Raquel
saltò. Prese la mira e scagliò la sfera d’energia contro il tizio. Poi fece un
cenno a marin e Shaina. Le ragazze proseguirono. E con loro gli allievi.
Arrivarono
ai rifugi. E si barricarono dentro. Raquel tirò un sospiro di sollievo. Poi si
concentrò sul suo nemico.
Si
preparò a colpire di nuovo.
Ma…si
ritrovò bloccata a mezz’aria. Fissò con odio il tizio che la teneva
immobilizzata. Lottò con tutte le sue forze ma non riuscì a liberarsi.
“Porca…accidenti
e ora cosa faccio? Cazzo!!!!! Non ho forze sufficienti per liberarmi.
Però…forze…posso ancora chiedere aiuto!” espanse il cosmo. Ma aveva calcolato male le sue forze. Ben
presto si sentì svuotata. Ma riuscì comunque a chiedere aiuto.
“Qualcuno
mi aiuti. Sono vicina…ai Rifugi…aiuto…” e poi svenne.
*****
Mu
avvertì nell’aria il richiamo d’aiuto di Raquel. Corse nella direzione da dove
proveniva.
Correva
a perdifiato ma si fermò di colpo quando vide Raquel sospesa a mezz’aria.
Svenuta.
Strinse
i pugni. E provò ad avvicinarsi alla ragazza. Ma fu respinto da una barriera
magica.
Cadde
per terra.
“Ahahahaha!!
Cosa pensavi di fare Cavaliere? Non penso proprio che ti lascerò la ragazza
così facilmente! Anche perché, fedeltà al mio Signore Ares a parte, è proprio
un gran bel pezzo di gnocca. Servirà per me. La userò come serva. E da noi le
serve sai cosa fanno? Ehehe ti lascio immaginare!!! Ahahah!” scoppiò in una
risata malvagia.
Mu
strinse i pugni fino a farseli sanguinare.
“Non…osare
parlare di lei come se fosse un oggetto.”
L’altro
smise di ridere.
“Quando
hai ragione hai ragione. Tieni.” Mosse la mano in avanti. Il corpo di Raquel
scattò in avanti. Mu la prese al volo.
“Mu…allora
qualcuno ha sentito il mio richiamo. Bene.” sussurrò appoggiando poi la testa
al petto del Cavaliere. Mu sorrise e le passò una mano sulla testa. Poi
l’appoggiò delicatamente a terra.
Si
voltò verso l’altro.
“Te
l’ho ceduta perché tu ne facessi qualcosa. In fondo sei anche tu un uomo. Hai
anche tu delle…” non finì mai la frase.
“Starlight
Extinction!”
Il
nemico scomparve nel nulla.
“Dove
l’hai spedito?”
Mu non
rispose subito.
Raquel
alzò lo sguardo. E incrociò quello del Cavaliere di Aries.
“Nel
Mondo dei morti. Dove merita di stare.” Sorrise Mu. Poi le porse una mano e l’aiutò
ad alzarsi.
In
quel momento sentirono un cosmo a Raquel sconosciuto espandersi e un altro
sparire.
“Ah
bene. Aphrodite a ucciso anche l’altro. Andiamo la battaglia è finita.”
“E chi
sarebbe Aphrodite?” chiese Raquel.
“Il
Cavaliere d’Oro dei Pesci. Ehm non farti ingannare dall’aspetto. È un uomo.” Si
affrettò a spiegarle Mu.
Arrivarono
ai piedi della scalinata.
“Ti
accompagno alla Sesta. Anche perché penso che siano riuniti tutti lì.”
Salirono.
Effettivamente mezzo Grande Tempio si era riunito lì.
“Raquel!
Dove sono Marin e Shaina?” chiese Shaka Raquel gli fu accanto.
Shaka
sorrise.
“Non
preoccuparti. È solo una ferita superficiale. Nulla di grave.” La rassicurò.
“E
così saresti tu? Colei per cui ci diamo tanto da fare!”
Raquel
si girò.
Davanti
a lei c’era un ragazzo con una rosa rossa fra i capelli. Ragazzo o…ragazza? Si
trattenne dal sbottargli a ridere in faccia.
“Si.
Sono io. Mi chiamo Raquel. Sono lieta di fare la conoscenza di…?” disse
porgendogli la mano.
“Di
Aphrodite di Fish.” Rispose ignorando la mano di Raquel.
