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Autore: Aki_Saiko    07/05/2014    2 recensioni
Primavera:
-Marzo: "Se qualcuno gliel’avesse raccontato, non ci avrebbe mai creduto" (FranticShipping)
*
-Aprile: "Sapeva che il suo viaggio non si era ancora concluso, così come sapeva di non essere pronta a rivedere N dopo tanto tempo, ma allo stesso modo era consapevole del fatto che forse non lo sarebbe stata mai. [...] Touko aveva ben capito che la vita era fatta di occasioni, e questa era ben decisa a non lasciarsela scappare." (FerriswheelShipping) [OOC, What if?, to be continued, SPOILER PER B/B2]
*
-Maggio: "Sembrava tutto uguale allo scontro di due anni prima: loro, uno scenario da favola, due Pokémon leggendari. Eppure N era cambiato." (FerriswheelShipping) [OOC, What if?, continuo del capitolo precedente, SPOILER PER B/B2]
[Parte della serie "A Story to pass Time"]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: N, Ruby, Sapphire, Touko
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Manga, Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Story to pass Time'
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ATTENZIONE! Questa fanfiction contiente spoiler pesanti sia sulla trama di Bianco che su quella di Bianco 2. Non leggete se non avete ancora terminato i giochi. Inoltre, questa storia è una what if? e sono presenti un po' di OOC (lettore avvisato...)

Personaggi:
N, Touko, Komor, Madre di Touko (citati: Ghecis, Mei, Hugh, Ross)
Contesto: videogioco, glaciazione di Boreduopoli e ritorno di N
Soundtrack: Coldplay- Fix You
Note: due parole: HOENN CONFIRMED. E altre due: OMEGA RUBY.
Ero ben intenzionata a pubblicare il capitolo verso la fine del mese, quando la scuola mi avrebbe dato un po' di tregua, ma... in questa mini-serie si cita Hoenn più di una volta. Oggi sono stati annunciati i remake/sequel (non si sa ancora) di terza generazione. Coincidenze? IO NON CREDO PROPRIO. Insomma sono abbastanza euforica e in vena di scrivere boiate :D
Questa è la degna(?) conclusione del capitolo di aprile, spero vi piaccia come ho deciso di farla ""finire"", mi sono venute in testa un migliaio di nuove idee per dei possibili seguiti, ma finché non lo scrivo non ci credo. Ad ogni modo mi è piaciuta parecchio l'idea di immaginare un N diverso che, devo dire, mi piace forse più dell'originale.
Buona lettura, la Primavera si conlcude qui e questo progetto arriva a metà strada, traguardo che mai avrei creduto possibile. Alla prossima!





When you lose something you can’t replace
(parte seconda)



«Ciao mamma. Sono tornata a casa... »
«E non hai avuto nemmeno la decenza di avvisare!»
«Lo so, mi dispiace molto, è stata una decisione veramente improvvisa... »
«Almeno una chiamata! Sono due mesi che non ci sentiamo neanche tramite Interpoké... ho rispettato la tua scelta di andartene e viaggiare, interrompendo quasi ogni contatto con Unima, ma almeno avrei voluto essere avvisata prima di trovarmi una figlia-eroina-ex-campionessa nel soggiorno come se nulla fosse».
Il suo tono era diventato più mite verso la conclusione della frase, ma Touko sapeva che era ancora irritata, e per un buon motivo.
«Adesso mi dovrai spiegare tutto come si deve, signorina» sentenziò dopo averle dato un caloroso abbraccio.
  Così Touko le raccontò ogni cosa, di Komor, di N, della Torre di Latta e del perché aveva deciso di tornare a casa all’improvviso; il tutto mentre ancora stringeva in mano la Sfera di Reshiram.
«Suppongo tu voglia parlare con Komor, quindi».
La ragazza annuì.
«In effetti, del Team Plasma si incominciava ad intravedere qualche segnale, ma di N davvero non ne sapevo nulla. Ad ogni modo, Komor si è trasferito ad Alisopoli, dove ha aperto la propria Palestra sostituendo Aloè, che ha deciso di dedicarsi al museo».
Touko si domandò da dove sbucasse questa Alisopoli, e soprattutto quanto fosse cambiata la regione nei due anni in cui era stata assente; ma non fece domande, e si limitò a farsi indicare la posizione della città sulla mappa.
