Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D.
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Autore: paoletta76    06/05/2014    3 recensioni
La verità era che dopo Praga non riusciva più a dormire. Gli bastava chiudere gli occhi, e lei era lì. Non l'immagine strafottente uscita dal cappuccio dopo il modo non convenzionale in cui l'avevano invitata a bordo, non quella allegra dei rari momenti di pausa. E neppure quella triste con cui gli aveva raccontato di non aver mai avuto una famiglia che l'amasse.
Il sorriso di Skye non si apriva. E quelle labbra appena socchiuse colavano sangue.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Skye, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I broke my rules
But you played me fool
Thought I was so cool
Silly me so stupid
How could you be so cruel?
Turned me into be a liar
Things I said I’d never do
 
But now my love it’s turned to hate
And I won’t spend another day with you inside my head
I know that we all make mistakes
‘Cause you’re the biggest prize I paid,
And now, I’m paying off that debt..
 
Go on, send you back in
So long you must like it
We’re so out of reasons,
Thank you for leaving!
My heart’s been released
You have been evicted,
Your arms have been cleaned
So thank you, and thanks for leaving
 
Sembrava che Tony glielo stesse facendo apposta, a lasciar diffondere nel sistema audio della Tower quella canzone. Un sospiro, pesante, percorrendo quel corridoio a passi veloci.
L'aveva fatto. E adesso avrebbe dovuto rendere conto delle proprie azioni all'unica persona rimasta al comando fra le briciole dello Shield.
 
Suo padre.
 
Sembrava aspettarla, braccia incrociate e labbra piegate all'ingiù, nella sala che di solito i Vendicatori usavano per le indagini e l'elaborazione delle loro strategie.
Non una parola, non un accenno a sorriso o saluto. Fra loro, il tavolo olografico di Tony Stark.
 
- Io..- avanzò, provando a spezzare le distanze.
- Non parlare. Non ti giustificare.
- Ma..
Phil sollevò l'indice, mantenendo quell'aria severa. Forse, la stessa che aveva prima di essere scosso dalla morte e cambiare diventando l'uomo che aveva imparato a conoscere sul Bus.
- Non esistono giustificazioni, per te, agente Coulson.
 
E non l'aveva chiamata né Sara, né Skye.
 
