Film > The Phantom of the Opera
Segui la storia  |       
Autore: __aris__    09/05/2014    2 recensioni
Mentre è sulla barca con Raul, Christine si accorge di trovarsi nel posto sbagliato e di stringere il braccio dell'uomo sbagliato. Torna alla Dimora ma trova solo la distruzione lasciata dalla folla, nessuna traccia del Fantasma! Da quella sera Parigi e la Francia non sanno più niente di lei
Otto anni dopo un misterioso milionario sostiene di voler ricostruire l'Opéra Populaire e di volerla riportare all'antico splendore, non ponendo limiti di spesa. Ha tuttavia una condizione: Christine Daaè dovrà essere la prima donna della nuova Opéra. Mentre Mr Y entusiasmerà Parigi, il Fantasma dell'Opéra cercherà la sua vendetta senza sapere che molte cose sono cambiate rispetto al passato, anche lui.
-- qualcosa di più "tradizionale" rispetto alle precedenti ff. I commenti sono sempre graditi! Spero vi piaccia!
----STORIA IN REVISIONE------
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
AVVISO: caro Lettore sono mortificata del ritardo e di arrivare con solo un capitolo di passaggio, anche se fondamentale per il resto della storia. Buona lettura caro Lettore, non voglio dilungarmi oltre.
 
Residenza Chagny
Philippe si era trattenuto in  quel salottino da lettura molto più di quanto era sua intenzione all'inizio, ma Raoul rimaneva rinchiuso nella sua stanza a leccarsi le ferite e sarebbe stato una vera scortesia lasciare sola una donna tanto bella.
"Perdonate la scortesia di mio fratello mylady, sono sicuro che scenderà a breve." Disse ad un certo punto il conte con tutto il disinteresse che quella frase di circostanza permetteva.
Kelly finì di sorseggiare la bevanda calda nella tazzina "Se non me l’aveste ricordato mi sarei completamente dimenticata di aspettare vostro fratello!" rispose con una giusta punta di civetteria facendo un occhiolino.
 Philippe sorrise: "So che è solo la vostra gentilezza a farvi parlare mylady." Un servitore aveva apparecchiato anche per il padrone di casa consentendo ai due di rimanere a fare colazione continuando a conversare su tutto ciò che il galateo consente. La signorina Kampbel dimostrò una vivacità di spirito che non sfigurava comparata alla sua bellezza costringendo Philippe a riconsiderare la sua idea che si trattasse una merestrice, allora fece ricorso al tipico fascino dei nobili francesi: "Perdonate la mia indelicatezza mylady, ma sono sicuro di avervi già visto prima di stamane. Tuttavia devo rammaricarmi di non ricordare dove."
Lei sorrise per nulla turbata "Siete mai stato a Londra?" il conte annuì "Allora immagino che abbiate assistito ad una delle rappresentazioni della Royal Opera House?" un altro cenno affermativo ma per nulla sincero "Fino a pochi mesi fa ero il mezzo soprano della compagnia."
"Ed immagino che adesso canterete all'Opéra."
"Esatto."
"Siete davvero di ampie vedute per essere inglese." Commentò con una strana smorfia che Kelly non comprese.
