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Autore: Marty_Roro    25/07/2008    11 recensioni
siamo ran ugajin92 e roro, e questa è la nostra prima fic insieme! Un accenno? Rin e Inu-Yasha sono due giovani fratelli che hanno perso di recente i genitori... Un evento tragico segnerà quello che, fino a quel momento, era stato il loro mondo. Incontreranno tante nuove persone, e... leggete per scoprirlo!
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 11 Nobody wants to be lonely
Capitolo 10  -  Monet






Inu-Yasha digrignò i denti, mentre abbracciava Rin e la riportava al suo posto.

Allontanò Sesshomaru con un gesto carico di irritazione e rabbia, poi gli fece cenno di uscire dalla stanza. Lo stesso cenno che fece anche ad Ayame - l'infermiera, scossa, annuì, correndo in direzione di Kagome e impolorandola con lo sguardo di calmarlo.

E, in effetti, non aveva tutti i torti.

Inu-Yasha, forte del suo status di hanyou, aveva fatto scoccare le nocce delle dita, mentre guardava furioso Sesshomaru. Non era in sè, questo era certo, ma Kagome non vedeva un modo per fargli riprendere il controllo.

"Allora?", ringhiò, non appena misero piede fuori dalla piccola stanza "Perchè mia sorella è in questo stato?".

Tutti lo guardavano, incapaci di rispondere.

Kagome abbassò colpevole il capo, convinta che Inu-Yasha ce l'avesse con lei, la sua psicologa - avrebbe dovuto prendersi cura di lei, e non far si che i suoi nervi cedessero. Rin non era abbastanza forte per resistere. Avrebbe dovuto ascoltarla di più, non prenderla in giro per la questione del disegno.

Sesshomaru era ancora un po' sotto shock, e faceva scorrere lo sguardo dalla porta della stanza al coltello, ancora saldo tra le mani di Ayame.

L'infermiera, invece, boccheggiava, carezzando la lama del coltello e chiedendosi cosa sarebbe accaduto se non avesse deciso di controllarla. Erano solo le 9.30, e quella giornata già si prospettava terribile.

Inu-Yasha non distoglieva lo sguardo da Sesshomaru "La colpa è tua", ringhiò poi, prendendogli il colletto del camice "Cosa le hai fatto? L'hai illusa? Te la sei scopata e poi l'ha lasciata sola? Cos'hai fatto a mia sorella?".

"Nulla. Non l'ho toccata".

"Non ti credo", ribattè piccato Inu-Yasha.

Sesshomaru non rispose più nulla, ricominciando a fissare la porta della stanza, sicchè l'hanyou non trovò più ragioni di trattenerlo.

Voltò allora lo sguardo su Ayame che, con le lacrime agli occhi, ripeteva "Che cosa stava per succedere...?".

"Si stava per uccidere", fu la contrariata risposta di Kagome.

"Oh, grazie mille, mi era sfuggito!", starnazzò acida Ayame, per poi pentirsi e chiederle scusa.

Inu-Yasha, nel frattempo, era diviso in due.

Da una parte, avrebbe volentieri spaccato la faccia a Sesshomaru, perchè convinto del suo coinvolgimento.

Dall'altra, però, voleva solo correre al capezzale della sua sorellina, per poterla consolare e stringere a sè. Voleva fare quello che, in tanti anni, non aveva mai fatto: starle accanto.

Mentre sentiva le voci dei presenti scorrergli intorno, e cianciare del più e del meno, Inu-Yasha spalancò l'uscio "Nessuno si azzardi ad entrare", sentenziò lapidario.

Rin era ancora una volta distesa in quel letto troppo grande, tra quelle coperte troppo bianche e quelle pareti troppo chiare.

Il volto non era roseo come l'ultima volta che l'aveva vista. Gli pizzicarono gli occhi, mentre le si sedeva accanto e le prendeva timidamente una mano tra le sue.

Rin schiuse gli occhi, guardandolo con l'espressione più colpevole che possedeva. "L'ho... Ho provato a farlo di nuovo".

Inu-Yasha annuì, lasciando che il suo lato comprensivo e compassionevole, spesso celato, uscisse allo scoperto, e parlasse con Rin. Ostinata, lei continuava a tenere gli occhi bassi, coperti malamente dalla corta frangia nera e intrisi di lacrime.

D'istinto, l'hanyou abbracciò la sorella, che iniziò a singhiozzargli contro al petto.

"Sono inutile, ecco perchè devo sparire!", urlava, dibattendosi.

"Non sei inutile, scema", strinse maggiormente la presa.

