Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: mariademolay    22/12/2004    11 recensioni
23 dicembre 1986. Harry Potter é un bambino di sei anni trascurato dalla famiglia adottiva, ed il confronto tra sé e gli altri ragazzini si fa talmente pesante che una sera Harry decide di uscire di casa nottetempo per acquistare, con i pochi soldi che é riuscito a risparmiare, il primo vero regalo della sua vita - un caleidoscopio - ma non tutto và come Harry aveva previsto: qual é il vero sentimento che lega Harry a sua zia Petunia? Una libera interpretazione. Buon Natale a tutti!
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Caleidoscopio
Autore: mariademolay
Categoria: Generale
Subcategoria: AU
Pairing: no pairing
Rating: Per tutti
Disclaimer: tutti i personaggi appartengono a JK Rowling
Note: alla fine

CALEIDOSCOPIO

23 dicembre 1986.
Il bambino camminava lentamente e la sua sagoma veniva a tratti inquadrata dalla pallida luce dei lampioni che illuminavano la strada che il piccolo stava percorrendo.
Little Whinging dormiva e nei loro letti altri bambini della stessa età del minuscolo sconosciuto attendevano con impazienza la notte in cui Santa Klaus avrebbe portato loro i desiderati regali.
Harry Potter non sperava tanto; sapeva sin troppo bene che la zia Petunia e suo marito Vernon avrebbero fatto regali solo a suo cugino Dudley.
Persino Gudrun, la sua nuova compagna di banco, la cui famiglia era povera, avrebbe trovato qualcosa sotto l'albero.
Harry non avrebbe avuto nulla. Nessun regalo.
In parte, era proprio colpa di Gudrun se ora Harry si trovava a vagare in mezzo alla strada in piena notte.
Ed aveva pure iniziato a nevicare.


Gudrun era un nuovo acquisto della scuola, la figlia di una cittadina svizzera e di un sudamericano. Si era trasferita in Inghilterra da pochi mesi insieme con la famiglia, e parlava un curioso Inglese musicale pieno di inflessioni latine che pochi riuscivano a capire.
I compagni di scuola la evitavano e le maestre, capendo l'antifona, avevano pensato di farla sedere accanto ad Harry, sperando che i due potessero in qualche modo essere d'aiuto l'uno all'altra.
In un certo senso, aveva funzionato.
Gudrun era un cuor contento e non si lasciava impressionare dalle difficoltà che incontrava con la lingua, ed Harry aveva scoperto che gli piaceva ascoltarla mentre storpiava l'inglese senza alcun rispetto per il bell'idioma che sarebbe dovuto presto diventare anche il suo.
Dal momento che nessuno riusciva a pronunciarne il nome, Gudrun - che di cognome faceva Cortèz - era diventata per tutti Tèz, ma la cosa sembrava non disturbarla.
Il mese precedente la ragazzina era venuta a scuola con un gioco, un caleidoscopio, ed Harry ne era rimasto affascinato.
Téz gli aveva detto che era solo un tubo con dei pezzi di vetro colorato al suo interno ma ad Harry sembrava magico; Téz gli aveva permesso di tenerlo durante l'intervallo ed il ragazzo si era divertito a cercare tutte le combinazioni possibili...vi aveva visto cani e draghi, corvi e cappelli a punta, saette, gufi e serpenti piumati.
Cose che non esistevano, aveva commentato Téz per poi aggiungere che, comunque, era proprio quello lo scopo di un oggetto simile; farti immaginare le realtà più improbabili e fingere che fossero vere.
Così Harry aveva deciso; voleva anche lui un caleidoscopio.


Harry continuava a camminare, stando bene attento a non farsi vedere dalla pattuglia che ad intervalli regolari passava lungo la strada principale. Era improbabile che a casa si fossero accorti della sua assenza, ma era meglio non correre rischi.
Inoltre, mancava poco alla mèta.
Nevicava più forte ora, ma Harry non sentiva tanto freddo.
Il vecchio piumino di Dudley era troppo grande per lui ma tutto sommato, date le circostanze, era un vantaggio; certo, le maniche gli nascondevano le mani ed era tanto lungo che gli scendeva ben oltre le ginocchia, ma era un riparo ottimale contro il freddo pungente della notte dicembrina.
Ecco, si rallegrò tra sé, sono arrivato.
Le luci colorate e rassicuranti del negozio di giocattoli brillavano sempre più vicine, a mano a mano che Harry si avvicinava alla vetrina.
Il ragazzo aveva risparmiato come un pazzo nell'ultimo mese; la zia Petunia ogni mattina gli dava i centesimi contati per comperarsi la merenda ed Harry, a prezzo di grossi sacrifici, era riuscito a risparmiare a sufficienza per acquistare l'oggetto dei suoi sogni; il caleidoscopio.
Per evitare di morire di fame durante le lunghe giornate di scuola, a colazione faceva scivolare di soppiatto nello zaino delle fette di pane tostato e delle confezioni monodose di marmellata; per fortuna, la cosa non era tanto difficile. Vernon era troppo impegnato a brontolare dietro il giornale, Dudley intento a mangiare a più non posso e la zia Petunia era così terrorizzata all'idea che il suo pargolo adorato morisse d'inedia che difficilmente avrebbe potuto notare altro.
Era stato sin troppo facile.


