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Autore: Lucy_inthesky_withmagic    08/05/2014    0 recensioni
Questa è la prima storia che pubblico su internet,spero che leggendola qualcuno possa appassionarsi,anche perchè ci ho davvero messo il cuore nello scriverla.
Dal testo:
"Si allontanò e io mi sedetti su una panchina lì vicino,in attesa del suo arrivo.
"Ciao Juliet" esclamò una voce alle mie spalle.
Sussultai.
C'era troppo silenzio,e quella voce lo aveva spezzato troppo velocemente,cosa che mi aveva spaventato parecchio.
Mi voltai e lo guardai negli occhi.
Non erano castani misti al verde."
...spero di avervi incuriosito con questa breve descrizione...Buona Lettura e Grazie Mille!:)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Harrison, John Lennon, Nuovo personaggio, Paul McCartney, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Liverpool,9 ottobbre 1958 
-GEORGE****
Bussai freneticamente alla sua porta.
Dall'interno una voce mi incitò di andare via.
"Avanti Juliet,apri!" urlai.
"No,voglio stare sola George!" mi rispose testarda.
Era da tre giorni che si era rinchiusa lì dentro.
Mia madre e mio padre erano molto preoccupati anche perchè aveva saltato la scuola e non si degnava di voler uscire da 
quella camera.
Usciva soltanto per andare in bagno o "mangiare qualcosa" e poi faceva dietrofront e si chiudeva la porta alle spalle.
Sapevo che probabilmente stava piangendo a dirotto,ma non sapevo proprio come fare per rallegrarla un po'.
"Ho avuto un'idea" mi dissi tra me e me.
Chiamai Pete,uscimmo in cortile,ed indaffarato recuperai la scala che usavo per rientrare in casa quando arrivavo troppo tardi la sera.
La finestra della camera che occupava Juliet era sempre stata in po' difettosa e perciò non risultava difficile aprirL dall'esterno,bastava semplicemente una leggera pressione applicata sulla superficie liscia del vetro.
"Reggimi la scala Pete!".
Lui annuii e fece come gli avevo detto.
Mi arrampicai fino alla finestra e poi sbirciai attraverso il vetro.
Stava lì,sul letto,a faccia in giù e con addosso ancora i vestiti della sera prima.
"Lo uccido" pensai.
Feci pressione sul vetro e la finestra come al solito cigolò prima di aprirsi con uno scatto.
Lei si voltò.
"Ti avevo detto di voler restare da sola!" mi urlò arrabbiata.
"Lo so" risposi ed entrai completamente nella stanza.
Aspettava che dicessi qualcos'altro o che la sgridassi perchè non aveva seguito le mie raccomandazioni,ma non lo feci,anche perchè vederla in quello stato mi faceva provare un po' pena per lei.
"Come stai?" le chiesi retoricamente.
Era evidente che stava di merda.
"Perdonami George!" mi implorò lei.
Ero confuso.
"perdonarti di cosa?" le chiesi pieno di dubbi.
"Ti sto trattando malissimo,ingiustamente!" spiegò con la voce triste.
"Oh Juliet!Questa è l'ultima cosa a cui devi pensare ora!" le risposi.
"Dovrei andare alle prove ma...forse è il caso che rimango qui con te!Chiamo John e arrivo...ricordati che se non mi apri la porta entro dalla finestra" le dissi facendo l'occhiolino e mi alzai.
Lei accennò una risata ma mi trattenne per un braccio.
"No Geo,davvero,tra poco chiamo Mary per farla venire a farmi compagnia,tu vai alle prove..." 
"Sei sicura? Non è che è una balla per farmi togliere dai piedi?" insinuai.
"No,lo giuro" 
"Sarà ma preferisco chiamarla io".
Sospirò.
"tornerò prestissimo,lo prometto" giurai.
"Fai con calma Geo...ti voglio bene" mi disse.
"Anche io Juls" risposi ed uscii dalla stanza.
Mi incamminai velocemente verso casa di John.
Ero impaziente di vedere Paul,ma soprattutto non vedevo l'ora di urlargli contro.
Bussai alla porta più volte,fino a quando Stu venne ad aprirmi.
"Calma George,sono qui" mi disse confuso.
"John dov'è?" gli chiesi.
"Mi preoccupate tutti in questo posto,John è in salotto." mi informò.
Quando entrai nella stanza notai troppo silenzio.
John stava seduto con la chitarra in mano,Colin era in cucina e Paul era seduto tranquillo ad accordare il proprio strumento.
Nessuno si accorse della mia presenza,ma per quanto volessi evitarlo,avevo quattro cosette da dire a Paul.
"Paul".
"Si?" rispose lui senza nemmeno sollevare lo sguardo dalla chitarra.
"Dovrei parlarti in privato" continuai molto pacato.
"Puoi farlo dopo? non vedi che sono impegnato?" mi rispose impertinente.
"NO" urlai a quel punto.