Appena fece capire di voler partire di nuovo, la madre le porse la Sfera che prima era caduta:
«Spero che tu la riconosca. C’è dentro il tuo Archeops».
Ella la accettò con gratitudine, promettendo alla madre che sì, sarebbe stata attenta e no, non sarebbe partita di nuovo senza aver ottenuto delle risposte.
Quindi uscì dalla porta dell’abitazione, e si rese conto che venti minuti di conversazione con sua madre erano un tempo veramente indecente, in confronto a tutto quello che aveva trascorso lontana da casa senza farsi sentire. Si disse che sistemato quell’ennesimo casino era decisamente il caso di non ripartire subito, ma di rimanere a Soffiolieve un altro po’; dunque evocò il Pokémon fossile e si diresse verso Alisopoli. Era una città molto carina, con uno spettacolare belvedere, e decisamente più grande di Soffiolieve.
  Mentre faceva rientrare Archeops nella Pokéball, chiamò Komor sull’Interpoké.
«Pronto?»
«Pronto Komor? Sono Touko».
«Ah Touko. Sì immaginavo fossi tu, ho visto solo l’avviso di chiamata e non di videochiamata. Hai deciso cosa fare quindi?»
«Per la verità avevo solo fretta. Sono qui ad Alisopoli, mi sto dirigendo verso la tua Palestra».
«Aspetta, cosa?!»
«A fra poco» attaccò svelta la ragazza, accelerando il passo.
Giunta a destinazione, trovò il vecchio amico –diamine quanto era cambiato!- ad attenderla sulla soglia dell’edificio, pronto anch’egli a farle una seconda ramanzina su quanto fosse stata irresponsabile e superficiale a non avvisare nessuno che sarebbe partita.
Quando l’amico si fu calmato, entrambi ebbero il tempo di parlare con più calma e scambiarsi le notizie più salienti.
«Abbiamo un problema Touko. Ross –uno dei Sette Saggi, non so se ricordi, ora è passato dalla nostra parte- ci ha appena detto che il Team Plasma ha usato il potere di Kyurem per congelare Boreduopoli e la Fossa Gigante... ora Mei e Hugh dovrebbero trovarsi sulla Fregata Plasma per provare a fare qualcosa, ma ci sono buone ragioni di credere che se suo padre sta di nuovo mettendo in atto i suoi piani di dominio, presto interverrà anche N»
Touko non ebbe nemmeno il tempo di chiedere chi accidenti fossero Mei e Hugh o perché all’improvviso Ross stesse dalla loro parte, che Komor l’aveva già trascinata fuori dalla Palestra.
«Dobbiamo sbrigarci. Io andrò a dare manforte a Ross e i suoi, come del resto dovevo già fare, tu mettiti alla ricerca di N. In qualche modo lo troverai».
La ragazza fu abbastanza sorpresa nel constatare che l’amico fosse cambiato così tanto in “soli” due anni che era stata via. Davvero non se lo aspettava.
Si salutarono, quindi Touko iniziò a  cercare il ragazzo dai capelli verdi.
Normalmente sarebbe stata abbastanza sicura di trovarlo alla ruota panoramica di Sciroccopoli, ma in quel frangente si disse che era meglio puntare sulla Fossa, dato che da quel che aveva capito era lì che si stava svolgendo l’azione.
Dunque chiamò fuori Reshiram per volare più velocemente (ormai non le importava più molto di rimanere in incognito) e lo indirizzò verso la meta. A metà strada però, nei pressi di Mistralopoli, il Pokémon cominciò a mostrarsi inquieto e a rallentare il suo volo. Touko si domandò il motivo, ma notò anche che stavano a poco a poco virando in direzione della Torre Dragospira, verso la quale Reshiram continuava a lanciare sguardi fugaci.
«Hai avvertito qualcosa?» chiese.
Per tutta risposta ottenne un ruggito di assenso, quindi gli concedette di atterrare nella zona erbosa adiacente alla costruzione.
Attraversò in fretta il ponte sull’acqua che conduceva all’ingresso della Torre, ed entrò. La temperatura all’interno era nettamente inferiore rispetto all’esterno, forse a causa dell’acqua presente nell’ingresso e dei venti che spiravano dai piani più alti. Touko pensò che anche Unima in fondo aveva i suoi luoghi misteriosi, affascinanti e pieni di leggende.