"Temo di non capirvi monsieur le conte."
"So che i vostri castelli e sono pieni di spettri, e che anche dove non ci sono alcuni dei suoi compatrioti riescono a trovarli. Evidentemente voi non fate parte di questa categoria." spiegò versandosi altro caffè.
Kelly sembrò perdere la sua espressione compita per una frazione di secondo "Volete dirmi che l'Opèra Populaire è infestata?"
Adesso fu il conte che sembrò stupirsi, e non di poco. "Nessuno vi ha mai parlato del Fantasma dell'Opèra?" La donna scosse la testa e lui proseguì narrando le vicende che portarono alla distruzione del teatro e gli sviluppi del ballo.
La cantante ascoltò tutta la storia con estrema attenzione interrompendo il narratore solo per qualche domanda ogni tanto "Quindi i direttori obbedivano ciecamente alle istruzioni che inviava il Fantasma?"
"Senza battere ciglio."
"E mademoiselle Daaè ...?"
"Era la sua allieva. Ma in molti sono convinti che fosse anche atro." Philippe disse quelle parole con tono assolutamente neutro non tanto perché Raoul sarebbe potuto entrare in qualsiasi momento (a dire il vero iniziava a sperare che si fosse impiccato al lampadario) ma perché aveva capito che la donna davanti a lui era una di quelle rare persone a cui il destino a regalato la dote di una mente particolarmente sottile capace di stupire gli altri.
Da quando era arrivata Kelly sospettava che Andrè, Firmim, Reyer e gli altri nascondessero un segreto, si era chiesta per settimane quale fosse e perché tutti si comportavano con Christine in modo tanto strano. Certo non che gli atteggiamenti del soprano fossero molto normali, ma almeno adesso sapeva il perché di quel lutto ostinato e misterioso. Adesso tutto aveva senso! Tuttavia non poté impedirsi un certo fastidio: lei aveva studiato musica per anni in accademia ed i suoi progressi sul palco li aveva guadagnati. Non sempre con meriti musicali, ma si era sempre impegnata per la sua carriera. Ma Christine no: lei era passata da ballerina di fila a prima donna in pochi minuti. Le sue riflessioni furono interrotte dalla porta che si aprì permettendo a Raoul di entrare.
Appena Philippe lo vide provò un'improvvisa vampata di nausea che si sforzò di ricacciare da dove era venuta in nome delle apparenze. "Ben arrivato fratello. Mademoiselle Kampbell avrà sentito la tua mancanza."
Il cadetto fece una piccola riverenza alla donna che rimaneva sorridente sul divano "Scusate Milady, non era mia intenzione recarvi dispiacere."
L'inglese rispose con voce soffusa "Vostro fratello è stato talmente gentile da tenermi compagnia."
"Al vostro servizio milady!" Philippe posò la mano sul cuore mentre inclinava un po' io capo con gesto calcolato.
Raoul non disse nulla: da anni sapeva che suo fratello adorava le donne; o meglio adorava corteggiarle, vincerle ed abbandonarle appena vedeva la preda successiva. Si limitò a sedersi con loro e partecipare alla conversazione successiva con vago disinteresse.
 
