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Autore: dark_heroine    06/05/2014    1 recensioni
"-Non ho tempo, vivo in eterno, e la mia immortalità è stata insopportabile, senza uno scopo, senza qualcuno per cui vale la pena vivere... fino a quando non sei arrivata te.- sussurrò, e poi posò le labbra sulle mie, in un bacio dolce e delicato."
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Ero in ritardo. Ero in ritardo. Cazzo, ero in ritardo il primo giorno di scuola! Dovevo essere già in classe a quest'ora! Non che mi importasse più di tanto della scuola, ma i primi giorni girava sempre la Preside nelle classi. Corsi a più non posso fino alla porta dell'aula 234, non scontrandomi con nessuno, per fortuna. Ma chi poteva esserci ancora nei corridoi? Aprii la porta ed entrai. -Alla buon'ora, signorina Ley!- mi rimproverò il professor Grey. Stavo per rispondergli a tono, con una delle mie solite battutine, quando venni interrotta da un colpo di tosse. Guardai oltre la spalla del professore e notai la Preside. Merda. -Scusi, prof. E mi dispiace avervi interrotta, Preside. Continui pure.- dissi, e poi sfoderai il mio miglior sorriso falso, a trentadue denti. Mi incamminai imperterrita al mio banco, nelle ultime file, e, appena seduta, la Preside ricominciò a parlare. -Come stavo dicendo,- e mi lanciò un'occhiata -da oggi verrà in questa scuola, Harry Styles. Siate simpatici.- e chi se ne frega? Va be'.
-Perché lo sta presentando proprio a noi?- domandai.
-Perché trascorrerà qui la prima ora, e nelle prossime, se avrete lezione insieme, lo presenterete. Non farete finta di niente.- ci ammonì. Poi notai una cosa: ero seduta da sola. Ero sempre seduta da sola, ma in quel momento significava solo una cosa: Harry comesichiama si sarebbe dovuto sedere qui, perché non c'erano altri posti liberi, e in più avrei dovuto essere la sua dannata tutor finché non si sarebbe ambientato! Stupide regole scolastiche. “Se verrà un ragazzo o ragazza che sia, il compagno di banco della prima ora gli farà da tutor, in modo che si ambienti. Chi non rispetta questa regola può rischiare l’espulsione, perché nessuno è diverso!” Che cazzo significava?! Continuai a fissare la sedia accanto alla mia come se dovessi ucciderla, quando la Preside parlò di nuovo. -Emily, sii gentile.- alzai gli occhi al cielo e poi annuii. -Ti è capitato quello nuovo!- disse qualcuno nella stanza, per poi sghignazzare, causando una reazione a catene. Non risposi neanche, anzi, non potei rispondere, perché il fiato mi si mozzò non appena entrò in classe un ragazzo dagli occhi verde smeraldo, corporatura esile e capelli castani, mossi; le labbra stupende gli stavano a pennello. Guardò verso la Preside e il professore, e poi verso di noi. -Lui è Harry. Ti sederai accanto ad Emily.- no, non si sapeva…
-Harry non potrebbe sedersi qui?- chiese Stacey. -E poi io sono molto più socievole di Emily.- emh… Vaffanculo?!
-Non ce n’è bisogno, grazie. Scommetto che Emily è una ragazza simpatica.- rispose Harry. Wow, già mi piace questo ragazzo. Cioè, no, non mi piace! Mi piace come amico, ecco. Sorrisi prima a Stacey, fredda, e poi ad Harry, comunicandogli mentalmente “Grazie.” Si avvicinò al suo nuovo banco a testa alta, posò lo zaino a terra e poi si sedette. -Bene ragazzi, io vado. Fate i bravi!- appena uscita la Preside, Harry mi sussurrò: -Ci tratta come bambini?-
-Abituatici, per lei siamo bambini.- rise, poi tornò con lo sguardo alla lezione.
-Styles, vuole farci sapere cosa sa su Enrico VIII?- lo guardai di sottecchi, ma credevo di aver visto male, perché stava sorridendo. Così mi girai del tutto verso di lui. Si, stava proprio sorridendo! Come si può sorridere a delle domande di storia? A sorpresa?! Oddio… stava sorridendo e gli si vedevano le fossette! Era adorabile! Ma che cavolo stavo pensando?!
-Certo. Enrico VIII era un gran playboy, sa? Bisognava per forza esserlo, se si era sposato cinque volte! E continuava ad avere spasimanti… ma credo sia dovuto al fatto che era Re.- il prof. divenne tutto rosso, e ognuno in classe o rise apertamente, o soffocatamente, o tossendo per coprire l’attacco di ilarità.
-E cosa sa sul fatto della sua vita politica?-
-Che istituì la Chiesa Anglicana perché aveva litigato con il Papa sul fatto che non volesse farlo divorziare.-
-È molto riassuntivo, vedo.-
-Non mi piace perdermi in discorsi troppo lunghi, perché si finisce sempre con il dimenticare qual’era la domanda iniziale. E poi sono diretto, non giro intorno alle cose.- sorrise, e gli balenò una luce negli occhi. Lo stava sfidando a contraddirlo.
-Bene. Torniamo alla lezione. Come dicevo, Enrico VIII…- appena ricominciò a parlare io smisi di ascoltare, e diedi una gomitata a Harry, per richiamare la sua attenzione. Mi avvicinai al suo orecchio, e gli dissi: -Sei stato grande. Questa cosa farà il giro della scuola.-
-Ci vuole così poco per essere popolari?-
-Si, credo di si.-