"Io non servo a niente. Sono un peso per tutti voi. Se non ci fossi io, Kagome potrebbe rilassarsi, non avrebbe tanto lavoro da fare! Sesshomaru potrebbe uscire con i suoi amici, con la sua ragazza, non dovrebbe occuparsi di me perchè sono tua sorella! E anche tu, fratellone... se io non fossi mai nata, forse i nostri genitori non sarebbero morti, e la tua vita sarebbe stata di gran lunga migliore!".

"E questo quello che pensi?", Inu-Yasha l'aveva lasciata, e aveva nascosto, come Rin poc'anzi, gli occhi dietro la frangia.

"Si". Risposta lenta, lapidaria. L'hanyou si sentiva uno schifo.

"E se... se ti dicessi che, l'unica ragione per cui non mi sono ammazzato mesi fa con quelle cavolo di droghe che passano nel mondo dello spettacolo sei tu? Che sei l'unico legame con questo schifo di mondo? Rin, sei mia sorella!", Inu-Yasha alzò lo sguardo, prendendo un respiro profondo. "Non voglio perderti. Non considerarti un peso. Non lo sei. Ti sei presa cura di me, mentre io mi comportavo da bambino... Rin, ti ho costretta a far cose che non erano tua diretta responsabilità. Perdonami, se puoi".

La ragazza lo guardò, profondamente sorpresa dalla sua aria da cane bastonato, e annuì "Come se mi fosse possibile dire di no!". Gli sorrise, e Inu-Yasha si sentì più sollevato, nel vedere gli occhi nocciola di Rin osservarlo come se nulla fosse accaduto. Forse, uno degli scogli più gravi era stato superato.

...

Kagome lanciò un ultimo sguardo all'interno dell'abitacolo. La piccola Rin sorrideva.

Bravo, Inu-Yasha, ottimo lavoro, pensò, felice, mentre chiudeva definitivamente la porta.

...

"Inu-Yasha, sai chi ho incontrato l'altro giorno?", chiese la ragazza, distesa sui guanciali, mentre Inu-Yasha le sbucciava una mela. Sembrava più tranquilla.

"No, a dire il vero no", disse lui, mentre tagliava un pezzo più difficile.

"Kikyo!".

L'hanyou la guardò sbalordito, boccheggiando un paio di volte "Mi prendi in giro?".

"No. Era in ginecologia, nel reparto del signor Miroku, ha detto che era qui per dei controlli", Rin storse la faccia, senza minimamente importarsi di mascherare il suo disappunto. "Kagome dice che sembra simpatica", aggiuse poi, come se la psicologa avesse detto chissà quale infamia. "Le ho detto che Kikyo ti ha fatto tanto male, fratellone, ma Kagome non ha capito, mi dispiace".

Il ragazza annuì. E così, la bella Higurashi trovava la sua ex simpatica. Sogghignò. Quando si parlava di donne, anche una parola banale come "Ciao" aveva mille significati. Figurarsi un aggettivo come "Simpatica"!

"Comunque, fratellone, spero vivamente di non ritrovarla più - non la sopporto, e lo sai!".

"E se dovesse tornare?", domandò lui curioso. Sulle labbra di Rin si dipinse un'espressione diabolica.

"Non vedrebbe mai più la luce, mio caro".

Mentre continuavano a scherzare, rivangando avvenimenti più o meno divertenti, e più o meno reali, la porta si aprì e Kagome, con una bella cartella tra le mani, prese posto sul materasso accanto a Rin. Salutò goffamente Inu-Yasha con un cenno del capo, prima di rivolgere la sua attenzione alla paziente. "Oggi, se vuoi, puoi assistere alla seduta", gli disse poi "Sarà una cosa un po' fuori dagli schemi, e voglio vedere che te ne sembra".

Nella cartellina che aveva con sè, Kagome conteneva una quantità enorme di fogli, e un mucchio di libri. Rin ne prese uno a caso, e un enorme tomo su Monet e l'impressionismo si ritrovò tra le sue piccole mani.

"Impressionismo?", domandò poi a Kagome "Non mi avevi detto che ti piaceva l'arte!".

"Ma tu non me l'avevi mai chiesto".

Passarono parte del pomeriggio a leggere della vita di Claude Oscar Monet, nato il 14 novembre 1840 a Parigi. Dei suoi quadri, della "donna con ombrello", che Kagome tanto amava. Della mostra demoninata "Impression: soleil levant" e di tanti piccoli dettagli contenuti nel libro. 

Della morte di sua moglie Camille, nel 1878, poichè la sua salute, già cagionevole, si era aggravata in seguito alla nascita del secondogenito, Michel.

