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Autore: lady dreamer    08/05/2014    3 recensioni
Lo sai che questa volta è diverso.
Mary. La sposerà.
E tu resterai solo.
Devi parlargli.
Non puoi aspettare il giorno del matrimonio...
Non vuoi lasciarlo andare via...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Quasi tutti, Sherlock Holmes, Victor Trevor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dell’amore e di altri crimini
Capitolo IV
 
 
- Mary, oggi è successa una cosa assurda - le dici, tornando a casa per cena. E appena prendi consapevolezza di aver iniziato il discorso che hai iniziato, vorresti tanto poter tornare indietro, riavvolgere il nastro e non dirle niente. Ma ormai…
 
Lei fa capolino in salotto, asciugandosi le mani su di uno strofinaccio:- Ah, si? Cosa?
 
- Sherlock… - esordisci.
 
- Ah beh, era prevedibile che c’entrasse lui… - dice, dopo averti baciato sulla bocca. Radiosa, ingenua, come sempre. Lei una cosa del genere di certo non se la sarebbe mai aspettata. Non che tu avresti potuto prevederlo, però…
 
- Sherlock si è innamorato… - dici, sedendoti in cucina.
 
- Sherlock? - fa Mary, armeggiando ai fornelli, per poi girarsi dopo aver aggiunto una manciata di sale in una padella in cui cucina qualcosa che, indipendentemente dalla sua bontà, tu non avrai voglia di mangiare.
 - E di chi? - aggiunge, incredula.
 
 Ti studi la punta delle scarpe, prima di alzare nuovamente gli occhi a Mary.
Ma continui a tacere.
 
- Si tratta di Molly? - ti chiede, aprendo la credenza per prendere i piatti.
 
Scuoti la testa, amareggiato. - No, non è una donna.
 
Mary si volta, ti guarda negli occhi, si prende un attimo prima di chiedere:
 
- Sherlock è gay?
 
Alzi le spalle. - Sì.
 
- Ah. - e poggia i piatti sul tavolo - E di chi si tratta?
 
Studi per un attimo la tovaglia a righe bianche e blu su cui Mary sta apparecchiando e sussurri, non sai se a te stesso o a lei: - Non ci posso ancora credere…
 
- No, dimmi che non è Lestrade… - ipotizza, accennando un sorriso.
 
- No, non è Greg, ci mancherebbe altro… - ti affretti a replicare, pensando che se tutta questa storia non ti riguardasse ci sarebbe da ridere.
 
- Ma chi è allora? - insiste Mary, ormai seduta di fronte a te a tavola.
 
Sospirando, ammetti: - Victor Trevon.
 
- E chi è?
 
- Vorrei tanto saperlo.
 
***
 
Dai la buonanotte a Mary e ti rigiri dall’altra parte del letto. Sono passati esattamente quattro mesi e quattro giorni da quando Sherlock ti ha ammesso di essere innamorato di te, due mesi e venti giorni da quando hai concordato con Sherlock che sarebbe stato meglio per entrambi che tu andassi a vivere da Mary, due mesi e diciotto giorni da quando ci sei andato a vivere davvero, sei ore e mezza da quando hai scoperto che a Baker Street c’è un nuovo, ingombrante inquilino.
 
Sei ore e mezza da quando hai detto addio alla tua sanità mentale.
 
***
 
- Ho deciso di convivere con Victor. - ti dice Sherlock, con la sua consueta nonchalance, dopo aver finito di ispezionare un cadavere ed esposto con l’altrettanto solita saccenteria a Lestrade e ad Anderson tutte le sue opinioni a riguardo, senza esimersi di far notare come le loro supposizioni fossero assolutamente infondate.
 
Tu, con la mente ancora occupata dal volto sfigurato del cadavere e le facce sbigottite degli agenti di Scotland Yard, cogli quello che Sherlock dice, ma ti crogioli nella speranza di non aver capito bene.
 
 - Eh? Cosa? - domandi, mentre lasciate l’appartamento.
 
Sherlock ripete, con il tono di un maestro che rispiega ad un alunno distratto, né più né meno :
- Victor si trasferisce oggi al 221 B di Baker Street.
 