 photo divisore 4_zpsg4rwy64g.jpg

 
Qualche ora dopo all'Opéra
 
Il teatro era in fermento: di solito assomigliava ad una specie di grande alveare dove ogni persona ha un compito che svolgeva operosamente per permettere agli altri di esercitare le proprie funzioni, ma il giorno seguente al gran galà tutti erano troppo interessati al ballo rispetto al proprio lavoro. Gli unici che sembravano immuni da questa sindrome esano madane Giry ed il direttore Reyer.
L'insegnante e sua figlia si erano recate all’Opéra di buon mattino per approfittare del fatto che la sala prove più grande del balletto fosse libera; dopo tre ore di esercizi Meg implorava sua madre per una pausa che la donna si rifiutava di concederle. Per sua fortuna arrivò Reyer che aveva perso la sua solita e rassegnata calma ascetica appena sentito che Mr Y aveva annunciato il ritorno di Christine. Madame gli raccontò come si erano svolti i fatti dal ballo con  il principe, rivelatosi poi Raoul, alle velate minacce di Mr Y per evitare futuri pettegolezzi ed imbarazzi. "Cosa ne pensate monsieur?" chiese la donna al termine del racconto.
L’altro tacque per un po’ "Non saprei madame ... le fortune di Mr Y sembrano infinite ... ma cosa sappiamo davvero di quest'uomo? Se come dite il Visconte de Chagny ha aggredito mademoiselle Daaé dubito che sarà felice di sentir parlare di lei tutti i giorni o di vederla in tutti i ricevimenti, e nulla ci dice che non possa usare l'influenza del suo casato per boicottarla: dopo tutto suo fratello è un pari di Francia. E gli Chagny potrebbero non essere gli unici da cui guardarsi."
Madame  scosse la testa pragmatica:"Per ora nessuno sembra intenzionato ad inimicarsi un uomo ricco come Mr Y: dopo che il Persiano lo ha annunciato sono corsi tutti ad omaggiarlo con riverente servilismo."
"Non mi riferivo a questo madame." Reyer guardò la donna al di sopra dei suoi occhiali stupito che le non avesse capito immediatamente a cosa si riferisse "pensateci madame: monsieur le Viconte potrebbe non essere l'unico uomo che non vuole più saperne niente di maademoiselle Daaé ..." la frase fu volontariamente lasciata sospesa perché invocare il Fantasma dell'Opera all'interno del teatro non aveva mai portato buona fortuna.
"Monsieour le Fathom è morto, ed anche se fosse ancora vivo per ora nessuno tra il corpo di ballo ed i macchinisti ha avuto segni della sua presenza."
"Possiamo solo sperare che abbiate ragione madame, ma voi sapete meglio di me che il suo cadavere non fu trovato. Non esistono prove reali che sia morto, e siete davvero convita che una folla di stolti armati di forcone abbia potuto porre fine ai giorni di quella creatura nel suo regno?"
Antoniette rabbrividì e Meg si strinse nelle spalle ma entrambe si imposero di non darlo a vedere. Era vero che nessuno aveva mai avuto prove tangibili della effettiva dipartita del Mostro, ma dal racconto di Christine sembrava altamente improbabile che Erik fosse riuscito a salvarsi. Probabilmente i parigini assetati di vedetta lo avevano picchiato, ucciso e magari in un attacco di superstizione ne avevano bruciato le spoglie. Ma la remota possibilità che Erik camminasse ancora nel loro stesso mondo metteva loro un sorte di irrefrenabile fobia primordiale. L'insegnante sorrise  diplomaticamente tentando di chiudere la questione "Staremo in guardia monsieur ma non mi sembra il caso di fasciarci la testa prima di rompercela."
Reyer sorrise a sua volta mentre si alzava dalla panca su cui si era seduto assieme alle Giry "Pensateci: se il Fantasma dell'Opéra tornasse MrY sarebbe disposto a pagargli un salario e lasciargli dirigere il teatro? Probabilmente tornerebbe da dove è venuto portandosi tutti i suoi milioni. Adesso scusatemi ma i miei doveri mi attendono, buon lavoro medames."
Rimaste sole le due donne si guardarono reciprocamente per secondi immobili. "Maman ... cosa facciamo?" sussurrò Meg,
"Per ora possiamo tenere solo gli occhi aperti. Reyer potrebbe non avere torto e non oso immaginare cosa potrebbe farci Erik se fosse ancora vivo." Antoniette sapeva perfettamente che per lui aiutare il giovane Visconte a salvare Christine era un tradimento imperdonabile e che nessuna giustificazione razionale gli avrebbe fatto cambiare idea.
"E Christine?"
Madame sospirò con la pesantezza di tutti i suoi anni "Meglio non dirle niente. Per placare i suoi sensi di colpa sarebbe capace di andare da lui e farsi impiccare."
Meg annuì e sua madre la mise immediatamente ad esercitarsi sul pas assemblé.
 