-Credi? Te non sei popolare?- domandò, inarcando un sopracciglio.
-Mmm… no. Non sono popolare. Ho solo un paio di amici.-
-E perché non sei popolare?-
-E perché dovrei esserlo?-
-Non ti hanno insegnato che è maleducato rispondere ad una domanda con un’altra domanda?-
-Lo hai appena fatto anche tu.-
-Touché-. Disse, e si portò una mano sul cuore, facendo una strana smorfia. Alzai gli occhi al cielo e poi parlai di nuovo.
-Ok, io rispondo alla tua se tu rispondi alla mia.- Annuì. -Non sono popolare perché sto sempre per i fatti miei, odio il rumore, la confusione e l’alcool. Preferisco la musica alle persone e sono scontrosa ed irritabile.-
-Dovresti essere popolare perché sei bellissima e scommetto molto intelligente, solo che non lo dai a vedere. Sei scontrosa ed irritabile perché so che hai un segreto che hai detto solo a pochi, e per il fatto che preferisci la musica alle persone, che problema c’è? Se non ti piace l’alcool tanto meglio, vuol dire che non finirai mai in coma etilico.- sorrise. -La confusione ti da fastidio perché sicuramente avrai un udito più sensibile.- poteva continuare a parlare, ma io mi ero persa alla prima frase: Dovresti essere popolare perché sei bellissima e scommetto molto intelligente, solo che non lo dai a vedere. E poi come faceva a sapere che avevo un segreto? Mi passò una mano davanti agli occhi, e io mi ripresi. -Cosa?- gli chiesi.
-Ti ho chiesto se vivi da sola.-
-Oh, si. Cioè, no. Più o meno. Oddio… ok, vivo con il mio migliore amico.-
-Come si chiama?- domandò, curioso.
-Zayn. Zayn Malik.- sgranò gli occhi, e poi suonò la campanella.
-Va bene, devo andare, ci vediamo a pranzo?- disse, molto sbrigativo, per poi alzarsi e avviarsi all’uscita.
-Si, ma…- non riuscii a dire di più, perché si dileguò tra la folla. E ritrovarlo poi, era una causa persa. Quanti indossavano jeans neri e maglietta a maniche corte nera? Non scherziamo, possiamo dire quasi tutti i ragazzi… più me. Ero la classica ‘ragazza dark, suscettibile e amante del diavolo’. Be’, più o meno. Uscii, e in corridoio qualcuno mi passò un braccio attorno alle spalle.
-Ehi, bella, che hai adesso?- chiese Zayn, totalmente ignaro di quello che mi era successo.
-Chimica. Che palle. E sto con te.-
-Davvero? Allora sei sfortunata.-
-Perché?-
-Perché dovrai tenermi d’occhio, altrimenti rischio di far esplodere tutto.-
-E scusa, se non ci fossi stata io, chi l’avrebbe fatto?-
-Saremmo saltati in aria, perché nessuno mi avrebbe fermato.- sorrise malizioso, poi mi diede un bacio sulla guancia e ci avviammo in aula. Ci sedemmo agli ultimi banchi, come nostro solito.
-Ley, Malik, come vedo sempre agli ultimi posti.-
-Certo, prof.! Si fa il possibile per stare lontani da lei!- risposi, e dovetti mordermi il labbro per non scoppiare a ridere. Il professore scosse la testa e andò alla cattedra. Aveva appena finito l’Università, ed era venuto qui ad insegnare. Era il più simpatico, quello che stava al gioco e che non rompeva mai le palle.
-Sa cosa faccio, signorina Ley?-
-No, cosa fa?-
-La interrogo. Visto che dice che sono stronzo, vorrei almeno meritarmi tale soprannome.- disse, e poi sorrise. Stronzo, si!
-Ok, cominci pure.-
-No, la voglio interrogare fuori. Da soli.- mi rispose. Cosa?
-Perché?-
-Perché lo dico io. Ha cinque minuti per ripassare le formule chimiche dei metalli, e poi venga fuori. Se non viene, ce la porto io.- sbattei il libro con forza sul banco e guardai male il prof. A che mi serviva ripassare? Le conoscevo a memoria dall’anno prima. Neanche passato un minuto, uscii.
-Bene, vedo che è veloce.-
-Ho capito perché vuole interrogarmi qui.-
-Perché?- chiese, facendo il finto tonto.
-Perché sa che ho un potenziale, solo che per non essere derisa non lo utilizzo. Così, invece di avere massimi voti, ne ho di pessimi.-
-Brava, ha indovinato. Peccato non facesse parte dell’interrogazione.-
-Possiamo cominciare e finire in meno di cinque minuti? Grazie.-
-Come vuole. La formula chimica del ferro.- che cazzata.
-Fe.- risposi subito.
-Quella dell’oro e dell’argento.- mi prende in giro?
-Au e Ag.-
-Vedo che le sa.-
-Ovvio.-  
-Le metto otto.-
-Così mi rovina la media…- mi lamentai.
-Che bella media, quella del cinque.- alzai le mani al cielo, frustrata.
-Ma andiamo! Faccio del mio meglio.- mi giustificai.
-Si, certo, come no… rientriamo in classe, che è meglio.- entrammo e subito Zayn mi chiese che voto avevo preso. Quando gli avevo comunicato l’otto, quasi faceva un balletto di gioia.
-Finalmente ti sei fatta valere!- disse, e meno male che rimase con un tono di voce basso!


Spazio Autrice
Aggiornerò una volta a settimana, per via di impegni. Spero vi piaccia! Fatemi sapere se qualcosa non vi soddisfa, ma questi sono i primi capitoli. Un bacione a tutti i lettori! :) Lasciate anche qualche recensione!

Ps. Qualcuno sa come si mettono le foto? Se si, potrebbe scrivermelo? Grazie mille.


 
  
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