Avete presente
quando vi viene a mancare l’aria sott’acqua?
Ero a
casa, non stavo facendo nulla di particolare.
Ah, sì,
stavo leggendo. Un thriller.
E mi
ricordo anche l’ultima frase che ho letto, ora che ci penso, sì!
“Lei disse ‘Non stavo facendo nulla
di male!’”
E io
risposi perplessa: non conoscevo il numero che mi stava chiamando.
“Sì?”
“Emh, sì,
ciao… sono Andrea”.
“Andrea…
sai, che studio a Pisa… quello pugliese…”
L’avevo
riconosciuto.
Ma lui
terminò lo stesso quella sorta di identikit.
Ero
contenta di sentirlo.
Ero anche
disgustata.
“No, no,
figurati… Come stai, tutto bene?”
“Io sto
bene, sì…”
“Sì, sì,
Lucia sta bene, io pure…” mi rispose lui, sempre incerto nel parlare.
E
quell’accento non lo aiutava.
I suoi
discorsi mi sembravano una cantilena.
“Sì, in
effetti sì…”
Il suo
tono di voce si fece più sicuro.
Continuò,
con cautela.
“Ho
pensato di chiamarti, anche se non so quanto ti potrà interessare la cosa… era
giusto per fartelo sapere… si tratta di lui, sai…”
Senza
esitare, ribattei: “Vai avanti, Andrea. Ti ascolto, tranquillo”.
Mi stavo
facendo coraggio o cosa?
Lo
lasciai fare e sopportai quel silenzio che mi stava mettendo solo ansia
addosso.
Poi lo
disse.
Probabilmente,
avevo anche gli occhi spalancati in quel momento.
Morto.
Quella
parola aveva creato una eco spaventosa nella mia testa, ma non mi aveva
convinta.
Con i
miei occhi che avrebbero parlato per me.
“L’ha
ammazzato un pirata della strada mentre stava tornando a casa a piedi, dalla
facoltà… è successo l’altro ieri… era quasi sera…” rispose quel povero ragazzo.
Aveva la
voce rotta dal pianto e stava cercando disperatamente di trattenersi.
Io invece
non avevo proprio nulla da trattenere.
“L’hanno
ammazzato…” ripetei, quasi sussurrandola, quella frase. Gli occhi fissi davanti
a me, sul muro bianco.
“Sì…”
replicò lui “Si sono messi sulle sue tracce, dovrebbero riuscire a prenderlo… e
a farcelo marcire, in galera… scusami…”
Sentii i
suoi singhiozzi fare tenerezza al mio timpano.
Andrea si
ricompose e mi disse: “Sì, lo prenderanno. Perché non si può lasciare un
criminale così in giro, no no… che pezzo di merda, Silvia…”
Un lago
di sangue, che gli stava inzuppando i vestiti, i capelli.
Quei suoi
santissimi capelli.
Forte
fino all’ultimo.
Aveva
chiamato l’ambulanza da solo.
Determinato
e sofferente.
Nel suo
lago di sangue, tutto sporco e infetto.
Senza
speranza.
Non me ne
intendo per niente di medicina, non so in che cosa consiste precisamente
un’emorragia interna.
In quel
momento, mi venne in mente solo un’immagine.
Il sangue
che scoppiava all’interno del cervello di Christian, mandandolo in tilt.
Quella
roba rossa che usciva dalle vene spaccate e che invadeva ogni angolo delle sue
viscere.
Forse gli
è uscito anche dagli occhi.
Forse era
diventato tutto blu, o viola, o nero.
Avrà
strinto i pugni prima di morire?
Avrà
sentito dolore?
Avrà
creduto semplicemente di perdere conoscenza o si sarà reso conto che la vita lo
stava abbandonando?
Mi
riscossi e risposi balbettando: “Cos… sì,
sì, ci sono… è che… non so cosa
dire…
sono un po’ tanto… sconvolta, sì…”
“I
funerali ci saranno domani, dov’è nato… non è che vorresti venire?”
“Sarò
puntuale…”
“So
quanto male ti ha fatto…” ribadì lui, con tono comprensivo “Ma sarebbe meglio
se tu rispettassi al meglio il dolore di questo momento… E’ morto, Silvia…”
“E io
sono viva e sto bene, Andrea. Lo so. Stai tranquillo, so che un lutto va
rispettato e lo farò”.
Mi stupii
di nuovo di me stessa.
Una voce
così grata non l’avevo mai sentita.
“Allora…
ci vediamo domani…” mi ripeté.
“Sì, va
bene. Ci sarò. Ciao, Andrea. Cerca di stare su…”
“Anche
tu… Ciao…”
Tu.
Tu per il
quale io mi addosso colpe ancora oggi. Dopo anni.
Chiusi il
cellulare con uno scatto e lo appoggiai sul tavolo.
E
inopportuno.
Quasi mi
sembrò di vederli diventare più bianchi del solito.
Mi
reggevo a fatica a una sedia, espandendo la mia risata sguaiata, che ora stava
probabilmente giungendo anche alle orecchie del Padreterno, scandalizzatissimo.
Cos’era
quella risata impazzita, isterica, FELICE?
Avete presente
quando riemergete dall’acqua e respirate a pieni polmoni?