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Autore: FrecciaJones    07/05/2014    1 recensioni
Parole e pensieri che prendono forma. "Niente di personale" riprende ironicamente sentimenti e passioni molto "personali" ma astratti e trasportati in un racconto, questo racconto. Spero vi piaccia. commentate e ditemi che non sono la sola :)
Genere: Romantico, Satirico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Se state pensando che io sia andata dritta da lui ad urlargli quanto lo amavo prima che arrivasse Barbie California a sposarlo, o che abbia fermato il matrimonio durante la fatidica espressione “Se qualcuno ha qualcosa da dire parli ora o taccia per sempre!”, beh, calmate pure i vostri spiriti e mettete a tacere quell’insulso cuore romantico che vi ritrovate e fate ragionare il cervello.
Davvero pensate che per qualche assurda ragione lui possa scegliere me, “l’amica”, dopo aver speso parte dei suoi risparmi e di quelli dei suoi genitori per un matrimonio che non aveva intenzione di contrarre?
E poi, quando è stata l’ultima volta che un prete ha chiesto all’assemblea pareri sulla coppia che stava per unire nella buona e nella cattiva sorte? Pensateci bene, ah! Dimenticavo …. Non vale nessuna scena presa da un qualsiasi film o serie tv, specie se si tratta di Grey’s Anatomy (Un neurochirurgo che lascia la moglie, uno strutturato in ginecologia, per un specializzanda? Sul serio? L'ultima volta che ho sentito una cosa del genere ... no aspettate non l'ho mai sentita!).
Non avevo speranze. Aveva scelto lei, amava lei, ed era pronto a giurarlo anche dopo averla vista vestita da meringa .
Andai al ricevimento, applaudii al loro primo bacio e li salutai quando lasciarono gli ospiti.
Prima, però, chiesi allo sposo di ballare.
Ricordo ancora come mi sorrise quando chiesi di suonare una canzone di Frank Sinatra.
Lui non capiva questa mia passione per le vecchie canzoni, ma si divertiva a guardarmi mentre le canticchiavo .
                “Sai di cosa parla questa canzone?” Gli domandai .
                “Sono sempre stato scarso con l’inglese …”
…. Some day … when I’m awfully low
Cantava la donna vestita di rosso  .
When the world is cold ….
                “Dice … ” dissi io guardandolo negli occhi “che Un giorno, quando sarò davvero giù, quando il mondo sarà freddo, sentirò calore solo pensando a te e al modo in cui mi guardi stasera”
… Just thinking of you and the way you look tonight …
Lui mi guardò stranito, quasi impaurito che dalla mia bocca uscissero parole troppo grandi per un uomo che ormai era sposato.
Ma lo tranquillizzai subito .
                “Parto Pietro … me ne vado” non sapevo ancora dove, ma dovevo andare lontano da lui.
                “Dove vai?”
                “Il lavoro all’ufficio di mio padre mi sta un po’ stretto e ho sempre detto che avrei voluto imparare lo spagnolo … passerò l’estate in Spagna … o forse vado in Inghilterra, ho sempre voluto visitare Londra …” iniziai a farneticare su idee e progetti che di concreto non avevano niente, e alla fine mi arresi alle mi stesse bugie. “In realtà non lo so ancora, ma vado via”.
                “Ma perché adesso?”
                “Perché si!” risposi risentita alzando i toni.
Ci stavano osservando tutti, per forza ! Lui era lo sposo, e stava danzando seguendo le note di una canzone romantica con una donna che era troppo giovane per essere la mamma e troppo triste per essere la sposa.
Per non destare sospetti continuammo a ballare sorridendo alle persone intorno a noi.
                “Solo non capisco” mi sussurrò lui all’orecchio.
                “Non c’è niente da capire” risposi “ho passato la vita a fare sempre quello che era giusto fare, adesso voglio solo fare qualcosa che mi va di fare, voglio vedere dove mi porta il destino quando sono io a decidere e non lascio che siano gli altri a farlo. Mio padre, mia madre, tu!”
Tutt’ora non so dirvi se quello che avevo appena detto a Pietro era frutto di un farneticamento dovuto al fatto di essere stata messa alle strette senza sapere cosa rispondere, o se fosse veramente ciò di cui avevo bisogno , perché ebbi la sensazione di essere stata per la prima volta leale con me stessa.
Era sempre stata ciò che gli altri mi avevano incoraggiato ad essere, sempre : a scuola, nella vita, nelle amicizie, a casa e con Pietro. Ero stata una buona figlia, una brava studentessa e l’amica di cui Pietro aveva bisogno senza mai chiedermi chi ero io veramente e se quella figura si avvicinava lontanamente a quello che volevo essere.
Quella fu l’ultima volta che vidi Pietro prima di partire.
Lasciai il paese dopo dieci giorni, il tempo di sistemare la partenza, preparare psicologicamente i miei genitori ed essere sicura di andare via prima che lui tornasse dalla luna di miele.
Spagna? Inghilterra? Niente di tutto questo.
Andai In Baviera, a trovare Matilde, la cugina della nonna che per anni era venuta a scroccare le vacanze da noi, senza mai ricambiare il favore. Da quando era rimasta vedova si era trasferita in una casa più piccola nei pressi di Fussen, una città tedesca situata nel distretto della Svevia, al confine con l’Austria. Diceva sempre che per questo motivo non avrebbe potuto ospitarci tutti ma, per non destare sospetti invitava sempre la nonna ad andarla a trovare .
                “Un posto nel divano letto ci sarà sempre per te” diceva, consapevole del fatto che, vista la sua paura di volare e l’impossibilità di affrontare lunghi viaggi con altri mezzi, non l’avrebbe mai fatto.
Ebbene, quell’estate diedi finalmente l’occasione alla zia di ricambiare il favore. 
Era sola da tanto tempo ormai, e un po’ di compagnia non le avrebbe fatto male. 

  
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