- Chiedo scusa. Forse non sarò mai in grado di essere un agente dello Shield.- abbassò il viso, umiliata - non riuscirò mai a reprimere quello che sento. Che sia rabbia o..
- Nessuno ti chiede di essere una macchina.. Sara.- replicò quello, addolcendo appena la voce, ed appoggiando entrambe le mani sul tavolo - ma l'ufficiale in comando non può permettersi di trattenere un nemico presso l'unica struttura sicura che abbiamo.
- Che..?
- Sei l'ufficiale di grado più alto che ci è rimasto, Sara. E non dovevi portarlo qui.
La ragazza puntò l'indice, aggrottando le sopracciglia.
- No. Non sono l'ufficiale di grado più alto, e questo lo sai meglio di me.
- Romanoff ha eseguito le tue richieste, e trasportato il traditore alla sala operatoria che si trova al piano sotto il nostro. Non può stare qui.
- E' un prigioniero. Non un ospite. Lucas ha già predisposto un sistema di controllo che gli impedisca di..
- Buono, quello. Un bugiardo per tenere sotto controllo il suo gemello.
- Non te lo ricordi proprio più, chi diavolo eri prima che il bugiardo ti trafiggesse con una lancia?
- Non ero perfetto, ma neppure come quei due.
- Uno ti ha fatto un favore e mi ha salvato il culo.
- L'altro ha lasciato che ti uccidessero e poi ci ha riprovato.
- Papà..- lei scosse appena la testa, spostando lo sguardo altrove.
- Già. Siamo ridicoli.- lui appoggiò i gomiti sul tavolo, sporgendosi appena in avanti, sopra grafici colorati che mappavano i resti dello Shield sparsi per il pianeta - è andato tutto in polvere. Tutto. Quello in cui credevamo, di cui ci siamo fidati. La nostra vita. Siamo anche morti..- gli scappò un sorriso, ironico -..e adesso che non c'è davvero più nulla stiamo qui a perdere tempo con una stupida lite di famiglia.
- Ho fatto prigioniero un traditore.- lei si appoggiò allo stesso modo, arrivandogli viso a viso -..il traditore che mi ha permesso di uccidere il Chiaroveggente.
Coulson si allontanò appena, aggrottando le sopracciglia.
- Già. Mi ha legato tenendo larghi i lacci. Mi ha detto di usare la sua pistola. Con il pensiero. Per non farsi sentire da lui. Non gli ha neppure detto chi sono.
- Garrett lo sapeva, chi sei.
E sentiamo.- fece lei, con un cenno delle mani.
- Asgardiana mezzosangue. Mia figlia. Con un dono tale da garantire la guarigione e la sopravvivenza dei suoi soldati in caso di ferimenti o il loro.. ritorno in caso di morte. Era tutto nei rapporti, lui aveva tranquillamente accesso a tutto.
- Garrett sapeva chi ero, non chi sono. Poteva diglierlo soltanto lui. E se dovesse risvegliarsi, non gli darò pace finche non mi dirà la verità. Siamo in mezzo a segreti e bugie da sempre, chi mi dice che lo sia davvero, un traditore? Che sappiamo, su di lui?
- Su Garrett? Agente sopra le righe, ma mai sospettato di..
- Ward. Chi diavolo è Grant Ward? Esisteva, prima dello Shield? E chi era? Che rapporto c'è stato, davvero, fra quei due? Lo venerava, come se gli dovesse di più, di una decina d'anni di addestramento. Nat è un'ottima coach e quasi una sorella, ma non la guarderei mai come Ward guardava quel bastardo. A parte il fatto che lei mi ucciderebbe.
- Che vuoi che faccia?
- Sguinzagliare chi ancora ti rimane. Pochi e buoni, mi raccomando. Voglio tutta la vita di Ward, qui e il prima possibile.
- Beh. Penso che a Fitz basterà mezz'ora.
 
La sala operatoria era vuota, adesso. E tutto il quarantatreesimo piano immerso in un silenzio che sapeva d'irreale. Qualcuno si stava occupando di monitorare lo stato dei pochi agenti Shield di cui risultava attivo un segnale GPS, censirli e provare a riallacciare le comunicazioni. Loki stirava le labbra in un sorriso che a Steve appariva vagamente sarcastico, mentre lasciava che gli medicasse le ferite dell'ultima battaglia e si sorbiva la manfrina del certo, che sei davvero malconcio! per l'ennesima volta. Fitz smanettava con uno dei computer di Stark e sembrava addirittura emozionato, di fronte a tanta roba. Jemma scuoteva la testa e lo aiutava nelle ricerche. In fondo al corridoio, immerso dall'ombra, il corpo del traditore riposava opportunamente monitorato da uno dei bracciali elettronici di Stark. Sia mai che si svegli e faccia degli scherzi. Heil Hydra!
 
- Cretino..- Banner cercava di togliersi la smorfia del padrone di casa dal confine con la punta del proprio naso, concordando comunque sul controllo anche se non con la procedura.
- Come sarebbe a dire che se esce dal perimetro lo spegni?
- Se esce dal perimetro lo spengo.- Tony replicò con un'alzata di spalle - non è mica un'ospite.
- Sì, ok, ma non puoi fermargli il cuore se prova ad uscire dalla sua stanza!
- MaPiantala. Non lo ammazzo mica! E comunque, è un prigioniero, non un ospite.
Uno sguardo verso il profilo di Loki, arrivato in quell'istante con il kit per le medicazioni.
- Strano. A me ha detto il contrario.- fece quello, arricciando le labbra e riponendo tutto nell'armadietto più vicino - e il braccialetto non me l'ha fatto nemmeno vedere.
- Mi eri molto più simpatico.
- Ero ridotto peggio, Stark.
- Beh, quanto a sensi di colpa, non me la sento di darti ragione.
 