Harry si sedette sul gradino del negozio e controllò l'ora.
Mezzanotte e mezza.
Niente da fare, avrebbe dovuto attendere che il negozio aprisse.
Harry si mise ad osservare con agio la vetrina, cosa che raramente gli era permessa. Di solito la zia Petunia lo trascinava via scocciata ogni qualvolta osava chiederle di fermarsi davanti al negozio, ed alla fine il bambino aveva smesso di domandare.
Andando e tornando da scuola ne approfittava per rifarsi delle occasioni perdute, ed il mese scorso ci era entrato per la prima volta con Téz.
"Ehi...sei il piccolo Harry Potter dei Dursley?"
Dannazione....doveva essere la pattuglia della mezza.
Harry era così preso dal suo esame della vetrina che non si era accorto che la macchina della polizia si era avvicinata e lo aveva scorto.
"Che cosa fai qui da solo a quest'ora di notte?" chiese il poliziotto.
Harry non rispose; la sua breve esperienza di vita gli aveva suggerito che era incauto fidarsi degli adulti.
Il poliziotto aggrottò le sopracciglia
"James" disse sottovoce al collega "controlla se ci sono state denunce di scomparsa di minori..."
"No" spiegò precipitosamente Harry "Non sono scappato da casa, sono uscito senza che i miei zii se ne accorgessero...volevo aspettare che aprisse il negozio, c'é una cosa che voglio comperare"
I due poliziotti lo guardarono con simpatia mista a sollievo.
"Non pensi che sarebbe stato meglio venire di mattina, senza rischiare di far venire un infarto alla tua famiglia?"
Il bambino abbassò lo sguardo ma tra sé pensò che i suoi zii sarebbero stati più che felici di sapere che era sparito, inghiottito dalle viscere della terra, possibilmente per non tornare mai più.
Altro che infarto.
"Forza, sali in macchina" disse James il poliziotto "Ti portiamo a casa, il tuo giocattolo non scappa"
"Dai, sarai congelato" aggiunse "Privet Drive, n.4, giusto?"


Zio Vernon aveva dato fondo al repertorio completo; faccia paonazza, occhi fuori dalle orbite ed urla soffocate dal fatto che non voleva svegliare Dudley...ed evitare che i vicini chiacchierassero.
Alzarsi nel cuore della notte e trovarsi di fronte i poliziotti di pattuglia che scortavano a casa quella disgrazia che chiamava nipote, non era il modo migliore per mettere Vernon Dursley di buon umore.
Dopo un quarto d'ora di smanie, persino la zia Petunia ne aveva avuto abbastanza ed aveva spedito il marito fuori dalla stanza con parole secche, dicendogli che si sarebbe occupata lei di Harry.