John alzò la testa di scatto e Stu mi guardò allibito.
Solitamente ero quello che soffriva in silenzio e che si teneva le proprie opinioni per se,ma questa volta non sarei stato
zitto.
Paul mi guardò con uno sguardo interrogativo e così gli spiegai.
"Hai idea di in che stato sia tornata Juliet a casa giorni fa??" gli chiesi
John si alzò e mi affiancò.
Eravamo in piedi,mentre Paul era seduto con la testa sollevata e lo sguardo in fiamme.
Lo sovrastavamo e non avrebbe potuto scansare le nostre domande.
"Hai idea che ha pianto tutta la notte?" continuai
"e anche il pomeriggio" precisò John fissando intensamente Paul.
"Io non le ho detto nulla di che...è lei che si è arrabbiata ed è scappata" si giustificò.
"Non credo che avrebbe reagito così se fosse come dici tu!" intervenne John.
"Ma tu cosa ne saii??" urlò in tutta risposta Paul.
"E' tipico di te Paul" ribattè John.
"e ora proviamo prima che ti spacco la faccia anche il giorno del mio compleanno!" continuò.
"A proposito! Tanti Auguri John!" sorrisi
"Grazie Geo!" 
"E one,e two,e one two three four!" 

                                       ***
9 Ottobbre 1958,Liverpool
RACCONTA JULIET**
Stavo da schifo.
Fisicamente ma soprattutto emotivamente.
La mia mente vagava ovunque,lontana dalla realtà,ma tornava sempre lo stesso chiodo fisso,un bellissimo chiodo fisso di
nome James Paul McCartney.
"Ce la puoi fare Juliet,infondo non sei nè la prima,nè l'ultima persona a cui è successa una cosa del genere e poi è semplicemente una piccola lite,vedrai che si risolverà tutto!" mi dissi ad alta voce per autoconvincermi e scacciare i brutti pensieri.
Una piccola lite che però durava da tre giorni.
Tre giorni di completo silenzio.
Mi alzai velocemente e mi chiusi in bagno.
Infondo c'era una possibilità remota che non lo incontrassi alla festa che aveva organizzato Stu per John.
Ma chi volevo prendere in giro?
Era ovvio che l'avrei visto,e a quel punto avrei dovuto dimostrare tutto il mio autocontrollo.
Sospirai.
Il getto di acqua calda mi investì in un attimo,e tutto si rilassò intorno a me.
Restai più del dovuto sotto la doccia,ne sentivo il bisogno,come se l'acqua potesse lavare via tutte le mie paranoie.
Mi avvolsi l'asciugamano intorno al corpo ed uscii dal bagno.
Incontrai Pete nel corridoio che arrrossì e si mise automaticamente una mano davanti agli occhi.
"Perdonami Juliet! non sapevo che fossi qui e.." si scusò balbettando sempre più impacciato.
Risi.
"Non preoccuparti Pete,non è successo nulla!" gli spiegai.
Lui corse letteralmente via ancora con gli occhi chiusi,muovendosi alla cieca.
"Attento alle scale!" gli urlai.
Entrai nella mia camera che ancora ridevo.
Decisi che se avessi dovuto incontrare Paul,non avrei voluto che sapesse come stavo realmente dentro di me.
Perciò indossai un vestito che avevo portato dall'Italia solo per le grandi occasioni.
Mi guardai allo specchio,poi mi allontanai per osservare meglio la mia figura.
Realizzai che con quel bel vestito addosso sarei apparsa troppo "normale" rispetto a come mi sentivo davvero,perciò lo tolsi e lo adagiai con cura sul mio letto.
Indossai un paio di pantaloni ed una maglia del pigiama per evitare che qualcuno,entrando,avesse la stessa reazione di Peter di poco prima.
Qualcuno bussò alla porta.
"Juliet,sono io,posso entrare?" chiese George dall'altro lato della soglia.
"Entra" acconsentii io.
La porta si aprì cigolando e Geo entrò con cautela.
"Sei ancora in queste condizioni?" mi chiese esasperato spalancando gli occhi.
"Non ho idea di cosa indossare..." spiegai io.
Lui guardò prima me,poi il letto e poi di nuovo me.
"Quello mi sembra perfetto Juls" disse meravigliato quando notò il vestito di raso nero che era disteso sul letto.
"e se poi..." non mi fece finire perchè mi interruppe.
" "e se poi Paul mi vede e pensa che sto bene senza di lui?" è questo che volevi dire vero?" chiese anticipandomi.
Ma come aveva fatto? Nemmeno mia madre mi capiva così bene..
"Juls se ti vede radiosa come al solito penserà bene a cosa ha perso litigando con te" mi spiegò.
Mi aveva convinto,infondo aveva ragione,era stato Paul a trattarmi male per primo ed era giusto che non sembrassi troppo
dipendente da lui.
"Sono pronta tra un attimo" annunciai.
Lui sorrise contento ed uscì dalla stanza ridendo.
  
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