Poi
sorrise. Un sorriso quasi sprezzante.
“Mi
aspettavo qualcuno di più…di più…di più ecco.”
Raquel
sgranò gli occhi. E si morse la lingua per non rispondergli male.
“Ma è
logico che non mi possa aspettare molto da una donna.” Continuava imperterrito.
Ma questa era davvero troppo.
“Ma
così,principessa,
ti auto insulti…ma sei un uomo? Oh temo di essermi sbagliata allora! Però se
sei veramente un uomo hai bisogno di qualche lezione. Puoi chiedere a Kanon o
Milo. Però magari evita di provarci con loro. Non mi sembrano tipi da finire a
letto con altri uomini.”
Colpito
e affondato. Aphrodite rimase a bocca aperta. Poi se ne andò indignato.
Quando
uscì dalla Sesta il silenzio che si era creato durò poco.
Milo e
Kanon si scambiarono un’occhiata e sbottarono a ridere. Seguiti a ruota da
tutti gli altri.
Death
si appoggiò a Raquel asciugandosi le lacrime.
“Accidenti
che caratterino! Dovrò ricordarmi di portarti più rispetto!”
“Già
anche perché non ti tratterò con i guanti solo perché sei il Cavaliere del mio
segno!” sogghignò lei di rimando.
“Ma
dai sei del Cancro? Ihih siamo i migliori.” Scherzò Death.
Raquel
sorrise. Per tutta risposta.
Poi,
alzando la voce,disse: “Ok, gente. La festa è finita tornate alle vostre
case!!!! E soprattutto attenti al…” ma non fini la frase perché fu prontamente
zittita da Shaka.
Gli
altri se ne andarono ridendo come matti.
Quando
la Sesta fu di nuovo silenziosa Raquel si staccò dalla mano la mano di Shaka.
“Ora
fammi veder quella ferita. Non c’è bisogno che fai il duro con me.” Gli
sussurrò.
Shaka
le sorrise.
Poi si
levò la maglietta. (si vede Raquel svenuta a terra con bava alla bocca nd
me!!!)
Aveva
un brutto taglio sul petto. Non sanguinava ma era profondo.
“dove
tieni la cassetta del pronto soccorso?” gli chiese Raquel.
“Nella
mia stanza. Nell’armadio. In fondo a destra.”
Raquel
andò a prenderla.
E poi
tornò da Shaka. Pulì la ferita e la disinfettò. Poi prese ago e filo. E
cominciò a ricucirla.
I due
rimasero per un po’ in silenzio.
“Sai,
è stato mi padre a insegnarmi a ricucire le ferite. Lui era un medico.”
Cominciò Raquel.
Shaka
la guardò con curiosità. Ma non disse niente. Aspettando che lei continuasse.
Raquel
sorrise con tristezza.
“Mi…mi
ha insegnato tante cose. E anche tante altre cose. Con…con tutto quello che è
successo io…” due lacrime solitarie scesero sulle guance di Raquel.
“…io
non ho più tanto pensato al fatto che…che…che i miei genitori…sono morti.”
Raquel non trattenne più le lacrime.
Shaka
le prese il viso fra le mani. Con i pollici le asciugava le lacrime.
“Ascoltami.
Una persona non si ricorda perché è morta. Si ricorda perché è vissuta e come è
vissuta.
Tu
ricorderai per sempre i tuoi genitori. E loro vivranno per sempre. Qui…” le
disse poggiandole una mano sul cuore.
Raquel
appoggiò la testa sul suo petto. Shaka la tenne stretta.
“Devo
finire di curarti.” Disse poco dopo asciugandosi le lacrime. E finendo di
curare Shaka.
Rimise
tutto il necessario nella scatola e la riportò a posto. Stava per uscire quando
notò una foto in bianco e nero. Sembrava un paesaggio indiano. La osservò.
Sopra vi erano due persone un uomo e una donna. L’uomo teneva in braccio la
donna, che aveva le braccia allacciate dietro al suo collo. L’uomo era
identico, più o meno, a Shaka.
Era
una foto piena di felicità.
Raquel
tornò nella sala con la foto nelle mani. Shaka si stava rimettendo la
maglietta.
“Shaka…”
“Quelli
sono i miei genitori. La foto è stata scattata il giorno del loro matrimonio.
Mio padre era inglese. Mia madre originaria dell’India. Non li ho mai
conosciuti.”