Ti frullano in testa troppe domande, ma non puoi esimerti dal porre quella principale, che più di tutte lampeggia luminosa nel tuo cervello: - Ma chi è Victor?
 
- Victor Trevon, ti avrò sicuramente già parlato di lui, andavamo al college insieme. - e spiega l’ovvio, sornione, con le mani in tasca, mentre continua a camminare al tuo fianco.
 
 - Beh - devi ammettere che la cosa non è poi strana - hai fatto bene a trovare qualcuno con cui dividere l’affitto…
 
Sherlock volta lo sguardo a spiegarti:- Non divideremo solo l’affitto…
 
E nei suoi occhi intravedi un velo di malizia che prima non c’era mai stato. Ma fingi di non vederlo, sperando che il dubbio che inizia confusamente a prendere corpo nella tua testa venga smentito con forza.
 
- Beh certo, anche le spese per le bollette, eccetera… - borbotti, a bassa voce.
 
- Io e Victor stiamo insieme, John.
 
- Eh? - questa non è la smentita che ti aspettavi.
 
- Stiamo insieme. Si chiama relazione erotico sentimentale.
 
- Che cosa? - non puoi capacitarti che Sherlock…
 
Lo scruti attentamente, sperando che sia tutto un enorme fraintendimento.
 
E Sherlock, per fugare ogni dubbio, gettandoti inspiegabilmente nell’angoscia, ammette, iniziando a spazientirsi della tua reazione: - Ci vado a letto, ma penso che non sia solo attrazione fisica.
 
- Ah. - ti limiti a sussurrare.
 
- Qualche problema?
 
- No, figurati - deglutisci a vuoto, hai la salivazione azzerata - Sei libero di fare quel che vuoi del tuo cuore e… - combatti per non abbassare lo sguardo - beh, di tutto il resto.
 
Sherlock continua a camminare, guardando nuovamente dritto davanti a sé. - Naturalmente.
 
- Naturalmente. - ripeti.
 
***
 
 
E niente ti sembra meno naturale di questo.
Sherlock e questo Victor.
 
Victor Trevon, già il nome non ti piace.
Lui, a Baker Street, a casa tua, in camera tua.
O peggio in camera “sua”. Di Sherlock.
Scuoti il capo per scacciare pensieri inquietantemente realistici.
 
Ti volti verso Mary.
Non provi alcun desiderio di fare l’amore con lei.
Non sai perché.
Forse è lo shock.
Si, è sicuramente lo shock di immaginare Sherlock e questo Trevon in un groviglio di corpi sudati ed ebbri di piacere, a casa tua. Con la signora Hudson che a causa loro non riuscirà a dormire.
 
Ma in fondo, a te non dovrebbe interessare.
Tu sei felice e contento, vivi con Mary, hai un lavoro che ti piace, continui ad aiutare Sherlock nelle indagini, va tutto bene.
 
Andava tutto bene.
Adesso c’è Victor.
 
Non c’è niente che vada bene, in realtà.
Il lavoro al Barts lo mal sopporti, i casi per cui Sherlock ti chiede aiuto non sono molti, le occasioni in cui lo vedi non per i casi sono ridottissime, non riesci a smettere di pensare al 221 B di Baker Street come casa tua e l’appartamento di Mary come l’appartamento di Mary.
Ed è tutto dannatamente inquietante.
 
Non ti sembra di avere in mano le redini della tua vita.
Va da sola, dove vuole.
E tu cerchi di starle dietro, a fatica ci riesci, per certi versi, ogni tanto.
È tutto un macello. E non sai spiegarti perché.
E non vuoi spiegarti perché.
 
****
 
Hai detto a John che Victor viene a vivere con te.
Gli hai visto in faccia un’espressione incredula, stupita… sconvolta.
Forse non avresti dovuto dirglielo. Non così.
 
****
 
John, tutto bene? SH
 
Perché sei ancora sveglio?
 
Poi aggiungi: Non rispondere. Non lo voglio sapere.
 
Non è quello che pensi. Sto facendo un esperimento. SH
 
E Victor?
 
Dorme. Sono le due del mattino. SH
 
Come sapevi che non dormivo?
 