 photo divisore 14_zps7hjov9k7.png

 
Tardo pomeriggio, ufficio di Andrè e Firnim
 
I due direttori stavano passando il proprio tempo complimentandosi a vicenda su quanto fossero stati fortunati nel trovare un mecenate ricco ed influente come Mr Y. Il ricordo del ballo, come i postumi del troppo champagne, ronzavano nella loro testa come le bollicine di un vino frizzante fino a che qualcuno non bussò alla loro porta:
"Madame Colette! Cosa vi porta nel nostro ufficio?" la donna era a capo della sartoria del teatro: decisamente in sovrappeso il suo passatempo preferito era mettere il naso negli affari altrui. Appena aveva visto quell'uomo tanto elegante passeggiare sotto le volte dipinte si era precipitata nell'ufficio dei direttori gonfia della sua scoperta.
"C'è un uomo che sta andando in giro per tutto il teatro. Si comporta in modo strano: è come se stesse visitando un museo."
Andrè e Firmin si guardarono a vicenda: probabilmente si trattava di un curioso che ficcanasava un po' in giro cercando di soddisfare la propria curiosità. "Grazie madame. Potete riprendere le vostre occupazioni." dissero alla donna che uscì dall'ufficio senza dire altro troppo delusa di non aver avuto soddisfazione. Appena i due si furono sistemati le cravatte uscirono anche loro, iniziando a cercare il visitatore dalla grande scalinata, proseguendo nel guardaroba, e così via per tutta la parte aperta al pubblico lasciano per ultima la grande salle: lì André avrebbe cercato nella platea e dietro al palco, mentre Firminn nelle gallerie aprendo le porte di tutti i palchi. Giunto al numero 5 ebbe un tremito quando posò la mano sul pomello: né lui né André avevano voluto mettervi piede fino a quel momento e se avessero potuto ancora per qualche tempo. Chiuse gli occhi, si fece coraggio, spalancò la porta ed entrò nel palco trattenendo il fiato.
"Monsieur Firmin cosa temete di trovare? Un fantasma per caso?” a dispetto delle paure del direttore dell’Opéra l’unica presenza che infestava il palco era Mr Y, elegantissimo nel suo cappotto grigio con collo di volpe argentata. Era comodamente seduto su una poltroncina, con il cilindro accanto a lui, che giocava con un bastone nero dal pomello di smeraldo.
No … io …” il direttore divenne rosso come una ciliegia matura mentre cercava di articolare una qualsiasi forma di pensiero ma Mr Y non sembrò curarsi del suo turbamento.
Se non sbaglio era questo il palco del Fantasma dell’Opera, giusto?
Proprio questo!” l’omino tremò ed Erik si crogiolò in quel terrore che persiste dopo tanti anni.
Se non vi dispiace monsieur Frimin, gradirei che venisse riservato al mio uso personale. Tutte le sere.
Ma Mr Y s…” il povero Frimin si ritrovò ad un passo dalle convulsioni senza nemmeno accorgersene.
Il mecenate si alzò in piedi e raggiunse il direttore incredulo “Non temete quella creatura come fosse un demone.” disse con uno strano sorriso “Era un uomo, anzi se ben ricordo assomigliava più ad un fenomeno da circo! Non credo ritornerà a farci visita!
Se Firmin fosse stato un buon osservatore avrebbe visto sbiancare le nocche che stringevano il bastone; ma era troppo impegnato a non tremare per farci caso. “Se ben ricordate … ?
Ero presente durante la rappresentazione del Don Giovanni; ricordo tutto di quella sera. Adesso se non vi dispiace gradirei ricominciare la mia esplorazione dell’Opéra ed accettarmi che sia tutto come da contratto.” Senza aprire bocca Firmin si spostò e lasciò passare Mr Y che sparì velocemente dietro un angolo.
Intanto, dietro una finta colonna dorata Nadir si lisciava i baffi pensieroso. Certo non aveva potuto vedere la scena con i propri occhi ma la calma apparentemente inscalfibile di Erik ed il fatto che quello stolto di Firmin rimanesse imbambolato vicino alla porta da almeno cinque minuti erano stati sufficienti: il Fantasma dell’Opera sarebbe tornato e, se questi erano i suoi avversari, sarebbero stati annientati come una zattera nel mare in burrasca. Ma non poteva rimanere dietro quel doppio fondo ancora a lungo: se Erik era uscito di casa lo aveva fatto solo per incontrare Christine Daaé e quello era un colloquio che non gli poteva sfuggire!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Phantom of the Opera / Vai alla pagina dell'autore: __aris__