Film > The Amazing Spider-Man
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Autore: JulieTeller    06/05/2014    1 recensioni
La storia d'amore più bella vista sul grande schermo. Peter e Gwen, l'amore puro che supera ogni ostacolo. Ma dovranno combattere per il loro amore. Chissà se riusciranno a farcela.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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“Peter.” Gwen sospirò vedendo il sangue che colava dal naso di Peter. La situazione che si era creata era molto strana, Peter con un solo gesto poteva scaraventare la ragazza rossa contro gli armadietti, ma non lo fece, era pur sempre una ragazza. Ma lui era Spider-Man. Lo prese per mano e lo accompagnò in infermeria, doveva farsi curare quel naso e tra meno di un’ora sarebbero cominciate le lezioni. “Non dovevi difendermi, Peter. Dovevi stare semplicemente alla larga da me, come volevi fare fino a pochi giorni fa.” Gwen guardava negli occhi Peter che era seduto sul lettino dell’infermeria, con le spalle e la schiena curvate verso di lei. Lui la guardava con quegli occhi grandi e marroni, innamorato perso della sua principessa. Ma non poteva costringerla a stare con lui, soprattutto dopo che l’aveva respinta e si era messo con un'altra. Inoltre doveva dare delle spiegazioni chiare a Mary-Jane che dopo la sfuriata, in quel momento mentre i due si parlavano, lo stava chiamando al telefono. Infatti il ragazzo lo prese e sbuffò. “E’ Mary-Jane.” Gwen indietreggiò appena con lo sguardo che si distoglieva dai suoi occhi, imbarazzata e un po’ ferita. Peter rimise il cellulare dentro la tasca e prese Gwen per mano, attirandola leggermente verso di sé. La guardava intensamente, come se non volesse perderla di vista. L’infermiera era andata via per pochi minuti, doveva prendere del cotone per il naso del ragazzo. “Io ti amo, Gwen. Cosa devo fare per fartelo capire?” Sussurra contro il suo viso, prendendoglielo tra le mani, mentre il cellulare continuava a squillare. “Lasciala e torna da me. Mi mancano le tue labbra, le tue braccia. Tutto.” Sussurra contro le sue labbra mentre gli lascia un piccolo bacio umido sulle labbra. Lo abbraccia forte, come se avesse paura di perdere la cosa più preziosa che aveva e si stacca velocemente non appena sente l’infermiera arrivare. Lo saluta non appena sente la campana della fine della pausa e lo saluta con uno sguardo che non era felice. Gli mancava, da morire. Ma come faceva a convivere con questa situazione? C’era Mary-Jane che, se davvero Peter voleva lasciare, sarebbe stato un problema risolvibile. Ma ce n’era un altro molto più grave, la paura costante di perdere Peter. Lui era Spider-Man, doveva combattere costantemente contro le forze del male. Aveva paura che si facesse male, aveva paura che non sarebbe più tornato a casa. Aveva perso suo padre, una tra le persone più importanti per lui e non voleva perdere adesso anche Peter, l’amore della sua vita. Avrebbe preferito morire che perderlo. Entrò dentro la classe e si sedette al suo banco, come ogni lezione. C’era un banco vuoto che era quello di Peter e successivamente entrò Stacy e Mary-Jane che teneva per mano qualcuno. Era curiosa, magari aveva trovato un ragazzo per fare “ingelosire” Peter. E invece no.. Il ragazzo era proprio Peter. Perché? Cosa le avrà detto quella serpe per far comportare Peter in quel modo? Forse l’ha minacciato. Gwen girò il viso dall’altra parte, aprendo il libro di astronomia. Purtroppo Peter si sedette dietro di lei e Mary-Jane all’ultimo banco, accanto ad alcuni amici. Gwen non riusciva a trattenere le lacrime, non vedeva l’ora di scappare a casa e piangere. Ascoltò attentamente la professoressa cercando di non ascoltare le risate della ragazza rossa che stava raccontando che “aveva fatto pace con il suo ragazzo e che tutto andava a gonfie vele, finalmente.” Dopo nemmeno mezz’ora? Peter evidentemente dopo l’infermeria l’aveva raggiunta e avevano fatto pace, magari con un solo bacio. Gwen non riuscendo più a sopportare quella tensione e sentendo addirittura una risatina da parte di Peter (ma forse se l’era solo immaginato) alzò la mano e chiese se poteva andare in bagno. Mary-Jane rispose al posto del professore. “Stacy, non scappare sempre dalle situazioni.” Gwen non sapeva se rispondere o no, era la prima della classe, sempre gentile con tutti e mai nervosa o arrabbiata con nessuno. Il professore le diede il consenso e Gwen si alzò e, prima di uscire dall’aula, si voltò guardando intensamente prima Peter, poi Mary-Jane. Non appena guardò gli occhi della rossa alzò leggermente una mano e le alzò un medio, con un sorrisetto finto. Non era quel tipo di ragazza, ma quando era necessario. Uscì fuori dalla classe infuriata con sé stessa e con Peter, come aveva potuto farle questo? Nel corridoio sentì il cellulare squillare, non voleva rispondere ma dato che Peter era in classe, non poteva essere lui. Rispose e sentì una voce femminile all’altro capo. “La chiamiamo dalla University School of London, siamo stati informati dei suoi voti, sappiamo che è la migliore della classe e ci piacerebbe, dopo il diploma che avverrà a breve, averla nella nostra università. Ci faccia sapere, signorina Stacy.” “Grazie mille, lo farò.” Era sbalordita. Era una grande occasione per cambiare vita, avrebbe dimenticato Peter, Spider-Man, Mary-Jane. Avrebbe preso in considerazione la cosa. Tornò in classe dopo 15 minuti, con un’espressione serena in viso e il professore la notò. “Già saputa la notizia, signorina Stacy?” Tempismo perfetto. Così adesso tutta la classe lo sapeva. “Vedete, la signorina Stacy ha vinto una borsa di studio per l’università di Londra.” Tutti i compagni applaudirono, soprattutto Mary-Jane e i suoi amici che fischiarono pure. L’unico a non applaudire era Peter. Lo sentiva, non applaudiva. Perché? Non era felice che se ne sarebbe andata? Gwen cercò di sorridere il più naturalmente possibile e non appena suonò la campana, raccattò i suoi libri e si fiondò fuori dalla classe. A passo veloce percorse il corridoio che dava all’uscita e uscì il più velocemente possibile. Aveva le lacrime agli occhi e un’angoscia così pesante sul petto. Si asciugò le lacrime, non voleva che gli altri la vedessero debole. “Gwen!” Sentì la sua dannata voce, si voltò per guardarlo e allungò il passo. Anzi corse. Anche lui corse. Dato che aveva troppa ansia dentro, si voltò di scatto verso di lui facendolo fermare e gli urlò in faccia: “Cosa vuoi da me, ancora? Devi lasciarmi in pace! Basta, sto male! Sai esattamente quello che vuoi, Peter?!” Peter la guardò a lungo negli occhi, doveva darle una spiegazione. Doveva farlo, ora più che mai.
  
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