Salì le scale e si districò tra le macerie per giungere alla lunghissima chiocciola che l’avrebbe portata in cima, ricordando con nostalgia i percorsi articolati che piano per piano bisognava attraversare nella salita. Ricordò anche la prima volta che si era avventurata lì: le scalinate non finivano mai, e l’ultimo piano sembrava sempre troppo lontano per essere raggiunto da un essere umano comune... ma alla fine ce l’aveva fatta, ed era stata una soddisfazione enorme.
Ora come allora, si affaticava di più man mano che saliva, pur procedendo più speditamente, rimuginando su quanto le aveva fatto intendere Reshiram: per disobbedirle e insistere nel fermasi lì, ci doveva essere qualcosa di molto importante che voleva che vedesse. Possibile che...?
Touko scosse la testa, avrebbe pensato a ciò che l’attendeva alla meta quando l’avrebbe raggiunta, era inutile vagare con la mente quando il percorso da affrontare era ancora lungo ed impegnativo.
  Giunta al quarto piano –o era il quinto? Ormai aveva perso il conto- intravide quella che ricordava essere l’ultima scalinata prima della cima della Torre Dragospira. Si fermò per un momento a riprendere fiato, ma Reshiram nella sua Pokéball era inquieto, lo avvertiva chiaramente.
La ragazza intuì che era un forte invito a procedere, dunque lo fece.
Arrivata ai piedi della rampa, fece un grosso e lungo respiro, cercando di prepararsi a quello che evidentemente l‘aspettava all’ultimo piano.
Ma la sorpresa fu troppo grande perché Touko potesse davvero essere preparata: N, visiera del cappellino calata sugli occhi, la stava attendendo al fianco del suo Zekrom.
«Touko».
«N... come facevi a sapere...?»
«Zekrom mi ha avvertito che ti stavi dirigendo da questa parte».
Ritrovarsi di nuovo davanti a lui fu un’emozione talmente grande che la ragazza non riuscì a dire nient’altro. I due si guardavano dalle estremità opposte della grande sala dai muri diroccati e dal tetto crollato per metà, e nessuno dei due disse nulla per molto tempo.
Touko riusciva a pensare solo a come avrebbe dovuto comportarsi, perché ora che era arrivata a quel punto in testa aveva soltanto una gran confusione. Sembrava tutto uguale allo scontro di due anni prima: loro, uno scenario da favola, due Pokémon leggendari.
  Eppure N era cambiato. Lo avvertiva, lo capiva dai modi di fare, dall’atteggiamento che aveva assunto quando lei era comparsa dalle scale.
Poi osservandolo finalmente meglio capì che c’era qualcosa che non andava: tutti i giocattoli che erano soliti ornargli i polsi e il collo erano spariti, come pure il cubo che teneva attaccato alla cintura, ma la cosa più inquietante era...
«N, cos’è quella divisa del Team Plasma?»
Lo chiese in un soffio, quasi avesse timore di esprimersi, tanto grande era il suo stupore.
«È una storia lunga, che tra poco ti racconterò, ma prima vorrei che facessi uscire Reshiram dalla sua Sfera: è da quando sei entrata che smania per venire fuori».
Touko fece come le veniva detto, notando che il modo di parlare veloce ma pacato di N si era mantenuto nonostante il tempo. Una volta fuori, Reshiram ruggì possente in direzione di Zekrom, che ricambiò.
La ragazza fece qualche passo in direzione del giovane:
«Ora, per favore, dammi una spiegazione».
N sorrise, prima di iniziare a parlare:
«Prima di tutto, voglio che tu sappia che non ho dimenticato quanto è accaduto due anni fa. Ho fatto esattamente quello che mi sembrava giusto: ho viaggiato, in lungo e in largo, esplorando di volta in volta regioni e città nuove. All’inizio ero entusiasta: ovunque ogni bambino veniva istruito fin da piccolo ad avere a che fare con i Pokémon e a stare a contatto con loro, ovunque giovani pieni di sogni e speranze partivano per compiere il loro viaggio, esattamente come avete fatto tu e i tuoi amici. Ovunque pareva regnare l’armonia tra uomini e Pokémon, al punto che spesso mi sono chiesto se davvero non fosse la mia visione del mondo ad essere limitata e chiusa».