Non
c’era tristezza ne rabbia nella voce del Cavaliere.
“Mia
madre mi abbandonò in un orfanotrofio due giorni dopo essere nato. Tutto quello
che so su di loro lo devo alla donna che dirigeva il posto.”
Raquel
gli si avvicinò. E lo abbracciò da dietro.
Shaka
si girò. Rimasero così per diversi minuti.
“Bè mi
pare che, a furia di ricordare, abbiamo perso abbastanza tempo. Che ne dici di
preparare qualcosa per cena?” Raquel si staccò da lui.
Shaka
sorrise e le diede un bacio sulla fronte. Raquel andò in cucina. E preparò
qualcosa da mangiare.
Apparecchiò
la tavola.
“Bè
direi, buon appetito!” disse sorridendo.
Shaka
non rispose. Stava già mangiando.
In
poco tempo tutto quello che c’era sul tavolo sparì.
“Humm
non ti facevo così mangione eh?!”
“Anche
tu non scherzi. Penso che la prossima volta che vai a fera spesa compri per un
esercito!”
I due
si guardarono. E poi scoppiarono a ridere. Sparecchiarono.
Andarono
nel salotto e accesero la tv.
“Caspita
che meravigliose schifezze che passano!” scherzò Raquel.
Era
appoggiata al petto del Cavaliere. Chiuse gli occhi. E di lì a poco si
addormento. Shaka la osservò per un po’. Dormiva tranquilla.
Cercando
di non svegliarla la prese in braccio e la portò in camera. La appoggiò sul
letto.
E poi
andò in camera sua.
Osservò
la foto a lungo.
Ricordi
affollavano la sua mente. Ricordi del suo passato. Ripensò a come aveva
conquistato la sua armatura. Al suo allenamento. A tante cose. Sospirò. Parlare
di una parte del suo passato, seppur piccola, con Raquel era stato…liberatorio.
Nessuno sapeva della sua vita. Si sdraiò.
Sorrise nel buio della sua camera. Del resto con avrebbe potuto
parlarne?
*****
Aveva
il fiatone. Correva. Da molto tempo. O forse era poco. Non lo sapeva. Era tutto
confuso. Non sapeva neanche se quello era un sogno o se fosse realtà.
Nel
buio più assoluto le parve di intravedere una sagoma. Frenò di colpo.
Rimasero
così, immobili per quella che parve un’eternità.
Poi la
figura si voltò.
“Mi fa
piacere rivederti. Soprattutto in un luogo dove potrò condizionarti più
facilmente Raquel.”
La
diretta interessata era sotto shock. Anche li la perseguitava, anche nei suoi
sogni non voleva lasciarla in pace?
“Cosa
vuoi da me Ares?”
“Farti
vedere cosa succede a tradirmi.” Alzò un braccio.
Uno
squarcio si aprì.
Raquel
sbancò. Poteva vedere il Grande Tempio. Sentì le la cime scendere da sole.
Tutti i Cavalieri erano a terra. Morti. Dal primo all’ultimo.
Vide
se stessa un mezzo a quella distruzione. Solo lei. Poco distante il corpo senza
vita di Saori.
Solo
morte.
La
scena cambiò. Vide Shaka di fronte a tre figure che riconobbe come Ares e i
suoi figli.
Shaka
sanguinava in dalle numerose ferite.
Poi
Ares alzò una mano. Shaka fu sollevato in aria da catene invisibili. Ares
sogghignava. Mosse ancora la mano. Le catene si strinsero. Fino a soffocarlo.
E la
scena cambia ancora.
Irene
e Paola. Nude di fonte a Spavento e Terrore. Poco distante Paco e Raul in mezzo
ad una pozza di sangue. E tre corpi di bambini. Morti anch’essi.
La
scena svanì.
Raquel
cadde in ginocchio. Piangeva, piangeva perché tutte quelle cose sarebbero
successe per colpa sua.
Ares
la guardava maligno. Poi le prese con forza il mento e la fece sollevare.
“Capisci…capisci
cosa devi fare? È semplice.” Disse avvicinando il suo volto a quello della
ragazza.
E poi
baciandola con forza.
Raquel
si ritirò.
“Cosa
vuoi da me? Mi pare che…”
“Che
non avrò mai la tua fedeltà lo so già di mio. Ma ora ciò che più m’interessa sei
tu.”disse passandole una mano sul collo e sfiorandole il seno.