Nat li fissava, dalla propria postazione nell'angolo del divano, fingendosi immersa nella lettura dei dati ricavati da Fitz e lanciando ogni tanto un'occhiata verso la terrazza.
 
Tutto ok?
La sua voce raggiunse calda e leggera il profilo di Sara, a ridosso della ringhiera.
- Per niente.- fu la risposta, opaca.
- E' di tua responsabilità, ricordatelo.
- Già.- quella annuì, voltandosi e sedendosi sul bordo della terrazza, piegando le ginocchia e circondandole con le braccia - mi dispiace.
- Scusa? - Nat aggrottò le sopracciglia, affiancandola e sedendosi allo stesso modo.
- Mi dispiace, di averti messo di mezzo. Considerato che attualmente sei tu, il capo dello Shield.
Fa niente.- replicò Nat, con un cenno della mano.
- Secondo te che rapporto c'è, fra quei due?
-..Chi?
- Garrett. E Ward. Non credo siano stati solo coach e allievo. Lui.. ha voluto che a sparare fossi io. Ferita a parte, non credo sarebbe mai riuscito a farlo da solo. Sembrava.. come condizionato, succube. Dimmi che non succederà lo stesso fra me e te.
- Impossibile, baby.- la Vedova Nera sorrise, leggera, raccogliendo la manciata di fogli che aveva appoggiato accanto a sé e porgendogliela - io non sono la tua mammina.
- Garrett è..?
- No. Ma qualcosa che ci va molto vicino.
 
Adesso non era più nemmeno il pozzo. Non c'erano le grida del suo fratello più piccolo. Era la sua, la voce che chiedeva aiuto. La terra, scura, fra le dita. Il sangue sulle ginocchia, i lividi sulla pelle. Un dolore insopportabile.
 
Corri. Corri più veloce che puoi, Grant..
 
Tutto bene, ragazzo?
 
L'uomo lo sovrastava, schermandogli la luce del sole. Aveva sollevato entrambe le braccia, per difendersi.
Per favore, basta picchiarmi.. basta.. non ce la faccio più..
 
Tuo padre non c'è, ragazzo. Non c'è più. Era con tuo fratello, oltre la finestra di casa. Con tuo fratello e la cocaina. Li hai uccisi, ricordi? La macchina. Hai preso il pick-up e l'hai lanciato contro la parete. Eccolo lì, nell'angolo, il corpo di tuo fratello.
 
Mio.. mio padre..
 
A lui ho pensato io, ragazzo. Ho fatto quello che non sei riuscito a fare tu. Non l'ha neanche visto arrivare, il proiettile. Non ti faranno del male. Mai più. Ora mi prenderò cura io, di te. Non sarai solo. Ti insegnerò a difenderti, ti renderò forte. Devi solo dirmi di sì.
 
Sì, signore..
 
Un pugno, un altro. Una grandine di calci, a mandarlo al tappeto sputando sangue. Non si sarebbe arreso, mai.
Forte. Devi diventare forte, Grant. Non permettere a nessuno di varcare quella barriera..
 
Fa male.. fa un male terribile.. non voglio.. non lei.. non uccidere proprio lei.. posso farcela. Posso infiltrarmi in quella squadra, posso avere il suo sangue senza farle del male. Perché devo farle del male..? Io.. io la amo..
 
Io ti amo.. Skye..
 
Il silenzio fu rotto da un rumore, improvviso. Il rumore che fa un corpo rimasto a lungo in apnea. Un respiro, lungo e strozzato. Annaspare. Il dolore che lo invadeva, orribile e fortissimo.
 
Il bracciale che Stark aveva dato a Jemma iniziò a lampeggiare.
 
  
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