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Autore: Simonne Lightwood    06/05/2014    5 recensioni
PRESUNTA PRIMA PARTE DI COHF, incentrata sul ritorno dei Malec. Una riappacificazione che però avverrà nel più inatteso dei modi.
Un pericolo incombe sui figli di Lilith, minacciando la vita di Magnus. E se neanche i suoi poteri gli fossero d'aiuto questa volta? E se Alec , il suo ormai ex fidanzato, fosse l'unico in grado di salvarlo dalla crudeltà di Sebastian?
Genere: Azione, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel momento in cui Sebastian sparì nel nulla, Jace cadde a terra, esausto e dolorante. Il suo corpo bruciava ancora, mentre le fiamme che avvolgevano l'aula si spegnevano lentamente. Cosa diavolo era successo? Aveva provocato un incendio con la sola forza del pensiero? 
-Jace! - Vide Clary corrergli incontro, facendosi largo a spintoni tra la folla. I suoi capelli rossi erano scompigliati, il sudore le imperlava la fronte e aveva un taglio sull'incavo del collo. Jace la scrutò da capo a piedi, alla ricerca di altre ferite più gravi, e fu sollevato di non trovarne nessuna.
-Clary.. - la sua voce era debole, stanca -Stai.. stai bene? -
La ragazza si sedette accanto a lui e lo abbracciò, cingendogli la vita con le braccia. Jace non esitò a ricambiare il gesto e strinse Clary a sè, sistemandole con una mano una ciocca ribelle. Clary si staccò di qualche centimetro da lui. Il suo corpo era ancora troppo caldo: era come abbracciare un termosifone.
-Tu hai preso fuoco come una fenice, sei diventato una torcia celeste, il tuo corpo scotta ancora e stai chiedendo a me se sto bene? - Clary gli prese il volto tra le mani, accarezzandogli le guance con il pollice. -Non smetterai mai di stupirmi, Jace Lightwood. - Aggiunse, sorridendo.
-Tu vieni prima di tutto. Lo sai, vero? - Chiese il biondo, godendosi il tocco delicato di Clary. Le mani della ragazza erano quasi fredde in confronto alla pelle scottante di lui.
-Per una volta dovresti smetterla di preoccuparti per me e pensare un po' a te stesso. - Vedendo lo sguardo contrariato di Jace, Clary continuò -Io sto bene. Sei tu quello che ha preso fuoco. Come ti senti? - 
-Sto bene. - Disse lui, cercando di sembrare convincente, senza successo.
-Jace. Non mentirmi. - Lo rimproverò lei. -Appena torniamo all'Istituto dobbiamo..raffreddarti. In ogni caso, sei stato fantastico. Senza il tuo intervento probabilmente avremmo fatto una brutta fine. - Gli prese le mani tra le proprie, intrecciando le loro dita.
Jace ridacchiò e Clary gli lanciò un'occhiata interrogativa. -Mia piccola, ingenua Clary. Io per poco non vi ho uccisi. Se tu non avessi marchiato tutti con la tua nuova runa, probabilmente sareste morti per colpa mia. -
-Ma non è successo. - Cercò di rassicurarlo lei, vedendo la preoccupazione nei suoi occhi. -Senti, non pensiamoci più, va bene? Siamo tutti sani e salvi, gli uomini di Sebastian sono morti nell'incendio e lui è.. -
-Sparito, scomparso, scappato. Me lo sono lasciato sfuggire un'altra volta. - Jace battè con rabbia un pugno contro la parete a cui si era appoggiato. 
-Quando ha detto che avrebbe usato il sangue di un figlio di Lilith per acquisire un nuovo potere, quasi non ci ho creduto. Ho pensato che lo stesse  dicendo per minacciarci, per spaventarci ancora di più. Mi sono sbagliata. - Sospirò, abbassando lo sguardo sulle loro dita intrecciate.
