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Autore: RoloChan105    08/05/2014    8 recensioni
-Magnifiche-Mormorò riempiendosi nuovamente il bicchiere-Splendide donne, dai lunghi capelli e dal carnato chiaro, come statue d' alabastro...- Si avvicinò il bicchiere alle labbra secche, rimanendo in attesa.-Sono scaltre, hanno una voce meravigliosa e sono dei mostri.- Si concesse di bere un goccio.
-Mostri?-Ripetè il verde sconcertato. Non aveva appena detto che erano meravigliose? Perchè adesso li definiva così?
-Oh, ragazzo mio, sono delle vere cagne quelle.-Prese un bicchiere e lo adagiò davanti a Zoro.- Sembrano donne splendide che solo nella fantasia si è in grado di trovare, ma le ho viste con i miei occhi.-Strizzò i bulbi oculari riempiendo il bicchiere al mozzo.- Le ho viste distruggere una nave...-
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Turn Loose the Mermaids




Brano 8


La sua scelta era stata semplice.

Non aveva faticato più del dovuto a decidere cosa seguire: se il buon senso o la sua innata curiosità.

Con decisione, si era spinta vicina a quell'umano restando meravigliata man mano che ne scopriva le fattezze.

La pelle, a differenza della sua, era più scura e il fisico certamente più grosso. Quelli della sua specie avevano grosse spalle ottenute per mezzo del nuoto, mentre lui sembrava più slanciato ma non meno imponente.

La schiena era un completo disastro però.

La sabbia attorno a lui era rossa formando una piccola pozza di sangue. Non era un buon segno.

I capelli verdi posati sulla sabbia, le facevano tornare in mente quelle piccole alghe di nome Marimo depositate sui fondali del mare.

Con un enorme sospiro, si lasciò andare ad una sonora imprecazione.

Quell'umano era lì, a pochi metri da lei e per sua sfortuna, non poteva abbandonare il mare. Farlo equivaleva a troppi rischi.

Con un imprecazione, posò le mani sulla sabbia grezza della riva cercando di scorgere qualcosa di più di quell'uomo.

Chissà come era il suo volto...

Un leggero rossore le imporporò le guance immaginandosi un volto bello come quello dei principi della reggia. Nuovamente, osservò il profilo dell'uomo e sospirante, si maledì per l'ennesima volta.

Non avrebbe dovuto essere così scontrosa con quell'umano, un uomo che poi si era dimostrato esattamente come aveva immaginato.

Li aveva avvertiti del pericoli, tutti, mettendo così a repentaglio la sua vita.

E pensare che l'aveva definita anche bella...




Caldo.

Troppo caldo.

Non ne poteva più.

A complicare il tutto, c'era quella fame tremenda che sentiva e pativa da giorni.

Il suo stomaco non sembrava dargli pace, strappandolo dal suo sonno ristoratore. Aveva sperato che dormire un poco avrebbe giovato alla sua salute, ma appena smosse le braccia, il dolore sembrò triplicarsi.

Nuovamente il suo stomaco brontolò e digrignando forte i denti, cacciò fuori una sonora imprecazione.

Stupido stomaco.

Stupido Teach.

E stupido se stesso.

Con un grugnito, cercò di sollevarsi a sedere e quell'azione, gli provocò un forte mal di testa. Oltre alla febbre, alla fame e alla debolezza, mancava solo quello.

Con dolore, chiuse gli occhi non accorgendosi della graziosa di sirena davanti a se, rimuginando un ulteriore volta sul proprio destino.

Per quanto ancora sarebbe sopravvissuto?

Ore? Giorni?

Sicuramente poco.

Il rumore del mare però, con il suo sciabordare lento e costante, bagnava i suoi vestiti rinfrescando la sua pelle bruciante. Sarebbe stato quello il suo unico sollievo?

Stanco, posò una mano sulla sabbia e imprecò sonoramente non appena sprofondò nella pozza di sangue da lui creata. Appena ritirò la mano trovandola completamente rossa, socchiuse pericolosamente gli occhi, osservandola stizzito. La sfortuna nelle sfortune.

Impegnato a rimuginare su quanto fosse insensato e controproducente sciacquarsi la mano in mare, un verso strozzato giunse alle sue orecchie.

Preoccupato che potesse essere un membro della ciurma di Teach, sollevò prontamente lo sguardo e rimase senza parole nel vedere davanti a se la magnifica sirena che giorni prima aveva sognato.

Che Dio l'aiutasse...era meravigliosa.

Alla luce del sole era ancora più bella.

I suoi folti capelli rossi le ricadevano leggiadri sulle spalle e le labbra, esattamente come si era più volte immaginato, erano rosso ciliegia.

Nel dischiudere le labbra, si ricordò di respirare e lentamente, iniziò a chiedersi se fosse reale o meno.

Era decisamente troppo bello per essere vero, che lei fosse vera.

Adagio, scivolò con lo sguardo verso la sua coda e gli si mozzò per l'ennesima volta il respiro nell'osservare le magnifiche sfumature rosse che possedeva. Non era solo bella, ma era incantevole.

I racconti descritti nel diario di Koby, poca cosa gli sembrarono in confronto alla realtà.

Quella visione era senza dubbio migliore e mai avrebbe potuto descriverla o raffigurarla.

-No...-La sentì mormorare agitata. Con sguardo basso, cercò di tornare verso il mare ma fulmineo, le afferrò il braccio.

Non poteva andarsene.

Non ora. Non ora che l'aveva finalmente ritrovata.

Aveva fatto qualcosa di sbagliato? Osservarla con quella faccia da ebete era da considerarsi un offesa?

-No. Ti prego!-La scongiurò cercando di rendere la presa al polso più consistente.-Non andare via...-




Una supplica, non una richiesta e nemmeno un ordine.

La sua voce era stanca, sofferta ovviamente per le ferite lancinanti che provava, ma vederla andare via le procurava dolore.

Per quanto fosse affascinata dagli umani, non poteva rimanere. Le sue sorelle, così come le sue amiche, erano state rimproverate severamente per la bravata commessa quella notte e lei, sarebbe stata giustamente punita se si fosse saputo che aveva disobbedito agli ordini di Re Nettuno.

-Resta...-La pregò con la sua voce roca.-Non...non ti farò niente.-

Sorpresa, spalancò gli occhi per quell'ammissione.

Sinceramente, non aveva pensato che lui potesse farle del male e non aveva provato in quella vicinanza sensazioni sgradevoli.

Poco.

Non poteva rimanere così tanto. Altri cinque minuti e poi gli avrebbe detto addio.

-Va bene...-Liberò la voce concedendo a quell'uomo quella strana richiesta. Esattamente come si era immaginata, il suo volto era bello, forse anche più dei principi. Le piaceva il taglio dei suoi occhi, il naso dritto e fiero e quelle labbra così piene e seducenti.

Il colore dei suoi occhi poi, erano proprio strani. Non aveva mai visto quella spettacolare sfumatura di nero ed esattamente come lui, si concesse il tempo per osservarlo e di perdersi in quei tratti così familiari.


   
 
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