Anime & Manga > Sekai-Ichi Hatsukoi
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Autore: vivienne_90    07/05/2014    12 recensioni
«Ma che— dove diavolo sono?».
Ritsu per l'ennesima volta si addormenta in treno e si risveglia in una lussuosa suite di un albergo...
Come ci è finito lì? Come ha fatto a non accorgersi di niente? Sopratutto, chi ce l'ha portato?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Masamune Takano, Nuovo personaggio, Ritsu Onodera, Un po' tutti | Coppie: Takano/Onodera
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Disclaimer: Sekai-ichi Hatsukoi è un'opera di Shungiku Nakamura, io non traggo alcun profitto da questa storia.

Buon giorno a tutti! Oggi si aggiorna di mercoledì, perché lunedì è stato il compleanno di charizard1996
e quindi come regalino ho deciso di accontentare lei e tutte/i voi. Ti faccio tantissimi auguri e spero che possa
considerare questo epilogo (ultimo capitolo) come un bel regalino da parte mia ^^
 
Come ben sapete tutti questo sarà l'ultimo aggiornamento, quindi godetevelo, noi ci vediamo dopo
nel mio piccolo angolino ^^  Buona lettura ;-) 








 
Tu non sei come gli altri, tu fai delle cose, tante cose, e ne immagini ancora delle altre
                 ed è come se non ti bastasse una vita sola per farcele stare tutte.
 