-Non possiamo permettere che metta in atto il suo piano malefico. I suoi uomini sono morti, ma non ci metterà molto per formarsi un nuovo esercito. Dobbiamo fermarlo. Devo andare a cerc..- 
-Tu non vai da nessuna parte. - Lo interruppe Clary. -È da quando ci siamo incontrati che non abbiamo un po' di pace. Non te ne sei accorto? Abbiamo passato mesi a preoccuparci di come sconfiggere Valentine, Lilith e ora Sebastian. Per quanto io abbia imparato ad apprezzare il pericolo e l'adrenalina, nel corso di questi mesi, non posso negare di essere stanca. Sono stufa di dormire con occhio aperto per colpa di Sebastian. Sono stufa di non poter stare con te come una coppia normale. Sai Jace, a volte vorrei soltanto addormentarmi accanto a te, la sera, senza dover pensare a sangue o spade o Shadowhunters oscuri. - Fece un breve pausa per riprendere fiato. -Quello che ti sto chiedendo è di lasciar perdere Sebastian, almeno per un certo periodo, e concentrarti su di noi. - Alzò lo sguardo sul volto del ragazzo. -Che ne pensi? -
Jace non rispose subito. Clary lo guardò attentamente, cercando di decifrare i suoi pensieri, invano. Il suo volto era serio, ma dai suoi occhi poteva capire che stava riflettendo sulla sua proposta, cercando di decidere ciò che era meglio fare.
-E va bene. - Disse lui infine. -Sai, forse hai ragione. Tutto questa questa pressione non fa bene a nessuno di noi, nemmeno a me. E non credere che io non muoia dalla voglia di passare un po' di tempo con te. Ma la decisione finale spetta al Conclave, dovresti sape..-
Prima che potesse finire la frase, sentì le labbra di Clary premere contro le sue. Sorrise tra sè: non pensava che ne sarebbe stata così contenta. Ricambiò il bacio senza esitare. Le labbra di Clary erano screpolate e mordicchiate e sapevano di burrocacao ai frutti di bosco. Jace non avrebbe mai interrotto quel bacio. Strinse Clary a sè e rimasero abbracciati, come se nessuno potesse mai dividerli.

Non appena Luke aveva visto Amatis, distesa in una pozza di sangue, si era precipitato verso di lei.
La testa della donna era appoggiata alle gambe di Aline, inginocchiata a terra e con le mani sporche di sangue nerastro.
-Amatis! - Esclamò Luke, e Aline alzò lo sguardo verso di lui. Aveva il labbro spaccato e il naso sanguinante, come se fosse stato preso a pugni, ma le sue condizioni non erano pessime.
-Luke, i-io.. mi dispiace, io non volevo.. - farfugliò Aline, abbassando lo sguardo, incapace di sostenere quello dell'uomo.
Accorgendosi che la ragazza stava singhiozzando, Luke le appoggiò una mano sulla spalla.
-Ehi, calmati. Non c'è bisogno di entrare nel panico. Puoi spiegarmi cos'è successo? - Le chiese, abbassando lo sguardo sulla sorella ferita.
Dopo aver fatto un respiro profondo, Aline prese il coraggio di parlare. -Ho cercato di ucciderla. Ho visto la sua tenuta rossa e i suoi occhi neri e l'ho infilzata con la spada. Non sapevo che fosse tua sorella. L'avrei uccisa se Clary non mi avesse fermata. -
-Oh. Questo spiega tutto. -Disse Luke. Sollevò il braccio della sorella, premendo contro il suo polso con l'indice. -È ancora viva. -Annunciò con sollievo -Ma se non ci sbrighiamo a portarla all'Istituto non le resta molto tempo. -
-Potremmo provare con un iratze - propose la mora, tirando fuori lo stilo.
-No. Non è più una Shadowhunter come noi. Le rune angeliche non hanno alcun effetto su di lei. - Disse Luke, sconsolato.
Aline abbassò lo sguardo sulla donna priva di sensi, sentendosi inutile.
-Aspetta un attimo. - Disse Luke -Lei, in teoria, sarebbe dovuta morire nell'incendio. Come ha fatto a salvarsi? -
-Clary le ha fatto la runa dell'immunità nel momento in cui ha visto i primi Shadowhunters bruciare tra le fiamme di Jace. -Spiegò la ragazza, indicando la runa sul collo della donna. 