Lo immaginavo. Quando mi hai detto che eri innamorato di Mary io non ho dormito. SH
 
Poi aggiunge: Scusa, in effetti era un po’ diverso. SH
 
Non è che non dormo per te e Victor. Ho tanti pensieri in testa.
 
Tipo? SH
 
Ma niente. Problemi a lavoro.
 
Problemi con Mary. SH
 
No.
 
Sì. Non mi hai mai risposto ad un messaggio a quest’ora. SH
 
Non ha mai avuto senso mandarci messaggi a quest’ora, fino a due mesi fa vivevamo insieme. Ti bastava bussare alla porta.
 
Ti manca Baker Street? SH
 
Un po’. Mi devo ancora abituare. Che esperimento fai?
 
Non lo vuoi sapere davvero, fidati. SH
 
Povera signora Hudson, non oso immaginare le condizioni pietose della cucina…
 
Non c’entra la cucina. SH
 
Non rispondi. Non sai più cosa dirgli.
 
Comunque da quando ho rincontrato Victor ho smesso di fumare. Ne sarai contento. SH
 
Certo. Per la tua salute.
 
A che pensi? SH
 
Di solito a te non servono queste domande, me lo leggi in faccia e basta.
 
Attraverso il cellulare non sono capace. SH
 
Penso che le nostre vite sono cambiate in così poco tempo.
 
È vero. Sono cambiate. SH
 
Adesso ti aiuterà Victor con le indagini?
 
No. Come aiutante e blogger sei insostituibile. SH
 
Sospiri prima di rendertene conto.
 
Domani ho la giornata libera…
 
Lo so. SH
 
Se hai un caso chiamami.
 
Non dovevi accompagnare Mary a fare spese? SH
 
Merda. È vero. Ma non ci pensi proprio a buttare via il tempo così, vuoi indietro un po’ di quell’adrenalina in circolo che prima era il tuo pane quotidiano.
 
No, ci va con le amiche.
 
Ok. Speriamo che succeda qualcosa allora. SH
 
 
- John, che fai? - ti domanda Mary, con la voce impastata di sonno, notando, nel girarsi dalla tua parte, che hai il cellulare in mano.
 
- Niente, amore, controllavo l’ora, dormi. - la rassicuri, vergognandoti come un ladro.
 
 
Aspetto notizie. Buonanotte.
 
Buonanotte John. SH
 
 
E vorresti tanto sentire il suono della sua voce, la porta della stanza cigolare perché viene richiusa alle tue o sue spalle, l’assenza di rumori, la quiete, la vostra concitata quiete di Baker Street.
Quiete buttata nel secchio.
 
Sono solo autosuggestioni.
Pensieri assonnati e confusi.
Senza valore.
Dormi, John, il sonno forse spazzerà via queste idee che mal sopporti.
Forse.
 
****
 
- Sherlock, ma sei sveglio? - chiede Victor, dall’altra stanza, la luce sul suo comodino spenta da un pezzo.
 
- No, sto dormendo. - ironizzi.
 
- Dormi in salotto? - chiede.
 
- No, arrivo a letto…
 
 
Ti alzi dalla poltrona di John.
Il suo odore non c’è più sulla stoffa rossa.
Né sul cuscino ricamato dalla signora Hudson.
Spegni la luce.
 
Al buio lui c’è ancora.
Sulla sua poltrona.
Nel tuo cuore.
Ma non lo puoi ammettere.
 
Non dormirai stanotte.
 
 
 
Angolo autrice:
salve! Ed eccoci qui al quarto capitolo!
 
Esordisco ringraziando come sempre tutti quelli che seguono o hanno messo tra i preferiti la storia! e soprattutto chi ha recensito! Sono contenta che apprezziate!
 
Ma veniamo  al capitolo di oggi…
 
Che ne dite? Vi aspettavate la comparsa di Victor Trevon?
 
Specifico che dove trovate “****” non è per sbaglio, ne ho messi quattro per evidenziare il cambiamento di POV, visto che “***” l’avevo già messo per distaccare i vari momenti della giornata e il flashback, temevo di non essere sufficientemente chiara… e poi ho messo in corsivo sia il flashback che i messaggi che Sherlock e John si scambiano, spero di non aver creato confusione.
 
Per il resto, beh, aspetto i vostri commenti! Se volete…
 
Alla prossima :)
 
  
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