Era una bella giornata a Tokyo. Il sole caldo di luglio era smorzato da un piacevole quanto
raro e fresco venticello. Era una giornata di festa a Tokyo. Sì, di festa.
Quel giorno su una delle tante terrazze del Crystal Hotel, si sarebbe tenuto un matrimonio,
ma non sarebbe stato il loro, perché il loro era già stato celebrato qualche anno prima
e ora Ritsu insieme alla sua famiglia assisteva emozionato alla cerimonia del suo amico,
ex collega di lavoro, Hatori, l'editore della Marukawa Shoten.
Non si sarebbe celebrato il suo matrimonio, ma questo non gli impedì di ripescare nella sua
memoria cari e caldi ricordi. Ricordò di come fosse agitato e allo stesso tempo felice mentre
la fede dorata scivolava sul suo anulare, trovando finalmente il suo posto. Ricordò di come
gli tremassero le mani quando dovette mettere quell'anello pieno di significati al dito
del suo compagno. Ricordò di quanto fosse stata passionale la prima notte di nozze in quella suite
bianca e argento, quella che aveva dato inizio ad una serie di eventi. La loro preferita.
Inconsapevolmente si trovò a stringere la mano di suo marito ancora di più, mentre i due
novelli sposi, Hatori e Chiaki, si scambiavano le fedi e suggellavano con un bacio le loro promesse.
Gli invitati si alzarono in piedi applaudendo, mentre una manina si aggrappò ai pantaloni
del suo completo strattonando la stoffa per avere un po' di attenzione e ci riuscì.
Ritsu abbassò lo sguardo e incontrò gli occhi azzurri di sua figlia, una bambina di quattro anni
con dei bellissimi capelli ramati, «Izu-chan che succede?».
Izumi lasciò andare i pantaloni del padre e si strinse nelle spalle, «Papà, Izu-chan deve fare la pipì...».
«Adesso? Non riesci a tenerla per cinque minuti?».
«No, papà... adesso!».
Ritsu sospirò rassegnato, ma era meglio perdere un momento emozionante piuttosto che sporcare
il vestitino color panna che suo marito le aveva comprato il giorno prima.
Nonostante gli avesse detto che non ce ne fosse affatto bisogno, che la loro amata figlia era piena
di vestiti più o meno eleganti, l'altro non aveva voluto sentire ragioni e l'aveva comprato.
La viziava. La viziava troppo per i gusti di Ritsu. Forse era per questo che lui veniva chiamato
semplicemente ‘papà’, mentre la sua dolce metà aveva ricevuto l'altisonante titolo di ‘Papi’.
«Va bene andiamo, aspetta solo un attimo che—».
«Papà, no, ora, il bagno ora, di corsa.».
Gli occhi verdi si posarono di nuovo sulla bambina e finalmente capirono.
La paternità non era una cosa facile da gestire, entrambi avevano fatto errori e continuavano a farne,
ma dagli errori si impara e ormai Ritsu sapeva che quando Izumi si molleggiava sulle gambe
stringendole, cercava di resistere e che quando diceva la parolina magica ‘di corsa’,
allora non c'era più tempo. «Izu-chan, resisti, ti prego, non farla adesso!».
Veloce, con una velocità da far invidia anche ai Super Eroi, la prese in braccio ed iniziò a correre
cercando di essere il più discreto possibile. Ma un uomo che corre come un pazzo ripetendo
come un mantra ‘il bagno di corsa, il bagno di corsa’, con in braccio una bimba che ride divertita,
non può passare inosservato.
Fortunatamente i due riuscirono a raggiungere i servizi senza creare danni, questo solo perché
ormai conosceva quell'albergo come le sue tasche e sapeva esattamente dove fosse il bagno 
più vicino, altrimenti non avrebbero mai fatto in tempo.
Ora con calma, riprendendo fiato, ripercorrevano quei corridoi eleganti, lui camminava,
Izumi trotterellava e saltellando da una parte all'altra elencava tutte le cose buone
che si sarebbe mangiata e quanto si sarebbe divertita.
Quando raggiunsero di nuovo la terrazza Izumi scomparve dal suo campo visivo, ma non se
ne preoccupò più di tanto, l'hotel di suo marito era l'unico posto dove poteva permettersi
di perdere di vista quella vivace testolina rossa, e comunque sapeva che molto probabilmente
era andata a cercare il suo amico Haru, il figlio di sei anni compiuti del Presidente Isaka e Asaina,
per chiedergli di giocare insieme.
Notò che la terrazza era stata rivoluzionata, le sedie bianche ed eleganti erano allineate
contro il muro per permettere agli ospiti di godersi l'aperitivo, mentre i camerieri facevano girare
a braccio champagne e vino, ma anche succhi di frutta e acqua per i più piccoli o per gli astemi.
Individuò i due sposi e vedendoli circondati dai loro familiari decise che si sarebbe
congratulato con loro più tardi.
Prese un bicchiere di champagne e iniziò a cercare con lo sguardo suo marito, fallendo
miseramente. “Beh, a mali estremi, estremi rimedi.”. Se lui non sapeva dove fosse Yuki,
c'era una persona che sapeva sempre, ventiquattro ore su ventiquattro, dove si trovasse,
ovvero la sua segretaria. E non notare lei era impossibile.
«Come sempre, hai fatto un ottimo lavoro oggi, Hikari-san.».
Sentendosi chiamare, la donna smise di maltrattare un povero cameriere, aveva osato mettere
sullo stesso vassoio sia i bicchieri vuoti che quelli pieni, «Oh, la ringrazio Onodera-sama,
se sta cercando Izumi-chan l'ho vista poco fa, è andata—».
«Hikari-san, davvero, te lo diciamo sempre che non c'è bisogno di tutta questa formalità,
comunque non stavo cercando Izumi, in realtà cercavo l'altro bambino, sai dirmi dov'è?».
Hikari sistemò gli occhiali sul naso e ignorò, come sempre, la prima parte del discorso,
«Se cerca Harada-sama lo trova laggiù, lo vede? Sta parlando con mio fratello e il suo fidanzato.».
L'uomo seguì la traiettoria del dito e riconobbe subito il trio che con i bicchieri pieni
chiacchierava serenamente, «Ah, grazie mille.».
 
Io non so... a me la vita sembrava già difficile, sembrava già un'impresa viverla e basta.
                     Ma tu, tu sembra che devi vincerla, la vita, come se fosse una sfida.
                                  Sembra che devi stravincerla, una cosa del genere.
 