Luke annuì. Poi si alzò in piedi. -Vado ad avvisare i Lightwood. Dobbiamo portarla all'Istituto per salvarla. - Detto questo, si avviò verso Maryse, che in quel momento stava facendo un iratze sul polso di Isabelle. 
Poco distante da loro, Robert era in ginocchio di fronte a Taylor, più bassa di lui di una trentina di centimetri. 
-Sei sicura di star bene? - Le chiese per l'ennesima volta, scrutandola da capo a piedi, alla ricerca di ferite. 
-Te lo ripeto per la centesima volta: sto bene. Non ti preoccupare per me. - Rispose Taylor, frustrata. La splendente ascia che aveva preso in prestito dall'armeria ora era zuppa di icore demoniaco mischiato a sangue di Nephilim. 
-Taylor! - La bionda si voltò e vide Clary venirle incontro. 
Taylor rivolse un sorriso stanco all'amica. -Ehi, Clary. Tutto a posto? - 
-Io si, ma poco fa Izzy mi ha fatto notare che Alec è sparito. L'hai per caso visto? - Chiese la rossa, guardandosi attorno.
-L'ho visto uscire poco dopo l'inizio del combattimento, ma ero talmente concentrata sulla battaglia che non mi sono nemmeno chiesta dove stesse andando. - Rispose l'altra, leggermente imbarazzata.
Clary fece un sospiro di sollievo. -Grazie a Dio! Stavamo iniziando a pensare che Sebastian l'avesse preso con sè. Non so, magari come ostaggio. -
Taylor rise. -Non credo proprio. Era troppo impegnato a svignarsela come un vigliacco, per pensare agli altri. -
Clary fece una smorfia disgustata. Suo fratello non solo era perfido ma si era pure rivelato un codardo.
-Comunque sei stata fantastica, prima. - Aggiunse Taylor, cambiando argomento. Era evidente che a Clary non piaceva parlare di suo fratello. -Ci hai salvati tutti con una semplice runa! -
Clary sorrise. -Non mi devi ringraziare. Ho semplicemente fatto ciò che era giusto fare. -
In quel momento, Alec e Magnus fecero il loro ingresso nell'aula, mano nella mano. Magnus era particolarmente pallido, i suoi capelli -di solito acconciati con cura - erano arruffati, come se si fosse appena alzato. Ma non era tutto: sembrava dimagrito. Il suo volto appariva più spigoloso, come se non avesse mangiato da giorni, e i suoi jeans attillati.. non erano più così attillati.
Alec, dal canto suo, non era messo molto meglio. Da quando Magnus lo aveva lasciato aveva quasi smesso di dormire, tanto che i suoi occhi sembravano.. spenti, privi di ogni luce. Senza contare il fatto che erano contornati da occhiaie scure da giorni.
Ma in quel momento c'era qualcosa, in loro due, che faceva sembrare questi segni di stanchezza poco rilevanti. Il volto di Alec era sereno e rilassato, come non era stato da giorni. Camminava con una disinvoltura che non era tipica da lui e teneva per mano Magnus come se non gli importasse di trovarsi in mezzo ai membri del Conclave, che di certo non vedevano di buon occhio la relazione tra uno dei figli dell'Angelo con uno Stregone eccentrico, e per di più un maschio. 
Magnus, invece, aveva gli angoli della bocca incurvati all'insù. Non stava esattamente sorridendo, ma chiunque avrebbe potuto notare la gioia nei suoi occhi.
Appena Isabelle li vide, corse verso di loro, gettandosi tra le braccia del fratello.
-Alec! - Esclamò, con la faccia premuta contro il petto del fratello. 
Alec sorrise, stringendo la sorella. Aveva creduto che nessuno si sarebbe accorto della sua assenza. Evidentemente si era sbagliato.
-Potevi almeno avvisarmi, prima di sparire così! - Esclamò la mora, indispettita. -Stavo iniziando a preoccuparmi, sai? -
-Scusami, Izzy - disse Alec, dopo che la mora si fu staccata da lui. -avevo qualcuno da salvare. - Rivolse un sorriso a Magnus e Isabelle si voltò verso di lui.
-Magnus! Scusami se non ti ho salutato. Ero preoccupata per Alec e.. - farfugliò, leggermente imbarazzata.