“Lasciami
stare.” Disse Raquel tra le lacrime, scansandosi da lui.
Ares
non gradì la risposta. Le si avvicinò e le diede uno schiaffo in pieno viso.
Raquel sputò sangue. Ma Ares non aveva finito. Le diede un pugno in pieno
stomaco. Lei si piegò su se stessa tento da poter permettere ad Ares di
sussurrarle: “ Ti consiglio di non sottovalutare la mia proposta. E porgi i
miei saluti a Shaka.” Le sussurrò maligno prima di svanire.
***
Raquel
si svegliò. Aveva le guance bagnate. E le facevano male la guancia e lo
stomaco, la dove Ares l’aveva colpita.
Segno
che lui poteva farle del male anche attraverso i sogni.
Sentì
la porta della sua stanza aprirsi.
“Raquel
tutto bene? Ho sentito…” ma non concluse la frase. Raquel si stringeva le mani
al petto e fissava il vuoto. Era terrorizzata.
Shaka
le si avvicinò. Le poggiò una mano sulla spalla. Ma la ragazza si ritrasse a
quel contatto.
“Raquel.
Raquel sono io. Sono Shaka.” Era preoccupato.
La
ragazza tremava. Chiuse gli occhi nel tentativo di calmarsi. Ma aveva davanti a
se le immagini che le aveva mostrato Ares.
Aprì
gli occhi. Per trovarsi faccia a faccia con quelli azzurri di Shaka.
“Oh,
Shaka. Stavo sognando…e c’era lui. Può entrare nei miei sogni. E…mi ha fatto
vedere delle cose…terribili. Io…ho una paura matta Shaka. Di quello che
potrebbe…fare a me, a te e alle mie sorelle.” Disse disperata.
Shaka
le passò una mano sulla guancia.
“Shh.
Ora ci sono io con te. Non permetterò a nessuno di farti del male. Ora cerca di
dormire. Non preoccuparti sono qui accanto a te.”
La
ragazza sembrò rassicurate da quelle parole. Si sdraiò nuovamente e chiuse gli
occhi. Shaka le si sdraiò accanto.
L’abbracciò.
Raquel si rannicchiò ancora di più.
“Grazie,
Shaka.” Sussurrò la ragazza.
Lui
non rispose.
Le
annusò i capelli. E pi le sussurrò dolcemente: “Non permetterò a nessuno di
farti del male.”
Raquel
sorrise a quelle parole. Si girò tra le braccia del Cavaliere.
E gli
diede un leggero bacio. Shaka le passò una mano dietro la nuca incoraggiandola
a continuare.
Raquel
fece scivolare le mani lungo il petto del ragazzo. Fino alla fine della
maglietta. Li si soffermò un attimo. Poi passò le mani sotto la maglietta.
A quel
contatto Shaka rabbrividì. Raquel andò a sfiorare la ferita che poco prima gli
aveva ricucito.
Sospirò.
Poi levò la maglietta a Shaka. Il ragazzo sorrise. Con una spinta fece stendere
Raquel sotto di lei.
Era il
suo turno di levarle la maglietta.
Continuarono
così finche non si ritrovarono completamente nudi.
Shaka
osservò la ragazza sotto di lui. Bellissima.
La
bacio di nuovo. Poi scese lungo il collo. Raquel era completamente persa da
quella scia infuocata che il Cavaliere stava tracciando lungo il suo corpo.
Un
piccolo gemito le sfuggì dalla bocca.
Shaka
risalì.
“Sei
pronta?” le chiese solamente.
Raquel
sorrise. Questo bastò come risposta a Shaka. La ragazza si trattenne
dall’urlare. Però presto il dolore si trasformò in piacere. Un piacere travolgente.
Allacciò
le braccia dietro al collo di Shaka.
Nottata
di fuoco.
***
Un
tiepido raggio di sole penetrò nelle tende e andò a illuminare il volto di
Raquel. La ragazza infastidita aprì lentamente gli occhi.
Si
svegliò del tutto quando sentì due forti braccia stringerle la vita. Ripensò
alla nottata passata con Shaka. E sorrise al pensiero di quanto fosse stata
bella. Sentì dietro di lei il bel Cavaliere muoversi.
Si
girò per trovarsi faccia a faccia con lui. Shaka aprì gli occhi.