Facendo attenzione a non urtare nessuno, li raggiunse e posò una mano sulla spalla del marito
per segnalare la sua presenza, «Eccoti finalmente, si può sapere dove eri finito?».
Distrattamente posò il bicchiere vuoto e ne prese un'altro. «Scusami, c'è stata un'emergenza bagno,
allora, di cosa parlavate?». Essere papà era bello, ma altrettanto bello e soddisfacente era passare
un po' di tempo con gli adulti sorseggiando dell'ottimo vino.
«Niente di che, stavo giusto invitando Kiyoshi e Masamune per il compleanno di Izumi.».
«Ah, è vero, pensate di riuscire a venire?».
Gli occhi color nocciola s'incastonarono in quelli verdi, eppure non provarono niente,
se non un profondo affetto, «Certo che ci saremo, Kiyoshi non si perderebbe mai i cinque anni
della sua preziosissima Izu-chan ~ ».
«Masamune smettila di prendermi in giro, tanto lo so che sei solo invidioso.».
 
        Una roba strana. Un po' come fare tante bocce di cristallo... e grandi...
Prima o poi te ne scoppia qualcuna e a te chissà quante te ne sono già scoppiate,
                                          e quante te ne scoppieranno.
 
Sia Ritsu che Yuki sorrisero e mentre i due continuavano a battibeccare, unirono le mani
intrecciando le dita fra loro.
 
Però, però quando la gente ti dirà che hai sbagliato e avrai errori dappertutto dietro la schiena,
                                                                  fottitene.
                                                  Ricordatene. Devi fottertene.
 
Era una giornata di sole a Tokyo, una giornata di festa e qualcuno avrebbe detto che fosse
anche una giornata strana. Chiunque lo avrebbe pensato osservando lo strano quadretto.
Eppure quella era la prova più lampante che fosse tutto normale. Era la prova di quanto il tempo
prendesse le cose e le collocasse al posto giusto.
Il tempo fa finire relazioni, solo per farne nascere di nuove. Fa incontrare e rincontrare persone
che si pensava non esistessero o di aver perso. Invece erano sempre state lì.
Ecco cosa aveva fatto il tempo, nel corso di quei dieci anni aveva stravolto situazioni e sentimenti.
La storia di Ritsu Onodera e Masamune Takano che sembrava non dovesse finire mai,
si era conclusa tre anni dopo essersi chiariti. Non ci fu una motivazione reale, concreta,
semplicemente come si erano trovati, ad un certo punto si erano persi. Forse per colpa di Ritsu,
troppo concentrato sulla sua carriera. Forse per colpa della paura di Masamune
di perdersi nuovamente. Forse perché non si parlavano più, troppo occupati a nutrire
delle stupide ansie. Semplicemente una mattina si erano alzati, si erano guardati negli occhi
e con un sorriso triste, con la morte nel cuore, si erano detti che non stava più funzionando,
che la loro storia non riusciva ad andare avanti, a salire quel gradino in più.
Era stato difficile, ma Onodera non scappò e Takano non si lasciò trasportare dagli eventi.
Aspettarono pazientemente che la persona giusta comparisse davanti a loro, con tutta l'emozione
e la curiosità di chiedere ‘Dove sei stato per tutto questo tempo?’.
Era una notte afosa quando Masamune incontrò Kiyoshi. Era su un treno che Ritsu ritrovò Yuki.
Non era stato facile, raggiungere quella serenità sembrava una cosa impossibile da realizzare,
ma ora erano felici, non stavano insieme, stringevano la mano di altre persone, ma erano felici.
Takano era prossimo al matrimonio. Onodera si era sposato ed era diventato papà.
Avevano raggiunto quell'età dove non si poteva più chiamarli ‘ragazzi’, e insieme alle prime
innocue rughe era arrivata anche l'intelligenza dei quarant'anni, quella che ti dice
che è inutile serbare stupidi rancori per semplice ripicca, che ti consiglia di ringraziare
tutti gli ostacoli che hai trovato sul tuo percorso, perché è solo grazie a quelli se sei arrivato
al punto di poter abbracciare l'uomo che ami, senza alcun tipo di peso sul cuore.
La saggezza dei quarant'anni ti bisbiglia dolcemente all'orecchio che il primo amore si ricorda,
perché prima o poi finisce, ma non è cinica, ecco perché continua dicendoti che dovrai
conservarlo con cura e tenerlo sempre nel cuore.
Ma ai quarant'anni ci si doveva arrivare e per raggiungere quell'equilibrio ci vollero anni.
Se quello era il risultato, allora era valsa la pena aspettare che il tempo passasse, che il tempo
sistemasse le cose per quelle menti confuse e arrabbiate che ancora non riuscivano a farlo,
perché in quel momento la serenità di poter stare insieme a chiacchierare, a prendersi in giro,
a progettare compleanni, era talmente tanta da non poterne più fare a meno.