«Però» continuò, serrando stretti i pugni «più mi addentravo nella storia locale, e più vicende oscure e affari loschi venivano alla luce. In alcuni luoghi si avvertivano le tracce di una minaccia passata, in altri quelle di un pericolo presente e imminente».
I suoi occhi si fecero tristi, ma al contempo traspariva la rabbia che lo stava animando: Touko non l’aveva mai avvertita così forte prima.
«La regione di Hoenn, per esempio».
Alzò lo sguardo per puntarlo dritto negli occhi azzurri della ragazza, scuotendola nel profondo.
«Le azioni scellerate di due uomini e delle rispettive organizzazioni hanno lasciato dei segni profondi nel territorio, ritrovabili ovunque, nonostante siano passati anni. Alcuni Pokémon sono ancora turbati dalla grande disgrazia che colpì la regione, non riescono ad acquietarsi... è stato devastante».
Touko si avvicinò ulteriormente ad N, senza abbassare lo sguardo di un millimetro.
«Ed è per questo che sei tornato?»
«Sì. Più viaggiavo e più mi rendevo conto che non c’è limite al male che gli uomini possono procurare a loro stessi e soprattutto ai Pokémon. Sono arrivato a domandarmi che cosa potessi fare per perseguire i miei ideali di un mondo dove tutti i nostri amici possano vivere in pace e in armonia... e la risposta è stata ovvia».
Touko non voleva credere alle parole di N. Era semplicemente assurdo che proprio lui, ben consapevole dei crimini che il Team Plasma aveva perpetrato, volesse tornare sui propri passi.
«E quindi» aggiunse in tono di sfida «ti è sembrato giusto riunirti al Team Plasma. Ti è sembrato giusto dare di nuovo una mano alle stesse persone che due anni fa ti hanno ingannato e usato. Quelle persone sfruttano i Pokémon per i loro scopi, non vogliono la pace, vogliono il dominio assoluto ed indiscusso: possibile che te lo sia già dimenticato?!»
La sua voce uscì roca e disperata, a stento la ragazza si trattenne dal piangere: quello non poteva essere N e tutta questa storia non poteva essere vera. Doveva per forza trattarsi di un sogno, solo un sogno, un brutto sogno.
«Non ho dimenticato» le rispose N, risoluto.
«Non ho fatto evadere mio padre di prigione perché voglio aiutarlo. Non sono tornato nel Team Plasma perché sono d’accordo con loro. Sono tutti uomini meschini che non meritano la libertà che hanno».
«Però...in che altro modo avrei potuto realizzare i miei ideali? Con che mezzi avrei mai potuto fare da solo quel che loro stanno facendo adesso? Non gli permetterò di rendere uomini e Pokémon schiavi, ma ne ho bisogno se voglio assumere il potere necessario a liberare i miei amici».
Touko poteva leggere chiaramente nel suo sguardo il fardello di tutte le bugie che aveva dovuto raccontare per arrivare fin lì, di tutte le azioni meschine e falsità che, ancora una volta, si era ritrovato costretto a compiere. Non poteva biasimarlo per star cercando di realizzare la sua massima aspirazione, ma questo... questo era davvero troppo da sopportare per lei.
«Insomma, ora che farai? Espanderai la glaciazione lungo tutta Unima prima di attuare il tuo piano?»
«Sì. Ho scoperto che molte delle reclute mi sono ancora fedeli nonostante tutto, e non concordano appieno con i progetti di mio padre: se c’è una cosa che mi ha insegnato è che il fine giustifica i mezzi, viaggiando credo di averlo capito con più chiarezza. So che la maggior parte delle persone tratta con amore i propri Pokémon, ma se per il benestare di tutti devo passare sopra anche a queste persone, ebbene sono disposto a farlo».
Un discorso da oratore che Touko non avrebbe mai voluto udire. Anche se con un intento più nobile, N si era trasformato esattamente in ciò che voleva suo padre: un sovrano acclamato e risoluto, pronto a tutto pur di realizzare il suo scopo e dominare sulle masse.
«Sei diventato uguale a Ghecis» sibilò la ragazza stringendo i denti.
«No, non come lui» sentenziò il giovane con disprezzo «lui rimane un pazzo e una persona meschina che ha in mente solo una cosa: il dominio. Io sono sicuro di poterlo superare, in quanto aspiro ad un mondo –anzi a due mondi- dove tutti possano vivere in pace e in serenità».