“Buongiorno.”
Lo salutò Raquel con un dolce bacio.
“Anche
a te.” Sorrise l’altro.
Raquel
si accoccolò meglio fra le sue braccia. Rimasero così per diversi minuti. Poi
Shaka si alzò.
“Oggi
cominciamo un po’ più tardi. Ma…” la guardò sorridendo.
“…non
farci l’abitudine!”
“Si
Maestro!” scherzò Raquel.
Shaka
andò nella sua camera. Si fece una doccia e si vestì. Nella sua, Raquel fece lo
stesso.
Andarono
in cucina.
“Cos’è
oggi faccio colazione prima?” domandò Raquel sempre sorridendo.
Shaka
scosse la testa. Raquel gli si avvicinò.
“Allora,
quando vuoi, sono pronta per iniziare.” Disse dandogli un bacio sulla guancia.
“Bene.
Vieni.”
Si
avviarono nell’arena. Questa volta era vuota.
“Bene
io vado a chiamare qualcuno on cui ti potrai allenare. Intanto per
riscaldamento fatti due giri di corsa di tutta l’arena. E quando hai finito
cento addominali e…venti flessioni.”
Raquel
spalancò la bocca. Tutta quella roba?! E in più dopo, avrebbe dovuto
combattere. Sospirò sconsolata.
Guardò
Shaka con occhiate omicida. Provò a ribattere. Ma si accorse che non c’era
nessuno.
Sospirò
di nuovo. E poi cominciò.
Era
passata mezz’ora quando Shaka tornò accompagnato da tre persone. Raquel stava
ancora a cinquantadue addominali.
“Non
hi ancora finito?” le domandò Shaka.
“E
secondo te come facevo? Due giri di corse di questo campo che piccolo non è.
Cento addominali e venti flessioni??? Tu mi vuoi morta!” disse arrabbiata.
“Ma
siamo proprio debolucci eh?”
“Death!
Hhumm bene così tu sei uno dei tre sfidanti! E vediamo un po’ chi altri ha
portato Shaka.” Raquel si guardò intorno. Sorrise quando vide Mu. Ma il sorriso
si paralizzò quando vide la terza persona contro cui avrebbe dovuto combattere.
“Aphrodite.”
Sussurrò, con voce venata di rabbia.
Quello
non la degnò di uno sguardo. Anzi sembrava che fosse lì per sbaglio.
Raquel
scosse la testa. Poi si mise in posizione. Death sogghignò come sempre. Mu fece
due passi indietro. L’unico che sembrava non voler fare niente era il Cavaliere
dei Pesci. Raquel decise di ignorarlo. Fatti suoi. Si concentrò su Mu e Death.
Ma sgranò gli occhi. Il primo era sparito.
Si
guardò intorno alla sua ricerca. Poi, prima che potesse fare qualcosa, si sentì
prendere per le spalle.
Si
girò per vedere Mu che la teneva immobilizzata. Le fece un cenno. Lei guardò
davanti giusto in tempo per vedere Death che si lanciava in avanti pronto a
colpirla.
Sfruttando
la presa di Mu, Raquel si fece forza sulle gambe e, poco prima che il cavaliere
la colpisse lei saltò. E gli piantò due piedi nello stomaco. Death strabbuzzò
gli occhi.
Raquel,
sogghignando, sfruttò il povero mal capitato per saltare ancora più in alto. Mu
la lasciò andare. Raquel fece una capriola all’indietro e colpì Mu sui reni con
le ginocchia. Si diede una nuova spinta e appoggiando le mani a terra fece un
flick all’indietro. Mu e Death erano piegati in due dal dolore.
Raquel
non la vide. Ma la sentì. Una rosa rossa le si era piantata nel petto
all’altezza del cuore.
Si
voltò lentamente verso Aphrodite. Lo guardò con odio.
“E
questa cosa sarebbe?” gli chiese con disprezzo.
“Royal
Demon Rose.”
“La…Rosa
di Sublime Bellezza? Certo che anche come combatti dai un’idea sbagliata di
te.” Disse Raquel.
“Questa
rosa ti priva di tutti e cinque i sensi. Ma sta tranquilla. Non soffrirai.”
Disse annusando una rosa nera.
Raquel
lo guardò, se possibile, ancora con più odio.
Poi
però espanse il suo cosmo. usò il potere del fuoco e bruciò la rosa.