Tutte le bocce di cristallo che avrai rotto erano solo vita, non sono quelli gli errori,
                                                          quella è vita
                         e la vita vera magari è proprio quella che si spacca,
                                quella vita su cento che alla fine si spacca.
 
«A proposito di Izumi, dov'è finita? È da un po' che non la vedo saltare da una parte all'altra
come una cavalletta impazzita.».
Senza nemmeno farlo apposta due piccole braccia gli abbracciarono le gambe, «Papi ~ ,
Izu-chan ha fame, quando si mangia?».
Kiyoshi fu più veloce e prese la bambina in braccio, facendola staccare dalle gambe
del suo amico d'infanzia, «Ah, lo sai che pure lo zio Kiyo ha fame? Vogliamo fare un gioco?».
Gli occhi azzurri a sentire la parola ‘gioco’ s'illuminarono, «Sì che bello! Quale?».
«Izu-chan, lo zio Kiyo e Mune-niichan , giocheranno a saccheggiare il buffet! Ti piace?».
Oh sì, il gioco ad Izumi e Kiyoshi piaceva, quelli che avrebbero voluto dire qualcosa erano
i due genitori della bambina, che vedevano già quel vestitino chiaro coperto di macchie
dai colori dell'arcobaleno, e il povero, non interpellato, ‘Mune-niichan’, che veniva trascinato
dal compagno senza possibilità di controbattere.
Per la felicità di Masamune al gioco si unirono anche Haru  e la piccola Hoshi, la figlia
di quattro anni di Kisa e Yukina, che voleva disperatamente essere presa in braccio da lui.
 
Io questo l'ho capito, che il mondo è pieno di gente che gira con in tasca le sue piccole
   biglie di vetro
, le sue piccole tristi biglie infrangibili, e allora tu non smetterla mai
                                       di soffiare nelle tue sfere di cristallo.
 
Due uomini divertiti guardavano quel simpatico teatrino, non credendo che potesse
realmente esistere tanta felicità.
«Sai, Yuki, in realtà c'è una cosa che non ti ho mai detto.».
L'uomo incuriosito e scettico l'abbracciò e alzò un sopracciglio, mentre Ritsu mise le braccia
intorno al suo collo, «Sono cinque anni che stiamo insieme, cosa non mi avresti detto?».
Gli occhi verdi si specchiarono in quelli dorati, «Non è vero che odio i treni...».
Non ci volle altro per capire il significato di quella frase, la più bella dichiarazione d'amore
che qualcuno gli avesse mai fatto, infondo era stato grazie a degli stupidi treni
se si erano incontrati e ora avevano quella bellissima vita al limite della perfezione.
«Lo sapevo già.».
Posò un bacio leggero sulle labbra dell'uomo che era suo marito e sorrise, «Visto che ormai
hai confessato quanto ti piacciono, perché non vendiamo le nostre macchine?».
Ritsu iniziò a divincolarsi in quell'abbraccio, maledicendo la sua stupidità e quella dell'altro,
chiedendosi perché mai l'avesse sposato. Le braccia di Yuki allentarono un po' la presa,
si abbassò al livello del suo orecchio, «Anche io...» — e per non farlo scappare via fece in modo
di allacciare ancora una volta i loro sguardi. «Cosa anche tu?».
«Anche io voglio dirti una cosa che non ti ho mai detto. Sei la mia persona di cristallo, Ritsu.».
Gli occhi verdi si alzarono sulle punte raggiungendo le labbra che tanto gli piacevano,
«Sì, lo sapevo già...».
Il bacio che si scambiarono fu lento, dolce e pieno d'amore, finalmente completo grazie
alle parole che avevano tenuto per loro quel giorno grigio, ormai lontano, sulla spiaggia di Odaiba.
E poi, quando le labbra si allontanarono di nuovo, la magia come era iniziata, era finita.
«Comunque pensaci—».
«No.».
«Potremmo davve—».
«No.».
«‘No’ cosa?».
«No.».
«Non dire ‘no’, non sai nemmeno—».
«No.».
«Almeno mi fai finire di—».
«No, non ti faccio finire di parlare, perché so che stai per dire qualcosa di estremamente stupido.».
«Ma—».
«No, non venderemo le nostre macchine, se tu preferisci andare in giro su quei mezzi infernali,
vorrà dire che la tua la terremo per Izumi quando compierà diciotto anni.».
Ritsu riuscì finalmente a togliersi da quell'abbraccio soffocante e guardandosi in giro
notò Kisa e Yukina, insieme a Yokozawa e Kirishima, che parlavano con i novelli sposi.
Decise che fosse il momento giusto per andare a fargli gli auguri per una felice vita insieme
piena di stupidi litigi infantili. «Bene, ora che hai rovinato il momento, me ne vado.».
Detto, fatto. Iniziò a dirigersi verso la coppia felice e cercò di ignorare suo marito che si stava
divertendo a farlo arrabbiare, «‘Mezzi infernali’? Ma se hai appena detto che non li odi ~ .».
 
