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Autore: RadioPotter    09/05/2014    0 recensioni
Qualcosa succede tra Bellatrix e Voldemort...un incontro segreto
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Oscura Concezione
Di APWBSilente


La stanza era immersa nel buio.
Da un po’ di anni la casa era desolatamente e tristemente disabitata, in seguito all’assassinio del proprietario. Per questo motivo non c’era nessun tipo di contratto di fornitura di servizi e la casa perciò era sprovvista di corrente elettrica. In più era anche una notte di novilunio, nera come può solo esserlo lo spazio profondo, lontano anni luce da qualsiasi fonte di radiazione luminosa. Non che le due presenze sdraiate sul letto avessero bisogno di una delle due cose, per poter fare luce. Bastava semplicemente pronunciare le parole giuste e la luce avrebbe subito rischiarato l’ambiente. Era stata una scelta, quella di rimanere completamente al buio.
La donna avrebbe preferito la luce ma l’uomo aveva imposto il buio e non era il tipo a cui potevi dire “No”.
Si erano amati a lungo su quel letto, anche se mossi da motivazioni diverse. L’una profondamente presa d’amore per lui, tanto da poter essere considerata ossessiva. L’altro con uno scopo ben preciso in mente, come sempre era stato fin da piccolo: mai aveva fatto qualcosa senza averne studiato bene le conseguenze, perché doveva sempre avere un tornaconto. E così era stato anche questa volta. Da quando lui aveva avuto il presentimento che “gli altri” fossero a conoscenza dell’esistenza degli Horcrux, si era dato da fare per pensare ad un’alternativa. E l’aveva trovata.
Per caso, nella sua ricerca sulla bacchetta invincibile, si era imbattuto in un libro in una biblioteca in Romania. Parlava di procreazione assistita ma non nel senso babbano del termine. Era un metodo per tramandare un parte della propria anima nell’erede procreato. Magia proibita, della più oscura che si potesse immaginare. Era proprio ciò che cercava. Aveva studiato nei minimi dettagli il procedimento. L’autrice del libro, una strega del XIV secolo, raccontava che era una pratica in essere fin dai tempi della caccia alle streghe. Veniva usata allo scopo di poter avere qualcuno in grado di perpetrare la propria vendetta nei confronti di coloro che ti mettevano al rogo. Infatti, questo tipo di procreazione magica, creava una profonda interconnessione, tra genitore e figlio, in modo che il ricordo dei boia e dei magistrati autori della condanna restasse vivido e la vendetta ricadesse su tutti, fossero essi mandanti o meri esecutori.
In età adulta, la parte dell’anima tramandata avrebbe preso il sopravvento, instradando la vita dell’erede verso il solo scopo di attuare la vendetta. Era l’ideale! Se anche avesse fallito nello scontro con quel maghetto da strapazzo, cosa neanche lontanamente pensabile, ci sarebbe stata ancora una possibilità di portare a compimento la sua ossessione: sarebbe passato ai posteri come il mago più potente che alla fine aveva avuto ragione anche di quest’essere insignificante che aveva osato resistergli per così tanto tempo, ponendosi tra lui e la “Gloria perpetua e imperitura”. Per realizzare questa pratica magica, era necessario trovare una strega che fosse accecata dall’amore perché non si accorgesse dell’inganno e questo era stato fin troppo facile per lui. Anche quel succube e codardo del marito di lei se ne era accorto.
Era fin troppo evidente lo sguardo sognante con cui lei lo guardava, la sconfinata ammirazione, non certo dovuta a codardia, come tutti gli altri seguaci: miserabili! Lei era una donna volitiva, decisa, crudele … perfetta allo scopo. Una volta trovata la strega, bisognava aspettare il novilunio, eseguire l’atto in una casa dove tu stesso avevi commesso degli omicidi e pronunciare l’incantesimo non verbale. Erano tutte cose semplici. Il buio serviva allo scopo di poter muovere le labbra per l’incantesimo senza che la donna potesse intuire o sospettare qualcosa. Sul libro erano narrate solo pratiche eseguite da streghe. Per un uomo sarebbe stato diverso? Il dubbio aveva attraversato la sua mente solo per un fugace momento, subito dissipato dalla sua sicumera: sono il Mago più forte del mondo!
“A cosa stai pensando?” la domanda di lei ruppe il corso dei pensieri.
“Niente di cui, tu, debba interessarti!” Ecco il rischio: che l’interpretazione di questa nuova intimità potesse portarla a non considerarlo più con il dovuto e necessario rispetto.
“Scusa, mio Signore, se ti sono apparsa indiscreta. Non era mia intenzione” il tono della voce tradì il nervosismo, la paura di essere di nuovo relegata insieme al resto dei seguaci e questo tranquillizzò il mago che si stava preparando a “cruciare” la donna per farle capire quale doveva essere il suo posto.
“Ora va! Non voglio che Rodolphus sospetti qualcosa. Mi vedrei costretto ad adottare una soluzione drastica” ed il sospetto cui si riferiva non era di certo riguardo la tresca. “Non potresti adottarla … lo stesso?” la frase di lei suonò quasi come una supplica.
“ E’ questo che mi piace di te: il tuo livello di perfidia è molto più alto di qualsiasi altro Mangiamorte” e pronunciando ciò, le accarezzò una guancia. Un eccesso di tenerezza del quale si pentì subito, ritraendo la mano, infastidito. Poi continuò: “Provi gusto nel fare del male, quasi un piacere sadico. Aggiungo, anche, che mi piacerebbe molto procedere in tal senso ma non è praticabile senza una motivazione valida. Questa sarebbe necessaria per evitare il destarsi di domande o sospetti” e dicendo questo, tra sé ghignava, perché i sentimenti di lei erano palesi per tutti.
“D’accordo. M’inventerò qualcosa” disse la donna sorridendo in modo malefico. Anche lui espose il suo perfido sorriso e aggiunse
“Ci vediamo da Lucius, tra un’ora. Severus ha delle novità importanti sulla data di trasferimento di Potter. Vieni, Nagini, andiamo”.
 
 
   
 
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