Aphrodite
la guardò con odio. Poi scagliò la rosa nera. Raquel l’afferrò al volo. E bruciò
anche questa.
“Tutto
qui quello che sai fare?” gli domandò schernendolo.
Per
tutta risposta il Cavaliere si lanciò in avanti. Le sferrò un calcio. Lei lo
parò. Ma aveva i riflessi rallentati.
Cominciava
a vedere tutto sbiadito.
“Ma
che mi succede? Mi si annebbia la vista. E perché ho i riflessi rallentati? Che
sia l’effetto della rosa? Bastardo!” pensò cercando di schivare i colpi del Cavaliere. Ma
ben presto si ritrovò sbattuta per terra. Aphrodite l’aveva atterrata e ora
troneggiava sopra di lei. Le teneva le mani ferme. E le ginocchia premute
contro il petto.
“Confermo
quello che ho detto ieri. Sei debole. E non potrai mai diventare forte come noi
Cavalieri. sei destinata a morire.”
Quelle
parole ferirono Raquel più di ogni altra rosa.
Ora
non vedeva più. Ma poteva comunque avvertire la presenza del Cavaliere. Non lo
vedeva. Ma poteva vedere un’ombra d’orata attorno a quella che sapeva essere la
sagoma del Cavaliere. Come un contorno.
Espanse
il suo cosmo. Richiamo il potere dell’aria. E scaraventò lontano Aphrodite. Si
rialzò. Sorrise. Anche se non vedeva poteva distinguere i cosmi. Si guardò
intorno. Mu e Death erano immobili. Anche Shaka.
“Bene,
e non provate ad avvicinarmi. Questa è la mia battaglia.”
Mu
sorrise. Aveva avvertito i pensieri di Raquel. Fermò Death che stava per
correre in aiuto di Raquel. Death lo guardò stranito. Per tutta risposta Mu
scosse la testa.
Raquel
stava studiando un modo per disintegrare il Cavaliere dei Pesci.
Poi
partì all’attacco. Finse un attacco frontale ma poi, all’ultimo secondo, deviò
in alto sfruttando il potere dell’aria.
In
aria creo due sfere di fuoco. Che scagliò sul Cavaliere.
“Ahahahah
stai cercando di intimorirmi?” le urlò Aphrodite.
Raquel
più arrabbiata che mai fece esplodere il suo cosmo.
Intorno
a lei l’aria divenne color viola. Ben presto cominciò a trasformarsi in un
vortice. Raquel stese le mani in avanti. Il vortice venne scagliato su
Aphrodite.
Raquel
scese per terra. Un nuvolone si era alzato tutto intorno.
Quando
si diradò si poteva vedere un’enorme cratere al centro dell’arena.
Raquel
si guardò intorno alla ricerca di Aphrodite. Si girò di scatto. Giusto in tempo
per ricevere un calcio in piena pancia. Si ritrovò a ruzzolare per terra.
Quando si fermò vide che davanti a lei c’era qualcuno.
“Ora
stai veramente esagerando Aphrodite. Basta.” La voce poco più di un sussurro.
Anche l’udito era andato.
“Togliti
di mezzo Mu. Questa è la mia battaglia. Non intervenite. Nessuno di voi tre.”
Disse
Raquel scansando il Cavaliere. Questi si fece da parte con un sorriso.
Poi si
concentrò. Aveva deciso di usare due poteri contemporaneamente.
L’acqua
e l’aria. Per creare il ghiaccio.
Concentrò
entrambi i poteri sul palmo della mano. Dopodichè li fece aumentare a
dismisura. Nella sua mano ora c’era
un’enorme sfera ghiacciata. Raquel cercò di individuare il Cavaliere di Fish.
“Mu,
Death, levatevi. Non vedo e non sento. Potrei colpirvi.”
I due
fecero come gli aveva ordinato. Raquel trovò Aphrodite. E glieli scagliò contro.
Centinaia di pezzi di ghiaccio affilati come rasoi lo colpirono.
Aphrodite
cadde a terra. Sanguinante.
A
Raquel cedette un ginocchio. Aveva il fiatone. Era stanca. Vide il suo “nemico”
rialzarsi. Si rialzò anche lei. Entrambi a fatica. Si rimisero in posizione. Ma
ad un certo punto Aphrodite abbassò la guardia. Lasciò cadere le mani lungo i
fianchi.