Il ragazzino non sapeva se essere felice o preoccupato da questa subitanea presa di posizione della zia; Petunia non lo aveva mai picchiato con la violenza di Vernon - o di Dudley - ma la zia era rigida e severa per cui Harry non pensava di poter trovare neanche in lei l'appoggio e l'affetto di cui aveva bisogno.
"Voglio farti una sola domanda" iniziò ed Harry s'irrigidì d'istinto "Che bisogno c'era di fuggire di notte per andare a guardare la vetrina di un negozio?"
Harry si strinse nelle spalle e Petunia sospirò
"D'accordo....non importa" disse alzandosi per accompagnare il bambino nel sottoscala "Penso comunque che non fosse davvero il caso di scomodare la polizia per questa sciocchezza..."
"Ma tu" balbettò Harry cercando di spiegarsi "Non mi avresti mai fatto un regalo...volevo comperarmelo da solo"
"Cosa?" sibilò la donna entrando col nipote nello stretto stanzino "Non ci posso credere....perché non chiedi invece di cacciarti nei guai?"
"Ma mi dite sempre di non parlare...di non fare mai domande.."
Petunia tacque, aiutò il nipote a spogliarsi e gli si sedette accanto fissandolo intensamente. Harry non capiva; sembrava quasi che la zia fosse...preoccupata? Possibile?
"Zia..."
"Ti rendi conto di quanto mi hai spaventata stasera?"
Harry chinò il capo, senza capire, non potendo immaginare che Petunia fosse rimasta sinceramente scossa quando si erano accorti che il bambino non era dove avrebbe dovuto essere; e non si trattava di mero timore per rappresaglie da parte di Albus, ma di autentica, genuina apprensione per la sorte di Harry.
Era stata una buona cosa mettere in pre-allerta gli ex Resistenti Babbani, ragionò tra sé la donna, ed ancora meglio aveva fatto chiedendo che Octavius tornasse al suo vecchio lavoro di poliziotto, riassumendo il nome di James.
Era sempre stata convinta che non fosse il caso di fidarsi troppo di Silente, ed i recenti avvenimenti le avevano dato ragione; aveva fatto bene ad essere lungimirante.
Se Harry era meglio protetto di quanto lo stesso Mondo Magico potesse immaginare, ciò era possibile solo per merito di Petunia, non di Silente.
"Ascolta Harry....quando ho deciso di prenderti con me, l'ho fatto per un motivo ben preciso. Non posso spiegarti quale, non ancora perlomeno, ma é valido e non dettato solo da ragioni egoistiche. Devi capire che se non ti permetto di fare troppe domande, non é per capriccio. Un giorno potrò spiegarti tutto ma, per il momento, devi cercare di avere pazienza, di sopportare quello che ti succede e resistere. Tu sei sangue del mio sangue, il figlio della mia unica sorella e questo vale molto - anzi, moltissimo; a dispetto di ciò che ti possa sembrare, nonostante qualunque cosa tu possa credere, io e te siamo legati a filo doppio. Ho il dovere di proteggerti, e giuro che lo farò, ti piaccia o no"
"Sì, zia"
"Voglio che tu mi prometta una cosa, Harry" aggiunse in tono serio "Non allontanarti mai, ti ripeto, mai da me o da Dudley"
Il ragazzino sgranò gli occhi "Perché?"
"Non discutere. Promettimi che starai sempre a portata d'occhio, non posso permettermi di perderti di vista"
Inaspettatamente, Harry sorrise
"Allora se sei preoccupata per me, vuol dire che mi vuoi bene" disse, gettandosi tra le braccia della zia "Mi vuoi davvero tenere con te, non é vero che l'hai fatto solo perché ti avevano obbligata...avevo paura che tu non mi volessi veramente"
Petunia rimase impietrita dalla sorpresa; Harry non era un bambino espansivo, soprattutto perché ogni tentativo affettuoso veniva stroncato sul nascere, ma la donna aveva sempre avuto il sospetto che, a lasciarlo fare, Harry sarebbe stato contento del contatto fisico.
Petunia restituì distrattamente l'abbraccio, accarezzando i capelli perennemente spettinati del nipote.
Non si stupì di sentirli morbidi sotto le dita, come non la sorprese scoprire che il suo tocco era l'unica maniera per domare i riccioli ribelli di Harry. Ecco perché nessun pettine riusciva a districarli; Harry voleva che fossero le carezze di qualcuno che lo amava, o le attenzioni di una mano affettuosa, a prendersene cura.
La donna sorrise mesta tra sé; aveva sempre saputo di possedere una forma attenuata di Magia, ma la cosa non l'aveva mai entusiasmata.
Non solo il sangue, ma anche la Magia legavano zia e nipote.
"Harry..." sussurrò Petunia "Mi diresti che cosa volevi dal negozio di giocattoli?"
"Mmh..caleidoscopio" mugolò il bambino prima di addormentarsi.
Un caleidoscopio per immaginare le cose più improbabili e fingere che fossero vere.
"Te lo compro io, il caleidoscopio" si disse Petunia tenendo il nipote tra le braccia.
L'alba li trovò così.

Note; Breve storia natalizia ispirata ad un fatto di cronaca della settimana scorsa; quando ho sentito di quel ragazzino che é uscito di casa in piena notte per andare al negozio di giocattoli, non ho potuto fare a meno di immaginare Harry al suo posto.
Petunia Evans e suo figlio Dudley a me sono sempre piaciuti e sono altresì convinta che ci siano molte cose che non sappiamo di loro.
L'unico Dursley che non mi piace é Vernon, non capisco perché Petunia lo abbia sposato.
A coloro che non hanno letto 'Imago Mundi'; I Resistenti Babbani sono un gruppo di Babbani che combattono contro Voldemort, simili a dei guerriglieri e con la caratteristica di adottare nomi di navi.
Avete capito qual é la dote di Petunia?
Leggete attentamente ed avrete la risposta.
A presto.
mariademolay

  
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: mariademolay