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Autore: With H    08/05/2014    0 recensioni
Una giovane cantante internazionale si concede una serata da ragazza normale, con le sue ansie, i suoi ricordi e tutto il resto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Osservo il mio riflesso allo specchio, la mia immagine è talmente famosa che potrebbe anche non essere affatto il mio riflesso, ma un ennesimo cartellone. O qualcosa del genere.
Mi adagio su questa comoda poltrona che assomiglia a quelle dei registi e continuo a guardare la me nel vetro contornato da luci, degno di una vera star. Mi scappa un sorriso e all’angolo sinistro della mia bocca si forma una fossetta, l’ho sempre avuta e mi piace molto, mi dà un che di interessante e anche malizioso, come quando da piccola avevo fatto qualche guaio e sorridevo cercando di nasconderlo ai miei.
Sono cambiata parecchio comunque, soprattutto negli ultimi cinque anni. Sono una star, davvero. Non ricordo bene come sia successo, ho sempre cantato e poi semplicemente una volta l’avevo fatto con le mie amiche in un locale nella piccola città dove sono nata; era una normalissima serata karaoke, festeggiavo il sedicesimo compleanno di una mia amica; per i miei sedici anni, invece, avrei dovuto aspettare ancora qualche mese, sono sempre stata la più piccola. In realtà non ricordo nemmeno che cosa ho canto quella sera. So solo che qualcuno fece un video che è poi finito nelle mani giuste. Fatto sta che circa un mese dopo, i miei genitori furono contattati da un produttore discografico e, a pochi giorni dai miei sedici anni, il mio primo video passava di continuo su tutti i canali di musica.
C’è chi aspetta i sedici anni per la patente, io invece ero appena diventata il fenomeno del momento.
A diciassette anni ho fatto un tour mondiale ed ora, dopo cinque anni, mi sembra che per tutto questo tempo sia stata una trottola. Sono felice di come sia andata la mia vita, amo cantare e non avrei potuto desiderare di meglio, ma a volte mi manca una vita normale.
Il mio staff di bellezza si avvicina a me. A ventun’anni ho un hair stylist ed un paio di make up artist che mi seguono praticamente dovunque come se fossi Cenerentola e loro i topini; non presto attenzione a quello che fanno, ho dato chiare indicazioni riguardo al look che voglio stasera e so che nessuno potrebbe accontentarmi più di loro, mi fido ciecamente. 
Ma i miei occhi restano fissi sullo specchio. Mi chiedo quanto ci sia ancora della ragazzina che cinque anni fa cantava al karaoke per il compleanno di una sua amica. In questi anni ho cambiato più look di quanti avrei voluto, a volte era la casa discografica a suggerirmi un cambiamento, poi ho iniziato a prenderci la mano: mi sono presentata al pubblico con i capelli lisci, la frangetta ed un adorabile colore tra il castano chiaro e il dorato, sei mesi dopo quella serata karaoke, la maggior parte delle mie amiche stentava a riconoscermi; poi ho portato il caschetto alla francese mantenendo la frangetta, quando poi mi sono ricresciuti i capelli, ho iniziato a portarli ondulati, prima con le ciocche colorate su una base che era diventata quasi nera, per poi diventare totalmente bruna e infine rossa. Non ho mai esagerato comunque. Ho avuto alcuni disguidi con il mio manager ma su una cosa abbiamo sempre concordato: io sono una ragazza semplice e, qualsiasi cambiamento, avrebbe comunque rispettato quella che ero. Quella che sono. Ad ogni modo, per ogni look, ho sempre visto le ragazzine in giro per le città in cui mi trovavo, cambiare seguendo il mio ritmo ed imitandomi in maniera sorprendente. 
Ero in vacanza in Europa quando è successo la prima volta, nessuno sapeva che ero lì, avevo fatto in modo di creare “false piste” per i paparazzi, avevo addirittura usato nomi d’arte ed il giorno prima della partenza era arrivata a casa mia una mia amica. Allora avevamo più o meno la stessa statura, anche se lei era meno formosa, ma tentai comunque il suo piano che alla fine si rivelò geniale: lei aveva i capelli rosso naturale e mossi che le arrivavano fino alle spalle, portava sempre degli occhiali da vista con la montatura grande che la rendevano un’Hipster ante-litteram, così come i vestiti e spesso tirava su il cappuccio della felpa. Chiesi al mio parrucchiere di farmi esattamente la sua stessa acconciatura e poi lei mi passò i suoi vestiti; ero quasi certa che i paparazzi appostati fuori casa mia non avrebbero capito il trucchetto, soprattutto perchè nelle settimane precedenti avevo girato il mio ultimo video indossando una parrucca bionda con le punte color acquamarina che poi avevo messo ogni volta che uscivo di casa. Funzionò, la mia amica ci aveva visto giusto. Bastò semplicemente scambiarci i vestiti, farle mettere quella parrucca e poi uscire insieme per dirigerci verso la casa di un’altra nostra complice dove restammo per tutto il pomeriggio, dopodichè io - nei panni della mia amica - andai all’aeroporto indisturbata e quando lei tornò a casa sua - nei panni di se stessa -, io ero già in volo verso l’Europa. 