-Non devi scusarti, ti capisco benissimo. - Disse lo Stregone, senza staccare gli occhi da Alec, che abbassò lo sguardo, arrossendo per le attenzioni del ragazzo.
-Alexander! - Alec si girò e vide Robert venire verso di loro. -Si può sapere che fine avevi fatto?! Stavamo per venire a cercarti. -
-Ecco, io ero.. - 
Il padre lo liquidò con un gesto della mano. -Lascia stare, non importa. Clary sta per aprire il portale per l'Istituto, quindi iniziamo a metterci in fila per entrare. - Disse, spostando lo sguardo da Alec a Isabelle.
-Andate pure senza di me. - Disse Alec, prendendo di nuovo per mano lo Stregone. -Io torno a casa con Magnus. -
Magnus lanciò uno sguardo sorpreso ad Alec. C'era sicurezza nella sua voce, mentre parlava. Una sicurezza che non era tipica di lui.
Robert parve accorgersi solo in quel momento della presenza di Magnus. Si voltò verso di lui e lo squadrò senza troppo interesse, senza sforzarsi di essere gentile. 
-Da quando preferisci un Nascosto alla tua famiglia? - Chiese in tono piatto, tornando a concentrare la sua attenzione sul figlio.
Magnus strinse i pugni. Un semplice Nascosto? Era questo ciò che il padre di Alec pensava di lui, dopo tutto quello che aveva fatto per suo figlio? Si era forse scordato del fatto che, quando gli era stato riferito che Alec era stato attaccato da un demone Superiore, lui si era precipitato all'Istituto per curarlo? Per salvare la vita ad un ragazzo che aveva incontrato una volta sola? Questa volta gli avrebbe fatto un bel discorsetto.
-Stammi a sentire, Light..- iniziò, stringendo la presa sulla mano di Alec.
-Magnus, per favore. - Lo interruppe il Nephilim, con un'occhiataccia -Non mi sembra il momento adatto per discutere. Non qui, davanti a tutti. -
Ci fu un attimo di silenzio, carico di tensione e di occhiate gelide tra i due uomini.
-Allora hai preso la tua decisione? - Chiese infine Robert.
-Si. Penso che rimarrò a dormire da Magnus, stanotte. Abbiamo alcune cose di cui parlare e.. -
-Come ti pare. - Lo interruppe Robert, rivolgendo l'attenzione a Isabelle, che aveva preferito non intromettersi. -Vieni, Isabelle, è ora di andare. - 
La mora si sporse per salutare il fratello con un abbraccio. -Allora, ci vediamo domani? - 
-Puoi contarci. - Rispose Alec, con un sorriso. -
Dopo aver abbracciato anche Magnus, Isabelle si diresse verso il gruppetto che si era radunato attorno a Clary, che stava disegnando una runa sulla parete. Quando il Portale fu aperto, gli Shadowhunters ci entrarono dentro, sparendo uno dopo l'altro. Prima che potesse chiudersi, Alec vide Luke entrare nel buco nero con una donna sanguinante in braccio e Jace girarsi verso di lui, salutandolo con un cenno della mano, che Alec ricambiò.
E poi il vortice iniziò a rimpicciolirsi sempre di più, fino a diventare un puntino nero sul muro e poi sparire del tutto.
Quando furono rimasti da soli, Alec cinse la vita del suo ragazzo con le braccia. 
-E ora che facciamo? - Chiese. Non vedeva l'ora di passare un po' di tempo con lui.
-Ora andiamo a casa. - Rispose Magnus, prendendo per mano il Cacciatore, e avviandosi verso la parete per aprire un Portale.

Quella sera..
-Quindi non dobbiamo più preoccuparci? È fuori pericolo? - Chiese Maryse, per l'ennesima volta.
Si, è fuori pericolo. Ma questo non significa che al suo risveglio tornerà come prima. La voce di fratello Zaccaria era calma e pacata, nella sua mente.
Maryse annuì, rabbrividendo.
Si trovavano nell'infermeria dell'Istituto: una stanza lunga e bianca che ospitava venti letti, dieci da una parte e dieci dall'altra. Infondo alla stanza c'era un grosso tavolo sul quale erano riposte decine di farmaci, pomate, bende e disinfettanti. 