  Sono belle, a me è piaciuto guardarle, per tutto il tempo che ti sono stato vicino...
   ci si vede dentro tanta di quella roba... è una cosa che ti mette l'allegria addosso.
 
«Ho detto di no! Ma perché diavolo ti ho sposato? — Io odio i treni!»
 
Non smetterla mai... e se un giorno scoppieranno anche quella sarà vita, a modo suo,
                                                      meravigliosa vita.
 
                                  (Alessandro Baricco, “Castelli di Rabbia”)











Angolino dell' autrice, si fa per dire u.u
 
AAAAAH!!! VI HO FREGATE EH?! Con me non potete rilassarvi nemmeno un attimo muahahahahahah.
Alla vera fine Ritsu ha messo su famiglia con Yuki e Takano con Kiyoshi, per chi non se lo ricordasse
Kiyoshi sarebbe l'amico di infanzia di Yuki, che da sempre era stato innamorato di lui.
Ora, onestamente, chi ha pensato che sarebbe potuta finire così? E chi è contenta/o per questo finale?
*Nessuno* T____T
A mia discolpa posso dire che lo potevate capire, almeno di Ritsu e Yuki, da cosa? Beh ovvio u.u dal capitolo
"Le parole che non ti ho detto", non esiste che io lasci delle cose in sospeso. In quel capitolo ho scritto
che non si erano detti cose piccole e importanti che già sapevano, quindi se si fossero rincontrati
senza stare insieme non se le sarebbero potute dire, invece in questo modo... sì e se le sono dette xD.
Per quanto riguarda Takano e Kiyoshi, è più o meno lo stesso concetto: non esiste che io inserisca
un personaggio innamorato e non ricambiato senza fargli trovare la felicità, e beh... Takano era libero,
come potevo lasciarlo solo al suo destino? Non esiste al mondo una cosa del genere ^^
Comunque mi è piaciuto tantissimo scrivere questo epilogo che spero vi abbia fatto sorridere e capire
che sono felici, tutti quanti, davvero, nessuno escluso. Ci è voluto del tempo, ma alla fine
tutti hanno accettato tutti (anche se mi immagino quando Kiyoshi dice ai due di volergli presentare
il nuovo fidanzato e si trovano davanti Takano AHAHAHAHAH).
Voglio inoltre precisare che Ritsu è stato fedelissimo a Takano quando stavano insieme e che nella loro storia
non c'è mai stato il fantasma di Yuki, quando ho scritto che Takano aveva paura di perdere Ritsu
era per la sua reale e costante paura di perderlo che compare anche nel manga e nell'anime, che a mio parere
non fa bene alla coppia, come non fa bene dare le cose per scontate e concentrarsi solo sulla carriera Ri-chan è.é
Senza tanti giri di parole, come realmente è, se non si parla, le cose peggiorano e si rovinano.
Comunque crescendo tutti e due hanno tirato fuori gli attributi e nonostante avessero paura riescono
ad andare avanti con positività ^^
Alla fine della fic Ritsu ha 41 anni, Takano e Yuki 43, Kiyoshi non lo so, perché non ho mai detto quanti anni avesse,
Comunque si aggira anche lui sui quaranta xD
 