E di quando il pittore scoprì di essere malato di tumore al polmone, nel 1926, e, costretto a letto, il 5 dicembre dello stesso anno morì.

Rin sembrava entusiasta, e leggeva tutto con ingordigia, indicando i quadri e fornendo informazioni a Kagome - nel suo ambito, la psicologa notò quanto fosse ferrata la ragazza. E quanto sembrasse allegra.

Quando, stremata, Rin si addormentò, Kagome chiese a Inu-Yasha cosa ne pensasse della sua seduta.

"Beh, mi aspettavo qualcosa di diverso, lo ammetto. Ti aspettavo fredda, e invece mi sei sembrata... umana. S-Sono felice che... che Rin abbia una persona come te al suo fianco".

Kagome lo osservò confusa "Grazie".

"Feh, ma non montarti la testa, però, sei solo una ragazzina".

"Ah si? Bene, allora", sollevò la borsa da terra "Questi me li puoi tenere tu, quindi!".

La borsa cozzò duramente sul piede destro di Inu-Yasha - l'hanyou si lasciò sfuggire espressioni poco gentili. Continuò ad osservarla torvo, finchè non arrivò Ayame che, furente, li invitava a tubare fuori dalla stanza, perchè Rin era ancora convalescente. Rossi in volto, i due si precipitarono fuori, continuando a lanciarsi frecciatine.

Quando Kikyo sbucò da dietro l'angolo, Inu-Yasha stava ancora tirando di capelli di Kagome - si arrestò di colpo, seguito dalla psicologa, e guardò con un'espressione indefinibile dal sua ex.

"Ciao!", disse gioviale la donna, avanzando "E ciao anche a te... ehm... Kagome, giusto?", la ragazza annuì, rigida. Tutt'a un tratto, la simpatia che aveva provato per Kikyo, poco tempo prima, le sembrava immotivata. Quella moretta, fasciata in un abitino Gucci bianco, tutta truccata, e con un paio di occhiali da sole scuri, le appariva odiosa, specie per le occhiate continue che rivolgeva ad Inu-Yasha.

"Cosa ci fai qui?", chiese quindi l'hanyou, inespressivo.

"Controlli di ruotine, Inu, semplici controlli ginecologici", ridacchiò quella, allungando una mano e sfiorandogli il petto - presa da un raptus nervoso, Kagome fece si che il contatto si spezzasse, passando tra loro e urlando "HO-DEL-LAVORO-DA-FARE!". Inu-Yasha la fissò per tutto il tempo, mentre scompariva nell'area riservata alle neo-mamme.

Kikyo, invece, si congedò, rivelando senza alcun pudore che stava andando a casa del suo ragazzo.

Rimasto solo, Inu-Yasha decise che, per una volta, sarebbe anche potuto tornare a casa prima.

...

Kagome si era ritrovata in mezzo a donne con i loro bambini in mano senza sapere perchè, quindi si era diretta nell'unico posto dove, era sicura, avrebbe potuto trovare qualcuno con cui sfogarsi.

Difatti, come aveva immaginato, Sango era seduta davanti alla porta di Miroku, come un cane da guardia, attenta che nessuna giovane troppo avvenente passasse più di 5 minuti nella stanza, da sola, con il suo ragazzo - per l'ennesima volta Kagome si chiese come Sango riuscisse a sopportare quell'hentai di Miroku. E, per l'ennesima volta, non seppe rispondersi.

"Sango?", disse, richiamando subito la sua attenzione.

La mora alzò il capo - fino a quel momento puntato verso una rivista che pubblicizzava cinture di castità per uomini - e salutò l'amica. "Kagome, di cos'hai bisogno?".

Come se Sango avesse detto chissà quale parola magica, Kagome iniziò a dire tutto, del tentato suicidio di Rin, del pomeriggio passato con lei, e vedere quadri e a lanciare fugaci occhiate ad Inu-Yasha, seduto poco più in là, e dell'incontro con l'ex di quest'ultimo, simile ad una modella.

"Non potrò mai competere con lei", sospirò, lasciandosi cadere contro la parete.

"Beh, ma Inu-Yasha ti piace, non dovresti darti così per vinta".

"Cosa ti fa credere che lui mi piaccia?".

Sango osservò le gote rosso fuoco dell'amica, ripensò a tutte le cose che aveva detto di lui, e infine disse "Nulla, guarda, sono io quella che pensa continuamente a lui, non tu".

"Sei troppo acida, per questo Miroku ti è infedele", disse poi la mora seccata.