Maryse abbassò lo sguardo sulla donna che giaceva priva di sensi su uno dei letti. Amatis era sdraiata sulla schiena, con le braccia distese lungo i fianchi. Il suo petto si alzava e si abbassava regolarmente e le sue palpebre erano immobili. Chiunque avrebbe potuto pensare che stesse semplicemente dormendo, se non avesse visto le bende sanguinanti che le fasciavano il ventre.
Maryse non fece domande sull'affermazione di fratello Zaccaria. Sapeva perfettamente di cosa stesse parlando.
-Tu credi che.. che quando si sveglierà il suo primo istinto sarà quello di attaccarci? - 
Non credo. Ha perso molto sangue, non avrà la forza di attaccare. E poi, senza Jonathan che le dice cosa fare, si sentirà smarrita.
-Avrei voluto chiamare uno Stregone per curarla oggi stesso. Ma Catarina è al lavoro fino a tardi e Magnus Bane è.. ehm.. occupato. - La donna abbassò lo sguardo, imbarazzata. Sapeva benissimo chi faceva compagnia al figlio di Lilith, quella sera, e la cosa non la faceva sprizzare di gioia, anche se col tempo aveva dovuto abituarsi al fatto che suo figlio frequentasse un ragazzo, e per di più uno Stregone. 
-So che ci vuole un Figlio di Lilith di grande talento per ripulire il suo sangue. Sicuramente è una procedure che richiede una grande dose di concentrazione, e soprattutto di magia. - Aggiunse, ricomponendosi.
Sai che io non posso aiutarla più di quanto non abbia già fatto, Maryse. Sono un Fratello Silente, non uno Stregone. 
-Lo so, e non ti sto chiedendo di restare. Hai già fatto abbastanza per noi. - Disse, gesticolando con frenesia. Non è questo che voleva dire e di certo non voleva sembrare un'ingrata.
Allora forse è ora che io vada. Vorrei avere il potere di ripulire il sangue di Amatis, ma non ce l'ho, purtroppo. Ti consiglio di rivolgerti a Catarina Loss al più presto. Disse lui, avviandosi silenziosamente verso la porta.
-Lo farò - disse Maryse, alzandosi con l'intenzione di accompagnarlo.
Ma in quel momento la porta venne aperta e Clary e Taylor entrarono nella stanza. 
-Salve, Fratello Zaccaria. - Lo salutò Clary. Lo aveva già incontrato una volta, lui era stato gentile con lei e non si sentiva più intimorita dalla sua presenza.
Ciao, Clary. Rispose lui.
Maryse incrociò le braccia, rivolgendo uno sguardo di disapprovazione alle due amiche. -Ragazze, cosa ci fate qui? Mi sembra di essere stata chiara quando vi ho detto che Amatis non avrebbe dovuto essere disturbata dopo l'intervento di Fratello Zaccaria. -
Clary abbassò lo sguardo, a disagio. Era tardi ormai, e credevano che il Fratello Silente se ne fosse andato. 
-Mi dispiace, Maryse. Sia io che Aline volevamo sapere le sue condizioni. Aline si sente davvero in colpa per ciò che è successo. -
-Ha detto che verrà a trovare Amatis non appena sarebbe guarita. E sapete cosa intendo con guarita.- Aggiunse Taylor, evitando di guardare Fratello Zaccaria. Non amava i Fratelli Silenti. Li trovava davvero inquietanti con quelle cavità vuote al posto degli occhi, le labbra cucite e il viso rovinato da rune e cicatrici. Per non parlare delle loro voci così fredde e piatte da mettere i brividi. 
-Non dovete preoccuparvi per lei. Fratello Zaccaria ha detto che si riprenderà entro un paio di giorni. In quanto ad Aline, non deve sentirsi in colpa. Ha semplicemente reagito d'istinto. -
Con la coda dell'occhio, Taylor vide che il fratello Silente la stava guardando. Aveva il cappuccio abbassato sul volto e i suoi occhi erano nell'ombra, ma il suo viso era rivolto verso di lei. Stranamente, le sue labbra non erano cucite. 