Ora voglio spiegarvi l'arco temporale, più o meno le cose si sono svolte in questo modo u.u
Dalla fine del precedente capitolo sono passati dieci anni, Ritsu e Takano stanno insieme per tre anni
e le due coppie si mettono insieme lo stesso anno in cui Ritsu e Takano si sono lasciati: Prima di sposarsi
Yuki e Ritsu stanno insieme per due anni e dopo tre anni (tempo minimo per richiedere l'adozione, più o meno)
decidono di adottare Izumi (il nome significa "Fontana", e visto gli occhi azzurri e la sua vivacità mi sembrava
un nome appropriato, adoro quella bambina *O*) che ha due anni ^^, quindi se nella fic ne ha quattro significa
che sono due anni che vive con i suoi adorati papà u.u; Takano e Kiyoshi, col fatto che non si sono mai visti
e conosciuti, non sono ancora sposati, ma come ho scritto sono prossimi al matrimonio, anche se nella mia
testolina malata hanno avuto a che fare con qualche problemino nel corso della loro storia, ma tutto è bene
quel che finisce bene ^^ giusto?
 
Nonostante l'epilogo sia incentrato sulle due coppie ho voluto farvi dare uno sguardo anche al futuro degli altri
personaggi: Hatori e Chiaki si sono appena sposati; Isaka e Asaina, sono sposati e hanno il bambino
di sei anni Haru (Primavera); Kisa e Yukina sono sposati e hanno la bambina di quattro anni Hoshi (Stella);
Anche se non l'ho scritto anche Kirishima e Yokozawa sono sposati, ma niente bambini per loro,
forse decideranno in futuro di adottare xD
 
Bene penso di aver spiegato tutto, quindi ora passiamo ai saluti e ai ringraziamenti.
 
Ringrazio davvero di tutto cuore tutte le ragazze, nessuna esclusa, che hanno lasciato recensioni
(se c'è qualche ragazzo mi scuso per non averlo capito u.u), non sapete quanto sia stata contenta ogni volta
di leggere le vostre lodi e i vostri insulti xD per non dire i nostri messaggi privati dove io mi sono
letteralmente ammazzata dalle risate u.u
Ringrazio tutte le persone che hanno inserito questa fic tra le preferite, le ricordate e le seguite,
e ovviamente ringrazio chi mi ha inserito tra gli autori preferiti.
Ringrazio tutti i lettori silenziosi, siete davvero tanti e vi ringrazio tutti per aver seguito la storia, anche se
non ho avuto modo di scambiare qualche parere con voi, spero che vi siate divertiti e che abbiate riso
e pianto o non lo so xD spero che vi sia arrivato qualcosa ^^
 
Inoltre voglio "ringraziare" tutte le canzoni che mi hanno ispirato, anche le più deprimenti, ma se dovessi
scegliere una "colonna sonora" per questa fic allora sarebbe "Cool" di Gwen Stefani u.u  ecco perché
vi metto il link, non so... metti caso vi va di ascoltarla dopo aver terminato di leggere ^^


http://www.youtube.com/watch?v=dmbg6VYHJKA
 
VI RINGRAZIO TUTTI E SPERO CHE QUESTI MESI PASSATI INSIEME SIANO STATI DIVERTENTI
PER VOI QUANTO LO SONO STATI PER ME.

 
Ecco, ora ho finito di scrivere il mio papiro...
Ah, posso piangere? Mi sono affezionata troppo a questa fic, non voglio lasciarla andare T^T
 
Bene, fatemi sapere cosa ne pensate di questo epilogo, ricopritemi di insulti, li accetterò con gioia u.u
ma visto che per mp è difficile comunicare chi vuole può aggiungermi su FB mi fa solo che piacere ^^
mi trovate sotto il nome "Vivienne Novanta" è impossibile sbagliare xD
Voglio lasciarvi con una domandina curiosa: Ora che farete quando arriverà il giovedì? Ahahahaha X°°D
 
 
Bene, da Vivienne è tutto, alla prossima Fan Fiction se vi va.

Ja ne ^_^



 
  
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