Inizio a correre per le strade londinesi,così senza una meta.

Ma perché? Perché lo aveva fatto?

Non riesco a darmi una risposta:di solito in queste situazioni mi aiutava lui,ma ora...

ORA LUI ERA LA CAUSA DELLA MIA CONFUSIONE.

I miei occhi,che fino a quel momento avevano lacrimato senza fermarsi mai,ora trattengono le lacrime,che si accumulano fino a velarmi completamente lo sguardo.

La testa incomincia a girarmi,il cuore accelera i battiti,la mia corsa rallenta fino a diventare una camminata a piccoli passi.

Le persone intorno a me diventano sfocate,tutte tranne una...un ragazzo...un ragazzo con i capelli neri e uno sguardo profondissimo.

“Serena!” sento urlare da lui per poi vederlo correre verso di me.

Un rumore alla mia destra distoglie la mia attenzione da lui e mi costringe a girarmi:una macchina sta correndo veloce verso di me.

Realizzo a fatica che sono in mezzo alla strada e che quell'auto non ha l'intenzione di fermarsi.

Voglio correre via ma il mio corpo sembra paralizzato.

Non ce la posso fare.

Le mie gambe cedono e mi accascio a terra.

Chiudo gli occhi e nella mia mente si fa spazio l'ultima cosa rassicurante e familiare che ho visto:la faccia di quel ragazzo.

Aspetta...

Familiare? Come potevo sentirlo familiare e rassicurante se non l'avevo mai visto prima?

Eppure mi sembrava di conoscerlo da sempre e di sapere tutto di lui.

Ma perché?

E poi sapeva il mio nome:e chi gliel'aveva detto?

Troppe domande in troppo poco tempo.

Però,i suoi occhi,il suo viso,lui...

Un urlo. Perdo i sensi.

***

Avevo sempre avuto un po' paura del buio,e ora più che mai.

Insomma,sfido chiunque a non essere impauriti a stare sperduti in un bosco senza sapere come uscirne,soli e al buio.

Inciampo per l'ennesima volta in una delle numerose radici che spuntano dal terreno e il mio lungo vestito,un tempo bianco,si impiglia in un cespuglio spinoso lì accanto.

Metto le mani avanti per non sbattere,lasciando cadere le scarpe che mi ero levata per il dolore ai piedi.

Non ricordo come sono entrata qui:uscita dal ballo della scuola io mi sono diretta verso casa,ma all'improvviso mi ero ritrovata lì.

Quindi,non sapevo come ero entrata ma neanche come uscirne. Perfetto!

È in questi casi che mi servirebbe un bel principe azzurro,ma non tipo quello delle fiabe,con la calzamaglia celeste e la voce da gay,ma un vero Principe azzurro,con la P maiuscola.

Qualche lacrima scende.

Come cavolo devo fare?

Ma un rumore attira la mia attenzione,dei passi anzi...Mi asciugo gli occhi con il dorso della mano e guardo nella direzione del rumore,da dove vedo sbucare un cavallo bianco e sopra un ragazzo,mi sembra...si,un Principe,un vero Principe.

Fa fermare il cavallo davanti a me e mi aiuta a salire.

Non riesco però a vedere il suo volto.

“principe,la ringrazio molto di avermi aiutata,ma ora posso vedere il suo volto,e magari sapere anche il suo nome?”

ma lui sempre girato e con il cappello a coprirgli la faccia mi risponde:

“non posso principessa,il mio compito è solo quello di portarla in salvo. Come l'ho fatta entrare la farò uscire”

“ma come?”...

***

Apro gli occhi e mi ritrovo sul letto della mia camera d'albergo.

Solo un sogno,uno strano sogno.

Mia madre è seduta accanto a me e mi guarda preoccupata.

“cos'è successo mamma?”

“ora calmati,poi ti racconto”

“no,voglio saperlo subito” dico quasi urlando

“va bene,va bene. Ti stavano quasi per investire,ma un ragazzo si è buttato su di te spostandoti e salvandoti la vita. Poi tu hai perso i sensi,e lui con il tuo cellulare ci ha rintracciati e ti ha riportata qui. È stato gentilissimo,un angelo,solo che non ci ha voluto né dire il suo nome,ne lasciarci il suo numero di telefono,anzi,ci ha anche chiesto di dimenticarci di lui. Ancora però non ne ho capito il motivo” conclude lei pensierosa.

“quando è successo?” domando io stupita cercando di ricordare.

“oggi a ora di pranzo,oggi quando sei arrivata a casa,ti sei un attimo ripresa,ma poi ti sei addormenta”

“non mi ricordo niente,mamma”dico fissando il vuoto davanti a me.

“tranquilla,ora vado a prepararti qualcosa di caldo da mangiare e vedrai che starai meglio e ti ricorderai tutto”

Mia madre si alza e va in cucina.

Io rimango per un attimo immobile,poi a fatica mi alzo pure io e vado alla finestra.

Sta scendendo la sera,saranno circa le otto e il cielo è stranamente limpido.

Faccio mente locale del motivo per cui sono a Londra e provo di nuovo a ricordarmi gli avvenimenti di quel giorno,ma niente.

Chissà chi era quel ragazzo?

E perché mi ha salvata?

Sento che c'è un motivo in più oltre all'animo gentile...insomma,ha rischiato la sua vita per me...