Maryse si accorse della curiosità con cui la bionda guardava l'incappucciato e decise di fare le presentazioni, per quanto strano potesse sembrare.
-Fratello Zaccaria, questa ragazza è nuova arrivata all'Istituto, viene da Idris e si chiama.. -
Taylor Lightwood, meglio conosciuta come Taylor Whitelaw. Figlia di Robert Lightwood e Annamarie Highsmith, in seguito adottata da Derek Whitelaw. Non c'è bisogno di fare presentazioni, Maryse. Noi Fratelli Silenti sappiamo tutto sui Nephilim. 
-Oh. Giusto. - Farfugliò la donna, a disagio.
Taylor rabbrividì. Non sapeva che i Fratelli Silenti avessero tutte quelle informazioni.
Senza preavviso, Fratello Zaccaria abbassò il cappuccio della sua tunica color pergamena, lasciando di stucco la bionda. 
Non era affatto come se lo immaginava. Gli occhi ce li aveva eccome, ed erano pure stranamente espressivi. Taylor lo guardò attentamente: sembrava abbastanza giovane, anche non avrebbe saputo dargli un'età. Eppure quegli occhi da giovane sembravano celare una saggezza acquisita nel corso di anni e anni. Quando sbattè le ciglia, per un attimo le sembrò di scorgere un filo d'argento in quelle iridi scure come il caffè. Sarà a causa della luce, pensò. I suoi zigomi erano segnati dalle rune nere e profonde tipiche della Fratellanza, in contrasto con la sua pelle chiara. I suoi capelli erano neri come la pece e lisci come la seta e le sue labbra rosee spiccavano in quel viso pallido e spigoloso. Non era affatto inquietante come i suoi confratelli. Era quasi.. bello. 
Si morse il labbro con forza. Lui era un Fratello Silente, come le era saltato in mente di pensare certe cose?
-Taylor? - Clary le diede un pizzicotto sul braccio, distraendola dai suoi pensieri. 
-Ahia! - Esclamò l'altra, indispettita. -E questo per cos'era?! - Chiese, cercando di sembrare offesa.
Clary ridacchiò. La bionda era proprio buffa quando faceva finta di mettere il broncio. -Niente, ne parliamo dopo. - 
Taylor la guardò. Dalla sua espressione divertita era evidente che aveva intuito i suoi pensieri. Non sapeva se sentirsi imbarazzata per aver fissato Fratello Zaccaria come se fosse qualche rara specie di fiori, sotto lo sguardo divertito di Clary, o essere compiaciuta del fatto ci sia qualcuno che riesca a decifrare così facilmente i suoi pensieri. Optò per la seconda.
Maryse era in piedi, a qualche passo da loro, e le guardava con un sopracciglio sollevato. -È tardi, ragazze. Non è ora di andare a letto? - 
Clary alzò lo sguardo sull'orologio appeso alla parete. Mezzanotte meno dieci.
Jocelyn e Luke le avevano dato il permesso di dormire all'Istituto quella notte, ma solo perchè Luke aveva bisogno di rimanere aggiornato sulle condizioni di Amatis, dal momento che i Nascosti come lui non possono stare all'Istituto, se non per le faccende importanti come le riunioni del Conclave.
Taylor lanciò un ultimo sguardo a Fratello Zaccaria -che in quel momento era seduto accanto ad Amatis, con una mano sulla sua fronte -prima di venire trascinata verso la porta da Clary. 
-Si, ora ci andiamo. - Disse Taylor.
-Buona notte ad entrambi. - Disse Clary.
Buona notte, ragazze. La voce di Fratello Zaccaria era gentile nelle loro menti. Le due Nephilim uscirono, chiudendosi la porta alle spalle.

ANGOLINO DELL'AUTRICE
Ok, avete tutto il diritto di tirarmi addosso i pomodori e le melanzane e l'insalata e tutto quello che volete (?). È un capitolo di passaggio e non è niente di che.
 Scusate se non aggiorno più ogni 3 giorni, ma i capitoli così lunghi sono impegnativi. 
Alla prossima settimana,
-Simo
  
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