Con convinzione N pronunciava quelle parole, era avvolto da un’aura quasi regale, confermando l’impressione e i timori di Touko.
Perché, si chiedeva la ragazza, perché mai quel ragazzo ingenuo e gentile è cambiato a tal punto da diventare un aspirante tiranno? Perché è diventato uguale alle persone che tanto criticava e disprezzava?
N, probabilmente divenuto più pratico anche di emozioni umane, dovette intuire quali fossero i pensieri della sua interlocutrice. Ridusse ancor più la distanza che li separava, ma in quel momento il suo Interpoké emise due brevi squilli.
«Sembra che ci sia bisogno di me altrove» sentenziò sorridendo gentilmente. Lo stesso identico sorriso che Touko ricordava, su una persona completamente diversa... faceva male.
«Posso capire che tu non sia d’accordo con me, Touko» disse quando furono a meno di due passi di distanza «come del resto sembra che non lo sia Reshiram» aggiunse ad un ruggito di quest’ultimo «ma sappi che se per andare avanti dovrò affrontarti nuovamente, sono disposto a farlo».
Le prese una ciocca di capelli ricci tra le mani, intrecciando ancora una volta i loro sguardi.
«I due Eroi della leggenda pronti a fronteggiarsi ancora: Zekrom e Reshiram, il bianco e il nero, la verità e gli ideali. Tutto alla fine ritorna, ancora e ancora, come se fosse un ciclo infinito. Affascinante, non trovi?».
Si voltò e salì in groppa al suo Pokémon, prima di levarsi verso il celo le fece un cenno di saluto con la mano.
Rimasta sola, Touko cedette finalmente al peso degli venti, crollando sulle ginocchia: tutto si era aspettata, fuorché una nuova sfida. Il Pokémon drago bianco si avvicinò a lei, volgendo lo sguardo alla figura nera ormai lontana: ancora una volta, i due si ritrovavano ad essere rivali.
Qualche lacrima sottile prese a scorrere lungo le guance della giovane Allenatrice, spaesata e confusa di fronte alla grande responsabilità che l’attendeva: se un Eroe era tornato, l’Eroina non avrebbe certo potuto starsene a guardare.
«Reshiram, io cosa dovrei fare in tutto questo?» chiese, quasi implorando di riceve un aiuto.
Il Pokémon però non poté far altro che guardarla con aria interrogativa: non è che avesse le idee più chiare delle sue.
Di fronte a quella risposta, Touko si sconfortò ancora di più: sapeva che la sua posizione sarebbe stata fondamentale nello svolgersi degli eventi,e d’altra parte una specie di guerra civile ad Unima non era qualcosa da cui poteva scappare tanto facilmente.
Non si sarebbe mai aspettata un cambiamento tanto drastico da parte di N, però ormai i giochi erano fatti, e starsene lì a piangere cominciava a sembrarle abbastanza inutile.
Non sapeva ancora con precisione quel che avrebbe fatto da quel momento in poi, ma sentiva che la sua mente stava iniziando a ragionare con più chiarezza. Abbandonare Unima una seconda volta sarebbe stato da codarda, e Touko odiava dare forfait. Affrontare direttamente N sembrava impossibile, almeno nella misura in cui aveva il Team Plasma a fornirgli una protezione.
La ragazza decise che la scelta migliore e più saggia al momento pareva quella di aiutare Komor, Ross e chiunque stesse ostacolando Ghecis: in fondo, se il suo piano falliva, anche N si sarebbe trovato in difficoltà con il proprio.
Una cosa però era certa: non avrebbe permesso a N di fare quello che voleva rinnegando la persona che era prima, in un modo o nell’altro sperava di riuscire a farlo ragionare.
«Io ti sfido, N Harmonia!» dichiarò secondo l’antica usanza di Kanto, come se stesse per affrontare una sfida in Palestra.
«Reshiram, preparati: si va alla Fossa Gigante» ordinò al Pokémon, che ruggì in risposta.
«Sempre che tu mi voglia ancora come Allenatrice» aggiunse esitando, ma ormai l’intento del Pokémon era chiaro.
Felice per questa scelta, Touko montò in groppa al drago bianco, con un unico pensiero in mente: non sottovalutarmi, N.
Dunque si alzò in volo anche lei.

 
 
 
 
  
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