"E tu troppo fredda, per questo Inu-Yasha non ti nota". Sango, senza neppure pensarci, era sempre capace di rimetterla di buonumore. Le sorrise, dicendo che avrebbe valutato la questione. Poi, rimessasi lo zaino in spalla, si diressa a casa, pensando a cosa avrebbe potuto portare a Rin per la prossima lezione.


Hola ragazzi!
Allora? Piaciuto l'incontro Kagome - Kikyo? Secondo voi come sono i risultati? Chi è in vantaggio? Kaggy o Kikyo? (Roro, non stiamo facendo scommesse clandestine, sai? ndMarty) V///V Sorry.
RINGRAZIO:
maryku Si, Rin pensa di essere un peso... Ma quello che ha detto Sesshomaru non è una bugia... tutto sarà chiaro nel prossimo capitolo, comunque ^^. Comunque, il ritratto è una scena divertentissima... XD. Spero vivamente che il capitolo sia stato di tuo gradimento! Besos!
Bchan Con chi parlava Sessho? -.- Lo saprai nel prossimo capitolo ^^. Però, sappi che Rin ha leggermente frainteso... più di così non posso dire. Spero che il capitolo ti sia piaciuto!
naka Kikyo morire in un incidente stradale? Non male come idea... Però, in questa fic è "buona", quindi la dovrai sopportare giusto per un po'. Non farà nulla di cattivo, non preoccuparti. ^^ Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Bacioni!
mikamey Ayame e Kagome si sono divertite un mondo, è vero. E, come hai notato, Kagome si è sentita in colpa per quello "scherzo". Grazie per i complimenti che ci fai, sei davvero molto gentile ^^. Che ne dici di questo capitolo? Alla prossima!
callistas Allora... Marty il consiglio l'ha accettato, e ti ringrazia. Naturalmente, chi scrive fan fic è a conoscenza che non arrivano solo commenti positivi. E, a dirla tutta, il tuo commento non era una critica alla storia, bensì un commento costruttivo. E ti ringraziamo. Solo una cosa... il Bastarda dentro a Marty non è piaciuto, e neppure a me. Potevi esprimerti più gentilmente. ^^ Spero che continuerai a seguire la storia e spero che la fic ti piaccia. Cosa te n'è sembrato del capitolo? Spero me lo farai sapere ^^. Baci!
inufan4ever Kikka, darling, non dirlo neppure per scherzo! è_é Se Kikkuccia muore, roro-chan che fa?!? ç_ç Comunque... che te ne pare di questo capitolo? E' venuto bene??? Su, Kikka, questo mese passerà presto... ç_ç Un bacione, anch'io ti voglio bene!
KaDe [Lord Fluffy apre un occhio, annoiato, e saluta Kadduccia con un cenno del capo] Ehi Kaddy, visto che sorpresa?!? Lord Fluffy, re dei ghiaccioli e dell'Anaconda, è venuto ad aiutarmi con il tuo commento. [Nigen, sbrigati] Sisi, ok, andiamo avanti. Let's go on, ok? [-.-] Allora, Kaddy-sama? Che te n'è parso del capitolo??? Spero ti sia piaciuto, darling! Io e Fluffy ti salutiamo [Arrivederci, nigen].
yuly Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto ^^. Spero che anche questo sia stato di tuo gradimento, kiss!
lilysol Si, Lily, certo che puoi! Rin ha già acquistato i film di Rocky e si sta allenando sulla sigla! XD Lo sai, cara, che a volte mi ricordi Jako? Il che non è un bene! -.- Comunque, Lord Fluffy ce l'aveva con (Marty tappa la bocca a roro). Ok, non te lo dico in questa sede! Un besos, spero che il tuo pc torni presto a vivere!
ryanforever Ti dico che c'è stato un fraintendimento, ma non posso dire nulla di specifico, mi sa XD. Spero vivamente che il mio capitolo sia stato all'altezza del precedente! Bacioni!

Comunque, ringraziamo anche chi solo legge o mette la fic tra le preferite! Besos, alla prossima!!!
NOTA DI FONDO: C'eravamo scordate di dirlo. Rin è un'hanyou, esattamente come suo fratello Inu-Yasha. Ma, diversamente, lei ha aspetto umano, sebbene abbia comunque poteri demoniaci. Nelle notti di novilunio, contrariamente ad Inu-Yasha, il potere demoniaco le fa prendere sembianze di youkai. Non escludiamo, in seguito, di parlare di una di queste notti. Ma, per ora, ci sembrava doveroso mettere una chiarificazione, o sarebbero potuti sorgere dubbi.
  
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