Ero al mare in Spagna, in un posto abbastanza tranquillo dove nessuno sembrò accorgersi di me e io potevo godermi la mia vacanza con un qualche amico intimo. Fu lì che la vidi, una ragazzina che doveva avere un paio d’anni in meno a me - allora ne avrei fatti diciotto solo pochi mesi dopo - e che portava i capelli esattamente come io li avevo nel mio ultimo video, stesso colore, stessa pettinatura, stesso taglio... Stesso modo di vestire. 
Praticamente sembrava un mio clone, con l’unica differenza che era molto più magra di me ed aveva gli occhi chiari.
La casa discografica avrebbe voluto spremermi facendomi pubblicare un album quasi ogni anno, ma mi ero fortemente opposta trovando l’appoggio dei miei genitori e del mio manager, così in questi giorni sta per uscire il mio terzo album. Sono molto orgogliosa di questo lavoro, per la prima volta mi sono occupata quasi interamente da sola dei testi ed ho dato indicazioni precise sulle musiche, è molto più mio dei primi due. Ed è molto più maturo. Avrebbero voluto che io facessi la ragazzina ancora per un po’, o al massimo che iniziassi a mettere vestiti provocanti e succinti, come molte altre mie colleghe che hanno più o meno la mia età. Mi sono rifiutata. Basta con i look stravaganti e tutto il resto, sono cresciuta, sono una giovane donna e voglio essere semplicemente me. Semplice. Voglio che le ragazzine possano avere una scelta, un modello da seguire che non sia necessariamente provocante e sensuale ai limiti della decenza. Non voglio che si parli di me per le risse in discoteca dopo aver bevuto o assunto sostanze stupefacenti oppure di servizi fotografici in cui i miei vestiti lasciano ben poco all’immaginazione. Le ragazze sono facilmente influenzabili, perciò sono convinta che vedermi andare all’università ed indossare vestiti carini, ma non eccessivi e fare - o almeno provare a fare - cose che farebbe qualsiasi ragazza normale, sia un buon esempio per le mie fans. Sono sexy anche con un paio di jeans ed un libro in mano.
E questo me l’ha fatto capire qualcun altro. 
Il mio staff ha quasi completato il lavoro. Per la prima volta mi sembra di vedere davvero me allo specchio. Per l’uscita di questo nuovo disco ho deciso di tornare ad essere semplicemente quella che ero quando ho cantato al karaoke: capelli castano cioccolato, ricci al naturale e scalati che mi arrivano alle scapole. Loro mi hanno fatto un trucco leggero che mette in risalto i miei occhi scuri e a mandorla, con l’unico “eccesso” del rossetto rosso ciliegia sulle labbra, che comunque nell’insieme è delicato e fine. Li ringrazio e loro mi lasciano da sola per scegliere cosa indossare. Opto per una maglia nera con le maniche a tre quarti che mi lascia le spalle scoperte e sotto un paio di jeans a sigaretta dello stesso colore, poi infilo i piedi in un paio di decoltè rosso ciliegia come il rossetto e la borsetta che è già pronta sul letto.
Sono un po’ in ansia. 
Diventare una cantante internazionale a sedici anni ha fatto sì che non avessi molto tempo per i ragazzi, i pochi che ho avuto erano soprattutto un modo per vedere regolarmente la mia immagine sui tabloid, secondo la casa discografica dovevo far parlare un po’ di me. Ma, a parte un attore di un paio di anni più grande, non c’è stato niente con nessuno dei bellimbusti affiancatimi dai miei produttori. 
Avere un ragazzo famoso a sua volta, significa non avere un minimo di privacy ed è snervante. 
Sento il campanello e l'ansia aumenta, per me dovrebbe essere una sensazione quasi sconosciuta dato che salgo sul palco davanti a svariate migliaia di persone, ma questa è tutta un’altra storia. 
Stasera non sono la cantante famosa conosciuta in tutto il mondo, questa sera sono semplicemente una ragazza normale che ha un appuntamento con un ragazzo normale.

   
 
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