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Autore: ___Page    07/05/2014    9 recensioni
Dalla storia:
"...le sembrava impossibile che fino a quella mattina avesse riso felice. Ora non ricordava nemmeno più come si faceva a ridere."
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MALEDETTO BUGIARDO

 

-…Buzzurro…- la voce rotta dal pianto.

Seduta sulla sedia accanto al letto dell’infermeria, Nami era scossa dai singhiozzi. Stringeva tra le sue mani bianche e tremanti quella grande e callosa del suo compagno, il cui colore, così simile a quello della pelle della cartografa, era indice della sua precaria condizione.

Le sembrava impossibile che solo quella mattina, come per tutta la notte precedente, quella stessa mano la avesse accarezzata  ovunque, sulla schiena, lungo i fianchi e il costato, sulle cosce e sui seni, dentro la sua intimità, coccolandola e violandola in ogni suo anfratto, regalandole un piacere fino ad allora sconosciuto. Così come le sembrava impossibile che fino a quella mattina avesse riso felice. Ora non ricordava nemmeno più come si faceva a ridere.

Era ingiusto ciò che stava accadendo. Era sopravvissuto a mille battaglie e scontri sanguinosi. Era sopravvissuto a una convivenza di due anni con Mihawk. Non poteva accadere. Non adesso. Non ora che finalmente erano riusciti a trovare il loro posto l’una tra le braccia dell’altro.

Era successo la sera precedente durante una gara di bevute. Nessuno dei due aveva ben capito la dinamica, sapevano solo che era accaduto. Un bicchiere di troppo, una battuta divertente, una dichiarazione sfuggita per sbaglio, l’imbarazzo, la corsa sul ponte, la risposta, tanto meravigliosa quanto inaspettata. “Ti amo anch’io”. Da quel momento non avevano più avuto bisogno delle parole. Avevano parlato coi loro corpi, nella chiacchierata più lunga che avessero mai fatto, durata tutta la notte e poi ancora al mattino, incapaci di riemergere l’uno dall’altra. Non si erano preoccupati di suscitare le domande dei loro Nakama presentandosi insieme in cucina, le mani intrecciate. Avevano fatto colazione senza staccarsi gli occhi di dosso, come se fossero stati incatenati, ferro e magnete.

Poi quel grido “La Marina!!!”. Era corsa sul ponte, cercando con occhi attenti  una corrente che potesse portarli via velocemente, ma niente. La nave nemica puntava dritta su di loro con il vento a favore, intenzionata ad attaccare. Inutile cercare di allontanarsi remando. Era una sola imbarcazione, nemmeno tanto grande, si poteva fare.

Ci separiamo!” aveva deciso Rufy “Io, Brook, Sanji e Zoro andiamo all’arrembaggio. Nami, Chopper e Robin restano sul ponte a difesa della nave. Usop e Franky ai cannoni”. Nessuna esitazione nella voce del capitano. “L’attacco è la miglior difesa”. Il supporto del suo vice.

Svelta aveva montato il Sansetsukon, pronta a difendere la sua casa. Ma non era riuscita a nascondere la paura e la preoccupazione nel sapere il suo uomo lontano da lei, sulla nave nemica, in mezzo ai marines. Lui, inutile dirlo, se ne era accorto.

E’ solo una nave della Marina.” le aveva sussurrato, rassicurante “Neppure la flotta dei 7 al completo potrebbe portarmi via da te, ora che ti ho trovata… Non ti libererai di me così facilmente... Vedrai, tornerò senza nemmeno un graffio, non ti darò nemmeno la soddisfazione di rimproverarmi per la mia imprudenza!”. Sorrideva con quel suo ghigno sghembo mentre si preparava all’assalto.

-Vorrei poter fare qualcosa di più…-

Sulla soglia, il piccolo medico guardava sconsolato quella scena straziante.

-… ma più di questo... ora dipende da lui…-

-Come sono le sue condizioni?-

Serafica e posata, l’archeologa non staccava un attimo gli occhi cerulei dalla sua sorellina. Senza lasciarlo trasparire, soffriva in silenzio con lei.

-Critiche. Non ho idea di cosa sia successo su quella nave, ma lo hanno davvero massacrato. Non so se ce la farà questa volta, Robin…-

-Non hai nulla da rimproverarti, dottore. Sappiamo tutti che hai fatto del tuo meglio come sempre-

-Perché? Perché? Perché???- gemeva disperata la cartografa -Non è giusto… non è giusto… Kami, ti prego, non portarmelo via!!! Non può succedere… non lasciarmi… ti prego… ti prego… non lasciarmi… ti prego… Zoro…- le parole le morirono in gola soffocate da una nuova scarica di singhiozzi.

Vedrai, tornerò senza nemmeno un graffio…”. Le aveva detto così.

Maledetto… Maledetto bugiardo.

 

 

 

Angolo dell’autrice:

Stanotte non ho chiuso occhio, l’insonnia purtroppo mi fa male. Non odiatemi, so che è triste, ma quando l’ispirazione arriva non si può mica ignorare.

Piper.

  
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