Raquel
rimase in guardia. Non vedeva e non sentiva. E stava anche cominciando a non
avere più sensibilità sulle dita.
“Raquel,
Fanciulla dell’Universo, i tuoi poteri sono veramente straordinari. Riconosco
la tua forza.” Disse il Cavaliere sconfitto.
“Devo
ricordarti che non ci sento?” disse Raquel. Ma poi la ragazza fu scossa da un
tremito. E svenne.
***
Si risvegliò seduta su un letto. Non vedeva
niente. In compenso però ci
sentiva benissimo. E aveva anche riacquistato il tatto. Si alzò a sedere.
“Qualcuno
ha la grazia di dirmi dove sono?” chiese al vento.
“Dove
pensi di stare? Alla Sesta no?!” le rispose Death.
“Ed è
grazie all’Acqua di Vita, di ho una scorta, che sei ancora tra noi.” Spiegò Mu.
“Oh,
grazie! Sentite ma dov’è Shaka?” chiese poi.
Nella
stanza calò il silenzio.
“Allora?”
insistette Raquel.
“È
andato ad uccidere Aphrodite.” Rispose Death schietto schietto.
Raquel
ridacchiò. Le immagini erano meno confuse ora. Segno che la vista le stava
tornando.
Fuori
dalla Sesta si sentirono delle urla.
Raquel
saltò fuori dal letto. Infondo ci vedeva poco, ma ci vedeva.
Uscì
fuori.
Ciò
che intravide la fece sorridere.
Shaka
aveva sbattuto Aphrodite sul muro.
“Provaci
ancora e giuro che ti uccido con le mie mani.” Sibilò minaccioso.
“Grazie
Shaka! È bello vedere che ti sto così a cuore!” lo prese in giro Raquel.
Il
diretto interessato si voltò. Sorrise.
“Solo
un momento ok? Quanto a te…” disse tornando a guardare Fish.
“…vedi
di ricordarti quello che ti ho detto.” Disse prima di lasciarlo andare.
Poi si
diresse verso Raquel e la portò dentro.
Quando
furono tutti dentro si sedette pesantemente su una sedia. Sospirò, passandosi
una mano sul viso.
“Stai
bene Raquel?” domando seriamente preoccupato.
“Sta
tranquillo. Tutto a posto.” Rispose la ragazza. Sorridendo. Shaka annuì. Poi si
alzò e andò a prendere un bicchiere d’acqua.
“Sentite
noi ce ne andremo. Ci si vede ok?”
“D’accordo
ciao ciao! A presto!” salutò Raquel i due.
Rimasti
soli, Shaka si alzò. Si parò davanti alla ragazza e le poggiò una mano sulla
guancia. Raquel la prese con la sua.
“Eri
veramente una furia. Grazie.” Disse.
Shaka
scosse la testa sorridendo.
“Ho
fatto una promessa ricordi?” le rispose.
“Già.”
CONTINUA
Angolo
autrice
Salveeeeeeeeeeeeee!
Scusate il ritardo!!! Uff che chap lungo! Mi sono stupita da sola!!! Si lo so
Shaka è completamente OOC. Se non vi piace mi dispiace. Non sono riuscita a
renderlo meglio.
Whitesary:
ciaooooooo!!! Ma che tajo!!! Non sapevo che anche tu eri di luglio!!! Ehehe due
Cancri!!! Insomma! Grazie per gli auguri e sono contenta che il chap ti sia
piaciuto! Ah solo un piccolo favore. Quando recensisci lo puoi fare al chap che
ho scritto e non al primo? Grazie mille cicci a presto baci baci!
Ai91:
yu-huuuuuuuuuuuu! Anche tu segui questa storia! Ihih sono contentissima che ti
abbia incuriosita! Spero che anche questo chap ti sia piaciuto besos!
Snow
Fox: ahahahahahahaha ihihihihihihih ehehehehe la tua recensione mi ha fatto
morireeeeee!!! Ahaha ti giuro sto ancora ridendo!!! Grazie mille! Che botta di
vita per l’autostima!! Spero che anche questo chap ti sia piaciuto!
Bacionissismi tesorino!!
Ah altro
comunicato stampa. Per una decina di giorni non aggiornerò perché parto. Ma prometto
che appena torno aggiorno. Baci a tutti e grazie mille per il vostro sostegno! Siete
fentasticiiiiii!!!! A presto sesshy