come puoi dire che le somiglio ?” chiedo incuriosita.

“ Emh.. ecco...Ti ho vista. Sei, come ti chiamano tutti : “l’ombra di Marius”. Si vede che sei molto innamorata di lui...” dice con un aria un pò infelice.

“ Lui però in questo momento ha in testa solamente Cosette...” dico io senza neanche rendermi conto di ciò che ho detto. 

“ Magari vedendoti vestita così cambierà idea...” dice con un sorriso sulle labbra.

“ Dubito che il mio aspetto possa cambiare i sentimenti che prova verso l’altra ragazza” dico con un sorriso un pò forzato.

“ Allora non sa cosa si perde ...” dice a bassa voce, sperando che io non potessi sentirlo.

 

Rimaniamo un pò in silenzio per l’imbarazzo che è sceso tra noi fino a quando io non rompo il ghiaccio dicendo:

 

“ Io ora dovrei tornare a casa, Gavroche si starà chiedendo che fine ho fatto ...”

Mi avvio verso la porta ma lui mi prende un braccio e mi attira verso di se.

“ Aspetta! Senti io sto andando di nuovo all’ ABC a fare una riunione e sicuramente ci sarà anche il piccolo Gavroche. Vuoi venire ?"  chiede speranzoso.

Siamo vicini...forse troppo vicini. I suoi occhi però non mentono. Vuole veramente che io vada con lui. Perchè ?

Non so per quale motivo ma non ho saputo resistere ai suoi occhi.

“ Volentieri”.

 
   
 
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